Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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3o6 TRE nrgoraenfo egregiamente riscliinrò il oe- lel>ie ab. Girolamo Tartarotti da Rove- reto (del quale pubblicò in Venezia nel I 754, Memorie antiche di Rovereto) nel* la snî disseriazione: De origine Ecclesine Tridentinae et primis ejus Episcopi s^ Veneliis iy4^- Égli con esalta critica e scelta erudizione dimostra, chela chiesa di Trento ebbe origine dopo la metà del IV secolo, che il suo [."vescovo fu Giovino o Ciriaco, il 2.° Abondanzio intervenuto nel 38 I al sinodo d'AquileiajC il 3.°s. Vigilio; convalidando la sua opinione con fortissimi argomenti, contro il Pincio che scrisse avere s. Ermagora ricevuto Gio- vino ai.** pastore di Trento verso il jZ dell'era corrente. Quanto poi alla ripof- tata serie de'vescovi, il Tartarotti crede che non si debbano avere per immaginati e finti, n)a solo lrasportali;e quindi, rite- iiejido quasi tutti i nomi, li colloca dopo s. Vigilio, formando la serie da Giovino ad Agnello che vivea sul declinar del VI secolo. Sebbene egli d'altra parte fa vedere che la chiesa trentina non la cede a molte altre né per lo zelo né per la santi- tà di alcuni suoi primitivi vescovi, insor- sero diversi trentini a combattere le sue asserzioni, ritenendo la loro sede vesco- vilecominciatanel j.°secolo.R.iferiscerab. Pinaoionli, che nato s. Vigilio in R.oma d'illustre famiglia, nel 383 si recò colla madre sua Massenza e co'fiatelli Claudianoè Magoriaiio in Trento. Quivi, essendo poco dopo morto il vescovo Asterio (diMique esclude Abbondanzio qual suo immediato predecessore), fu per l'esimie sue virtù, benché giovine (li 20 anni, e- lelto vescovo successore. Prima sua cura fu di purgare colla predicazione delia pa- rola di Dio e colla pastorale sua vigilan- za la città dagli errori ariani. Uscito poi nelle terre della campagna, i cui abilauti •incora in gran parte sagrificavano agl'i* tioli, col suo zelo gli ammaestrò e indus- se n domandar il battesimo. Imperocché, colla divina grazia, confermava la sua predicazione con una vita santissima e col- T R E redlcacin ch'egli operava, dundola vista a'ciechi, la loquela a'niuti e liberando gli ossessi, col segno della croce e invocan- do il nome di Gesù. Anche nel territo- rio di Brescia e di Verona erano ancora alcuni che prestavano culto a'falsi Dei del paganesimo; e poiché i vescovi di quelle città non osavano uscir fuori a persuaderli delle verità evangeliche,!! santo non conoscendo timore, portossi intrepido co- là, e mediante l'aiuto dello Spirito santo, fece abbandonar a que'popoli i supersti- ziosi riti e fondò ivi più di 3o chiese. Nel ritornare a' suoi condusse seco 3 zelanti chierici, Sisinnio, Martirio ed A.lessandro, distinti per santità e dottrina, venuti di Cappadocia e di Grecia, o forse italiani della diocesi di Milano. Questi poi mandò a piedicaie nella Naiinia, ove conver- lirono moltissimi popoli, e Sisinnio edi- (icò una ch'eselt'j nella quale ammae- strava il popolo ne' cristiani precetti, e co' compagni esercitava esemplarmente le pratiche religiose. Assaliti quindi da alcuni abitanti e in crudel guisa toi-^nen- tati, l'un dopo l'altro meritarono di con- seguire la palma del martirio, in un ve- nerdì di maggio del 397. Accorso sul luogo s. Vigilio , rimproverò liberamente i barbari colpevoli, ie gli riuscì indurli al pentimento e ad abbracciare il cristiane- siujo; quindi atterratisi i templi e gli alta- ri pagani, videsi eretto in tutta la vallea il salutifero vessillo della croce. Piaccolti da s. Vigilio i corpi de*3 martiri, ne man- dò parte a s. Gaudenzio di Hrescia, a s. Simpliciano di Milano, a s. Gio. Crisostomo di Costantinopoli, colla storia del loro trionfo, e parte ne depose nella chiesa di Trento, ed altra collocò nella chiesa che costruì a Melo, luogo detto poi s. Sisinnio e ora Sanzeno. il Tartarotti scrisse le bel lissi me. Memorie istoriche in - torno alla vita e morte de' ss. Sisinnio^ Mar tirio eAlessandro,martirizza ti nel- VAnaunia, ora. Val di JYon, diocesi di Trento^Vanno delVcra volgare 397, Ve- rona i 74^. Restava ad unirsi ni numero-^
TRE so gregge tìcTetleli trentini la vaile di Ren- dena, onde s. Vigilio vi porlo le sue apo- stoliche sollecitudini, ed abbattè l' idolo di Saturno di bronzo che adora vasi; indi montato sulla sua base con fervore co- minciò ad esortare gii abitanti a conver- tirsi al vero Dio, ma essi infiammati d'i- ra lo circotularono ed a furia di sassi l'uc- cisero a'2G giugnoneiranno4o."ôcli sua età. Il sagro suo corpo fu trasportato in Trenlo, coll'accompagno della moltitudine piangendo l'amato pastore, operando Dio molti miracoli nel viaggio. Con mol- to onore fu deposto nella basilica da lui edificata a'ss. Gervasio e Protasio, perciò titolari antichi della cattedrale di Tren- lo, prossima cioè all'attuale duomo che le successe, onde la diocesi celebra la loro festa a' ic) giugno. Il vescovo Federico po- se al sepolcro di s. Vigilio quell' epitaffio in versi, che si legge nelT Italia sacra. Quanto alla madre s. ]VIa>senza, ed a'fratelli di s. Vigilio, i ss. Claudiano e Ma- goriano, la i .""dopoché il figlio assunse il governo della chiesa trentina, virtuosa e pia come èra, a fine di poter conpiùhber- tà servire Dio, si ritirò in Maiano, terra poco distante dal lago di Toblino , e ivi costruitasi una casa, passò il resto di sua vita santamente, moiendo sulla fine d'a- prile, per cui neir utimo di tal mese la diocesi ne celebra la festa. 1 fedeli, deposto il suo corpo, vi eressero sopra una cappella, che colla terra pre>e il nome di s. Mas- senza ; indi il vescovo Alleinano ne tra- sportò le reliquie nella basilica di s. Vi- gilio in Trento, e(^ è venerata questa illustre romana, modello esemplare delle madri, che testala vedova seppe santificare 3 figli. Poiché i ss. Claudiano e Ma- goriano, mandati da essa col fratello s. Vigilio in Alene ag'li studi, emularono le slesse virtù di questi e della madre. Quando s. Vigilio si recò a Rendena per com- piere la conversione de' tridentini, i fratelli vollero, insieme al pio sacerdote Giuliano e a (jualche diacono, accompagnar- lo nel pericoloso viai;gio, ed è credibile TRE 3o7 che visitassero in Maiano la madre. Nel momento in cui fu il vescovo fratello lapidato, vennero anch'essi colf)iti da una grandme di sassi, senza patir lesione per divm prodigio; indi co'detti chieiici por- tarono in Trento il corpo del martire s. Vigilio. Non si conosce la fine de'ss. Clau- diano e Magoriano, ma la tradizione della chiesa trentina insegna che fu conforme alla loro vita e che morirono santamente, onorandoli con uffizio di doppio maggiore, s. Claudiano a'6 marzo e s. Ma- goriano a*i5. Il Pinamonti nelle discorse Memorie de'conti di Thimn^ quanto alla loro origine romana, e se da Roma si recarono in Trento con s. Vigilio loro congiunto, insieme co' loro schiavi come potenti e onorali, non lo crede certo e provalo. Senza negare che i signori di Tono, ed altri ancora, possono veramente essere venuti da Roma a stabilirsi nel Tren- tino, osserva che poco importa il riconoscere con certezza l'origine loro, quando è indubitato che i signori di Tono visse- IO e prosperarono onorati e distinti nella Naunia e nel Trentino pel lungo corso d'oltre 8 secoli. Un casato che prese il nome da terre e castelli già da più secoli andati in rovina, e che potè, senza ester- ni aiuti, costruirne dalle fondamenta dei nuovi e più sontuosi, è casato antico, no- bile, potente, e non ha, in ispecie perciò che spelta all'antichità e splendido nove- ro d'illustri, da invidiar nessun'altra famiglia. Verso il 4oi o 4^4 successe a s. Vigilio, EugippooAgippo o Regi ppo, che piamente amministrò la sede ed ampliò la chiesa del predecessore o altra ne eres- se, per meglio onorare le sue spoglie mor- tali; indi Quartino, Pellegrino, Grazioso, Teodoio, ed Agnello che segin gli scisma- tici nella controversia de' Tre Capitolìy perciò intervenne e sottoscrisse nel !^'jc^ al sinodo di Gradoy ed a quello di Marano [V.). Dal re longobardo Agilulfo fu inviato in Gallia per redimerei prigionie- ri fatti nell'agro Tridentino, sotto il suo predecessore Auturi, e per la liberalità *
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