Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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24 TOU il pioprlo marilo dalla prigionia. Quin- di In parie meridionale venne posseduta da Francia e il rimanente da Austria col nomed'Hainaul Anstriaro. Riunito lutto nel lygSperdirillo di conquista «Francia, neli8r4 divenne provincia de'Paesi Bas si e finalmente del regno del Belgio, a ven- ie ]\Jons per capoluogo, di cui vado a ri- ferire un cenno per isdebitarmi del pro- messo a Paesi Bassi. Mons, Mons JÌan- nonìae, forte e considerevole città, trovasi nel declivio d' una collina e si distende nella soggetta pianura. Il fiume Troville l'attraversa, e mediante un canale comu- nica con Lilla, e giunge ad Ostenda. I pa- lazzi del governo, dell'assemblea provinciale, e della comune, sono gli edifizi mi- gliori; fra le chiese quella di s. Elisabetla ha una bella torre, ed occupa il sito d'un castello demolilo neli6i8, che la tradizione dice costruito da G. Cesare. Diversi spedali sono altresì di bella costruzione, ed in genere tutta la città è regolarmente fabbricala, ed ha il tribunale di commercio pel suo traffico e manifatture in tes- suti di varie specie, merletti e stoviglie. Era celebre in questa città l'abbazia delle nobili canonichesse di s.Waltrude oWau- dru. Si attribuisce l'originedella città alla fortezza di Mons Castrilìcìus^ che Albe- rone figlio di Clodione cominciò a fab- bricare nel 44^) ^ dove si ritirò la detta santa, che vi fece erigere una coppella e un oratorio, per cui Mons ottenne molti privilegi da Carlo Magno, e prese col tempo la forma di città, la quale nel i i i 2 fu quasi ridotta in cenere. Baldovino VII conte diFiandra la restauròe cinse di mu- ra. Guglielmo I principe d'Orange la pre^ se nehSya, e per la Spagna fu ripresa poco dopo da Federico di Toledo figlio del duca d'Alba, quindi seguì le vicende dell'Hainaut e di Tournay. Riunita nel I 793 alla Francia, divenne il capoluogo del dipartimento di Jemmappes, e dopo ilr8i4 della provincia. Essendo ancora vacante la sede vescovile di Tournay, Papa Pio Vili nel concistoro de' 1 8 maggio TOU 1 829 ne dichiarò vescovo mg.T»io. Giuseppe de Plancqdi Thien diocesi di Toui- nay,per quelle egregie qualità riferite nella proposizione concistoriale. Morto nel 1834, Gregorio XVI nel concistoro de' "^ 6 aprile 1835 fece l'attuale vescovo mg. Gaspare Giuseppe Labis di Warloing diocesi di Tournay, già con plauso per 1 2 anni professore di filosofìa e teologia nel se- minario, ed ornato di quelle doti dal Pa- pa celebrale nella proposizione concistoriale. Ogni vescovo è tassato ne'libi i della camera apostolica in fiorini SyOjla men- sa consistendo in 20,000 franchi circa, annuatim a gubernio solvenda. Perampla est dioecesis constans Hannoniae provìncia, in eaquc 4oo et ultraparoe- ciae,pluraque locale toppida continetur, TOURJN'ON Francesco, Cardinale. Nobile francese de'con ti diRossiglione,na- to a Tournon, affine del re di Francia, di 12 anm professò tra'canonici regolari di s. Antonio di Vienna, nel cui ordine ben presto, già maturo per senno e morigera lezza di costumi, ottenne le primarie di' gnità. Clemente VII neh 525 Io promosse all'arcivescovato d'Ambrun,eneli526 a quello di Bourges,dove nel i 527 celebrò il sinodo, è si crede che nell'anno slesso venisse eletto abbate generale del proprio ordine. Francesco I re di Francia, pel con- io che faceva
T O U Uffinr.ff n Clejncnlc VII in porpora pel Tom non, etl il Papa lo conlenlò, crean- tlolo in Bologna a'if) mni/oi ')3o,corili- njile prete assente, e dipoi eb!)e per tito- lo hi chiesa de'ss. Morcellinoe Pietro. Nel- lo slesso annodi nuovo il re lo mandò nella Spagna, per negoziare il riinscio de'snoi figli trattenuti in ostaggio dalla corte di Madrid , che dal cardinale dopo lunghe trattative furono ricondotti in Francia, insieme con Eleonora sorella di Carlo V de- stinata sposa a Francesco I, al cui matrimonio assistè. In ricompensa di sue fati- che, fu provveduto da! re dell'abbazia di s. Germano di Parigi, e in appresso d'altre io delle più ricche di Francia. Dopo due anni si recò in Roma, per combinare un eiììcace rimedio ali'irifèlice regno d'In- f;hil terra, che pe strani capricci d'Enrico Vili minacciava la prossima apostasia dalla chiesa romana, come pure per fis- sare il colloquio da tenersi in Marsiglia tra il re Francesco I e Clemente VII. Furono allora inoltre statuite dal cardinale le noz- ze di Caterina de Medici nipote del Pa- pa con Enrico secondogenito del re. In oc- casionedella nuova guerra insorta traCar- lo V e Francesco I, essendosi il Papa Pao- lo III neli538 recato in Nizza per paci- ficarli, il cardinale dopo lunghe conferen- ze coll'impeiatore e con Paolo III, finaU mente ottenne la tregua di io anni. Dopo di che non ebbe dilFicoltà di condursi in Inghilterra per richiamare al seno della Chiesa il furioso Enrico Vili, che giù ad essa erasi empiamente ribellato. Nemi- co implacabile degli eretici, avendo pre- sentito che Francesco I, principe letterato e curioso, veniva esortato ad ascoltar gli eretici in pubblica disputa dalia sorella Margherita regina diNh vana, la quale per ostentazione d'ingegno più che donnesco avea preso a favorire le novità delle dan- nate dottrine degli eretici luterani, calvi- nisti e ugonotti; comparve il cardinale in- nanzi al re con un libro tra le mani, e ri- chiesto da lui chi ne fosse l'autore, rispose ch'era s. Ireneo supieuliòîiuo veacu- TOU i> vo delle Gnllie, discepolo di s. Policarpo e allievo di uomini apostolici, il quale tra gli altri ammaestramenti insegnava che a' cattolici non conveniva commercio o colloquio di sorte alcuna cogli eretici, e sopra di tal punto ragionò il cardinale con tal gravità ed eloquenza, che distolse il re da quel pernicioso consiglio, e fece tra gli altri esiliare dalla Francia il fanatico ere- tico Filippo Melantone, ch'eravisì condot- to per disputare co' teologi di Sorbona. Avendo Paolo III conferito al cardinale il governo della chiesa d'Auch nella Gua- scogna, al suo tempo e per suo mezzo quei canonici che conducevano vita regolare, coll'interposizione d'Enrico li neh 548 furono ritlollialla condizione di canonici secolari. Essendo stato incaricato del mi- nistero della corona di Francia presso la s. Sede,f(i nel 1 55 1 trasferito da Giulio ili all'arcivescovato di Lione, e insieme collo spirituale, ottenne il governo temporale di quella provincia, che attesa la vicinanza con l'ereticaGinevra, tutta richiamò la sua pastorale sollecitudine e vigilanza. Colà portatosi da Pioma terso il i 553, fece se- verissimo pro(:esso contro gli eretici, che già erano detenuti nelle pubbliche carce- ri, e quelli che furono trovali ne'loro errori fermi e ostinati, vennero per suo ordine consegnati alle fiamme, e con tal estremoe rigoroso rimedio rimasero dissi- pate le pestifere conventicole e le adu- nanze de'novatori, che prima della sua ve- nuta si tenevano impunemente in Lione, con pregiudizio gravissimo, non mcnodeU la cattolica fede, che ilella pubblica quie- te e felicità del regno. Mentre tutto in- tento si stava alla salute del proprio gregge, dovette di bel nuovo restituirsi in Roma col cardinal Guisa-Lorena, dove non lasciò d'assistere co' suoi consigli i Papi. Nelle deplorabili discorilie insoi te Iru'Co- lonna e i Caraffa nipoti di Paolo IV, per cui l'esercito degli spaglinoli colla mici- diale guerra della Campagna iomoiia(chtì descrissi nel voi. LX V, p. :i3/f),si accostò alla trepidante Roma, il curdiutik nuu
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