Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...
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26o TRE molte oltre terre non comprese nell'in- •veslilura. Eugenio IV inilato, anche per non avergli licuperato Bologna, ne'primi d'agosto I 44^ pubblicò una bolla contro di lui, (ticliiarandolo nemico e ribelle; e juomise l'iuvestitura della Marca ad Al- fonso V le d'Aragona o Alfonso I coni€ re di Napoli e di .Sicilia, se la ricuperava dal conte, con allo de'i4 S'"8"^ i443' Il re entrò nella provincia con 3o,ooo soldati, capitanati dal valoroso Nicolò Pic- cinino, e con Lolto de Sordi vescovo di ^Spoleto e commissario apostolico dell'au- siliarie milizie pontificie. 1! conte poste buone guardie ne'luoghi più cospicui del- la medesima, ed una grossa bombarda ai mulini di Monlecchio o di Monte Miloiie, tosto si ritirò a Fano, ma la maggior parte de'suoi capitani il tradirono. Subi- to il re ricevè l'ubbidienza di molli luoghi, fra 'quali Moutecchio, con cui a' 25 agosto il commissario pontificiostipulògli articoli del concordalo. Poscia Eugenio IV con diploma de'3o dicembre con elo- gio commendò la fedeltà e ubbidienza dei iiJontecchiesi,e confidando in loro gli esor- tò a perseverarvi, quindi mandò loro per ambascialoreVillorio Cinaldischi di Ter- ni scrittore apostolico. In Monlecchio vi si fortificò il generale supremo delie ar- male pontificia e regia Piccinino, donde a'iS gennaio i444 scrisse una lettera a lierloldo Alberti suo maresciallo nella Marca (non marchese di essa , come lo chiama Colucci),edal qua! luogo non ces- sava di molestare la parte della monta- gna. Molli danni ebbe a ricevere per tale resistenza il pubblico montecchiese, per cui Eugenio IV pe'molli dispendi soste- nuli nella guerra, con diploma de'3 apri- le i444 confermò loro in benemerenza lutti gl'indulti e privilegi che godevano, e gli esentò per io anni di pagar le solite iiiiposle camerali per qualunque titolo. Veramente quest'esenzione non ebbe ef- fetto, onde poi avendo i monlecchiesi re- clamato, Nicolò V con breve deli 449 §^' ' escuto dalia 4- parie dcli'iUJposte dovute TRE alla camera,cioè rilasciò loro annui 5o ducati per 4 anni, a fine di riparar le mura castellane; e per avere i u)ontecchiesi a- \anzala altra supplica a Calisto 111, que- sti nel 1 455 confermò la grazia, rilascian- do a'montecchiesi pe'delli rislauri per 4 anni 4o ducali per ciascuno. Partito il Piccinino dal suo quartiere di Monlec- chio, si portò a Monte Milone, ed avendo passato il fiume Potenza, fu sorpreso da Sciarpellone valente capitano Sforze- sco, facendogli molti prigioni, ed egli qua- si per prodigio si rifugiò in un'inosserva- ta lorricella; indi richiamato Nicolò dal duca di Milano in Lombardia , lasciò il comando dell'esercito al suo figlio B^an- cesco egualmente prode; ma venuto alle mani coH'invincibile conte Francesco, ad onta del valore col quale combattè a' 19 agosto presso Moni' Olmo, vi restò sbaraglialo e prigione, salvandosi con pena il cardinal Capranica legato della Marca, sotto la cui giurisdizione erano pure Moutecchio e Camerino. Nel dì seguente Mont'Olmo si rese, e marciato il conte su Ma- cerala se ne impadronì, così di s. Seve- rino e Monlecchio. Con quest' ultimo il conte stipulò patti di concordia a* 23 a- gosto, riconoscendolo nuovamente per si- gnore. Eugenio IV a'io ottobre lo riconobbe marchese della Marca, tranne Ancona, Osimo, Recanali e Fabriano. Però dopo un anno, profiltando Eugenio IV delle discordie insorte tra lo Sforza e i Ma- latesta, e della ribellione d'Ascoli ^ inviò le sue milizie colle regie a ricuperar la Marca, col cardinal Scarampo legalo, al- le quali unitisi i Malalesla, riguadagnarono i dominii della Chiesa, e Monlecchio a'9 novembre, co'patti stipulati dal car- dinale. La sola Jesi essendo ri inasta al con- te, Nicolò V la ricuperò nel i447 collo sborso di 35,ooo fiorini d'oro. Neli44^ i monlecchiesi supplicarono il cardinalCa- Icindrini governatore della Marca, per es- sere assoluti da certe pene che loro si mi- nacciavano dal giudice de' malefìzi , per certe cose prcòc ucU'uccupazioue d Appi-
TRE gnnno, quando coVmgoInni Io ricupernlono alla Chiesn, loglieudolo a Giacomo di Gaebano. ]Veli4^8 il vicario genera- le del vescovo di Camerino M}datesla,diè licenza al comune di Montecchio di poter erigere una chiesa sollo il titolo della B. Vergine Assunta nel piano di Potenza, al- la quale Fio li a istanza de'montecchiesi concesse in perpetuo due anni d'indulgen- za a chi la visitasse nella sua festa. Nel i47 I Sisto IV confermò con diploma ai inonteccliiesi lutti i privilegi e indulti da loro ottenuti in qualunque tempo, e rila- sciò loro la 3/parte di quanto doveano pa- gare, a finedi ristorare le mura del luogo. Indi a*7 ottobre 1476 con breve Sisto IV concesse licenza a'moutecchiesi di formar- si lo statuto, ma da questo documento ri- levasi, che anco prima aveano certe leg- gi e ordinamenti co' quali si regolavano; per cui sarà meglio ritenere, che il Papa gli abilitòa formarsi un nuovo statuto, ac- ciò fosse più rispettato dalla curia gene- rale. Lo statuto di Montecchio è antichis- simo, e si può riferire la sua origine a quel tempo medesimo in cui cominciarono sif- fatte leggi municipali per le altre città d'I- talia, cioè secondo Muratori ali i83, dopo la famosa pacedi Costanza. Che i mon- tecchiesi avessero lo statuto prima del 12 36, se ne hanno chiare prove, indi ri- formato nel I 337 e confermato più tardi da Paolo li. Cacciati dal Piceno i tiranni e cessate tante guerre e rivoluzioni, non che le fazioni de'guelfi e ghibellini, rifio- rì la pace, ed a'20 dicembrei482 anche fra Montecchio e s. Severino, terminando le controversie con iscambievoli patti di concordia, non più alterala: i capitoli li pubblicò Colucci. Che la pacificazione fu sincera , chiaramente apparisce dalle slam[»e della clamorosa causa sostenuta dal capitolo, clero e città diTreia nuova, avanti la s. congregazione concistoriale per l'erezione o reintegrazione della sede vescovile. Imperocché trovo supplicato Pio VII ad erigere la nuova cattedra di Tieia, unita cu'(^uc prindpalitev coll'ul- TIIE 261 tra di s. Severino, come luogo più vici- nodi Canierino, ond'essere meglio gover- nata nellospirituule, ilcheavea pure bramato ne'tempi addietro. ]\eli484 Sisto IV con diploma de' 1 3 aprile concesse in perpetuo al podestà ^ro tempore e al pub- blico il mero e misto impero, edam sari' guinis etcapitalejiiflicìum.Coì cadere del secolo XV per poco tempo si ricompose e riordinò n quiete con l'Italia il Piceno, ma in breve soggiacquero a nuovi infortimii, guerre e danni pel contrastato conquisto del regno di Napoli. 11 passaggio di spa- gnuoli, tedeschi e francesi per la provin- cia, rinnovò la memoria dell'operalo dal- le masnade ne'piecedenti secoli. Nel i 5 1 2 pe'donni ricevuti da'montecchiesi dall'e- sercito spagnuolo, passato pel territorio, sebbene allealo di Giulio 11 contro i fran- cesi, il cardinal Riario camerlengo per or- dine del Papa concesse loro alcune esen- zioni. Non erano giovale le precauzioni prese innanzi dal consiglio generale di ri- parare le diroccale mura, di custodire di e notte la terra, di spedire ambasciatori a'condoltieri e capitani, promettendo lo- ro gran somme se non fossero venuti in Montecchio o non lo avessero danneggia- lo. Riuscirono pure inutili le cortesie col- le quali si riceverono i 5ooo spognuoli, il generoso trattamento per due giorni d'ogni specie di vettovaglia, poiché i sol- dati derubarono e spogliarono gli abitanti iniquamente. Anche Leone X compas- sionando i danneggiali monlecchiesi, nel i5 I 3 per mezzo del cardinal Riario li fe- ce assolvere da ogni pena, che avessero potuto incorrere perqualche omicidio se- guilo in lai congiunlura;confermando lo- ro tutti gl'indulti e privilegi che godevano, e rilasciando loro per un anno la metà de'pesi camerali, per impiegarli nel risar- cimento delle mura castellane. Peraltro simile arrivo di truppelìancesie tedesche, nell'alloggio nuove sciagure e danni dispendiosi soHiì Montecchio. Nel dicembre ì5ì5 suor Rat lista Varani monaca dis. Maria Nuovadi Camerino, raccomandò al
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molte oltre terre non comprese nell'in-<br />
•veslilura. Eugenio IV inilato, anche per<br />
non avergli licuperato Bologna, ne'primi<br />
d'agosto I 44^ pubblicò una bolla contro<br />
<strong>di</strong> lui, (ticliiarandolo nemico e ribelle; e<br />
juomise l'iuvestitura della Marca ad Al-<br />
fonso V le d'Aragona o Alfonso I coni€<br />
re <strong>di</strong> Napoli e <strong>di</strong> .Sicilia, se la ricuperava<br />
dal conte, con allo de'i4 S'"8"^ i443'<br />
Il re entrò nella provincia con 3o,ooo<br />
soldati, capitanati dal valoroso Nicolò Pic-<br />
cinino, e con Lolto de Sor<strong>di</strong> vescovo <strong>di</strong><br />
^Spoleto e commissario apostolico dell'au-<br />
siliarie milizie pontificie. 1! conte poste<br />
buone guar<strong>di</strong>e ne'luoghi più cospicui del-<br />
la medesima, ed una grossa bombarda ai<br />
mulini <strong>di</strong> Monlecchio o <strong>di</strong> Monte Miloiie,<br />
tosto si ritirò a Fano, ma la maggior<br />
parte de'suoi capitani il tra<strong>di</strong>rono. Subi-<br />
to il re ricevè l'ubbi<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> molli luoghi,<br />
fra 'quali Moutecchio, con cui a' 25<br />
agosto il commissario pontificiostipulògli<br />
articoli del concordalo. Poscia Eugenio<br />
IV con <strong>di</strong>ploma de'3o <strong>di</strong>cembre con elo-<br />
gio commendò la fedeltà e ubbi<strong>di</strong>enza dei<br />
iiJontecchiesi,e confidando in loro gli esor-<br />
tò a perseverarvi, quin<strong>di</strong> mandò loro per<br />
ambascialoreVillorio Cinal<strong>di</strong>schi <strong>di</strong> Ter-<br />
ni scrittore apostolico. In Monlecchio vi<br />
si fortificò il generale supremo delie ar-<br />
male pontificia e regia Piccinino, donde<br />
a'iS gennaio i444 scrisse una lettera a<br />
lierloldo Alberti suo maresciallo nella<br />
Marca (non marchese <strong>di</strong> essa , come lo<br />
chiama Colucci),edal qua! luogo non ces-<br />
sava <strong>di</strong> molestare la parte della monta-<br />
gna. Molli danni ebbe a ricevere per tale<br />
resistenza il pubblico montecchiese, per<br />
cui Eugenio IV pe'molli <strong>di</strong>spen<strong>di</strong> soste-<br />
nuli nella guerra, con <strong>di</strong>ploma de'3 apri-<br />
le i444 confermò loro in benemerenza<br />
lutti gl'indulti e privilegi che godevano,<br />
e gli esentò per io anni <strong>di</strong> pagar le solite<br />
iiiiposle camerali per qualunque titolo.<br />
Veramente quest'esenzione non ebbe ef-<br />
fetto, onde poi avendo i monlecchiesi re-<br />
clamato, Nicolò V con breve deli 449 §^'<br />
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escuto dalia 4- parie dcli'iUJposte dovute<br />
TRE<br />
alla camera,cioè rilasciò loro annui 5o ducati<br />
per 4 anni, a fine <strong>di</strong> riparar le mura<br />
castellane; e per avere i u)ontecchiesi a-<br />
\anzala altra supplica a Calisto 111, que-<br />
sti nel 1 455 confermò la grazia, rilascian-<br />
do a'montecchiesi pe'delli rislauri per 4<br />
anni 4o ducali per ciascuno. Partito il<br />
Piccinino dal suo quartiere <strong>di</strong> Monlec-<br />
chio, si portò a Monte Milone, ed avendo<br />
passato il fiume Potenza, fu sorpreso<br />
da Sciarpellone valente capitano Sforze-<br />
sco, facendogli molti prigioni, ed egli qua-<br />
si per pro<strong>di</strong>gio si rifugiò in un'inosserva-<br />
ta lorricella; in<strong>di</strong> richiamato Nicolò dal<br />
duca <strong>di</strong> Milano in Lombar<strong>di</strong>a , lasciò il<br />
comando dell'esercito al suo figlio B^an-<br />
cesco egualmente prode; ma venuto alle<br />
mani coH'invincibile conte Francesco, ad<br />
onta del valore col quale combattè a' 19<br />
agosto presso Moni' Olmo, vi restò sbaraglialo<br />
e prigione, salvandosi con pena<br />
il car<strong>di</strong>nal Capranica legato della Marca,<br />
sotto la cui giuris<strong>di</strong>zione erano pure Moutecchio<br />
e Camerino. Nel dì seguente Mont'Olmo<br />
si rese, e marciato il conte su Ma-<br />
cerala se ne impadronì, così <strong>di</strong> s. Seve-<br />
rino e Monlecchio. Con quest' ultimo il<br />
conte stipulò patti <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a a* 23 a-<br />
gosto, riconoscendolo nuovamente per si-<br />
gnore. Eugenio IV a'io ottobre lo riconobbe<br />
marchese della Marca, tranne Ancona,<br />
Osimo, Recanali e Fabriano. Però<br />
dopo un anno, profiltando Eugenio IV<br />
delle <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e insorte tra lo Sforza e i Ma-<br />
latesta, e della ribellione d'Ascoli ^ inviò<br />
le sue milizie colle regie a ricuperar la<br />
Marca, col car<strong>di</strong>nal Scarampo legalo, al-<br />
le quali unitisi i Malalesla, riguadagnarono<br />
i dominii della Chiesa, e Monlecchio<br />
a'9 novembre, co'patti stipulati dal car-<br />
<strong>di</strong>nale. La sola Jesi essendo ri inasta al con-<br />
te, Nicolò V la ricuperò nel i447 collo<br />
sborso <strong>di</strong> 35,ooo fiorini d'oro. Neli44^<br />
i monlecchiesi supplicarono il car<strong>di</strong>nalCa-<br />
Icindrini governatore della Marca, per es-<br />
sere assoluti da certe pene che loro si mi-<br />
nacciavano dal giu<strong>di</strong>ce de' malefìzi ,<br />
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certe cose prcòc ucU'uccupazioue d Appi-