Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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2 58 TUE nerale della provincia , ma egualmente (la'V'aranij può essere per altro, die non per loro vi signoreggiassero , ma per la Chiesa. Per l'estinzione dello scisma cele- brandosi il concilio di Costanza, ed essendo sede vacante per la virtuosa rinunzia diGre
T 11 E s{unla tle Si io la domicilio ili Foilì, uno cle'risloialori iklla luililtue ilisciplinajeil C|^li (u, st'coiido Coliicci, che togliendo ai soldati Tuso di vestire di cuoio, inveulò le unualure di ferro (che io credo assai piìi antiche), iulrodolte poi nell'Italia comU' liemenle e così altrove. Valorosauicnte serv"i il Pijpa Donifljcio IX 7 anni, nc'quali seppe riguadagnargli Ascoli; anzi aven- do trovato quasi tutta la Marca adeieulo a' Varani e contraria al Papa, quando fu licenzialo tulli i luoghi di essa aderivano lilla Chiesa, e se alcuni di[)endevuno ancora da' Varani, erano quelli da loro ri- cevuti dalla s. Sede iu vicarialo o in governo. Bonifacio IX grato al Mostarda anche per Toperolo in altre parli del Pi- ceno,inRouì;igna,e ajassimenell'Uudjiia dove restituì molle città alla sua ubbir dignza, gli donò jl castello di lôcozzone o Porcozzone nella diocesi di Smigaglia, con dipendpnzti alla Chiesa, e in vicarialo perpetuo a lui e suoi discendenti Mon- te Milone e Auìandola, Però in seguito sconoscente e con diverse pretensioni .si libello, e per 6 u»ebi fece aperta guerra al Papa nella IMarca, anche per essere fie- ro neaiieo di Paolo OrsiiM, che gli era sla- to sostituilo. Tanto pallai del Mostarda, perchè Colucci riporta diversi documen- ti esistenti nell'archivio di Treia,per ver? lenze che pure ligiuudano i niontecchiesi. Annoiali i marchiani e Tra quenti i mour tecchiesi, dal sostenere il peso di tante ìjut poste e di dover manlenere a loro spese Mostarda e il suo nu mei oso esercito, nel tcuninar del suo servizio cominciarono a ritirargli le taglie o paghe bimestrali, in ognuno de'quali il solo Munlccchio duvca somministrargli 166 ducali, per cui Ijo- niCacio IX restrinse loro 1' aimuo dazio ilovuto alla camera a soli 5o fiorini d'o- ro, ad istanza dc'mtdesimi e de* Varani; ciò che poi conrci mò nel 1 4^4 ^^t> diploma Innocenzo VU, nel ipude anno il let- tore Tomaccili ordu)ò a' suoi uiliziali di lasciar godere a Montecchio i privilegi ol- tenuti dalla s. Sede. 11 Muslarda non ve- T Pi E 2 '^9 dendosi soddisfallo, fece scorrerie e rube- rie contro i morosi e i montecchiesi,i quali furono perciò avvisati da» Ridolfo Vii:- rani a guardare il lorobestiameealtrecose; giacché i Varani nelle guerre tra Mo- starda e l'Orsini, restarono neutri ed esortarono a far il simile i mon tecchiesi, 6 di non cedere all'islan/e dell'Orsini, che pretendeva dovere i popoli prendere le sue difese. La neutralità de'montecchiesi li salvò dalle ostilità del Mostarda, che anzi gli assicurò che i suoi gli avrebbero rispettati. Finalmente il Mostarda pentito- si, invocò perdono da Bonifacio IX, che non solo glielo accordò, ma lo destinò suo capitano in altri luoghi fuori della Mar? ea, restando poi miseraniente ucciso dab l'Orsini. Appena il Piceno respirava quiete, nel 1433 vi si recò il celebre conte Franccr SCO Sforza per guadagnarsi l'aderenza delle cittù e luoghi, sdiacciando d'essere iur vialo dal concilio di Basilea con fìnte let- tere; o per timore o per soverchia cre^ denza, cederono Ancona, IMacerata, Fer- ino e altre principali città, e fors* anche Montecchio; mentre avendogli resistito Mont'Olmo,fu espugnalo e saccheggiato, Eugenio IV si vide quindi in necessità di capitolare neli434tôl conte, dichiaran- dolo vicario e marchese della Marca, la quale così divenne tutta sua signoria. Lo Sforza distinse Montecchio, concedendo- lo con diploma dell'» i luglio 1437 in governo a suo fratello Leone; i ciltadini l'ac- cetlarono volonlieri, e per segno di gradimento gli spedirono ambasciatori. Leo- ne si portò iu Montecchio, e fece dipingere nella piazza e nelle pubbliche porte le sue insegne secondo il costume; poiché dissi altrove, che nel 1367 il vice-rettore della Marca ordinò u' uujutecchiesi e a- gli altri popoli di fir dipingere con buu' ni colori sulle poi le e sulle piazze gli stelli» mi della s. Sede, del Papa, del suo lega- lo, de* rettori e del comune. 11 conte Sfur» za non contento del vicariato della IMar-^ ca d'Ancona, occupò ancora alla Chics.»
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