Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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a54 TRE ila loro carceiato, come de'piigionieri di guerra suol filisi. Avvenne Ira questo tem- po e precisamente nel I265 (altra testimonianza conlrodclilloria di Colucci, che la podesteria di Baglione fu anteriore al 1266), che essendo podestà in Montec- chio il nobile Gentile di Varani, il consiglio pubblico elesse Giovanni da Morrò in deputalo per stabilire una tregua d'8 mesi col pubblico di Monte Milone,come solennemente si sti[)ulò. rs'el 1278 i monteccliiesi elessero in sindaco Guizardino di Zoto per presen- lar»i al rettore Berardo da M. Mirto ab- bate di Monte Maggiore, per concorda- re la pena della multa incorsa per non avei uiandato i soldati all'esercito aduna- lo contro Ascoli, per non lasciare indife- sa la patria per varie mosse di guerra de' luoghi C(»nvicini.Neli290 sulla piazza di Montecchio si band) lo studio pubblico di Macerata. Nel 1291 i montecchiesi riportarono dal rettore Raimondo Ponzio vescovo di Valenza, ampia assoluzione di tulle le pene e bandi ne'qualiaveano po- tuto incorrere sino allora, e specialmente per le conventicole fatte cou Monte deirOlmo, Osimo e Monte Milone, delle quali erano stali accusati; indi tale rettore nel 1 293 altamente li commendò per aver coli' usata obbedienza alla s. Sede &j)edilo un esercito contro Cingoli insor- to contro la Chiesa. Per le fatali fazioni lìti Guelfi e Ghibellini (P^.), c\\Q lacera- rono anche la Marca, derivarono le rot- ture insorte tra Montecchio, Malelica, Tolentino e s. Severino nel 1 3ooj per riparare aMisordini che ne veni vano fu con- venuto di stabilire una tregua per un an- no, e fu conclusa tra'sindaci o giudici delle parli, colla penale a chi avesse infran- to i palli di 1 0,000 marche d'argenlo.La frequenza di que^le discordie, delle scorrerie e guerre, che i popoli Ira loro si fa- cevano coniscambievolilugrimevoli danni, indusse Clemente V che avea sveu- lurameule fissala la residenza pontificia iu Frauuia, u mandare qel i3o6 nella T R E Marca e altre provincie i legali Guglielmo vescovo Guabalitano e Peli forte ab- bate Saniboriense della chiesa di Tolosa, aflìne di togliere gli abusi e i disordini ch'eransì introdotti nella provincia. Da* loro ordini i montecchiesi in princìpio si mostrarono un poco ripugnanti] ma condannatile accortasi dell'errore, tosto ade- rirono, e si obbligarono di non far guerra e di mantenere la pace. Nonostante i frequenti legati che i Papi spedivano da Avignone nella Majrca e nelle convicine Provincie, le fazioni ostinate de'guelfi e ghibellini non si estinguevano, ma in ve- ce per la lontananza de'Papi crescevano nel fuiatismo ogni giorno. Èssendo rettore Bertrando de Gol e suo vicario Ge- raldo de Tastis, quasi tutta la Marca si mise in rivollura, laonde contro i luoghi insorti il vicario si armo, e coU'aiulo de' guelfi marciò per reprimerli; uâ i aion- lecchiesi non poterono marciare cou lui, perchè duravano le inimicizie co'vicini, e però non potevano abbandonar la pali ia, Per queste ragioni, la multa incorsa di 1000 marche d'aigento fu ridotta aioQ lire ravetmali. Per la deplorata assenza de'Papi da Roma, le cose pubbliche del- lo slato pontificio procedevano confusa- mente, e quasi ogni luogo avea il suo pre- potente tirannelto che lo signoreggiava, ì.i'aaibizioso Visconti signore di Milano, per spegnere affatto la parte guelfa, aspirando poi al regno d'italiq, fece lega con molli comuni della Marca, fra'quali nel documento presso Compagnoni figura pure Montecchio. A rimediare tanti gia- vÌ!.simi mali, Innocenzo VI vi spedì legato il celeberrimo cardinal Egidio Alboruoz già arcivescovo di Toledo, che seppe egregiamente fare anche da generale d'armi, e riacquistò alla s. Sede gli usurpali dominii, avendo a capitano Ri-r dolfo di Varani da Camerino; e per rior- dinare l'ordine scomposto nella provincia, conjpilò quelle savie e rinomale leggi dal suo nome delle Cosùluzioni Egi- diane. Tra quelli co'qualiil saggio 4:ai>
TRE tliiiale usò clemeiizis si devono ricorda- re i luonlt'ccliiosi, che in sì deplorabili tempi di fazioni indereiulo appartili di tanti ribelli, incorsero nelle pene, dalle (juali largamente li perdonò il legalo nel i 356. Volle inoltre che nella rocca o cassero di Honleccliio per custodirlo non si tenes- sero in guardia più di 3o soldati col ca- stellano; questo cassero o castello sorge- va non molto lungi dalla piazza, presso il silo ora occupalo da'iliippini, e lultora ne resta il nome alla contrada. Avendo il cardinal Albornoz visitato Monleccliio, r enumerò tra le città della Marca, con Osimo, Cingoli, Matelica,Toleiìtino e Ri- palransone; ossia l'annoverò fra le città Picene di 2/ classe, nelle sue celebri costituzioni Egidiaue. Dopo che la Marca era stala uìanomessa, saccheggiata e ti- ranneggiata dal famoso capitano di ven- tura fr. Morreale, non mancarono altre feroci e ladroneccie masnade d'infestarla e di angustiarla con prepotenze, spogliazioni e malvagità, fra le quali la compagnia o società alemanna di s. Giorgio, e la pestifera compagnia di masnadieri inglesi sotto la condotta d' Aujbrogio Vi- «conli; per cui ad evitare le loro terribili scorrerie, successivamente fu avvertito Montecchio e le altre ciltà e luoghi della provincia di porsi in guai dia e difesa per non essere aggrediti all'improvviso, e di custodire in luogo sicuro il bestiame e le vettovaglie,dal luogolenentegenerale della Marca Ugolino conte della Ccrvara nel 1 365, dal cardinal Albornoz legalo e da Giovanni Visconti d'Oleggio rettore per- petuo della Marca e vicario di Fermo nel i366. E siccome alcuni per limore par- tivano dalla patria per rifugiarsi altro- ve, rOleggio nello at essoi 366 ordinòche ninno partisse e molto meno si assoldas- se con altri fuorché col Papa, invitando gli assenti a lipalriare ira 8 giorni, sotto pena della confisca e perdita de' beni. Montecchio ricevè lutti t|uesli ordina- menti di previdente precauzione, e paihcoluiuieulcu'cbbepci' uiuudarelu cum* TRE a55 pagnia di Nanni da Lucca in Ancona,cve* demlosi ben difesa Montecchio da' suoi concittadini, e di riparare la rocca per la venuta della cna'^nada inglese,per fare certi segnali col fuoco all'arrivo della compagnia de'mnsnadieri di s. Giorgio (si doveano accendere fuochi telegrafici sulle Torri e nelle ailtire, e doveano dorare finché il luogo convicino non avesse ac- ceso il suo, per avvertire da quale parte erano entrati i malviventi, onde mettere l'allaruìe per la contrada: i fuochi del contado di Camerino servivano d' avviso a s. Sev(:rino, quelli di questo a Mon- tecchio, e quivi per Monte Milone, ila* fuochi del qualeFermo accendeva i propri del Girone ec.),per ritirare lutto il besliame dal territorio, acciò da essa non fosse rubato, e COSI mettesse ancora in sicuro le biade , e ricevè Cicchino Van-nini di Mont' Olmo per capilnno e per soprin- tendere alla difesa del luogo e della rocca. Egli tra le altre ordinazioni fece ri- storare e fortificare le mura di cinta, per cui essendosi devastate alcune case, il comune dovè risarcire i danni cagionali a' proprietari. Da tante belle provvidenze, i malvagi avventurieri, nemici di tutti , non Irovanelo da rubacchiare ne' tcrri- lorii spogliali, né di poter aggredire i luoghi, essendo lutti muniti e difesi, parti- rono dalla Marca e la liberarono dalla co- sternazione da cui era agitala. Il discreto cardinal Albornoz subilo a'6 luglio i36() avvisò Montecchio e le alti e città e terre delle partite compagnie inglesi, e per noti aggravarle ullerioi mente rimosse i capi- tani destinati alla guardia delle rocche, e fece ritornare il bestiamealliove man- dato e riportare sull'aie le biade. Ma nel precedente maggio, per discordie intesti-" ne, cospiraiiilo alcuni alla sovversione rovina della patria Montecchio, il luogo- tenente Ugolino contro i complici dell i li ama die tutte le più ampie facoltà al po- destà, acciò pi ocedessu con rigore per pu- nire i traditori della patria, concedendogli perciò la giuiiòdiziouo del mero e mi-
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