Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...
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3t46 T R E li.. L'onlicbissimo Statuto di Treia fu approvalo prima da Paiolo II e quindi da .Sisto IV: fu stampato neh 5^6 in Anco- na con appiovuzione del vescovo di Jesi Antonio Venanzi di Spello vicelegato dellaMarca.ll niagistralo municipale si compone del gonftilonieie e degli altri con- sueti magistrati; prima a vea anche 3 prio- ri. Risiede nel suo [)alazzo, uno de'miglio- li della provincia, ove gode l'indulto del- la cappella privala. Veste di lubboiie e \ellulo e damasco, secondo i ten»pi, ed ha non solo l'uso del berrello con cordone e fiocco d'oro, ma inoltre il privilegio d'in- dossarci! gonfaloniere la collana, e i prio- ri, ed ora gli anziani, lo stolone d'oro, [)er benigna concessione di Pio VII, median- te il breve Paterna nostra sollicìtudo, óe 20 (ì'^oslo iSo5f Bull. Roni. cont. 1. 1 1 p. 363. Godeva il magistrato in addietro anche un cospicuo assegnamento per la mensa quotidiana in palazzo, poi sospesa, e ritiene al suo servizio parecchi servi da livrea, mazziere, trombetti e allri officia- li. Clemente XU con sua bolla confermò il suo nobile consiglio , couìposto di 4o individui, formanti 3 distinti gradi, oltre i consiglieri soprannumerari delle fami- glie nobili diramate. L' odierna Treia giace sopra 3 colli- nette elevate, il cui circuito è di due mi- glia e un quarto, donde si gode con sa- lutifero clima amenissima vista del golfo Adriatico, e delle circostanti città, terre e castella. Distrutta l'antica Tieia, rifu- giatisi in questecolline^li abitanti, il pae- se si chiamò Montecchios secondo alcuno Montevecchìo j ed esaminandone il Colucci l'etimologia, crede strana quel- la che alcuni gli tanno derivare da qua- si Monte degli Echi, sia per la positu- ra del luogo, sia perchè alto gridandosi e ripercuotendo la voce ne'vicini colli formasi l'eco. Egli dice che il suo primitivo nome fu Monticuliini, e Monteclum corrottamente, nome Ialino che soltanto s\^n\^ic?i parvus mons^ ed anche montis xVicw/«j laonde crede chcMontìculum siasi T R E delloda que'colli ov'èsituato,ovvero per- chè i primi abitatori e fondatori di esso l'appellarono Tifo«i/c w/z, quasi perchè e- xwuo montis incidae, vale a dire abitatori de'montijepuò anche star bene, che que- sta denominazione si dasse agli abitantt di questo sito, nuche a'teuipi ne'quali esisteva l'antica Treia, e si dicessero Mon- ticuli, perchè la più alta parte tra le cir- costanti abitavano. Vi è anche chi cre- de essersi detto Monlecchio, quasi 3Ions Trejae, ma non sea)bra a Colucci fon- data taleopinione. Ora 6 luoghi nellosla- to pontificio portano il nome di Monlec- chio, cioè gli appodiati di Baschi e di Giano, nelle delegazioni di Perugia e Spo- leto ; le frazioni di Bertinoro, di Brisi- ghella e di Città di Castello, lai." sotto Fori], la 2." di R.avenna, la 3." di Perugia; il 6." Montecchioè l'annesso di s. Angelo di Pesaro. Del vocabolo parla pure Degli ElTetli, Memorie del Soratte^ per l'unione di 3 ri vi detta Trequatle Treia^ e pel fiume Treia di Civita Castellana ch'esce dal lago Cimino o di Vico. Sorta Monlecchio dalle rovine di Treia, riacqui- stò a poco a poco l'ampio suo contado, quando i piccoli signori di sue porzioni si sottomisero alla divozione di Monlec- chio, tranne quella parte che restò a formare il contado di Monte Milone, e quan- to a' confini ne ragionai piìi sopra. Ac- crebbe la popolazione stabilitasi in questi colli per le favorevoli circostanze che vi concorsero, allea trattenervi e ad alletta- re gli abitatori. La provincia del Piceno essendo Sovranità della s. Sede^ tanto la distrutta Treia, quanto il nuovo Mon- lecchio la riconobbero.Però in que'secoli i Papi lasciavano che ogni luogo del lo- ro dominio si reggesse a guisa di repub- blica, colTautorità ancora di procedere a finali sentenze, sìcivilichecrimiuali. Così anche Monlecchio soggetta all'alta signo- ria della chiesa loniana, ebbe facoltà di eleggersi ad arbitro chi regolasse gii af- fari pubblici, la conservasse e ne curasse l'iuci-emeoto, ed a similitudine deirallrc
R E chili tl'Ilnlia tutto il cloiulnir) a un ma- gisdato affidò, che fu tifilo cle'consoli, il che probabilmente ebbe principio nel secolo XI. Questi consoli amminisUavano la giustizia, tenevano a freno i pi epolenli e seiliziosij stringevano società e alleanze colle citlà e luoghi con vicini, e piocmavano craccresceie giurisdizione e domi- nio. Si eleggevano questi dal celo de'cit- tadini, e perchè polej>se ciascuno aver la somn)a del governo, non più d'un anno duravano nell'udlzio. Il più aulico documento in cui si prova clieMontecchioera governala da'consoli è del febbraio i 1 6 1 col quiile Bentivoglìo Lamberto ed Allo Rainaldi Frosi Considibus Montica li comprarono daGezeraniod'Albrico e da* suoi nipoti il castello di s. L(^jenzo. Tal- volta ebbe sino a 4 consoli, che forse ad esempio del Tal tre città avranno esercì la lo differenti uffizi, poiché furouvi i Consu- les niajorcSfCommuniSfplacitorurUj ci- viumyforìtanoriim^ mercatorum ec. Suc- cessivamente i consoli acquistarono molte castella e ville a Monlecchio, i cui posses- sori perciò furono ammessi alla sua citta- dinanza e protezione; ma talvolta per tali acquisti i monlecchiesi sostennero delle brighe e li sottoposero a loro colla forza; così crescendo sempre più maggiormen- te di forze e di splendore, mentre le altre castella del conladoTreiense rimanevano nell'oscurità. Oltre l'acquiNlo di s. Loren- zo, più lardi da altro d'Albrico e suoi ni- poti comprò la selva posta nel territorio Montanae Montis Acuti posila incuria^ et districtii Castri Moiiticiilì. I signori di diversi luoghi si assoggettarono al domi- nio iliMontecchio,ond'essere difesi da quahujque insulto. Con questo mezzo ebbero i consoli neli 180 il castello di Val Cam- ]Kma,da Matteo di Nicola;nel i 191 quello di Monte Acuto, e altra parte del nomiminalo di Val Campana, da Anselmo di Matteo ; nel 1 192 il castello di Pelino, da Gentile di Pelino e da'siu/i figli; nel I 198 il castello Insulac s. Aureli^ dallo alesso Genlile e da altri; fluuluienle per T R E 2^7 simile donazione, nel 1202 ebbero la villa Fractaees. Benedicti^^^k\\\o\.\.o di A Ito- ne. Undocumentodell'archivio di Treia, come gli altri pubblicato da Colucci, ri- porta la querela fatta nel i 9 i 1 da' consolidi Monlecchio avanti Gerobaldo mar- chese della Marca Anconitana , contro Grimaldo e suoi nipoti, per aver invaso a mano armata la rocca e lutto il caste! lo di Monte Acuto; nel quale documento si leggono i nomi d'altre ville moltissiuic che nel secolo XII possedevaMontecchio, delle quali però s'ignora il titolo dell'ac- quisto. Nell'alto col quale nel 1220 Bernardo di Magotlo vendè un terreno ad Azzo d'Atlone di Carpiniano, lo si dice posto jn comitatù Camerini^ in privile- gio TreaCfin curia 3Ionticiili, et infundo la Collina de s. Petro, in loco quidicitur lo Pontoj queste parole non devo- nofar sospettare che Monlecchio fosse al- lora soggetta a Camerino, o al suo duca D marchese, e perciò priva di quella li- bertà che interamente godeva dal secolo XI. Colucci volle limuovere qualiuique dubbio sull'indipendenza di Monlecchio da Camerino, co'seguenti riflessi. Egli è certo, che dopo il governo de'duchi, che ad un tempo lo furono pure di Spoleto (V'jy successero i conti ed i marchesi a signoreggiare Camerino, i quali estendevano la loro autorità anche fuori della cit- tà, dominamlo in parecchi luoghi, i quali quantunque formassero un pubblico o comunità separata e diversa dalla Camerinese, nondimeno perchè soggetti al duca o al marchese che comandava a Camerino, si dicevano posti in Comitatu Ca- nterini. Ma il dominio di questi marchesi e conti era in Carnei ino cessato da 100 anni innanzi, e per ultimo l'ebbe la gran contessa Matilde marchesana di Toscana (F.) col suo murilo fino ali i i5. Da questa passò nuovamente al dominio del- la s. StAa perla sua amplissima donazio- ne, reintegrando (|uella che già ne avea fatto alla medesima Carlo IMagno. I ca- meriuesi riconoscendo l'ulta signoria dei-
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li.. L'onlicbissimo Statuto <strong>di</strong> Treia fu approvalo<br />
prima da Paiolo II e quin<strong>di</strong> da<br />
.Sisto IV: fu stampato neh 5^6 in Anco-<br />
na con appiovuzione del vescovo <strong>di</strong> Jesi<br />
Antonio Venanzi <strong>di</strong> Spello vicelegato dellaMarca.ll<br />
niagistralo municipale si compone<br />
del gonftilonieie e degli altri con-<br />
sueti magistrati; prima a vea anche 3 prio-<br />
ri. Risiede nel suo [)alazzo, uno de'miglio-<br />
li della provincia, ove gode l'indulto del-<br />
la cappella privala. Veste <strong>di</strong> lubboiie e<br />
\ellulo e damasco, secondo i ten»pi, ed ha<br />
non solo l'uso del berrello con cordone e<br />
fiocco d'oro, ma inoltre il privilegio d'in-<br />
dossarci! gonfaloniere la collana, e i prio-<br />
ri, ed ora gli anziani, lo stolone d'oro, [)er<br />
benigna concessione <strong>di</strong> Pio VII, me<strong>di</strong>an-<br />
te il breve Paterna nostra sollicìtudo,<br />
óe 20 (ì'^oslo iSo5f Bull. Roni. cont. 1. 1 1<br />
p. 363. Godeva il magistrato in ad<strong>di</strong>etro<br />
anche un cospicuo assegnamento per la<br />
mensa quoti<strong>di</strong>ana in palazzo, poi sospesa,<br />
e ritiene al suo servizio parecchi servi da<br />
livrea, mazziere, trombetti e allri officia-<br />
li. Clemente XU con sua bolla confermò<br />
il suo nobile consiglio , couìposto <strong>di</strong> 4o<br />
in<strong>di</strong>vidui, formanti 3 <strong>di</strong>stinti gra<strong>di</strong>, oltre<br />
i consiglieri soprannumerari delle fami-<br />
glie nobili <strong>di</strong>ramate.<br />
L' o<strong>di</strong>erna Treia giace sopra 3 colli-<br />
nette elevate, il cui circuito è <strong>di</strong> due mi-<br />
glia e un quarto, donde si gode con sa-<br />
lutifero clima amenissima vista del golfo<br />
Adriatico, e delle circostanti città, terre<br />
e castella. Distrutta l'antica Tieia, rifu-<br />
giatisi in questecolline^li abitanti, il pae-<br />
se si chiamò Montecchios secondo alcuno<br />
Montevecchìo j ed esaminandone il<br />
Colucci l'etimologia, crede strana quel-<br />
la che alcuni gli tanno derivare da qua-<br />
si Monte degli Echi, sia per la positu-<br />
ra del luogo, sia perchè alto gridandosi e<br />
ripercuotendo la voce ne'vicini colli formasi<br />
l'eco. Egli <strong>di</strong>ce che il suo primitivo<br />
nome fu Monticuliini, e Monteclum<br />
corrottamente, nome Ialino che soltanto<br />
s\^n\^ic?i parvus mons^ ed anche montis<br />
xVicw/«j laonde crede chcMontìculum siasi<br />
T R E<br />
delloda que'colli ov'èsituato,ovvero per-<br />
chè i primi abitatori e fondatori <strong>di</strong> esso<br />
l'appellarono Tifo«i/c w/z, quasi perchè e-<br />
xwuo montis incidae, vale a <strong>di</strong>re abitatori<br />
de'montijepuò anche star bene, che que-<br />
sta denominazione si dasse agli abitantt<br />
<strong>di</strong> questo sito, nuche a'teuipi ne'quali esisteva<br />
l'antica Treia, e si <strong>di</strong>cessero Mon-<br />
ticuli, perchè la più alta parte tra le cir-<br />
costanti abitavano. Vi è anche chi cre-<br />
de essersi detto Monlecchio, quasi 3Ions<br />
Trejae, ma non sea)bra a Colucci fon-<br />
data taleopinione. Ora 6 luoghi nellosla-<br />
to pontificio portano il nome <strong>di</strong> Monlec-<br />
chio, cioè gli appo<strong>di</strong>ati <strong>di</strong> Baschi e <strong>di</strong> Giano,<br />
nelle delegazioni <strong>di</strong> Perugia e Spo-<br />
leto ; le frazioni <strong>di</strong> Bertinoro, <strong>di</strong> Brisi-<br />
ghella e <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello, lai." sotto<br />
Fori], la 2." <strong>di</strong> R.avenna, la 3." <strong>di</strong> Perugia;<br />
il 6." Montecchioè l'annesso <strong>di</strong> s. Angelo<br />
<strong>di</strong> Pesaro. Del vocabolo parla pure<br />
Degli ElTetli, Memorie del Soratte^ per<br />
l'unione <strong>di</strong> 3 ri vi detta Trequatle Treia^<br />
e pel fiume Treia <strong>di</strong> Civita Castellana<br />
ch'esce dal lago Cimino o <strong>di</strong> Vico. Sorta<br />
Monlecchio dalle rovine <strong>di</strong> Treia, riacqui-<br />
stò a poco a poco l'ampio suo contado,<br />
quando i piccoli signori <strong>di</strong> sue porzioni<br />
si sottomisero alla <strong>di</strong>vozione <strong>di</strong> Monlec-<br />
chio, tranne quella parte che restò a formare<br />
il contado <strong>di</strong> Monte Milone, e quan-<br />
to a' confini ne ragionai piìi sopra. Ac-<br />
crebbe la popolazione stabilitasi in questi<br />
colli per le favorevoli circostanze che vi<br />
concorsero, allea trattenervi e ad alletta-<br />
re gli abitatori. La provincia del Piceno<br />
essendo Sovranità della s. Sede^ tanto<br />
la <strong>di</strong>strutta Treia, quanto il nuovo Mon-<br />
lecchio la riconobbero.Però in que'secoli<br />
i Papi lasciavano che ogni luogo del lo-<br />
ro dominio si reggesse a guisa <strong>di</strong> repub-<br />
blica, colTautorità ancora <strong>di</strong> procedere a<br />
finali sentenze, sìcivilichecrimiuali. Così<br />
anche Monlecchio soggetta all'alta signo-<br />
ria della chiesa loniana, ebbe facoltà <strong>di</strong><br />
eleggersi ad arbitro chi regolasse gii af-<br />
fari pubblici, la conservasse e ne curasse<br />
l'iuci-emeoto, ed a similitu<strong>di</strong>ne deirallrc