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220 TRE mezzanolle, sino al vegnente lunedì, la vi- gilia delle feste della Ij.Vergine,dis. Mi- chele, di s. Gio. Battista, d'Ognissanti, ec. Essendo dunque i signori continuamente in guerra fra loro,questo fu il mezzo per far cessare tanti disordini che strazia vano mi • serabilaìenlegrinfelicipopoli,malmenali dalle loro prepotenze. In tempo della tregua di Dio, fu proibito ancora di pren- dere per forza anche la più piccola cosa, di vendicarsi d'un'ingiuria qualunque, e di esigere il pegno d'una cauzione. Così i motivi di religione produssero su que- gli animi feroci l'effetto che avrebbero do- vuto fare la ragione ed i principii di giu- stizia. Quanto più i signori cercarono di restringere la tregua del Signore, altret- tanto il clero procurò di estenderla ed au- mentarla. Il gran numero de'concilìi riu- niti per questo salutare oggetto nelle di- verse parti d'Europajper confermare que- sta santa istituzione, dimostra a suiTicien- za la grandezza de'mali che affliggevano i popoli, egli ostacoli da superare a fine di stabilire una specie di polizia: queste tregue sono evidentissimo documento della barbarie delle fazioni, e dell' anarchia di que'secoli. Santi personaggi e pii sovrani, col zelo e coll'autorità favorirono sì buona opera. Le guerre Crociate infine contri- buirono ancora più eflìcacemente ad e- stinguereilfuoco»delle guerre particolari, eTannientamentodel feudalismo compì il rimedìo.L'epoca la più antica alla quale si può riferire l' istituzione della tregua di Dio è il 1 02 7, poiché ne fu fatto il i.** regolamento a' 16 maggio nel concilio d'Elna liei Rossiglione, li Muratori i\e\\aDissert. ^3^^ De'costumi degVItaliani, dappoiché cadde in potere de'harbari VItalia, osserva aver gl'italiani poi goduto buono stato e tollerabili costumi finché duròla schiatta diCarloMagnOjdopo il terminedel regno longobardo nel 778 sino all'SSS. Dopo quel tempo dispulandosi il regno d'Italia tra Berengario duca del Friuli e Guido duca di Spoleto, si scatenarono le guerre e si aprì la porta a tutti i vizi, TRE talmente che nel secolo seguente orrida fu la faccia dell'Italia per stragi, rapine,frodi e lascivia, e lo stesso clero si abbandonò a varie sorte d'iniquità, e massimamen- te alla dissolutezza della vita, per cui s. P/erZ>amzVzm tanto scrisse, e ^.Gregorio VII (V.) tanto operò alla correzione e santificazione del medesimo. Nel 962 sotto Ottone I cominciò la nazione germa- nica a dominare e signoreggiare nell' I- talia, in tempi tuttavia ricordevoli d'es- sere stali sudditi de' re franchi, e si ritenevano parte di que'regolati costumi che avea introdotto Carlo Magno, anzi allora laGermania abbondava di santi più che le altre contrade. Servila potenza di Otto- ne I, di Ottone 1 1 e di Ottone III a tenere per qualche tempo in freno la disordina- ta vita degl'italiani; ma pare che insieme gì' italiani acquistassero qualche ruvidez- za, e divennero più aspri e feroci. Certamente la pazzia del Ducilo {V.}, già usa- to da' longobardi, maggiormente si ac- creditò e dilatò in Italia, anche per esse- re dediti gli alemanni singolarmente al vino, e le ubbriachezzesi tenevano da essi galanterie,in che anco i franchi eransi mo- strati essere connazionali di essi. Nel se- colo X e nel seguente fissarono il piede in Italia la simonia, l'incontinenza nel cle- ro, l'occupazione de'beni di chiesa, l'op- pressione de'poveri e de'pellegrini,e le ini- micizie private che discreditarono inquel- r epoca r Italia. Le inimicizie private si chiamavano Faidae,uso deplorabile comune a* longobardi , alemanni, inglesi , sassoni e franchi. Se uno era ucciso , se bruciata la sua casa, se da qualche gra> ve ingiuria offeso, esigeva bene il prin- cipe la pena imposta a quel misfatto, che per lo più era pecuniaria, ma restava al- l'offeso o a'suoi parenti il desiderio di ven- detta, ed anche il farla pareva in certa guisa permesso. Nondimeno le Faide e le vendette erano vietate, se l'offese e ingiurie non poteano chiamarsi gravi. Per mettere freno a queste piccole guerre, i priucipi oi'dinaroBO, che il reo potesse ri-

TRE scaltarsi dall'Ira tle'nemici con esibir loro denaro,e questo eia tassato, allìtichè la di- scordia non precipitasse in eccessi. All'in* contro se il reo ricusava di quietar la con- tesa e rinia»icizia,coirotFrire il prezzo agli olFesi, solevano i principi sin da Carlo Magno inlerporsi, adoperando buoni e forti uiVuÀ per vincerne l'ostinazione. Andòlan- to avanti ne'secoliX eXI questa frenesia di guerre private,oude uscivano poi frequenti omicidii, saccheggi, incendii e altri ma- lanni , che ne restava sconvolto tutto il pubblico. Accrescevano queste calamità i nobili , che signoreggiando in qualche castello indipendentemente dal governo della ciltà, mantenevano inimicizia e guerra dichiarata contro de' vicini, ne guardavano misura in far loro danno. L'empia consuetudine delle maledette risse e vendette con rapine, gran tempo durò presso la nazione de'corsi, allora feroci. Le guerre e le zuffe per la Regalia (ì^.) furono frequenti fra'chierici e prelati,con- tro i prepolenti laici. Più che altrove in Francia fra'signorotti e gentiluomini erano in voga le inimicizie e guerre private. Ma ivi ancora circa il io3 ine fu inventato un temperamento e sollievo, imperocché is. ministri istituirono la Tregua di Dìo, sotto pena di scomunica contro chiunque non l'osservasse. Aggiunge il Mura- tori, che varia fu in alcuni luoghi la tassa de'giorni destinati a queste corte paci; dicendo che pili concilii e Papi, come Urbano li. Pasquale II, Innocenzo He al- tri confermarono essa tregua, e con pub- blico profitto, perchè almeno in que'gior- ni la matta discordia taceva , potevano quietamente lavorare gli artisti e conta- dini, e pe'viandanti e pellegrini erano si' cure le strade. Ma in Italia, do[)o la metà del secolo XI, insorte le guerre tra il Sa- cerdozio e riuipero, per cagione d' esse peggiorarono gli altari e i costumi, e sal- tò fuori la strana ubbriachezza, come la chiama il Muratori, delle fazioni Guai' fa e Gìtihelliiia (/^.), che orride scene fecero io llaliu. Altri fauuu lisulire la T R E 221 I regna di Dio, ne' trattati De Pace piihliea, e queste tregue al i 082 e al i o34- H Sismondi accenna lina tregua di Dio falla pubblicare dall' imperatore Corrado l[ il Salico nelio36, alla dieta di Ronca- glia, presso Piacenza, per la quale chiun- giorni della settimana dovea que per 4 astenersi dall'armi e dalle vendette. Nel io4i si tennero più concilii, ne'quali si stabilì la tregua di Dio, ordinando chedal mercoledì sera sino al lunedì mattina,nessuno prenderebbe niente per lorza, ne trarrebbe vendetta di veruna ingiuria, e non esigerebbe pegno di cauzione. Che chiunque vi contravvenisse, pagherebbe la composizione delle leggi , come se avesse meritatola morte,ovvero sarebbe scomu- nicato o bandito dal paese. Molti furono i tentativi fatti per stabilire la tregua del Signore; questa però fu meglio e più opporluuamente consolidala con tali sino- di e quindi successivamente propagata. Nello stesso i o4i o i o45 fu celebrato il concilio di Tulujas o Tulugense nel Rossiglione, ove fu decretato. Omni tempo re teneatar ac omnibus christianis ab occasu solis quartae ferine y idest nier- choris die, usque ad ortiun solis seciuidae feriae, idest limis die. Iteni continuatim teneatur a prima die Adventus Domini usque ad octavam Epiphaniac Domini quando festivitas s. Hilarii a- gitur. Iteni similiter continuatini tenca- tur a die lunis^ qui antecedit caput ye- junìi, usque ad diem lunìs qui est pri- nius post diem Dominicam octai^arunt Penlecosteni eie. E che colui che durante la tregua si faceva reo d'un delitto qualunque, in duplum componat et postea per judiciiun aquae frigidae trevani Domila evendel. De* Giudizi di Dio ri- parlai a Purgazioni. Da 8. Edoardo III re d'Inghilterra del 1042, fu eslesa assai durante l'Avvento, 1*8.' dell'Epifania, ec. Papa s. Leone IX nel suo viaggio in Germania e Francia, giunto nel suo paese di Alsazia fece radunare nelioTo i signori, e gli obbligò u ricevere e a stabilire nellii

TRE<br />

scaltarsi dall'Ira tle'nemici con esibir loro<br />

denaro,e questo eia tassato, allìtichè la <strong>di</strong>-<br />

scor<strong>di</strong>a non precipitasse in eccessi. All'in*<br />

contro se il reo ricusava <strong>di</strong> quietar la con-<br />

tesa e rinia»icizia,coirotFrire il prezzo agli<br />

olFesi, solevano i principi sin da Carlo Magno<br />

inlerporsi, adoperando buoni e forti<br />

uiVuÀ per vincerne l'ostinazione. Andòlan-<br />

to avanti ne'secoliX eXI questa frenesia <strong>di</strong><br />

guerre private,oude uscivano poi frequenti<br />

omici<strong>di</strong>i, saccheggi, incen<strong>di</strong>i e altri ma-<br />

lanni , che ne restava sconvolto tutto il<br />

pubblico. Accrescevano queste calamità<br />

i nobili , che signoreggiando in qualche<br />

castello in<strong>di</strong>pendentemente dal governo<br />

della ciltà, mantenevano inimicizia e<br />

guerra <strong>di</strong>chiarata contro de' vicini, ne<br />

guardavano misura in far loro danno.<br />

L'empia consuetu<strong>di</strong>ne delle maledette risse<br />

e vendette con rapine, gran tempo durò<br />

presso la nazione de'corsi, allora feroci.<br />

Le guerre e le zuffe per la Regalia (ì^.)<br />

furono frequenti fra'chierici e prelati,con-<br />

tro i prepolenti laici. Più che altrove in<br />

Francia fra'signorotti e gentiluomini erano<br />

in voga le inimicizie e guerre private.<br />

Ma ivi ancora circa il io3 ine fu inventato<br />

un temperamento e sollievo, imperocché<br />

is. ministri istituirono la Tregua <strong>di</strong> Dìo,<br />

sotto pena <strong>di</strong> scomunica contro chiunque<br />

non l'osservasse. Aggiunge il Mura-<br />

tori, che varia fu in alcuni luoghi la tassa<br />

de'giorni destinati a queste corte paci; <strong>di</strong>cendo<br />

che pili concilii e Papi, come Urbano<br />

li. Pasquale II, Innocenzo He al-<br />

tri confermarono essa tregua, e con pub-<br />

blico profitto, perchè almeno in que'gior-<br />

ni la matta <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a taceva , potevano<br />

quietamente lavorare gli artisti e conta-<br />

<strong>di</strong>ni, e pe'viandanti e pellegrini erano si'<br />

cure le strade. Ma in Italia, do[)o la metà<br />

del secolo XI, insorte le guerre tra il Sa-<br />

cerdozio e riuipero, per cagione d' esse<br />

peggiorarono gli altari e i costumi, e sal-<br />

tò fuori la strana ubbriachezza, come la<br />

chiama il Muratori, delle fazioni Guai'<br />

fa e Gìtihelliiia (/^.), che orride scene<br />

fecero io llaliu. Altri fauuu lisulire la<br />

T R E 221<br />

I regna <strong>di</strong> Dio, ne' trattati De Pace piihliea,<br />

e queste tregue al i 082 e al i o34- H<br />

Sismon<strong>di</strong> accenna lina tregua <strong>di</strong> Dio falla<br />

pubblicare dall' imperatore Corrado l[<br />

il Salico nelio36, alla <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> Ronca-<br />

glia, presso Piacenza, per la quale chiun-<br />

giorni della settimana dovea<br />

que per 4<br />

astenersi dall'armi e dalle vendette. Nel<br />

io4i si tennero più concilii, ne'quali si<br />

stabilì la tregua <strong>di</strong> Dio, or<strong>di</strong>nando chedal<br />

mercoledì sera sino al lunedì mattina,nessuno<br />

prenderebbe niente per lorza, ne<br />

trarrebbe vendetta <strong>di</strong> veruna ingiuria, e<br />

non esigerebbe pegno <strong>di</strong> cauzione. Che<br />

chiunque vi contravvenisse, pagherebbe<br />

la composizione delle leggi , come se avesse<br />

meritatola morte,ovvero sarebbe scomu-<br />

nicato o ban<strong>di</strong>to dal paese. Molti furono i<br />

tentativi fatti per stabilire la tregua del<br />

Signore; questa però fu meglio e più opporluuamente<br />

consolidala con tali sino-<br />

<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> successivamente propagata.<br />

Nello stesso i o4i o i o45 fu celebrato il<br />

concilio <strong>di</strong> Tulujas o Tulugense nel Rossiglione,<br />

ove fu decretato. Omni tempo<br />

re teneatar ac omnibus christianis ab<br />

occasu solis quartae ferine y idest nier-<br />

choris <strong>di</strong>e, usque ad ortiun solis seciuidae<br />

feriae, idest limis <strong>di</strong>e. Iteni continuatim<br />

teneatur a prima <strong>di</strong>e Adventus<br />

Domini usque ad octavam Epiphaniac<br />

Domini quando festivitas s. Hilarii a-<br />

gitur. Iteni similiter continuatini tenca-<br />

tur a <strong>di</strong>e lunis^ qui antece<strong>di</strong>t caput ye-<br />

junìi, usque ad <strong>di</strong>em lunìs qui est pri-<br />

nius post <strong>di</strong>em Dominicam octai^arunt<br />

Penlecosteni eie. E che colui che durante<br />

la tregua si faceva reo d'un delitto qualunque,<br />

in duplum componat et postea<br />

per ju<strong>di</strong>ciiun aquae frigidae trevani<br />

Domila evendel. De* Giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Dio ri-<br />

parlai a Purgazioni. Da 8. Edoardo III<br />

re d'Inghilterra del 1042, fu eslesa assai<br />

durante l'Avvento, 1*8.' dell'Epifania, ec.<br />

Papa s. Leone IX nel suo viaggio in Germania<br />

e Francia, giunto nel suo paese <strong>di</strong><br />

Alsazia fece radunare nelioTo i signori,<br />

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