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Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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TRE<br />

furono citali due passi dì s. Cirillo e <strong>di</strong> s.<br />

At;ostiiio,clie provano potersi ciò fare. Si<br />

recò in mezzo Teseoìpio d'Origene, condannato<br />

da Teofìlo d'Alessandria. Si esa><br />

minò il 2° de'tre capitoli, cioè gli estrat-<br />

ti dell'opere <strong>di</strong> Teodorelo<strong>di</strong> Ciro, i qua-<br />

li provavano ch'egli nvea <strong>di</strong>feso Ncstorio,<br />

ed icnpngnato s. Cirillo; ma nel tempo<br />

slesso si nolo che Teodoreto avea anate-<br />

matizzato Nestorio e la sua empia dot-<br />

trina nel concilio <strong>di</strong> Galcedonia. Nella 6.'<br />

sessione si <strong>di</strong>chiarò anatema alla lettera<br />

d'iba d'Edessa, come eretica. Nell'S." e<br />

ultima sessione si lesse la sentenza che condanna<br />

va i tre capitoli, del seguente teno-<br />

re. « Noi riceviamo i 4 concilii <strong>di</strong> Nicea,<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli, d'Efeso e <strong>di</strong> Calcedonio.<br />

Noi insegniamo ciò che quelli hanno<br />

definito sopra la fede. Noi condanniatno<br />

Teodoro Mopsuesteno e i suoi scritti; e<br />

l'empietà scritte da Teodoreto contro la<br />

fede vera, contro i i 2 anatemi <strong>di</strong> s. Ciril-<br />

lo, contro il concilio d'Efeso, e per <strong>di</strong>fesa<br />

<strong>di</strong> Nestorio e <strong>di</strong> Teodoro. Noi anatema-<br />

tizziamo l'empia lettera, la quale <strong>di</strong>cesi<br />

scritta da Iba a Mari persiano, la quale<br />

Bega che il Verbosi sia incarnato e fat-<br />

to Uomo dalla Vergine; che accusa s. Ci-<br />

rillo d'essere eretico e apollinarista; che<br />

biasima il concilio d'Efeso d'aver deposto<br />

Nestorio senza esame. Noi anatematizzia-<br />

mo i tre capitoli, e » loro <strong>di</strong>fensori che pretendono<br />

sostenerli, coll'autorità de'padri<br />

odel concilio <strong>di</strong> Calcedonia". 1 vescovi in<br />

numero <strong>di</strong>i65 sottoscrissero questa sen-<br />

tenza. Alla quale condanna non volendo<br />

consentire Vigilio, fu mandato iti esilio,<br />

donde nel 554 "'^" ^^ richiamato, prima<br />

d'avere confermato colla sua autorità la<br />

medesima condanna del concilio, con let-<br />

tera da lui scritta al patriarca Eutichio; al-<br />

tri la chiamano Co*/z7m^o e <strong>di</strong>retto all'im-<br />

peratore. Dice in essa, che non occorre a-<br />

\ere vergogna <strong>di</strong> ritrattarsi quando si scopre<br />

la verità; e che avendo esaminato me-<br />

glio l'aliare de'tre capitoli, li trova con-<br />

dannab<strong>di</strong>. In conseguenza protesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />

chiarare u tutta la chiesa cullulicajch'e»<br />

TUE 209<br />

gli nomina ed anatematizza gli autori del<br />

tre capitoli, ch'egli nomina espressamen-<br />

te, come tutti gli altri eretici. Del resto,<br />

in occidente i latini, ignorando la lingua<br />

greca, non rilevavano gli errori <strong>di</strong> Teodo-<br />

ro Mopsuesteno; la <strong>di</strong>stanza de'Iuoghi to-<br />

glieva loro <strong>di</strong> vedere gli scandali, che i <strong>di</strong><br />

lui scritti, e quelli <strong>di</strong> Teodoreto produce-<br />

vano in oriente, e il vantaggio che traevano<br />

i nesturiani, massime nell'alta Siria.<br />

Oltre <strong>di</strong> che gli occidentali temevano <strong>di</strong><br />

non dare attacco agli eutichiani contro il<br />

concilio calcedonese. Attesta de Marca,in<br />

Diss. de Pigila decreto prò conflrmat.<br />

PSfno<strong>di</strong>, e con esso Noris e Natale Ales-<br />

sandro, che il concilio fu confermato an-<br />

che dai successori imme<strong>di</strong>ali Pelagio I,<br />

Giovanni III, Benedetto I, Pelagio II e s.<br />

Gregorio l. Non<strong>di</strong>meno l'autorità del con-<br />

cilio restò molto indebolita dalla condot-<br />

ta del Papa, agitato dalla controversia, che<br />

ora decìse una cosa, ora un'altra, (inchè<br />

fu libero <strong>di</strong> mutare parere senza pregiu-<br />

<strong>di</strong>zio dell'apostolica verità; poiché iu tale<br />

controversia si <strong>di</strong>sputò non <strong>di</strong> fede, ma<br />

<strong>di</strong> persone soltanto, per cui il variare d'o-<br />

pinamento in Vigilio, non fu incostanza <strong>di</strong><br />

sentimento, ma dettato <strong>di</strong> prudenza, come<br />

<strong>di</strong>chiarò Pelagio II, e ripetè de Marca.<br />

Tuttavolta vogliono alcuni, che non<br />

essendo ancora finita la questione a tempo<br />

<strong>di</strong> s. Gregorio I, questi propriamente<br />

non ebbe la stessa venerazione pel Quinto<br />

Sinodo, che non avea trattato che delle<br />

persone,comepe'4 primi concilii generali,<br />

cheaveano trattato della fede: egli riceveva<br />

questi ultimi come l'evangelo, ma non<br />

<strong>di</strong>cea Io stesso del V concilio, e sì <strong>di</strong>spen-<br />

sava alle volte <strong>di</strong> parlarne. Questa <strong>di</strong>ver-<br />

sità <strong>di</strong> sentimenti intorno a questo couci-<br />

lio produsse unoscisma, che durò 100 an-<br />

ni circa, imperocché le chiese <strong>di</strong> Francia,<br />

<strong>di</strong> Spagna e <strong>di</strong> Africa non vollero ricono-<br />

scerlo. Contuttociò (pieste chiese non si<br />

separarono mai dalla comunione culla s.<br />

Sede. Rigettavano solamente la deci>ionc<br />

del V concilio, pretendendo che fosse op-<br />

posta ul concilio <strong>di</strong> Culccdouiu;cd iu con-

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