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ig2 TRA peralori; ma nel secolo V alternò In sog- gezione co'gteci, e co'barbari eruli e goli, finché da qtiesl'ullimi la liberòGiusliniano I nel VI secolo. Ne'pri mordi del IX per breve tempo fu signoreggiata da'fi an- chi, indi venne ricuperata dal greco impe- ro, e verso il fine di detto secolo per l'im- prese de'potenli narentatiise ne sottrasse, e ricuperata la propria libertà, si governò colle sue leggi eco'suoi magistrali per 4o anni ; tuttavolta poi ritornando alla greca ubbidienza. Verso il 997,0 meglio nel principio del secolo XI, Trau nel dogado di Pietro Orseolo 11 con altre isole fu ricevuta in fede e clientela dalla repub- blica di Venezia. Nondimeno per un tem- po la dominazione veneta fu interrotta, scrivendo il Farlato: Secl post aiinum fe- re triceswium adiniperiunì graecuni re- dierej anno autem ejusdem saeculi se- ptuagesinio iterum se Fenelis tradìde- runt. Anno quinto saeculi duodecimi Colomanus rex Hungariae Tragurium ac Daini atiani Venetis eripuìtjsedpost ohitum Colomani Dalmatiam cum Traguria Jeneti recuperarunt. Exinde aeque Tragurium ac reliquae urhes Dalmatiae, modo Venetis^ modo Ilungaris parnitf nisi quod Emmanuel imperator Graecorum Hungaris ereptum, quamdiu vixity insuapotestate retinuit. Tandem anno 1^10 clenientissimo Venetorum imperio fide stabili et constanti adhaesit. La repubblica di Venezia con- servò Trau sino al 1797, in cui occupa- la da'fraricesi la donunanle co' suoi sta- ti pel trattato di Campo Formio, fu dai francesi ceduta all'Austria colla Dabna- zia; nel i8o5 divenne parte del regno Italico, eneli8i4lornò all'impero d'Au- stria. Ignoto è il preciso tempo della fon- dazione della sede vescovile di Trau , sufFraganea di Salona e poi della me- tropolitana di Spalatro; sembrj* che ab- bia avuto origine nel principiò del seco- lo Vili, nel quale trovasi Petrus Epi- scopus Traguriensis ^ e pare nel 7i5 o nel 716. Però da s, Giovanni Orsini del TR A T062 circn, senza interruzioni e lacune» riporta la serie de' vescovi il p. Farlato, in Episcopi Tragurienses, riproducendo la vita del dotto e santo pastore Gio- vanni Orsini, non che la storia dell' in- venzione e traslazione del sagro suo cor- po, con eruditissime note. In essa si ce- lebrano le sue gloriose gesta e le precla- re virili di cui andò adorno, per cui u- niversale fu il compianto in morte, avendo Dio o[#rato molti miracoli alla sua tomba , e li rinnovò nell'invenzione del suo corpo. Istituì il monastero di s. Ni- cola delle benedettine, fu congiunto in intima amicizia col metropolita Lorenzo, ed impetrò e ottenne per Trau, dal re d'Ungheria Colomano, benefizi, immunità e privilegi aniplissimi. Papa Eugenio IV nel 1438 colla bolla Universis Cìiri- sti, concesse indulgenze nel ili della festa del b. Giovanni Orsini vescovo di Trau. Narra il Piatti, Storia de'Pontefici Romaw\ 1.12, p. 343, che Papa benedetto Xm Orsini, volendo promuovere al ti- tolo di santo il b. Giovanni Orsini della sua famiglia, vescovo di Trau nella Dal- mazia , significò al senato di Venezia il desiderio che avea di alctuie reliquie di questo suo antenate, ed il senato facen* do trasportare dalla chiesa di Tiau una coscia (femore destro) del santo vescovo, e messa questa in. un'urna di cristallo guar- nita d'oro, la spedi per due illustri eccle- siastici al Papa, il quale avendola fiuta esporre solennemente nella basilica Vaticana, ne confermò il cullo immemora- bile, e collocò nel tesoro di quella basi- lica la reliquia, di cui ringraziòil doge Se- bastiano Mocenigo con un tenero breve apostolico. Però il p. Furiato alferma che il Papa nel 17*26 donò la reliquia alla sua antica chiesa di Benevetilo col breve Quod ah inclyta, che riporta, nel quale chiama Giovanni col titolo di sar»to. Osserva però il Novaes, nella Storia di Be» nedettoXIII^dxQ non s'intende già questa una formale approvazione del culto im- meaiorabile del b. Giovanni; poiché il
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