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vincere l'empielà e miscredenza de'gen-
tili, fece una raccolta z^/og-.lil). 3^c. 1 7,ove nar-
ra che con essa fu risuscitato on morto.
La medesima forza avea l'olio delle laropade,che
ardevano intorno a'sepolcri dei
martiri,e s. Agostino lib. 22,c. 88, racconta
del figlio d'Ireneo risuscitato da mor-
te, con ungersi con tale olio. Il Sarnelli
dice più altre cose sulla potenza meravigliosa
delle reliquie e de'corpi de'ss. Mar-
tiri, quindi ^scrive la lettera 9: Se le Re-
lìquie de'santi sieno di sostanza nella
consagrazìone delV altare. Leggo nel-
l'annalista Rinaldi, che le traslazioni del-
le reliquie non facevansi senza salmeggia-
re, e precedute da digiuni, cantandosi a
vicenda salmi, litanie e inni;e di frequente
iiell'estrarre i sagri corpi da'lorosepolcri,
da questi uscì meravigliosa soavità di odo-
ri, diversi all'atto da quelli dalla natura
prodotti. Si osservòjchedopo la traslazione
del corpo di s. Vito martire dalla Fran-
cia nella Sassonia, questa fiorì io meglio,
e quella soggiacque a rivolture, guerre e
altre calamità. In Francia grande fu il
fervore di procacciarsi corpi santi, e quando
s. Germano vescovo di Parigi si recò
in Gerusalemme, la pia regina s. Radegonda
vedova di Clotario J, che col suo
consenso aveva fondato un monastero a
Poiliers e vi avea preso il velo religioso,
ed avendo inteso che vi riposava il corpo
di s, Mammete o Mamante martire di
Cappadocia, inviò un suo fido al patriar-
ca per ottenerne le reliquie. Il prelato onde
conoscere la volontà di Dio , ordinò
pubLlicheOrazionial popolo,enel 3.°gioi'no
celebrata la messa, s'indirizzò con lutto
il popolo fedele al sepolcro del mar-
tire, e poiché ebbe recitata un'orazione,
tulli risposero, Amen, Allora il patriarca
T R A
avvicinatosi al corpo del santo, ne palpò
i membri per sapei e quale di essi il martire
si degnava donare alla regina. Dopo
aver tastato le dita, appena toccò leggermente
il mignolo della mano destra, da
essa si allontanò. Il patriarca lo mandò
alla regina , e nella traslazione della re-
liquia, da Gerusalemme a Poiliers, si re-
citarono sempre da'portatori le divine lo-
di in onore di s. Marnante. La regina s.
Radegonda ricevè la reliquia con grandissima
festa e allegrezza, e insieme con non
minore divozione, digiunando colle reli-
giose di sua congregazione, e facendo vi-
gilie mia settimana intiera. Tutto questo
lo apprendo da Piinaldijil Duller non di-
ce altro di s. Mamante, che nel priuci[)io
del secolo XIII, il suo capo da Costanti-
nopoli fu trasportalo a Langres, e gli at-
ti di questa traslazione sono riferiti dal
breviario di quella chiesa, essendo la cat-
tedrale sotto la sua invocazione. Inoltre
s. Radegonda ardendo del desiderio di
possedere una porzione della vera Croce,
per unirla al gran numero di reliquie di
cui avea arricchita la sua chiesa, a mez-
zo di alcuni deputali supplicò a consolar-
la l'iujperatore Giustino II e fu esaudita.
L' arcivescovo di Tours fece la traslazio-
ne nel modo il più solenne di queste di-
verse reliquie ; Venanzio Fortunato in
questa occasione compose l'inno Vexilla
regis prodeunt, e la regina intitolò alla
ss. Cro