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i68 TRA TRASLAZIONE DELLE RELF- QUIE DE'SANTI, Tvamlalio Sacrarnm Reliquìarum. L'uso di trasportare da UD luogo ad un altro le reliquie d'un Martire (F.), di cui si venerava la memoria, derivò da un sentimento natura- lissimo e religiosissimo. Quando un santo vescovo avea sofferta la morte per Ge- sù Cristo, in un luogo lontano dalia sua sede, non deve fare meraviglia che i suoi diocesani, desiderando di possedere le sue reliquie, abbiano chiesto che dal luogo del suo martirio fossero quelle trasportate nella sua chiesa. Così nell'anno 107 i resti delle ossa di s. Ignazio vescovo d' j^ntiochia, (ne riparlai a Siria, riportando la serie de' vescovi e patria rchi)mar- iirizzatoa Roma, vennero trasportate come in trionfò in Antiochia (poi riporta- le in Roma) e ricevute da'fedeli, che pei primi si nominarono c^^.9im/^/, come un tesoro inestimabile , giusta l'espressione degli atti del suo martirio. Quando un laico avea ricevuto la slessa coiona del martirio, il rispetto e l'amore ispiravano lo stesso desiderio ne'suoi concittadini, per efletto naturale della venerazione che ispira la virtù. Questo zelo aumentò quando si vide, che Dio per glorificare i suoi servi, per l'intercessione di questi faceva Mi- racoliiìWa tomba de'martiri; quindi vennero considerate le loro reliquiecoineun pegno sicuro de'favori del Cielo, e ciascuna chiesa fu gelosa di procurarsene. In seguito, allorché i barbari feceio delle in- cursioni nelle provincie cristiane, brucia- rono le chiese e le reliquie de' santi, furono i fedeli solleciti di sottrarre al loro furore que'preziosi depositi, e li traspor- tarono in luoghi ne'quali credevano che i barbari non sarebbero penetra ti,cora'era- 110 i monasteri isolati in mezzo alle foreste, ce. Abbiamo molli esempi di reliquie così portate da un luogo all'altro, da uno slato all'altro, ed anco in lontane regioni; alcune di esse furono in seguito restituite al luogo nel quale erano prima, e talvolta per sottrazioni di reliquie si sostenne- T R A roda'popoli guerre accanite. \ prote.ftan" //ostinati erroneamente a sostenere, che il culto delle reliquie de'sanli è una Su- perstizione (V.) imitata da'pagaiii, pre- lesero imitare i barl)ari col profanarle e biuciarle. 1 loro scrittori si sforzarono di giustificare tali eccessi, o per gettare il ri- dicolo s»i tutte le pratiche de'catlolici su questo riguardo. Il culto delle ss. Pveliquie è antico come il cristianesimo, e fino dal suo nascere fu ima specie di professione di fede della resurrezione futura. Se nei secoli d'igiioi-anza s' introdussero alcuni abusi, non furono questi ne sì grandi, ne sì frequenti, come calunniosamente esagerarono i protestanti, e ne derivò sempre da un simile culto un grandissimo be- ne. Moltissimi peccatori furono penetra- ti di compunzione visitando il Sepolcro de'santi, e Dio spesse volle ricompensò coi miracoli la fede de'catlolici, i quali ivi ri- ceverono il sollievo de'Ioro mali: il faro- I e stesso de'barbari rispettò più d'una volta que'santuari della pietà. Dice il Bergier, nel Dizionario della teologia: Qua- hnjque cosa se ne dica, è cosa giovevole, che i figliuoli dellaChiesa conservino questi oggetti di consolazione e confidenza, di cui volontariamente si privarono! loro nemici. NelTarticolo R.ELIQUIE de'Santi dis- si essere loro corpi e loto cose, poiché reliquia significando ciò che resta della maggiore parte di qualche cosa, ed essendo la principale dell'uorrio l'anima, per- ciò fu chiamata reliquia il corpo che resta in terra o parte di esso, e quant' altro è degno di venerazione. Ivi feci la distinzio- ne delle reliquie denominate insigni, delle quali se ne può fare l'uffizio. Celebrai la preziosità delle ss.Reliquie, ed in quanta venerazione furono sempre tenute e come anticamente si custodivano con maggior gelosia, e che assai difficilmente si conce- deva a' di voti alcuna piccola particella di esse; ne tacqui l'operato dagli empi e- retici e miscredenti, che le disprezzarono, bestemmiarono e oltraggiarono sacrile- gamente, ecou iniquo fanatismo brucian-
TRA lìole ne gettarono le sagre polveri al ven- to o ne'lìumi. Laonde ne propugnai il loro giusto e doveroso culto, tlimostrando la costante, somma e profonda venerazione de'fedeli per le ss. Reli(juieja cui eres- sero altari e templi; e come la Chiesa in ogni epoca ne zelò il loro onore e culto, e ne permise la Commemorazione (F.) con Festa (J.) di j-ito e col premio del- l' /W?//«(7z re ; curando severamente die non fossero falsi fica le, e provvedendo saggiamente acciò ne venisse garantita riileu- ticilà; e perchè impose nomi a' corpi dei Martiri anonimi. Parlai ancora delle loro invenzioni nelle Calacofnbe, Cimiteri e altri Sepoleri (F.), e della loro traslazione con solenni 7^/-oc-e.9.v/o/z/( /"".), che re- gola il Rituale lìomanum (De Processio- ne in translalione sacrnruin Reliifinarum insig/aaìi), %oiio Baldaecìiino (/^.), solo per le reliquie usato in tali circostan- ze,neirallre non potendosi adoperarenep- pure r Ombrellino (f^.). Vedasi Eveil- lon, De processionilnis ecelesiaslicisîâ- risiis I G4 1 • Qui\v{\, De f)rocessiofiìbus ec- cles., (le Litaniis Sanctorum, et de^'cne- (lielìonibus, Colouiaei672. Capecelatro, Delle feste de' cristiani, Roma \'J'J'2.. Quauto antiche le Traslazioja' delle re- Tupiie àa' Santi, chiamate pure Klevatio- ìiesj eruditamente lo prova, riportando- ne un bel numero, Federico llalian de' conti Salvaroli,//i qnoddani Aliare por- tatile epistolaris dissertatio,ipvcsso il Ca- ìoêiiXjOpuscolì l. 4^, p. ?.o I . i primitivi cristiani fecero processioni all'occasione della traslazione delle reli(piie de'ss.Mar- liri;cTeodoreto, ///.v/.rrr/. lib. 3,cap. io, parla d'una processione celebre falla nel 362, quando le reliquie di s. Rubila martne e vescovo d'Antiochia, furono traspor- tale dal sobborgo di Datile, ove le avea falle collocare Gallo Cesare perchè ces- sasseto i miracoli da hii tenuti superstizio- ni, alla chiesa d'Antiochia, ove prima si veneravano; Ciò avvenne per essersi ain* niulolito l'oracolo d'A()ollo ch'era in Daf- uè, onde (Giuliano ['Apostata fratello di VOL LJLXIX. TRA 169 CfallOjSenesdegnò fortemente. L'idolo per l'ullìma volta dichiarò, che il suo silenzio era derivato dalla presenza del corpo tli s. Dabila; indi un fulmine distrusse la fal- sa deità e il suo tempio. Parlai altresì delle traslazioni violente de'corpi santi o sagre reliquie rubate per fervorosa divozio- ne, e trasportate altrove, appunto perchè le ss. Reliquie negli antichi secoli dilìicilmenle si concedevano. Talvolta si potè farne reintegrare il luogo involato, come del corpo di s. Giovanni della Croce carmelitano scalzo, morto nel convento d'Ubeda nel 1391. Avendo Anna de Pen- nalosa levato segreta mente dal sepolcro in cui giaceva in Ubeda il santo corpo, e trasportato di notte alla città di Segovia, Clemente Vili con breve diretto al vescovo di Jaen (presso il La m berli n i, Z>(? CanO' niz. ssAìb./\.y par. 2.'',cap. 26, n.°23), or- dinòseveramente che fosse restituito a det- to convento. Il vescovo Sarnelli, Lett.ec- e Ics. t. 3, lett. 8: Come s' intenda essere il corpo d'un santo in pia luoghi, e similmente delle loro ss. Reliipàe. MoU te traslazioni miracolose, cioè che il corpo e le reliquie d'un santo prodigiosamen- te furono portate in luogo diverso dal destinalo, le registrai in diversi articoli. Il trovarsi in più luoghi le reliquie d'un santo, avvenne da che fa permessa dalla Chiesa la traslazione delle ss. Reliquie. In oriente cominciò ab antico questo costa, medi trasferire i corpi santi o le loro sagre reliqfiie, e ciò fu praticato ne'primi tempi dellaChiesa,anche in tempo della persecu- zione,quando il ricordato corpo di s. Igna- zio fu trasportato in Antiochia nel 107, e quello d'Onesimo in Efeso già sua chiesa nel r 1 8. Col consenso poi de'vescovi e ad istanza degrimperatori furono a Costan- linopoli con somuioonore trasferite le reliquie di s. Andrea, di s. Luca, di s. Timoteo a tempo di Costantino I, e lo at- testa s. Girolamo, contro Vigilauzio ere» tico, che biasimava il cullo religioso reso a'marliri e alle loro reliquie, come un at« to d'idolulriuê considera vu furberie e pru* VI
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