Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...
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TUA<br />
ceml'ie, nel qiial gioiiio è iiomiuata nel<br />
ntat lirologio romano.<br />
TRASLAZIONE DE' BENEFIZI E<br />
DE'BENEFIZIATI ECCLESIASTICI.<br />
Traslazione <strong>di</strong>cesi per rapporto a'benefi-<br />
ziati ed a' religiosi quando passano da<br />
nn benefìzio o da un or<strong>di</strong>ne ad un altro.<br />
Ne'primi secoli delia Chiesa non si cono-<br />
scevano le traslazioni degli ecclesiastici<br />
benefiziati, perchè nell'or<strong>di</strong>narli veniva-<br />
no attaccati in<strong>di</strong>ssolnbilraenlead unTìlo-<br />
/o ("/^.j. Si <strong>di</strong>stinguono due sorte <strong>di</strong> trasla-<br />
zioni <strong>di</strong> Benefizi ecclesiastici (V.), le per-<br />
petue e quelle temporanee. Le traslazioni<br />
perpetue si fanno colla soppressione del<br />
titolo della chiesa che si vuole abbando-<br />
nare, e con una novella creazione dello<br />
stesso titolo nella chiesa che si vuole oc-<br />
cupare. Esse cambiano lo stato del be-<br />
nefizio trasferito e gli fanno perdere i suoi<br />
privilegi. Queste traslazioni non si ponno<br />
fare senza una causa grande, e senza le<br />
formalità necessarie. Le traslazioni lem-<br />
porarienon recano or<strong>di</strong>nariamente alcun<br />
cambiamento al titolo de'benefìzi, ma è<br />
piuttosto una traslazione dell* assistenza<br />
del benefizio, che del benefìzio slesso, come<br />
se una chiesa parrocchiale fosse, o perchè<br />
minaccia <strong>di</strong> cader re<strong>di</strong>fizio,o per mi-<br />
seria degli abitanti, trasferita in una chie-<br />
sa vicina, o in una sussi<strong>di</strong>aria della stessa<br />
parrocchia. Questa traslazione che si fa<br />
coU'autoritk del vescovo non erigerebbe<br />
la chiesa vicina o la succursale in parroc-<br />
chia, quin<strong>di</strong> non cambierebbe nulla al ti-<br />
tolo della parrocchia che sarebbe abbandonata.<br />
Lecause perle traslazioni Ae* Ve-<br />
scovati (J .) sono : l'angustia del luogo,<br />
il suo stalo rovinato, il piccolo numero<br />
del clero secolare e regolare,ede*suoi abi-<br />
tanti, la perversità degli abitanli medesimi<br />
co'quali il vescovo e il suo clero non pò-<br />
tessero convivere. Per le traslazioni del-<br />
l'abbazie e «Icgli altri benefizi, la vicinan-<br />
za degli eretici i quali injpe<strong>di</strong>ss( ro il ser-<br />
vizio <strong>di</strong>vino, la cattiva aiia del luogo, la<br />
<strong>di</strong><strong>di</strong>collà delle atrnde per giungervi, i la-<br />
dri sparsi qua e là che non si [)otcSbci'0<br />
TUA I<br />
'? I<br />
cacciare, il maggior bene del benefizio, e<br />
finalmente la comune utilitàdellaChiesa;<br />
intorno alle quali cose do vrassi però sten-<br />
dere il processo verbale. De coinniodo et<br />
incommodo. Le traslazioni de' vescovi e<br />
degli altri gran<strong>di</strong> benefizi ecclesiastici non<br />
si fanno senza Tautorilàdel Papa; quelle<br />
de'piccoli benefizi ponno esser falle da-<br />
gli or<strong>di</strong>nari colie medesime formalilà pra-<br />
ticale per le creazioni, sul fondamento della<br />
regola del <strong>di</strong>ritto: Semel Deo <strong>di</strong>cntum,<br />
de rcgular. jur. in sexto. Non si può<br />
mettere in un decreto <strong>di</strong> traslazione che<br />
la chiesa abbandonala <strong>di</strong>venti luogo se-<br />
colare e profano; vi si lasciano, secondo<br />
r esigenza del caso, alcuni preti per ce-<br />
lebrarvi il servizio <strong>di</strong>vino. Una chiesa <strong>di</strong><br />
cui si trasferisce la sede vescovile, viene<br />
d'or<strong>di</strong>nario eretta in parrocchia, e tal-<br />
volta torna od essere cattedrale o concat-<br />
tedrale. Nel 1.° concilio <strong>di</strong> Cartagine, le<br />
traslazioni Òìì y escovi (V.) furono proi-<br />
bite, se non fosse per utilità della Chiesa,<br />
con autori là del concilio pe'vescovi, e col-<br />
l'aulorità del vescovo pe'preli e pegli al-<br />
tri chierici. Il concilio generale <strong>di</strong> Nicca I<br />
nel 325 decretò. « Non passi un vescovo<br />
da una Diocesi (/ .) all'allra, o ingeren-<br />
dovisi volontariamente, o cedendo alla<br />
violenza del popolo, oalla necessità impo-<br />
sta da'vescovi;ma resti nella cliiesa,ch'egli<br />
ha ricevuta da Dio per sua porzione. Proi-<br />
bizione a'sacerdoli e a'<strong>di</strong>aconi <strong>di</strong> passare,<br />
controia regola, da una chiesa all'allra."<br />
Allrettantonel 34 1 fu prescriltonel conci-<br />
lio d'Antiochia, vietandosi le traslazioni<br />
da un vescovato a un altro, senza neces-<br />
sità e solo per utilità dello Chiesa. Nel concilio<br />
<strong>di</strong> Sar<strong>di</strong>cadel 347 ^" statuito. « O-<br />
sio vescovo <strong>di</strong> Cordova <strong>di</strong>sse: Bisogna sra-<br />
<strong>di</strong>care nssolulanienle il pernicioso costume,<br />
e proibire ad ogni vescovo il far pas-<br />
saggio dalla sua a un'altra città : non se<br />
ne trova mai nessimo, che sia passato *\i\<br />
una grande ad una piccola; dal cheèuìa*<br />
nifesto, che non ci sono spinti che dall'a-<br />
varizia o dall'ambizione. Se voi liitti lo<br />
approvale, questo abuso sarà punito più