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Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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TRA<br />

loovesl trattengono mezz'ora circa, fuorcliè<br />

in l'Cili giorni ne'quali più lungamen-<br />

te vi <strong>di</strong>morano per ascoltare l'esortazio-<br />

ne (ìell'abbaleo ilei priore. Passale 7 ore<br />

dopo mezzanotte vanno a lavorare; cia-<br />

scuno allora si spoglia della sua cocolla,<br />

e rin»boccando sopra le ginocchia l'abito<br />

<strong>di</strong> sotto, alcuni lavorano e vangaiiola tet-<br />

ra, portano il letame al giar<strong>di</strong>no, segano<br />

il fieno; altri vagliano, altri portano del-<br />

le pietre, applicandosi ciascuno al lavoro<br />

assegnatogli, mentre non <strong>di</strong>pende dal lo-<br />

ro arbitrio l'eleggere quel lavoro, che più<br />

si confà alla loro inclinazione. L'abbate<br />

^tesso si applica al lavoro, e sovente si oc-<br />

cupa ne'[)iù vili ministeri; e gli uni e gli<br />

fliiri si eccitano colla forza dell'esempio.<br />

Quando il tempo non permette d'uscire<br />

nll'aperto, ripuliscono la chiesa, scopano<br />

i chiostri, nettano il vasellame, fanno il<br />

bucato, mondano i legumi, e alle volte siedono<br />

in terra gli uni presso gli altri ra-<br />

schiando delle ra<strong>di</strong>ci, senza giammai pro-<br />

ferire parola. Vi sono nelle trappede'luo-<br />

ghi destinali per lavorare al coperto, nei<br />

quali molti religiosi stanno occupati gli<br />

uni ascrivere de'libri <strong>di</strong> chiesa, altri nel<br />

legarli, altri in fare da legnaiolo, altri in<br />

tornire, ed altri in <strong>di</strong>versi lavori, non es-<br />

sendovi cosa necessaria pel monastero e<br />

a' loro usi che da loro medesimi non la<br />

fiìbbrichino. Quando hanno travagliato<br />

un'ora e mezza vanno a recitare Torà <strong>di</strong><br />

3.", in<strong>di</strong> assistono alla messa e dopo <strong>di</strong>-<br />

cono l'ora <strong>di</strong> 6,", poi si ritirano nelle loro<br />

celle, ove si applicano alla lezione. Ciò fat-<br />

to si portano a cantare l'ora <strong>di</strong> g.', se pe-<br />

ro non è giorno <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno, nel quale l'tif<br />

fìzio si pospone, ne si <strong>di</strong>ce l'ora <strong>di</strong> 9." che<br />

poco avanti mezzodì. Dopo g." vanno al<br />

refettorio, il quale è mollo ampio, con un<br />

lungo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tavole d'ambe le parli.<br />

Quella dell'abbate è nel mezzo e <strong>di</strong>rim-<br />

petto alle altre, a cui vi è silo capace per<br />

f) ovvero 7 persone. L'abbate si mette in<br />

capo <strong>di</strong> essa, tenendo a sinistra il priore,<br />

e alla destra i foraslicri, qualoia vi siano<br />

e mangino nel refellorio, il che rare voi-<br />

TRA<br />

43<br />

te avviene. Queste tavole sono nude e sen-<br />

za tovaglie, n)a tenute con molta propiie-<br />

tà. Ogni religioso ha la sua salvietta, la<br />

tazza <strong>di</strong> maiolica, il coltello, cucchiaio e<br />

forchetta <strong>di</strong> busso, che stanno sempre nel-<br />

lo slesso luogo. Si dà loro del pane a suf-<br />

ficienza, un boccale d'acqua e un altro <strong>di</strong><br />

sidro formalo <strong>di</strong> pomi spremuti, non pie-<br />

no, poiché quanto manca a colmarlo de-<br />

ve servire per la refezione della sera. Il<br />

loro pane è molto nero e umido (si ten-<br />

ga presente che parlo col p. Helyot e<strong>di</strong><br />

suoi tempi), mentre non stacciano la farina<br />

, facendola soltanto passare per un<br />

crivello, donde ne deriva che in essa resta<br />

la maggior parie della semola. E' data ai<br />

trappisti una minestra talvolta d'erba, o<br />

<strong>di</strong> piselli o lenticchie,ed altri legumi,giammai<br />

con<strong>di</strong>ta con burro o olio. Ad essa aggiungono<br />

due scarse porzioni ne'giorni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>giuno, cioè un piattello<strong>di</strong> lenticchie e un<br />

altro <strong>di</strong> spinaci e <strong>di</strong> fave,© <strong>di</strong> polenta si<br />

<strong>di</strong> farina che <strong>di</strong> lritello,o <strong>di</strong> carote e altre<br />

ra<strong>di</strong>ci secondo le stagioni. Le loro or<strong>di</strong>-<br />

narie salse sono <strong>di</strong> acqua e sale, talvol-<br />

ta mescolate con tritello o latte. Dopo il<br />

pasto si dà a* religiosi due pomi o pera<br />

colte o crude. Finito il pranzo cominciano<br />

a rendere grazie a Dio in refelloiio e<br />

le vanno a terminare in chiesa, poi si ri-<br />

tirano nelle loro celle, ove ponno appli-<br />

carsi alla lezione e alla contemplazione.<br />

Passala circa un'ora ritornano al lavoro,<br />

ripigliando quello lasciato la mattina o cominciandone<br />

altro. Questo lavoro dura<br />

un'ora e mezza circa. Dato il segno pel riti-<br />

ro, ciascuno lascia i zoccoli, riprende la<br />

sua cocolla e si ritira nella propria cella,<br />

ove legge e me<strong>di</strong>ta fino ad ora <strong>di</strong> vespe-<br />

ro, il quale recitano 4 o>'e dopo mezzodì,<br />

e passata un'ora si recano nel refettorio,<br />

in cui ciascun religioso trova per refezio-<br />

ne 4 oncie <strong>di</strong> pane, del sidro, e due pei a<br />

omele, e alcune noci ne'<strong>di</strong>giuni prescrit-<br />

ti dalla redola. Ne'<strong>di</strong>giuni imandati<br />

.Qw.«. ..- v.igumi poi COI<br />

dalla Chiesa, si danno due oncie <strong>di</strong> pane<br />

e del sidro per una sola bevanda. Quando<br />

non <strong>di</strong>giuuauo, attrappisti sì dà ìovo

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