Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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i?.ri TRA • o!)(le visitare o togliere dalle mani tle- gl'iufcdeli i luoghi santi, onde i (empia li vi eressero un ospizio, ov'è al presente la cbieso di s. Agostino, e vicino ad esso sorgeva l'aisenalejdi cui sono avanzi que- gli archi belli e solidi, capaci di 4 galee, il trapanese cardinal Enrico Beccatelli patriarca d'Antiochia, donò nel secolo XII il suo palazzo che avea in Trapani a'ca- valieri del Tempio, i quali ne formarono un ospizio e ne dedicarono la chiesa a s. Gio. Éaltisla. La frequenza de' passaggi di tanta gente straniera richiamò in Tra- pani l'abbondanza d'ogni genere, sorgente di veraci ricchezze. Le nazioni occiden- tali vi portavano le loro mercanzie, e ri- tornavano dall'Asia cariche di quelle derrate. L'opportunità di questo commercio richiamò in Trapani tanti consoli slranie- ri, ciascuno dc'quali ebbe la sua propria abitazione, con cappella cotiligua, ed al- tresì un piccolo ospedale pe'suoi naziona- li. Sotto i re normanni Trapani prospe- rò in seno della felicità e dell'abbondanza, e le guerre ch'essi intrapresero contro gli africani, furono pel suo porlo nuova sorgente di Iraflìco e di lavori: i legni che vi si costruirono e gli apparecchi che vi si fecero per la spedizione contro di Tunisi,ne accrebbero l'importanza. II reRug- êvo 1, grato pe'servigi de'trapanesi, accordò loro segnalali privilegi.A'normanni successero i principi di Svevia, e l'imperatore Enrico VI e Costanza sua moglie confermarono a Trapani tutte le grazie avute dalla precedente dinastia: il loro figlio imperatore Federico 11, a premiare il valore de'trapanesi mostrato nelle battaglie , ne accrebbe i privilegi. Trapani però ricusò d' ubbidire al suo naturale Ma>)fredi, sapendo che vivea Corradino nipotedeirimperalore.Ma tali principi essendo deposti e scomunicati da'Papi, Clemente IV nel 1265 itivestì delle due Si- cilie Carlo I d'Angiò, con feudo annuale e giuramento di (edeltà; ed il principe si valse del porto per diligere le sue arma- te contro Tunisi. 1X^1269 ne'mari vici- T R A nlssimi si pugnò fiera battaglia navale fra i genovesi e i veneziani, i quali ultimi re- stali vincitori, entrarono colla preda nel porlo dandovi uno spettacolo di trionfo. Tal conflitto fu chiamato Battaglia di Trapani, senza che i trapanesi e gli altri siciliani vi avessero preso parte. A'20 novembre entinrono nel porlo le due flotte francese e siciliana recanti il corpo di s. Luigi IX re di Francia, morto di peste in Tunisi, accompagnato dal fratello Carlo 1, dal figlio Filippo III e da altri principi del sangue. L'allegrezza di questo spettacolo riuscì a Trapani funesta, perchè vi contrasse micidiale peste, che si propagò fatalmente ne'circostanti luoghi. A'aS i detti re e Tibaldo II re di Navarro, con Enrico IH re d'Inghilterra e altri principi reali, giurarono in Trapani di ritor- narvi nel 1274 pei" Partire a'22 luglio per l'impresa crociata di Siria. Ma il morbo uccise Tibaldo II e Isabella sua sposa figlia di s. Luigi IX, e tanti altri principi e illustri personaggi, i quali furono sepol- ti nella chiesa di s. Maria la Nuova, oggi s. Domenico, ove se ne legge la memoria sepolcrale. Cailo 1 aspirando alla signo- ria d'Italia, cominciò dal tentare l'occu- pazione di Genova, la cui repubblica li- cenziali con moderazione i di lui sudditi, inviò 22 galee contro le flotte spedile dal rea danneggiare le sue riviere, e nel 1 274 entrati i genovesi nel porto di Trapani ne distrussero la marina, bruciando con tutti i loro legni anche que'degli stranieri che vi si trovavano ancorati. Angariando i pre- potenti ministri francesi di Carlo I i siciliani, Giovanni di Procida d'accordo col re d'Aragona ordì la famosa congiura per distruggere nell'isola gli odiali domina- tori. Perciò in Trapani combinòcon Pai- merio abbate, signore di Carini e della Fa- vignana, uno de'principaliepiù doviziosi della città, l'efrettuazione della meditala vendetta, siccome influentissimo. Sebbe- ne la crudele trama con ardore fu abbrac- ciala da tutta la nazione, è ancora sor- prendente il riflettere come resl^ impe-
T n A nefrobile il segreto a'fia noesi, e che prestò In mano al Iragico e lìieinoinndo suo ter- mine, efl'eltuatosi a'3o mnrzoi 282 colla strage di tolti i fiancesi esistenti nell'isola, partecipandovi la mano delle stesse si- ciliane, rese feroci dagli oltraggi ricevuti. Tali furono grinfausli e deplorabili Ve- speri Siciliani. Trapani imitò questa e- pideniica barbarie, con uccidere il gene- ral francese JVogarel e tutta la straniera guarnigione; e per evitare gli orrori del- Tanarcliia, si elesse i suoi governatori e reltori,e si preparò a sostenere quella vendetta atroce che avea giuralo Carlo I, par- lirolarmenle irritalo contro Trapani per aver alzato contro di lui lo stendardo del pretendente e poi decapitato Corradi no. IntantoPietroIlI red'Aragona,comen)a- rito di Costanza figlia di Manfredi, cogli aiuti pecuniari avuti da Papa Nicolò III e dall'imperatore d'oriente, navigò colla flotta di 5o galee e altri legni per Sicilia onde impadronirsene, e combattere gli sforzi di Carlo I per ricuperarla; entrò nel porto di Trapani a'i o agosto e fu all)ergaloda Palmerio abbate che creò suo ca- merlengo, e che il regno avea eletto per uno de'4 supremi governanti. L'arrivo di Pietro III rallegiòTrapani e il regno tut- to che lo proclamò sovrano, e così ebbe principio la dominazione aragonese nel- l'isola: partito da Trapani per Palermo, ivi fu coronato solennemente, e poi cac ciò per sempre dall'isola l'orgoglioso Car- lo Lindi Pietro III cohoò Trapani di privilegi, e nel 1283 giunsero nel suo porto la regina Costanza co'reali infanti, festeg- giati da'trapanesicon grandiose dimostra- zioni. (Tli successe neh 285 il figlio Giacomo II
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