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124 TRI Sicilia sacra, i\cì nitri confutalo), in Bihliothcca nioiiasteriis. SaWatoris^ quod Messanae est, haherimss. dispositionein Mctropoleon^eatnque Androiiico litri- hai [quaìnquani vercor^ ne illac error in fmperii nomine pcrrcptaverit). Ei vero Libello assutani laciniani memorai, ubi Siracusano subjacere dicuntiir In- ter caeteros Anlistites, Drepanensis et Alcsiniis. Caeteruni de his Urbibus^prae-^ terea, niliil ad measpervenitaures.rjuod . ad remfaria t. Ibid, no tilia 7." L fi i 'per- secuzione (Iella Chiesa in Sicilia fu la 7.^ tlell'impero, quando il feroce imperatore Decio del 249, co'suoi decreti tormenta- tori delle coscienze , riempì la Sicilia di spavento e di morte, impiegando a bar» J)an strumenti di sua crudeltà i proconsoli Valerio, Quinziano e Tertullo. Que- ste sanguinose persecuzioni contro i cri- stiani furono replicale sotto Treboniano Gallo, Volosiano, Diocleziano e Massi- miano. Le città njariltime ne risentirono di più, come rpielle che contenevano maggior numero di cristiani. Finche Co- Ktantino I non die pace alla Chiesa, i di- vini misteri si celebrarono in luoghi se- greti e tenebrosi, nelle catacombe. S'igno- ra ove si raccolsero i primitivi cristiani tra* j)anesi : l'esservi stalo il suo vescovo, ma (jual si conveniva alla semplicità de^tem- pi, render dovea quell'adunanze più he- t|uenti, e si congettura che i primi sagri- fìzi si offrirono in un piccolo luogo ov'è oggi la collegiata di s. Pietro, dedicato allora a qualche mistero del Redentore. Col trasporto che fece Costantino I della sede dell'impero da iloma a Costantino- poli, la Sicilia divenne ancor più negletta e ne ricevè funesto pregiudizio. Assediato nel 407 l'imperatore Arcadio in Tessalonica, e Metrodoro sebbene regnasse O- norio sulla Sicilia, inviò de'messi in tutte le città dell' isola, esortandole a soccor- rere il fratello del loro sovrano. I messi- nesi spedirono subilo molti vascelli, i si- racusani 3 scalee, et Drepanitanivero na- vini frumenlQ omistam^ Alcuni popoli T R A sellenlrlonali, tjsciti dalle foreste di Sve- zia e di Germania, profittando delie con- tinue dissensioni deirimpero,invasero l'I- talia e si rovesciarono sulla Sicilia. Genserico re de'vandali, verso la metà del V secolo, dopo lunga resistenza, occupò il Lilibeo, Trapani e tutta la Val di Mazza- ra, che poi cede all'erulo Odoacre, il qua- le estinse l'impero romano d'occidente , ed a cui successe Teodorico re d'Italia e de'goti. Passata Trapani in potere di tali barbari, ne soffrirono le scienze, le arti, rii.'.Juslria e il commercio fatale decadi- mento. Mal soffrendo Giustiniano I im- peratore di Costantinopoli di veder l'I- talia dominata da'goti, nel 535 vi spedì il gran Belisario con poderosa armata. Questi dopo la penosa conquista di Pa- lermo, esegui quella di tutta l'isola.Nel suo soggiorno in Trapani fondò 3 chiese di rito greco, cioè l'Ascensione, ora s. Ni • colòjS. Sofla.che fa parte della chiesa della Badia Nuova, e s. Caterina all' Arena non più esistente. I saraceni popoli del- l'Arabia Felice, che avean fatto di tempo in tempo incursioni in Sicilia, verso r844 vi tornarono numerosissimi dall'A- frica,e sbarcali nelle parti occidentali, por» larono ad ogni resistenza la desolazione e la morte. Ahsed-Ben-Forat disegnava d'assalire Trapani, ma per esser ben for- tificala, non azzardò l'impresa e si avviò verso Sciacca [9 leghe distante. Ma Adelcamo alla testa di 20,000 uomini ne de- cise l'occupazione: Trapani si difese co- raggiosamente, uccise 627 nemici, indi soggiac(pie al giogo maomettano. Questi mori, sebbene non conoscessero altro che l'Alcorano, tuttavolta non disturbarono alcuno in materia di reliiiioue, esercitaudo la lolleranza de'culti, ed insieme escludendo da ogni amministrazione i cristia- ni e gli ebrei, per avvilire la loro creden- za. Perciò il cattolicismo sotto de' sara- ceni non si estinse, ma s'illanguidì gran- demente. Si crede ila alcuni scrittori , che gemendo allora la Chiesa per tale domi* nazione, maiicarouu molle cattedrali ia
TRA Sicilia, compresa quella tli Trapani. lii- taiilo gli emiri die comandavano nell'i- sola, iiifaslidili della soggezione di dover esser elelli da're d'Africa o da'califU d'Egillo, se ne vollero emancipare. Impos- sessatisi de'luoghi di loro dipei>
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