Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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98 TRA dagli sin»! di Transilvnnia per loro principe, ne fl'ce governatore il ciigino cardi- nalBafthori.Nel i ^C)i appena cletlo il Pa- pa Clemente Vili, per conciliare i princi- piBallhori nelle discordie insorte tra loro da 8 mesi, e per confermare i transilva- ni nella religione cattolica, pel servizio di Dio e per amore verso Sigismondo IT, pieno di zelo inviò per nunzio in Transil Va- nia il friulano mg/ Attilio Amalleo5dol- to ed eloquente, già segretario della cifra sotto Gregorio Xill. Giunto nel monastero già de'gesuili, presso Claudiopo- li,allora una delle 7 città di Transilvania, e preso alloggio in esso nella metà di mag- gio, partecipò il suo arrivo a Stefano Gio- sica,allora maestro di camera del principe e già stato ambasciatore in Roma. Que- sti fece le scuse di sua Altezza il principe Sigismondo 11, perchè il pontifìcio invialo dovea trattenersi in delto lììogo, non conveniente alla dignità della s. Sede, e ciò finche fossero partiti dalla sua residenza d*Alba Giulia due cbiaussi mandati dal gran sultano per alcune differenze di confini, i quali erano ciicondalida'domi- nii ottomani. Intanto il principe lo fece incontrare e visitare da due suoi inviati, co'quali si convenne che il nunzio avrebbe fatto privatamente l'entrata in Alba Giulia.IIcardinalBatlhorieil fratello Stefano a' parlari del nunzio si mostrarono prontissimi di promuoveree aiutare il negozio della religione cattolica, mostrando la slessa pietà e virtù l'altro fratello Bal- dassare (meglio ziodel principe e padre di Stefano e del cardinale), in adoperarsi per cosa sì santa, e non meno di contribuire ancb'egli ad una sincera e piena riconci- liazione loro col principe nipote e cugino, dalla quale dipendeva il buon esito degli «(lari religiosi.Tali parenti di Sigismondo II eranoincolpatid'intelligenzecon Amu- rat III sultano de'lurcbi, che avea invialo i tartari in Transilvania a malmenar- la crudelmente; e di aspirare alla sovra- nità della medesima. Giunto poi nella residenza principesca d'Alba Giulia, nono- T R A stante il precedente convegno, l'ingresso segu'i solenne a'25 giugno,perchècosì vigi- le Sigismondo II per mo^tiare la sua gran riverenza e divozione verso la s. Sede ed a Papa Clemente Vili. Fu incontrato fuori della città 3 miglia dal Gìosica accompagnato da molti gentiluomini a cavallo, e giunto presso la porta tutti smonta- rono da cavallo e il prelato dalla carrozza, il quale dopo complimenti montò nella carrozza del principe. Nella città olire il popolo accorso trovò 5oo fuiti della guardia di sua Altezza schierati, e così fu accompagnato nelle stanze deslinalegli nella casa de'gesuili. Ne! giorno dell'udienza pubblica, Stefano Ballhori qua! princi- pale personaggio della corte,accompagna- lo da cavalieri a cavallo, si recò colla carrozza del principe a prendere il nunzio, il quale fu incontrato da Sigismondo If quasi al capo delle scale ed accolto con grande umanità, e gli oi\n la mano drit- ta che il prelato ricusò. Indi passali nella gran sala d'udienra, sederono il principe e il nunzio col capo coperto, testando in piedi i senatori ed i molti signori, ed il prelato pronunziò quel discorso lati- no che riporta il Parisi, Istruzioni per la segreteria, nel t. 2, a p. 1 9 1 e seguen- ti; poiché a modo d'esempio e di saggio riportò il carteggio fra il nunzio e il Pa- pa, nel cui nome rispondea il suo nipote cardinal Aldohrandini; riporta ancora la risposta che nell'ultima udienza gli diede il cancelliere pel principe. Queste nozio- ni riescono più interessanti, se si consi- dera che l'Amalteo era il i ."ministro apo- stolico inviato dalla s. Sede al principe di Transilvania, per cui il prelato tutto minutamente descrisse nelle sue lettere per regola agli altri che potessero mandarsi per nunzi nel principato; e per la stessa causa procurò d'essere ricevuto colla di- gnità dovuta a un nunzio pontificio, a cui il principe rese ogni onore.Mentre il nunzio era in Transilvania accadde un fatto memorabile. Demetrio Ugnadino,era uno di que'scellerati ministri, che infettarono
T R A la Transilv.nnia con l'eresìa nrinna, nn- novala cogli errori ile'sociniani, e che tlo- pò la morte del Blandralajdi Francesco David, del l'aleologo, era rimasto solo in j^raiìdissima slinja presso quelli della sua sella, sì per essere loro pseudo-vescovo, come anche per alcuna sua erudizione. Costui predicando nella domenica 5 luglio nel lenì pio maggiore di Claudiopoli o rjausenbnrg, spiegando una profezia di Amos nel cap. 8, dove parla della fame e seledel Verbo di Dio, chedovea esser nel popolo ebreo, l'applicava alla fame e sete spirituale, ch'era per patire in que'lem- pi il popolo cristiano: e in quel punto in cui voleadicliiarare qual fosse il Verbodi Dio, percosso d'apoplessia, cadde sopra il pulpito, e col vomito di molta flemma, restò impedito della lingua in modo che non po*è più esprimere parola; il che si puòpiamenlecredere essere stalo un par- ticolare e giusto giudizio di Dio, il quale prevedendo, che falsamente dovea inseguarequalfosseildivin Verbo suo, non volle permettere, ch'egli più lungamente ingannasse il popolo transilvano. JNella mattina seguente passò infelicemente di vita, probabilmente a patir le pene meritale pe'suoi peccati. II nunzio di Clemen- te Vili ebbe a compagno il p. Alfonso Ca- viglia gesuita, il quale die saggi e rilevan- ti consigli a Sigismondo II, nelle sue ver- tenze co'parenli, sdegnati per essersi col- legato coll'imiieratore, al quale poi inviò il religioso. Dipoi l'Amalteo fu insignito del titolo d'arcivescovo d'Atene, ed ebbe la nunziatura di Francia nel congresso di Vervins. Nelif)f)5 Sigismondo li stretto con nuova lega coll'imperatore Rodolfo li contro i turchi, mercè un trattato conclu- so a*4 marzo, sconfisse il visir Sinau da- vanti il castello di s. Giorgio nella Schins'ouìn^ prese la piazza d'assalto, espugnò alcune cittàjC nel novembre successivo tor- nò ne'suoi stati coperto di gloria e ricco di bf)ttino. Sigismondo II coll'unirsi a Ro- dolfo II non avea però dimenticato i pro- pri interessi. Se sino allora vi fosse sialo T R A 99 qualche dubbio sulla sovranità e indipen- denza dellaTransilvania, esso fu tolto dalla dieta tenutasi in dello anno a PresburgOjOveneirarlicolo 3. "il principe diTran- sil Vania venne riconosciuto per Prìncipe libero col titolo (V Illiistrissinw. Narra io Stringa biografo di Clemente Vili, che a sua persuasione avendo Sigismondo I! fatta lega coll'imperatore e con lui impa- rentatosi, non che sottrattosi dalla divozione de* turchi e preso contro di essi le armi, e quindi fra le altre imprese con in- finito valore vinto Sinan pascià generale dell'esercito ottomano, il medesitno Clemente Vili volle rimunerare tanto valore e vieppiù incoraggiarlo, con ispedirgli un nunzio col cappello e la spada consagrata, cioè \oStoccocBcrrcltone ducalìfK.Jhii- nedelti , e certa somma di denaro promessagli per questa guerra. Veramente tali onorevoli e distinte insegne furono presenlateal principe da mg.*^ Anguiscio- la. Il nunzio Alfonso P'isconti (F'.j^^va di Vienna e vescovo di Cervia, che il Car- dellachian»ail i ."nunziodaClementeVIII spedito al duca di Transilvania e Valac- chia, cui mollo giovò col consiglio e col- l'opera nella guerra contro i turchi , fu quello che portò a Sigismondo II buona quantità d'oro: passò poi in Polonia e fu nel marzo 1598 Creato cardinale. Sigismondo II ricevè altra buona somma di denaro e la decorazione del Toson il'oro da Filippo II re di Spagna; nel 1596 accompagnò Massimiliano arciduca d'Au- stria nella campagna d'Ungheria, ed ebbe la maggior parte delle sue spedizioni. Ma l'anno dopo il timore di cader nelle mani de'tmchi gli fece adottare il par- tito di porre Ira essi e lui un inciampo che non fosse loro fucile superare. Recatosi a Praga trattòcoirinìperaloredelloscam- bio de'suoi stali co'sumtnentovali prin- cipali d'()[)pelen e Ratibor nella Slesia. Taleabdicazione vennecelebralada molti come un atto d'eroismo, mentre la maggior parte la riguardò qual elfetto del ca- priccio edi luuistrunu pusillanimità. L'c-
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