Scarica tutta la rivista in formato pdf - Accademia Urbense
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170<br />
selmo Quadro (1643-1693) «uno dei migliori<br />
scultori operosi a Genova nel<strong>la</strong> seconda<br />
metà del Seicento», basti pensare<br />
al<strong>la</strong> realizzazione dei già citati altari delle<br />
chiese del Carm<strong>in</strong>e e di Santa Maria di<br />
Castello a cui si aggiunge, sempre nel capoluogo<br />
ligure, quello del<strong>la</strong> chiesa di Nostra<br />
Signora delle Vigne e quello del <strong>la</strong><br />
chiesa domenicana di Santa Maria del le<br />
Grazie a Mi<strong>la</strong>no, eseguito nel 1692 25 .<br />
Nei primissimi anni del Settecento lo<br />
scultore genovese Cicardo Pesiga forniva<br />
il paliotto, i grad<strong>in</strong>i reggicandelieri, il tabernacolo<br />
e il grad<strong>in</strong>o suppedaneo per <strong>la</strong><br />
cappel<strong>la</strong> di testa del<strong>la</strong> navata s<strong>in</strong>istra,<br />
sede del<strong>la</strong> confraternita del Suffragio, <strong>in</strong><br />
seguito dedicata a San Filippo Neri. L’al -<br />
tare reca <strong>in</strong>cisa sul piano del<strong>la</strong> mensa <strong>la</strong><br />
scritta dal<strong>la</strong> quale si ev<strong>in</strong>ce il nome dell’artista,<br />
il cui operato è documentato a<br />
Genova dal 1702 al 1719, e del<strong>la</strong> famiglia<br />
Pizzorni che commissionò l’opera 26 .<br />
Il passaggio di dedicazione, a <strong>in</strong>izio<br />
Settecento, dell’altare di Sant’Agost<strong>in</strong>o a<br />
San Giuseppe è <strong>in</strong>dice del<strong>la</strong> crescente devozione<br />
dei parrocchiani verso il santo.<br />
Nel gennaio del 1751, con l’ap -<br />
provazione dell’arciprete, «il clero seco<strong>la</strong>re<br />
e i consiglieri del<strong>la</strong> Comunità di<br />
Ros siglione Inferiore» presentano al vescovo<br />
di Acqui, monsignor Alessio Ignazio<br />
Mazzucchi, una supplica aff<strong>in</strong>ché San<br />
Giuseppe sia eletto «Protettore del<strong>la</strong> Parrocchia»<br />
27 . L’elezione di San Giuseppe a<br />
patrono del<strong>la</strong> chiesa è accolta il 16 aprile<br />
del 1751 28 .<br />
Nel 1714 è concluso l’altare di Santa<br />
Lucia 29 e, a distanza di quattordici anni,<br />
quello di San Giuseppe, già altare del<strong>la</strong><br />
cappel<strong>la</strong> di Sant’Agost<strong>in</strong>o 30 .<br />
Tra il 1728 e il 1751 si colloca probabilmente<br />
l’acquisto, purtroppo non ri -<br />
costruibile per mancanza di dati<br />
documentari, del<strong>la</strong> statua lignea raffigurante<br />
San Giuseppe con il Bamb<strong>in</strong>o oggi<br />
collocata a <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> cui<br />
nicchia era conservata orig<strong>in</strong>ariamente 31 ,<br />
come ricordano i gigli attributo del santo<br />
che decorano il paliotto dell’altare.<br />
L’ignoto artista dedica partico<strong>la</strong>re cu -<br />
ra nel<strong>la</strong> def<strong>in</strong>izione del bellissimo vi so<br />
del santo, le cui rughe sul<strong>la</strong> fronte danno<br />
<strong>in</strong>tensità allo sguardo fisso nell’adorazione<br />
del vivace Gesù Bamb<strong>in</strong>o, e nel<strong>la</strong><br />
resa del<strong>la</strong> barba f<strong>in</strong>emente cesel<strong>la</strong>ta così<br />
come nel<strong>la</strong> delicatezza delle mani affuso<strong>la</strong>te.<br />
La fluidità dell’<strong>in</strong>taglio del panneggio<br />
mosso e vibrante, accompagnato da<br />
un accentuato gusto decorativo che si<br />
manifesta nel<strong>la</strong> ricca doratura e nei motivi<br />
a damasco del<strong>la</strong> veste, denunciano<br />
l’<strong>in</strong>tervento di uno sculture di ottimo livello.<br />
Gli angeli sorretti dalle nubi alle<br />
spalle di san Giuseppe, dalle fisionomie<br />
decisamente più semplificate, sono attribuibili<br />
a un’altra mano di livello qualitativo<br />
<strong>in</strong>feriore 32 .<br />
In attesa di un auspicabile restauro<br />
che consentirà di cogliere <strong>la</strong> reale cromia<br />
degli <strong>in</strong>carnati, <strong>la</strong> statua si può assegnare<br />
al<strong>la</strong> metà del Settecento, nell’ambito di<br />
una cultura figurativa genovese arricchita<br />
dagli stimo<strong>la</strong>nti esempi di Maragliano.<br />
Il primo c<strong>in</strong>quantennio del l’Ot to -<br />
cento segna per il borgo di Ros siglione<br />
un periodo di profonda crisi eco nomica,<br />
aggravato nel 1803 dall’<strong>in</strong>cendio del<br />
paese che causa considerevoli danni<br />
anche al<strong>la</strong> chiesa parrocchiale 33 . La<br />
situazione economico-sociale mi gliora<br />
al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e degli anni C<strong>in</strong>quanta, ed è possibile<br />
constatare tale ripresa attraverso i<br />
verbali del<strong>la</strong> Fabbriceria del<strong>la</strong> chie sa parrocchiale,<br />
nei quali si esprime <strong>la</strong> volontà<br />
di dare avvio, nel 1859, ai <strong>la</strong>vori di restauro<br />
dell’edificio 34 .<br />
In questi anni cresce <strong>la</strong> devozione a<br />
San Giuseppe, già partico<strong>la</strong>rmente sentita<br />
dal<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione nel corso del Settecento.<br />
La Fabbriceria decide dunque di<br />
tradurre il desiderio dei parrocchiani <strong>in</strong><br />
una manifestazione concreta, commissionando<br />
<strong>la</strong> realizzazione di una scultura lignea<br />
processionale raffigurante il<br />
Transito di San Giuseppe 35 . Nel 1861 il<br />
Consiglio Parrocchiale bandisce un concorso<br />
<strong>in</strong>vitando gli scultori <strong>in</strong>teressati a<br />
presentare un bozzetto del gruppo ligneo.<br />
Tra i vari modelli proposti l’arciprete<br />
monsignor Cosso, <strong>in</strong> considerazione del<br />
successo che il bozzetto ha avuto tra i fedeli,<br />
sceglie quello eseguito da Luigi<br />
Montecucco da Gavi (1805-1877), allievo<br />
di Bartolomeo Carrea, il quale si era<br />
già segna<strong>la</strong>to <strong>in</strong> paese nel 1842 per aver<br />
restaurato assieme al fratello Francesco,<br />
pittore, il simu<strong>la</strong>cro del<strong>la</strong> Madonna degli<br />
Angeli 36 .<br />
Tuttavia <strong>la</strong> somma di lire 3000 richiesta<br />
dallo scultore gaviense è considerata<br />
Ne<strong>la</strong> pag. a <strong>la</strong>to,<br />
Altare dell’Immaco<strong>la</strong>ta, già di<br />
San Giuseppe, Chiesa di N.S. Assunta,<br />
Rossiglione<br />
eccessiva e non si giunge pertanto a sottoscrivere<br />
il contratto considerato troppo<br />
oneroso per le casse del<strong>la</strong> Par rocchia. La<br />
Fabbriceria si rivolge, dunque, allo scultore<br />
Emanuele Morto<strong>la</strong> di Genova che<br />
accetta di eseguire il <strong>la</strong>voro per il compenso<br />
notevolmente <strong>in</strong>feriore di lire<br />
1.450 37 . L’opera, secondo il contratto stipu<strong>la</strong>to<br />
l’8 aprile 1861, sarebbe dovuta<br />
giungere a Rossiglione <strong>in</strong> occasione del<strong>la</strong><br />
celebrazione del Transito di San Giuseppe<br />
nel giugno 1862. Tuttavia lo scultore,<br />
nel frattempo trasferitosi a Nizza<br />
Marittima, non rispetta il contratto che<br />
viene pertanto rescisso.<br />
La situazione è risolta dal Consiglio<br />
parrocchiale nell’adunanza del 2 luglio<br />
1865, dove si giunge al<strong>la</strong> conclusione di<br />
affidare def<strong>in</strong>itivamente il <strong>la</strong>voro al<strong>la</strong><br />
bottega dei Montecucco. Per fare fronte<br />
all’<strong>in</strong>gente spesa richiesta dallo scultore,<br />
sono chiamati a partecipare al<strong>la</strong> raccolta<br />
delle elemos<strong>in</strong>e anche i rossiglionesi non<br />
più residenti nel paese. Con questo significativo<br />
sforzo si giunge così al<strong>la</strong> firma<br />
del contratto con Luigi Monte cuc co 38 : il<br />
2 agosto lo scultore si impegna a ultimare<br />
il gruppo ligneo «entro <strong>la</strong> terza domenica<br />
del mese di luglio 1866»:<br />
Per <strong>la</strong> presente privata scrittura cioè<br />
il Signor Montecucco Luigi di Gavi, scultore,<br />
da una parte e <strong>la</strong> Fabbriceria, del<strong>la</strong><br />
Chiesa parrocchiale di Rossi glio ne Inferiore<br />
dall’altra nel<strong>la</strong> persona dei Signori<br />
Bernardo Pesce fu G. B. e dottore Colle<br />
Giuseppe a ciò delegati con verbale del<br />
due luglio 1865 che si unisce al<strong>la</strong> presente,<br />
hanno stabilito e convenuto quanto<br />
<strong>in</strong> appresso: il signor Luigi Montecucco<br />
scultore di Gavi si obbliga di eseguire <strong>in</strong><br />
legno di tiglio di buona qualità e ben stagionato<br />
con piedistallo <strong>in</strong> legno bianco<br />
un gruppo rappresentante il transito di S.<br />
Giuseppe moriente, il Salvatore e <strong>la</strong><br />
Verg<strong>in</strong>e, vic<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> te sta del Santo e di<br />
Maria un gruppo di tre figure, cioè un<br />
Angelo nel mezzo <strong>in</strong> atto di accogliere lo<br />
Spirito del Santo, e due putti tenenti <strong>in</strong><br />
mano una ghir<strong>la</strong>nda di fiori, con altro<br />
putto ai piedi tenente un bastone ed un<br />
giglio, il tutto giusta il modello da esso<br />
presentato a fra i vari scelto […] 39 .<br />
Nel 1866 è versato a Montecucco, attraverso<br />
il massaro Gio Maria Repetto,<br />
un primo acconto di lire 1000. Nello