Scarica tutta la rivista in formato pdf - Accademia Urbense
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vava <strong>in</strong> licenza, e lo fece rientrare sollecitamente<br />
a Genova dirottando espressamente<br />
<strong>la</strong> nave “Arno”. Qu<strong>in</strong>di, senza<br />
<strong>in</strong>dugi, lo disaggregò dal<strong>la</strong> fanteria di<br />
mar<strong>in</strong>a e lo assegnò al<strong>la</strong> flotta operante<br />
nell’Adriatico imbarcandolo sul<strong>la</strong> pirofregata<br />
“Malfatano”.<br />
Al riguardo Don Grillo scriverà:<br />
«...Giunto <strong>in</strong> Genova il 18 novembre<br />
ebbi a provare il dolore di veder partire<br />
il Battaglione R. Navi al<strong>la</strong> volta del<br />
Lago Maggiore senza cappel<strong>la</strong>no, e io<br />
obbedii senza repplica agli ord<strong>in</strong>i superiori<br />
che m’<strong>in</strong>giungevano di recarmi all’<strong>in</strong><br />
domani sul regio piroscafo il<br />
Malfatano per Ancona. Dopo un ma<strong>la</strong>ugurato<br />
viag gio che mi fece approdare a<br />
Cagliari, a Malta, a Corfù ed a Manfredonia<br />
raggiunsi <strong>la</strong> R. squadra il 27 dicembre<br />
....” 14<br />
Così giunse ad Ancona, porto ap -<br />
partenente allo Stato Pontificio, ma concesso<br />
come base navale al<strong>la</strong> squadra<br />
sarda che <strong>in</strong> tal modo poteva control<strong>la</strong>re<br />
le acque dell’Adriatico e str<strong>in</strong>gere di assedio<br />
dal mare Venezia. Concessione ottenuta<br />
<strong>in</strong> quanto i Pontifici unitamente al<br />
Granducato di Toscana ed al Regno delle<br />
Due Sicilie partecipavano al<strong>la</strong> Prima<br />
Guerra d’Indipendenza <strong>in</strong> sostegno ai<br />
sardo-piemontesi.<br />
Qui venne imbarcato sul<strong>la</strong> Reale Fregata<br />
Beroldo 15 ma non dovette trovarsi<br />
perfettamente a suo agio col comandante<br />
De Vil<strong>la</strong>rey, Capitano di Vascello di 1^<br />
c<strong>la</strong>sse, e con l’equipaggio poiché il 12<br />
marzo 1849 <strong>in</strong>viò da Ancona una formale<br />
richiesta dal tono di vera e propria supplica<br />
al Barone Chiodo, Luogotenente<br />
generale del Genio Militare e M<strong>in</strong>istro di<br />
Guerra e Mar<strong>in</strong>a, con <strong>la</strong> quale chiedeva<br />
<strong>in</strong>sistentemente di essere assegnato <strong>in</strong> via<br />
def<strong>in</strong>itiva al Battaglione Real Navi privo<br />
di cappel<strong>la</strong>no dopo il suo trasferimento. 16<br />
Nelle more del<strong>la</strong> possibile nuova as-<br />
segnazione, approfittando delle soste di<br />
quell’unità nel porto anconetano, ebbe<br />
modo di dare alle stampe presso <strong>la</strong> Tipografia<br />
Aurelj il volume Armistizio Sa<strong>la</strong>sco.<br />
Opera che uscirà il 19 marzo 1849,<br />
giorno antecedente <strong>la</strong> ripresa delle ostilità<br />
contro l’Austria che porteranno, il 22<br />
Marzo, al<strong>la</strong> fatale sconfitta nel<strong>la</strong> Battaglia<br />
di Novara che <strong>in</strong>durrà Re Carlo Alberto<br />
all’abdicazione ed all’esi lio.<br />
Nel frattempo i moti genovesi si<br />
erano aggravati ed il Gioberti, presidente<br />
del Consiglio dei M<strong>in</strong>istri, decise di <strong>in</strong>viare<br />
nel capoluogo ligure un componente<br />
del Governo che oltre ad essere<br />
all’altezza del<strong>la</strong> situazione fosse anche<br />
<strong>in</strong>trodotto nell’ambiente. La scelta era caduta<br />
su Domenico Buffa 17 e sebbene questi<br />
fosse stato nom<strong>in</strong>ato so<strong>la</strong>mente due<br />
giorni prima m<strong>in</strong>istro per l’Agri coltura e<br />
Commercio (16 dicembre 1848), era stato<br />
mandato a Genova come commissario<br />
straord<strong>in</strong>ario <strong>in</strong>vestito di tutti i poteri esecutivi.<br />
Così si <strong>in</strong>crociarono i dest<strong>in</strong>i del<br />
Grillo e del Buffa, entrambi ovadesi e<br />
quasi coetanei, provenienti da culture ed<br />
esperienze diverse ma accomunati da un<br />
tenace senso di patriottismo teso al raggiungimento<br />
dell’Unità d’Italia. Ambedue<br />
fortemente legati alle istituzioni ma<br />
con diversi atteggiamenti: il Cappel<strong>la</strong>no<br />
caratterizzato da una combattiva irruenza<br />
mentre il M<strong>in</strong>istro era maggiormente prudente<br />
ma fermo nei suoi propositi. La<br />
modesta differenza di età e l’appar -<br />
tenenza a em<strong>in</strong>enti famiglie ovadesi avvalorano<br />
le ipotesi che i due protagonisti<br />
si conoscessero già dal<strong>la</strong> prima giov<strong>in</strong>ezza.<br />
Certamente tra loro corse una corrispondenza<br />
episto<strong>la</strong>re comprovata dal<strong>la</strong><br />
lettera scritta dal Cappel<strong>la</strong>no al Deputato,<br />
suo concittad<strong>in</strong>o, nel 1848, r<strong>in</strong>venuta nell’archivio,<br />
recentemente donato da un<br />
pronipote del M<strong>in</strong>istro, l’avvocato Gian<br />
151<br />
Domenico Buffa. 18 A ciò si aggiunga<br />
che, nel 1833, sia il chierico Francesco<br />
Buffa, diciottenne fratello del futuro M<strong>in</strong>istro<br />
e futuro missionario <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a (dal<br />
1842 ai primi del 1849), e sia il chierico<br />
Luigi Grillo frequentavano entrambi<br />
teologia presso il Sem<strong>in</strong>ario Arcivescovile<br />
di Genova.<br />
Il Domenico Buffa ritenne di poter<br />
ristabilire <strong>la</strong> calma mediante il decreto<br />
del 18 dicembre 1848 col quale allontanò<br />
dalle strade genovesi i reparti di Fanteria<br />
di L<strong>in</strong>ea ed i Bersaglieri ed affidò<br />
l’ord<strong>in</strong>e pubblico del<strong>la</strong> Piazza di Genova<br />
<strong>in</strong>teramente ai Carab<strong>in</strong>ieri Reali ed al<strong>la</strong><br />
Guardia Nazionale o Civica 19 di cui il M<strong>in</strong>istro<br />
ovadese giunse al punto di assumerne<br />
il comando.<br />
Ma il gesto, certamente equilibrato,<br />
non gli valse l’apprezzamento degli elementi<br />
moderati come Massimo d’Aze glio<br />
e Alessandro La Marmora. Per giunta,<br />
non riuscendo nemmeno <strong>in</strong> tal modo a<br />
pacificare gli animi dei Genovesi, facendo<br />
proprie le istanze di Don Grillo,<br />
decise di ord<strong>in</strong>are anche <strong>la</strong> chiusura del<br />
Circolo Italiano col seguente decreto che<br />
si riporta <strong>in</strong>tegralmente:<br />
«Il M<strong>in</strong>istro Commissario <strong>in</strong>vestito<br />
di tutti i poteri esecutivi per <strong>la</strong> Città di<br />
Genova<br />
Considerando che il Circolo Italiano<br />
esistente <strong>in</strong> questa Città, dai primi momenti<br />
del<strong>la</strong> sua istituzione e successivamente,<br />
nei discorsi e negli scritti ha<br />
sempre manifestato tendenze sovversive<br />
del<strong>la</strong> Monarchia Costituzionale e sentimenti<br />
di disprezzo e di avversione al<strong>la</strong><br />
persona del Re.<br />
Che lo stesso circolo, qualificandosi<br />
mandatario del popolo, col<strong>la</strong> violenza<br />
delle provocazioni ai Cittad<strong>in</strong>i di diversa<br />
op<strong>in</strong>ione, ha offeso <strong>la</strong> maestà del vero<br />
popolo e delle leggi; e col<strong>la</strong> sua sistematica<br />
opposizione si è reso fomentatore di<br />
dissidi, ha gravemente perturbato <strong>la</strong> pubblica<br />
quiete, destato un’ap prensione permanente<br />
nell’animo dei buoni, e coi<br />
torbidi <strong>in</strong>terni posto impedimento al<strong>la</strong><br />
prosperità del Commercio, e cresciute al<br />
Governo le difficoltà a conseguire<br />
l’Indipendenza Nazionale.<br />
Considerando che le veglianti leggi<br />
di Sicurezza Pubblica somm<strong>in</strong>istrano al<br />
Potere Esecutivo i mezzi di far cessare<br />
questo stato anormale di cose.