Canzoni contro la guerra - La Brigata Lolli
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dae Torinu los han trasferidos, ca no hanu obbedidu a sos signores. Sos operaios tantu agguerridos su noighentosvinti hana occupadu sas fàbbricas, cumpattòso e unìdos; Torinu viada su puntu avanzadu in sa lotta de s'occupazione, ca vi da Gramsci bene organizzadu; ma pro sa vera liberazione dae s'insfruttamentu padronale bi gherìad sa rivoluzione; e no han decretadu in generale s'isciopero, sos capos riformistas, pr'imponner sa giustizia sociale. Dae Torinu sos Ordinovistas naraina: Custu est su monumentu de abbolire sos capitalistas, sinono ha a leare supravventu su capitale cun sa prepotenzia, seminende terrore e ispaventu; unu sistema de delinquenzia pro tantu tempu hada a cancellare de su socialismu s'esistenzia. E Gramsci non podìada isbagliare. * LA BRIGATA SASSARI Quelli della brigata Sassari, che hanno fatto la guerra europea, raccontano ancora l'intrepida impresa; di come erano trattati in trincea, senza scarpe, vestiti ed alimenti, affranti dalla bellicosa idea; furibondi nei combattimenti, senza conoscere bene la ragione d'inumani massacri e tradimenti. E Lenin, con la Rivoluzione, aveva fatto finire la guerra in una nazione belligerante. Si domandavano: a chi ubbidire? Come si dovevano comportare? Quali erano i nemici da uccidere? Che cosa ci potevano guadagnare i poveri pastori di Sardegna da quell'orrendo scontro militare? Ci avevano promesso la consegna delle terre, che aveva recintato cent'anni prima la gente maligna; ma quando hanno terminato la guerra con la sconfitta degli Austro-Ungarici, né lavoro né terra ci hanno dato; i ricchi erano più ricchi e più avari, perché vendevano a caro prezzo l'altrui sudore pagato male. Dicevano al soldato-pastore che la colpa della sua povertà era lo sciopero del lavoratore , e li hanno mandato in città per fare guerra agli scioperanti che chiedevano pace e libertà. Ma Gramscibdice ai militanti della classe operaia: i soldati sardi si uniscano ai lavoratori; quando sapranno chi sono gli sfruttati e chi sono gli sfruttatori, si pentiranno quelli che li hanno mandati; infatti senza gloria né onore, da Torino li hanno trasferiti perché non hanno obbedito ai signori, Gli operai tanto agguerriti, nel
Novecentoventi hanno occupato le fabbriche, compatti e uniti; Torino era il centro avanzati nella lotta per l'occupazione, perché era da Gramsci bene organizzato; ma per la vera liberazione dallo sfruttamento padronale ci voleva la rivoluzione; e non han decretato, in generale, lo sciopero - i capi riformisti - per imporre la giustizia sociale. Da Torino gli Ordinovisti dicevano: questo è il momento di abolire i capitalisti, altrimenti prenderà il sopravvento il capitale con la prepotenza, seminando terrore e spavento: un sistema di delinquenza per tanto tempo vi può cancellare del socialismo l'esistenza; e Gramsci non poteva sbagliare.
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dae Torinu los han trasferidos,<br />
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Sos operaios tantu agguerridos<br />
su noighentosvinti hana occupadu<br />
sas fàbbricas, cumpattòso e unìdos;<br />
Torinu viada su puntu avanzadu<br />
in sa lotta de s'occupazione,<br />
ca vi da Gramsci bene organizzadu;<br />
ma pro sa vera liberazione<br />
dae s'insfruttamentu padronale<br />
bi gherìad sa rivoluzione;<br />
e no han decretadu in generale<br />
s'isciopero, sos capos riformistas,<br />
pr'imponner sa giustizia sociale.<br />
Dae Torinu sos Ordinovistas<br />
naraina: Custu est su monumentu<br />
de abbolire sos capitalistas,<br />
sinono ha a leare supravventu<br />
su capitale cun sa prepotenzia,<br />
seminende terrore e ispaventu;<br />
unu sistema de delinquenzia<br />
pro tantu tempu hada a cancel<strong>la</strong>re<br />
de su socialismu s'esistenzia.<br />
E Gramsci non podìada isbagliare.<br />
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LA BRIGATA SASSARI<br />
Quelli del<strong>la</strong> brigata Sassari, che hanno fatto <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> europea,<br />
raccontano ancora l'intrepida impresa; di come erano trattati in<br />
trincea, senza scarpe, vestiti ed alimenti, affranti dal<strong>la</strong> bellicosa<br />
idea; furibondi nei combattimenti, senza conoscere bene <strong>la</strong> ragione<br />
d'inumani massacri e tradimenti. E Lenin, con <strong>la</strong> Rivoluzione, aveva<br />
fatto finire <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> in una nazione belligerante. Si domandavano: a<br />
chi ubbidire? Come si dovevano comportare? Quali erano i nemici da<br />
uccidere? Che cosa ci potevano guadagnare i poveri pastori di Sardegna<br />
da quell'orrendo s<strong>contro</strong> militare? Ci avevano promesso <strong>la</strong> consegna<br />
delle terre, che aveva recintato cent'anni prima <strong>la</strong> gente maligna; ma<br />
quando hanno terminato <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> con <strong>la</strong> sconfitta degli<br />
Austro-Ungarici, né <strong>la</strong>voro né terra ci hanno dato; i ricchi erano più<br />
ricchi e più avari, perché vendevano a caro prezzo l'altrui sudore<br />
pagato male. Dicevano al soldato-pastore che <strong>la</strong> colpa del<strong>la</strong> sua<br />
povertà era lo sciopero del <strong>la</strong>voratore , e li hanno mandato in città<br />
per fare <strong>guerra</strong> agli scioperanti che chiedevano pace e libertà. Ma<br />
Gramscibdice ai militanti del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia: i soldati sardi si<br />
uniscano ai <strong>la</strong>voratori; quando sapranno chi sono gli sfruttati e chi<br />
sono gli sfruttatori, si pentiranno quelli che li hanno mandati;<br />
infatti senza gloria né onore, da Torino li hanno trasferiti perché<br />
non hanno obbedito ai signori, Gli operai tanto agguerriti, nel