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Leggi - I Cistercensi

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- 86-<br />

dire, al rallentatore. L'avvocato Treilhard, relatore del progetto di secolarizzazione,<br />

presentò a nome del Comitato ecclesciastico una proposta<br />

affatto moderata. Il suo esordio dava l'impressione di un editto di libertà.<br />

Treilhard si premurava di rilevare che nell'antico diritto e con le precedenti<br />

leggi il Potere Civile riconosceva i voti religiosi, impegnandosi<br />

di assicurarne l'osservanza e la tutela esterna. Il detto relatore respingeva<br />

ogni interferenza dell'autorità laica nel settore spirituale proclamando per<br />

i religiosi dell'uno e dell'altro sesso il diritto di rinunciare, semmai, ai<br />

loro impegni sacri rendendo conto di ciò unicamente ai propri Superiori<br />

e a Dio. Il Braccio Secolare non era investito di alcuna facoltà di<br />

impedire, a chiunque lo volesse, di eludere la clausura in quanto non<br />

poteva in alcun modo emettere un giudizio sopra dei fatti che riguardavano<br />

unicamente la coscienza. Tuttavia la realtà dei fatti era in flagrante<br />

contraddizione coi princìpi a motivo di una violenta ed illegale<br />

intrusione nel dominio stesso delle coscienze: lo Stato non solo non<br />

avrebbe ulteriormente riconosciuti i voti solenni, avocandosene il diritto<br />

di annullarli, ma giungeva persino ad inibirne l'emissione per il futuro.<br />

Ciò equivaleva alla pratica soppressione degli ordini religiosi. A<br />

tutti i soggetti che abbandonavano il chiostro sarebbe stata assegnata<br />

una pensione. Coloro poi che intendevano proseguire la vita comunitaria,<br />

sarebbero stati raggruppati in Case destinate a tale finalità. Treilhard<br />

fece poi la proposta di una più bonaria normativa per le religiose. Nel<br />

corso della discussione l'Abate Di Montesquiou riuscì ad ottenere per<br />

esse, sia pure con carattere di provvisorietà, il diritto di rimanere nei<br />

propri conventi. Lo «statu qUO» fu riconosciuto limitatamente alle pubbliche<br />

Istituzioni educative ed a quelle aventi per scopo di fondazione<br />

l'esercizio della carità. Ma il decreto proposto da Treilhard fu approvato<br />

il 13 febbraio del 1790. Nei riguardi di esso, Pierre De la Gorce scrive:<br />

«Se i religiosi dei monasteri e dei conventi optavano per la vita comunitaria,<br />

dovevano rassegnarsi ad essere raggruppati in talune Case<br />

che la soppressione aveva risparmiato, ed ivi, tristi testimoni della brevità<br />

della sopravvivenza del loro Istituto, attendere che sorella morte<br />

li prendesse ad uno ad uno con sé» (« cfr. Histoire réligieuse de la Révolution<br />

française», f. I, 156).<br />

Nel corso dei dibattiti alla Costituente si verificò una consistente<br />

ondata di anticlericalismo che si accrebbe allorché fu respinta una mozione<br />

di Don Gerle, un certosino deputato della Costituente, che il 17<br />

aprile del 1790 aveva chiesto che la Religione Cattolica fosse dichiarata<br />

«Religione dello Stato».

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