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Leggi - I Cistercensi

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- 81-<br />

delegò due Commissari per rivolgere all'Abate di Citeaux la preghiera<br />

di voler riservare per la città di Digione tutto il grano di cui poteva disporre.<br />

Egli era fortemente impressionato per la miserevole condizione<br />

della Città non meno che per la fiducia di quei cittadini nella sua benevolenza.<br />

P. Trouvé aveva già assunto l'impegno di rifornire la città<br />

di Nuits di un certo quantitativo di sègala; tuttavia promise di mettere<br />

la metà delle sue granaglie a disposizione della città di Digione. Siccome<br />

però la Comune non aveva mezzi finanziari sufficienti per l'acquisto,<br />

l'Abate diede agli acquirenti libertà di fissare il prezzo ed il termine<br />

di pagamento. Il 14 dicembre la Comune rivoluzionaria gli inviò una<br />

lettera di ringraziamento. Alcuni giorni appresso, il Buon Abate diede<br />

inizio al mantenimento della sua promessa inviando a Digione 600 misure<br />

di grano» (pp. 176-177).<br />

Il 2 maggio del 1790 fu il primo a comparire davanti ai Commissari<br />

incaricati di prender nota delle Dichiarazioni dei Religiosi dopo la<br />

soppressione degli Ordini monastici: « ...al fine di tale dichiarazione è<br />

comparso il R.mo François Trouvé Superiore Generale dell'Ordine di CIteaux<br />

che ha dichiarato che vuole e intende vivere e morire nel suo stato<br />

religioso, e si è firmato Frère François Trouvé Abate Generale di<br />

Citeaux » (op. cito p. 180).<br />

Ciononostante il suo tenore di vita era ben lontano da quello dei<br />

Santi Roberto e Stefano, come ce ne dà testimonianza questo documento<br />

dei Commissari del Distretto di Digione stilato in data 15 ottobre 1790:<br />

«Mons. Abate di Citeaux alloggia con il pieno godimento dei suoi appartamenti,<br />

di ogni cosa che gli è propria e particolarmente di quelle destinate<br />

alla sede abaziale. Egli prenderà le refezioni stando solo, se<br />

così gli sembrerà conveniente, ed ai Religiosi è espressamente vietato di<br />

immischiarsi negli affari della sua vita privata; i suoi cavalli, vetture<br />

e domestici saranno di suo uso esclusivo; i saloni dell'abaziale non devono<br />

in nessun momento e per alcun motivo essere usati dai religiosi: se<br />

essi vorranno prendersi qualche svago oppure ricevere degli amici, faranno<br />

ciò usando delle loro stanze ... ». (op. cito p. 184).<br />

Qualche tempo dopo questo stesso Abate sembra si sia dimostrato<br />

particolarmente ricco di pretese per quanto riguarda la ripartizione del<br />

mobilio e delle suppellettili; fu un atteggiamento incauto e provocatorio<br />

in quanto gli valse questa secca recriminazione da parte del Comitato<br />

Ecclesiastico dell'Assemblea Nazionale in data 6 maggio 1791: «le richieste<br />

dell'attore potente Abate di Citeaux sono destituite di ogni fondamento;<br />

infatti non gli è dovuto né l'uso di una particolare cappella,<br />

né di altro oggetto che lui richiede. Proprio per il fatto che gli è riservato<br />

un trattamento più distito di quello dei semplici religiosi, lui ha

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