Leggi - I Cistercensi
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delegò due Commissari per rivolgere all'Abate di Citeaux la preghiera<br />
di voler riservare per la città di Digione tutto il grano di cui poteva disporre.<br />
Egli era fortemente impressionato per la miserevole condizione<br />
della Città non meno che per la fiducia di quei cittadini nella sua benevolenza.<br />
P. Trouvé aveva già assunto l'impegno di rifornire la città<br />
di Nuits di un certo quantitativo di sègala; tuttavia promise di mettere<br />
la metà delle sue granaglie a disposizione della città di Digione. Siccome<br />
però la Comune non aveva mezzi finanziari sufficienti per l'acquisto,<br />
l'Abate diede agli acquirenti libertà di fissare il prezzo ed il termine<br />
di pagamento. Il 14 dicembre la Comune rivoluzionaria gli inviò una<br />
lettera di ringraziamento. Alcuni giorni appresso, il Buon Abate diede<br />
inizio al mantenimento della sua promessa inviando a Digione 600 misure<br />
di grano» (pp. 176-177).<br />
Il 2 maggio del 1790 fu il primo a comparire davanti ai Commissari<br />
incaricati di prender nota delle Dichiarazioni dei Religiosi dopo la<br />
soppressione degli Ordini monastici: « ...al fine di tale dichiarazione è<br />
comparso il R.mo François Trouvé Superiore Generale dell'Ordine di CIteaux<br />
che ha dichiarato che vuole e intende vivere e morire nel suo stato<br />
religioso, e si è firmato Frère François Trouvé Abate Generale di<br />
Citeaux » (op. cito p. 180).<br />
Ciononostante il suo tenore di vita era ben lontano da quello dei<br />
Santi Roberto e Stefano, come ce ne dà testimonianza questo documento<br />
dei Commissari del Distretto di Digione stilato in data 15 ottobre 1790:<br />
«Mons. Abate di Citeaux alloggia con il pieno godimento dei suoi appartamenti,<br />
di ogni cosa che gli è propria e particolarmente di quelle destinate<br />
alla sede abaziale. Egli prenderà le refezioni stando solo, se<br />
così gli sembrerà conveniente, ed ai Religiosi è espressamente vietato di<br />
immischiarsi negli affari della sua vita privata; i suoi cavalli, vetture<br />
e domestici saranno di suo uso esclusivo; i saloni dell'abaziale non devono<br />
in nessun momento e per alcun motivo essere usati dai religiosi: se<br />
essi vorranno prendersi qualche svago oppure ricevere degli amici, faranno<br />
ciò usando delle loro stanze ... ». (op. cito p. 184).<br />
Qualche tempo dopo questo stesso Abate sembra si sia dimostrato<br />
particolarmente ricco di pretese per quanto riguarda la ripartizione del<br />
mobilio e delle suppellettili; fu un atteggiamento incauto e provocatorio<br />
in quanto gli valse questa secca recriminazione da parte del Comitato<br />
Ecclesiastico dell'Assemblea Nazionale in data 6 maggio 1791: «le richieste<br />
dell'attore potente Abate di Citeaux sono destituite di ogni fondamento;<br />
infatti non gli è dovuto né l'uso di una particolare cappella,<br />
né di altro oggetto che lui richiede. Proprio per il fatto che gli è riservato<br />
un trattamento più distito di quello dei semplici religiosi, lui ha