Leggi - I Cistercensi

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01.06.2013 Views

_.50- Gli affreschi non possono collocarsi prima dell'ultimo quarto del XIV secolo; l'angelo e la Vergine manifestano caratteri tardo-gotici nei lineamenti sottili e delicati, e nei panneggi che ricadono in pieghe morbide, questi ultimi frequenti soltanto più tardi nell'opera di Lorenzo Monaco; la posa di scorcio del volto della Vergine è inoltre risolta con naturalezza insolita al XIV secolo. Tutti questi elementi potrebbero anche suggerire una datazione dell'opera ai primi del '400. Non possiamo escludere la presenza di due mani diverse, dal momento che l'affresco della volta appare dipinto in modo più sommario; le lumeggiature chiare non si risolvono qui in tonalità sfumate come nella parte inferiore, lasciando ben evidenziata la pennellata bianca che può costituire in effetti molto vivaci," ma testimonia talvolta anche evidenti incertezze," Sicuramente non siamo in presenza di un maestro, ma di una o due personalità legate in qualche modo alla bottega dell'Orcagna; constatazione questa giustificata dall'osservazione dei tratti decisi e della plasticità delle figure, uniti a una certa intensità psicologica. Già il Vasari" parla di artisti della stessa epoca dell'Orcagna, che hanno lavorato alla Certosa, affermazione più tardi ripresa dal Baldinucci.!' non sono mancate le voci che vogliono Andrea Orcagna architetto del monastero; di queste si fa porta voce lo stesso Bacchi," riservandosi tutta via di porre in dubbio la notizia. Certe insistenze testimoniano una effettiva presenza dell'Orcagna o della sua bottega nella Certosa, a noi finora sconosciuta, e alla quale potremmo ascrivere gli affreschi. Ritengo opportuno non addentrarsi a cercare le affinità con uno dei fratelli, Andrea, Nardo e Iacopo di Cione, che lavorarono a Firenze dalla metà del '300, fino alle soglie del '400,13 anche se i lineamenti e l'impo- ; 8 Come ad esempio, iIl volto :cieil profeta IdIi: sìnìstra. 9 IDefilruiJrei un, insuccesso la mano del Ol'lislbo ehe sostiene :i!llibro, e urOlP!pQ evidente la stesura idleil bìanco nei patnneJgjgi.. 10 G. Vasaa-ì. Le vite dei p~ù eClceUenti pittori, S'cultori e archit'elttori, 'ed. Della Pengoìa, Grassi, Previtatì MLLalnio1002, I, !p8Igg. 461-472, Vita di Andrea Oreagna; a !pag. 4712, paI'lla della Certosa. 11 F. BALDINUCCI, Notizie de' Professori d.el Dieeçtu: da Cimabue ,i.n qua, Firenze, H}8J1,-172i8,ed. Bateffild e Compagnd, ,FUlrenze 11845, II, ipatgg. 263,-2'70, V'ÌItai di A!ndrea Orcagna, 'a !pag. 240, !parla ,de[Ja Certosa. 1Z G. BACCHI, La Certosa di Firenze, IFIiI1enZie :11956,ipag. 42. 13 Le personadìtà di Anrìrea Nardo le Iacopo di Cione, SOIllQ state attentemente studiate da R. OFFNER, Corpus of F,lorentine P,ai,ntings, The Fourteenih. CentuTY, Andrea di Cìone, sect. ,IiV, voì, I, New York 1\9621 Nardo di Clone sect. l!V. vol. TI, New York 1960; iIialOOPO di C'teme, selci. [V, vol. .Lli!, New York 1964. R FREMANTLE, Florentine Gothic Paitinq in and neatr Florence, London /119715, dedica un capitolo ad Andrea Oroagna, pagg, 1315-1146;un secondo a Nardo di Clone, pagg. 147:-,160, e un iterzo a Iacopo di Clone, lPag\g. 1161\-1:'7121.

51 stazione delle figure della Certosa, sono lontani dall'essenzialità e dall'incisività di Andrea. E' interessante sottolineare la presenza di un particolare comune a ben tre figure, il profeta di sinistra, l'arcangelo Michele, e l'angelo annunciante: si tratta di un diadema situato fra i capelli, al di sopra della fronte, dalla forma inconsueta, costituito da due cerchietti soprammessi, l'inferiore più grande dell'altro, con un piccolo pennacchio in cima; non possiamo certo parlare del diadema come di un ornamento insolito ad angeli e profeti, ma non sono ancora riuscita a trovarne alcuno simile a questo. E' compito arduo tracciare un profilo iconografico del complesso; la rappresentazione del Cristo in mandorla è frequente a partire dall'epoca bizantina; nella scena dell'annunciazione, la figura da me più volte definita come «angelo annunciante »,14 è in realtà l'arcangelo Gabriele, che si rivolge alla Vergine porgendole un giglio;" le difficoltà sorgono considerando la palma che l'arcangelo Michele stringe nella sinistra, in luogo di uno dei suoi consueti simboli: la bilancia, il labaro, il globo, ecc .. 16 La palma è legata alla rappresentazione dei martiri e figura soltanto una volta in mano a San Michele, quando si fa incontro alla Vergine in punto di morte," ma nell'affresco egli sovrasta l'annunciazione. L'arcangelo potrebbe nel nostro caso svolgere la funzione di guardiano e impedire la penetrazione del male all'interno del luogo sacro attraverso la finestra, e in questo ruolo, sopra la sacra scena, impugnerebbe il simbolo della vittoria sullo spirito maligno, ma anche in questo caso la palma sarebbe in un contesto insolito. Dal VI secolo, l'arcangelo viene assunto come protettore dei defunti e compare spesso legato a cappelle funerarie:" ma non posso definire come tale il nostro vano, dal quale non escluderei tuttavia la presenza di reliquie, magari appartenenti al papa e al vescovo raffigurati sulle pa- 11 L'angelo armnncìante viene ,ini,rutti iden1:d.lfilcato nell'arcangelo Gabriede: per non condondenìc con San IMitchele, ho IP'referilto oi ltar110 'con liiI. semplìce arttrlburto di -angelo lO. 15 L. REAU, L'iconographie de l'art chrétien, Paris ,1958, vol. ,LI, lPamte I, .palg.. 52. 16 L'~coI1Jogralf]a ldell'aJrcalnJge10 Michele è OIggetlto Idii molti st'l.l~di fra cui: G. KAFTAL, Iconography of the Saints in Centra; and Souih. Itciiom. scnoole or ptainting, F'lorence 1965, scheda n. 2,63, ipa:gig. 787'-7192; G. KAFTAL, IconogrClJphy ot the Samt« in Tuscan. pai1liting, Florence 19,512,scheda n. 211,8,[pIalgg. 737r-7~2; L. REAU, op. erit., lPaJg1g.44-51; Lexikon der cnristucnen. Ik-onograprhie, iFreilbu'l'lg, 1971, 1111, lPa'g,g. 2155,-2'65. 17 LEXIKON, op. cit., ili, pago 261. 18 JEAN FORNÉE,L'Archange de la mOll't et du ju,gement, ilI1Jc,Mi(l[enaÌlre du Mont Saént M~cheU,., iI!]!, Patris lr97'1, pagg. 65-96.

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Gli affreschi non possono collocarsi prima dell'ultimo quarto del<br />

XIV secolo; l'angelo e la Vergine manifestano caratteri tardo-gotici nei<br />

lineamenti sottili e delicati, e nei panneggi che ricadono in pieghe morbide,<br />

questi ultimi frequenti soltanto più tardi nell'opera di Lorenzo Monaco;<br />

la posa di scorcio del volto della Vergine è inoltre risolta con<br />

naturalezza insolita al XIV secolo. Tutti questi elementi potrebbero anche<br />

suggerire una datazione dell'opera ai primi del '400.<br />

Non possiamo escludere la presenza di due mani diverse, dal momento<br />

che l'affresco della volta appare dipinto in modo più sommario; le<br />

lumeggiature chiare non si risolvono qui in tonalità sfumate come nella<br />

parte inferiore, lasciando ben evidenziata la pennellata bianca che può<br />

costituire in effetti molto vivaci," ma testimonia talvolta anche evidenti<br />

incertezze," Sicuramente non siamo in presenza di un maestro, ma di una<br />

o due personalità legate in qualche modo alla bottega dell'Orcagna;<br />

constatazione questa giustificata dall'osservazione dei tratti decisi e della<br />

plasticità delle figure, uniti a una certa intensità psicologica. Già il Vasari"<br />

parla di artisti della stessa epoca dell'Orcagna, che hanno lavorato<br />

alla Certosa, affermazione più tardi ripresa dal Baldinucci.!' non sono<br />

mancate le voci che vogliono Andrea Orcagna architetto del monastero;<br />

di queste si fa porta voce lo stesso Bacchi," riservandosi tutta via di porre<br />

in dubbio la notizia. Certe insistenze testimoniano una effettiva presenza<br />

dell'Orcagna o della sua bottega nella Certosa, a noi finora sconosciuta,<br />

e alla quale potremmo ascrivere gli affreschi.<br />

Ritengo opportuno non addentrarsi a cercare le affinità con uno dei<br />

fratelli, Andrea, Nardo e Iacopo di Cione, che lavorarono a Firenze dalla<br />

metà del '300, fino alle soglie del '400,13 anche se i lineamenti e l'impo-<br />

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8 Come ad esempio, iIl volto :cieil profeta IdIi: sìnìstra.<br />

9 IDefilruiJrei un, insuccesso la mano del Ol'lislbo ehe sostiene :i!llibro, e urOlP!pQ<br />

evidente la stesura idleil bìanco nei patnneJgjgi..<br />

10 G. Vasaa-ì. Le vite dei p~ù eClceUenti pittori, S'cultori e archit'elttori, 'ed. Della<br />

Pengoìa, Grassi, Previtatì MLLalnio1002, I, !p8Igg. 461-472, Vita di Andrea Oreagna;<br />

a !pag. 4712, paI'lla della Certosa.<br />

11 F. BALDINUCCI, Notizie de' Professori d.el Dieeçtu: da Cimabue ,i.n qua, Firenze,<br />

H}8J1,-172i8,ed. Bateffild e Compagnd, ,FUlrenze 11845, II, ipatgg. 263,-2'70, V'ÌItai di A!ndrea<br />

Orcagna, 'a !pag. 240, !parla ,de[Ja Certosa.<br />

1Z G. BACCHI, La Certosa di Firenze, IFIiI1enZie :11956,ipag. 42.<br />

13 Le personadìtà di Anrìrea Nardo le Iacopo di Cione, SOIllQ state attentemente<br />

studiate da R. OFFNER, Corpus of F,lorentine P,ai,ntings, The Fourteenih. CentuTY,<br />

Andrea di Cìone, sect. ,IiV, voì, I, New York 1\9621 Nardo di Clone sect. l!V. vol. TI,<br />

New York 1960; iIialOOPO di C'teme, selci. [V, vol. .Lli!, New York 1964.<br />

R FREMANTLE, Florentine Gothic Paitinq in and neatr Florence, London /119715,<br />

dedica un capitolo ad Andrea Oroagna, pagg, 1315-1146;un secondo a Nardo di<br />

Clone, pagg. 147:-,160, e un iterzo a Iacopo di Clone, lPag\g. 1161\-1:'7121.

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