Leggi - I Cistercensi

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01.06.2013 Views

- 24- Fratelli, ritengo superfluo almeno il mio sforzo di dimostrare la sua carità: che è cosÌ grande, che nessuna intelligenza riesce a farsene un'idea. Questo senza dubbio è il castello, nel quale si degna di entrare Gesù. E senza dubbio sono più felici quelli che lo ricevono spiritualmente in questo castello, più di molti che lo ricevettero col corpo nelle loro case. Ma perché mai l'evangelista tace il nome del castello e non dice altro che Gesù «entrò in un tale castello »? (Luc. XI). « Tale» significa una certa singolarità: perciò tale prerogativa appartiene propriamente alla nostra beatissima Signora. Ella, infatti, è quel singolare castello, poiché in nessuna creatura vi fu una tale umiltà, in nessuna una tanto perfetta castità, in nessuna una sì eccellente carità. Senza dubbio castello singolare che il Padre edificò, lo Spirito S. santificò, il Figlio vi penetrò, castello che tutta la S.S. Trinità si scelse come singolare ospizio. Questo è il castello dove entrò Gesù. Entrò per la porta chiusa, ne uscì per la porta chiusa, come profetò Ezechiele: «Mi condusse alla porta che guardava ad oriente ed era chiusa» (Ez. 40). La porta orientale è la SS.ma Maria. Infatti la porta che suole essere esposta ad oriente per prima riceve lo splendore del sole. CosÌ la B.ma Maria, che sempre era rivolta verso oriente, cioè alla chiarezza di Dio, per prima accolse in sé il raggio, anzi tutta la pienezza dello splendore di quel vero scle che è il Figlio di Dio, di cui parla il profeta Zaccaria «Ci visitò l'Oriente dall'alto» (Luc. I). Questa porta era chin-a e ben munita. Il nemico non vi trovò alcun accesso, addirittura nemmeno un forellino. Era chiusa e segnata col sigillo della castità, che per l'ingresso del Signore non fu violata, ma piuttosto consolidata e confermata. Poiché quegli di cui è dono la verginità con la sua presenza non tolse la verginità, ma di più la confermò. Dunque in questo castello entrò Gesù. Anche noi, o fratelli, se avremo in noi questo spirituale castello in parola, senza dubbio entrerà Gesù spiritualmente. Ma alla B. Maria non solo spiritualmente, ma anche corporalmente entrò, poiché in lei e da lei prese il corpo. «E una donna di nome Marta lo accolse in casa sua. Ed ella aveva una sorella di nome Maria» (Luc. XI). Se, dunque, o fratelli, l'anima nostra, come abbiamo detto, è diventata castello, è necessario che vi abitino due donne: una che siede ai piedi di Gesù per udire la sua parola; l'altra che serva e nutra Gesù. Vedete, o fratelli, se vi fosse solo Maria in quella casa, non vi sarebbe chi pascesse il Signore. Dunque, o fratelli, Marta significa l'azione con cui l'uomo lavora per Cristo; mentre Maria significa quel riposo,

- 25- col quale l'uomo si astiene dalle opere corporali e si diletta della dolcezza di Dio o mediante la lettura o mediante la preghiera o per mezzo della contemplazione. Perciò, o fratelli, finché Cristo è povero e va a piedi sulla terra ed ha sete e viene tentato, è necessario che queste due donne siano ambedue nella medesima casa, cioè che queste due azioni siano insieme nella stessa anima. Finché tu, io e quell'altro siamo sulla terra, se tuttavia siamo sue membra, Egli vive sulla terra. Fino a quando coloro che sono sue membra hanno fame, sete, sono tentati, altrettante volte Cristo ha fame, sete e viene tentato. Perciò Egli dirà nel giorno del giudizio: «Tutto ciò che avete fatto ad uno di questi miei piccoli (fratelli), l'avrete fatto a me» (Mt. 15). Perciò, o fratelli, in codesta misera e faticosa vita è necessario che Marta sia in casa nostra, cioè che l'anima nostra si occupi di azioni corporali. Infatti finché abbiamo necessità di mangiare e bere, altrettanto abbiamo bisogno di domare la carne con le veglie e i digiuni. Questa è la parte di Marta. Ma deve stare anche Maria nell'anima nostra, cioè l'azione spirituale. Infatti non dobbiamo sempre attendere agli esercizi corporali, ma di quando in quando applicarci a vedere quanto è soave e dolce il Signore (Ps. 33), sedere ai piedi di Gesù ed ascoltare la sua parola. Poiché in nessun modo dovette trascurare Maria per Marta; né d'altra parte Marta per Maria. Se, infatti, trascurate Marta, chi pascerà Gesù? Se trascurate Maria, che vi giova che Gesù entrò in casa vostra, dal momento che non gustate niente dalla sua dolcezza? Sappiate, fratelli, che in questa vita mai debbono separarsi codeste donne. Quando verrà quel tempo in cui Gesù non sarà più povero, né affamato o assetato, e ormai non potrà essere più tentato, allora la sola Maria, cioè l'azione spirituale occuperà tutta la casa dell'anima nostra. Ciò vide S. Benedetto, anzi lo Spirito Santo in S. Benedetto. Perciò egli non raccomandò e stabilì soltanto di essere intenti alla lettura, come a Maria, ed omise il lavoro come Marta; ma ci raccomandò l'una e l'altro, e fissò certi tempi per l'opera di Marta e certi altri tempi per l'opera di Maria. Codeste due azioni furono perfettamente nella B. Maria, nostra Signora. Il fatto che vestì N. Signore, lo nutrì, lo portò, fuggì con lui in Egitto: tutto ciò riguarda l'azione corporale. In quanto, poi, che considerava «tutte queste parole, meditandole nel suo cuore» (Le. II, 19), considerava la sua divinità, contemplava la sua potenza e gustava la sua dolcezza: tutto ciò riguarda Maria.

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col quale l'uomo si astiene dalle opere corporali e si diletta della dolcezza<br />

di Dio o mediante la lettura o mediante la preghiera o per mezzo della<br />

contemplazione.<br />

Perciò, o fratelli, finché Cristo è povero e va a piedi sulla terra ed<br />

ha sete e viene tentato, è necessario che queste due donne siano ambedue<br />

nella medesima casa, cioè che queste due azioni siano insieme nella<br />

stessa anima. Finché tu, io e quell'altro siamo sulla terra, se tuttavia siamo<br />

sue membra, Egli vive sulla terra. Fino a quando coloro che sono<br />

sue membra hanno fame, sete, sono tentati, altrettante volte Cristo ha<br />

fame, sete e viene tentato. Perciò Egli dirà nel giorno del giudizio: «Tutto<br />

ciò che avete fatto ad uno di questi miei piccoli (fratelli), l'avrete fatto<br />

a me» (Mt. 15).<br />

Perciò, o fratelli, in codesta misera e faticosa vita è necessario che<br />

Marta sia in casa nostra, cioè che l'anima nostra si occupi di azioni corporali.<br />

Infatti finché abbiamo necessità di mangiare e bere, altrettanto<br />

abbiamo bisogno di domare la carne con le veglie e i digiuni. Questa<br />

è la parte di Marta. Ma deve stare anche Maria nell'anima nostra, cioè<br />

l'azione spirituale. Infatti non dobbiamo sempre attendere agli esercizi<br />

corporali, ma di quando in quando applicarci a vedere quanto è soave<br />

e dolce il Signore (Ps. 33), sedere ai piedi di Gesù ed ascoltare la sua<br />

parola.<br />

Poiché in nessun modo dovette trascurare Maria per Marta; né<br />

d'altra parte Marta per Maria.<br />

Se, infatti, trascurate Marta, chi pascerà Gesù? Se trascurate Maria,<br />

che vi giova che Gesù entrò in casa vostra, dal momento che non gustate<br />

niente dalla sua dolcezza? Sappiate, fratelli, che in questa vita mai debbono<br />

separarsi codeste donne. Quando verrà quel tempo in cui Gesù<br />

non sarà più povero, né affamato o assetato, e ormai non potrà essere<br />

più tentato, allora la sola Maria, cioè l'azione spirituale occuperà tutta<br />

la casa dell'anima nostra. Ciò vide S. Benedetto, anzi lo Spirito Santo in<br />

S. Benedetto. Perciò egli non raccomandò e stabilì soltanto di essere<br />

intenti alla lettura, come a Maria, ed omise il lavoro come Marta; ma ci<br />

raccomandò l'una e l'altro, e fissò certi tempi per l'opera di Marta e<br />

certi altri tempi per l'opera di Maria.<br />

Codeste due azioni furono perfettamente nella B. Maria, nostra Signora.<br />

Il fatto che vestì N. Signore, lo nutrì, lo portò, fuggì con lui in<br />

Egitto: tutto ciò riguarda l'azione corporale. In quanto, poi, che considerava<br />

«tutte queste parole, meditandole nel suo cuore» (Le. II, 19),<br />

considerava la sua divinità, contemplava la sua potenza e gustava la sua<br />

dolcezza: tutto ciò riguarda Maria.

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