Leggi - I Cistercensi
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-lO - Nonostante tutto CIO, ancora molti libri doveva custodire Settimo nel XVII secolo se nel 1617 si provvede addirittura all'allestimento di una «molto vaga» biblioteca" e nel 1622 Gregorio XV in persona proibisce di asportare da essa qualsivoglia volume." Perfino il decreto del 1659 che imponeva la concentrazione di «scritture, codici, ìstrumenti ecc.» della provincia cisterciense toscana nel monastero fiorentino del Cestello," non impedì al Giulianelli di vedere a Settimo, più di un secolo dopo, non solo una notevole quantità di libri a stampa, ma perfino due manoscritti: una «Leggenda di San Quintino» ed un «Offizio della Madonna» del XV secolo, splendidamente miniati." Anche questi estremi nobili resti di una cosÌ gloriosa e celebrata biblioteca dovevano però « 1567 - Essendo I'Aoate di 7'0 e Priore di Cesteìlo assenti, di settembre li Pittorì feC'ero Lnstamza, che se li concedesse quelììa iOalplPe}llaIprillllcl~p'iata:daillt Ba!rtdlomeo Scali, e domendorono poter .rcmpere d.llmuro SIUla strada che risponde sulla via della oolorma per poter entrac in detta CaIPlPeUa: per celebrar la [eSita dii S. Luca; e iperchè mom ci erano li nostri superdori che quaeì per lo spazio di 4 anni stettero assenti. D. Maùaohìa converso, e sìndaco, ne parlò ,ad iiI Duce Cosimo, quaìe li felce ìntendere che gUela Iascìassero lalpdre, IpN'chè havevano intenzione volerda fiIniore, e poi si msunpormo un pezzo di terreno fifa essa e 11.a casa de' Guglatimì, ave fecero una stanza. D. Cherubmo era vice Abbatte di 7 0 il 24 Gennaio 1507 che oonreva dl "5168, et era amco Iucgotenence de' Commìssaa-ìì. in 7'°, D. Malaehìa Pcìcr di Cestello, e Ceunerlengo, D. Flliippo Converso di Buonsollazzo, D. Bernardo, e D. Grudiamo sotto Camaclengo di 7'0, 'e dì XiI febbrado medesimo D. Malachia Priore, e D. GiiUHtaJno sìndachì ipreSeniOiI1nO un Breve del Papa per causa di moderare le commissioni fartte da' mostri PP. me' tempi passntì così i:nlgolIìde 'a due Canonìcì più semiori M. Jacepo Marmelei, 'e M. Pietro Nerli. In detto mese il Duca ci felce ruchiedere ohe li desimo alcumì de' nostri libri numuscritti per Ia sua lhbreria, et, essendo noi in quelda caìamìtà, :D. Cherubino Aibbalte sostètuto. .e .D. Malachìa Pr-iore per benetìcarsì detto Prencipe 11 dettano ,li seguenti libri: Juvenale, un libro di Cav a111i , de Senectute, Cile. de Oratore 2 tomi, Salìhustìo, Lucamo, Cee, retorica ad H erennìum , Prisciano 2 c'OI'IPi, Nonio Marcello, Epistoll'e di S. Paolo greche 2 corpi, Atti Ap:Qlstolid greci, Cic, de Offiilciis 2 corpì, questione Teologiche, Oraeìone di M. Giarmozzo M,anettJti ai Papa Irmocentìo, E4>ils;toùedi S. Jacopo ,grelche, Mercurìo 'I'rìmegisto tradotto dal FiICIÌJIlO, Bcetio de d.ìscìpddria scolaminnm, €lPilsltolle d'Ovidio, Gregonìo Nazianzeno greco, Opuscold Idi Seneca, IInicelcti esposìtìone fOipm. S. :M'altteo 'g,reco, Justìno, Lnsti>twtione di Quirstidl ano, Odissea di Omero :grrec.o, Espositione sopra ,iiI Psalterìo Greco, Cìc. Epìstoìe falmillialri, Ti/bUililo in ~o, Dante àm fOlglito, Donato Ìln 'I'enentio, VilI"glilio in 4°, VirilgHio iln 8°, Gioseff'o de bello Judaìeo, Psalterìo im lingua LOI1jgobarda ». -12 A.S.F., Comp, Rel, Soppr., C XVIn, n. ,31916, quaderno segnato T CI. SllGNO- RIN!, Memo,ri,e del Mcmaseero di Settimo), C. H2 v.: «di più OI'lnÒ H'abate Alttilio Brunacoì l dette stanze di varie pìbture e quadri, e dd tUitti Ili uiiensiH necessari, In olere si felce nma Libreria motto vaga, e ripiena di vari libri, e vagamente adorna .per uso e commodo di dente carnere ». 43 ]b1dem, C. 113 r'.: «Gregorio XV sl11\bDat. Rornae dìe 31 Marrl] Pont. Ann. ij a petizione del P. Abb, D. Artti/lio Brunacci vieta sotto pena di Scomunica e Ipr:ilv,~tiotne di voce atti,va, e pasenva 'ohe TII:Iu,no ,alrdi's'ca est,ralrre libri dalla Libreria deille Caimere da: e::SiQ faltte fialbbrli\Cla'retn Settimo nè t'almpo.co q:uadri ° Pittur'e e altri O'l'Iilalmenti di de,ite Camere ». H P. GIULIANELLI, in G. RICHA, Notizie ciii., p. 228. J,'\ P. GIULIANELLI, in G. RICHA, Notizie cilt., p. 221.
-11- subire un'impietosa dispersione: il 13 agosto 1783 l'Ordine cisterciense viene soppresso nell'intera Toscana e tutto ciò che delle sue tangibili testimonianze artistiche e culturali era riuscito a sopravvivere, si smembra e scompare attraverso infinite, spesso insospettabili vie. * * * Di un tanto cospicuo, quanto tra vagliato patrimonio librario ancor oggi è possibile reperire, sia pure solo dopo casuali ritrovamenti o lunghe e pazienti indagini, le «reliquie» che anzi, grazie ai contributi di vari studiosi ed alle mie personali ricerche, si rivelano sempre più numerose, al punto da esigere uno studio specifico che le classifichi, le descriva e le inserisca in un discorso organico, in modo da aggiornare, correggere e precisare ciò che sull'argomento è già stato detto dal più volte citato Lasinio: come ho accennato, è appunto quello che sto facendo e che conto di pubblicare al più presto." Qui voglio soffermarmi solo su tre dei tanti codici ancora superstiti della biblioteca di Settimo (come indicano, tra l'altro, precise note di possesso)," eccezionali per la ricchezza, la quantità ed il contenuto iconografico del loro apparato illustrativo. Si tratta di tre graduali «de tempore» propriamente detti, contenenti cioè i brani da cantarsi durante le messe feriali, e festive (introiti, graduali, alleluia o «tractus », offertori e communi) del ciclo annuale liturgico temporale. Essi, ora presso il monastero di Santa Croce in Gerusalemme a Roma con le segnature A, B e C, sono stati rintracciati e ripetutamente segnalati da C. Bertelli," ma solo di sfuggita: lo studioso, infatti, ha sempre concentrato quasi tutta la sua attenzione su un quarto manoscritto, il graduale «de sanctis» D, che completa il • 16 Obtre quarsto è :oalpitato di dure fin qui, amticdpo soltanto che integrando e correggendo quanto scrrtto da'l Lasìnìo, attraverso iUlll'all'lllPUabibildogr'ad1a e rìcerche codici IpeirsonalJi SIUmateriale datt9.lbi,lJiima l'VlIliI ed inedìto til XV ho potUJto quasi secolo sacuramenre raddoppiare ill numero dei provenierutd da Badia a Settimo 'ed ora dìspersì tra Frrenze (Archivio di Steto, Bibldoteca Laurenzìama, BiJb1iiotelca Nazionale. Ospedale degdi dmnocenti), Pavìa (Bìbldoteca Umìversitaria) e Rom'31 (B~bliolteche Nazìonade, di Santa Croce in Gerusalemme e Vaticana) per un .totalle di 431 Ad essi sono da aiggiungere 8 vcèumì dello stesso periodo, di incenta, ma IProbalbille, provenìenza settimiana, nomehè aètri 22, di cui alcuni anche a stampa, compresi invece tra ~l XViI ed il XVH[ secolo. "7 Esistono esplucìte note di possesso, sia pure in Igrafia pituttosto tarda, sul recto della prìma carta dii eìascun 'graduale (
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viene soppresso nell'intera Toscana e tutto ciò che delle sue tangibili<br />
testimonianze artistiche e culturali era riuscito a sopravvivere, si smembra<br />
e scompare attraverso infinite, spesso insospettabili vie.<br />
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Di un tanto cospicuo, quanto tra vagliato patrimonio librario ancor<br />
oggi è possibile reperire, sia pure solo dopo casuali ritrovamenti o lunghe<br />
e pazienti indagini, le «reliquie» che anzi, grazie ai contributi di<br />
vari studiosi ed alle mie personali ricerche, si rivelano sempre più numerose,<br />
al punto da esigere uno studio specifico che le classifichi, le<br />
descriva e le inserisca in un discorso organico, in modo da aggiornare,<br />
correggere e precisare ciò che sull'argomento è già stato detto dal più<br />
volte citato Lasinio: come ho accennato, è appunto quello che sto facendo<br />
e che conto di pubblicare al più presto." Qui voglio soffermarmi<br />
solo su tre dei tanti codici ancora superstiti della biblioteca di Settimo<br />
(come indicano, tra l'altro, precise note di possesso)," eccezionali per la<br />
ricchezza, la quantità ed il contenuto iconografico del loro apparato illustrativo.<br />
Si tratta di tre graduali «de tempore» propriamente detti,<br />
contenenti cioè i brani da cantarsi durante le messe feriali, e festive<br />
(introiti, graduali, alleluia o «tractus », offertori e communi) del ciclo annuale<br />
liturgico temporale. Essi, ora presso il monastero di Santa Croce<br />
in Gerusalemme a Roma con le segnature A, B e C, sono stati rintracciati<br />
e ripetutamente segnalati da C. Bertelli," ma solo di sfuggita: lo<br />
studioso, infatti, ha sempre concentrato quasi tutta la sua attenzione<br />
su un quarto manoscritto, il graduale «de sanctis» D, che completa il<br />
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16 Obtre quarsto è :oalpitato di dure fin qui, amticdpo soltanto che integrando<br />
e correggendo quanto scrrtto da'l Lasìnìo, attraverso iUlll'all'lllPUabibildogr'ad1a e rìcerche<br />
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IpeirsonalJi SIUmateriale<br />
datt9.lbi,lJiima l'VlIliI ed<br />
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ho potUJto quasi<br />
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raddoppiare ill numero dei<br />
provenierutd da Badia a<br />
Settimo 'ed ora dìspersì tra Frrenze (Archivio di Steto, Bibldoteca Laurenzìama,<br />
BiJb1iiotelca Nazionale. Ospedale degdi dmnocenti), Pavìa (Bìbldoteca Umìversitaria)<br />
e Rom'31 (B~bliolteche Nazìonade, di Santa Croce in Gerusalemme e Vaticana) per<br />
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ma IProbalbille, provenìenza settimiana, nomehè aètri 22, di cui alcuni anche<br />
a stampa, compresi invece tra ~l XViI ed il XVH[ secolo.<br />
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