Leggi - I Cistercensi
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se, che da nove anni collaborano in attività spirituali, culturali e caritative<br />
nell' ambito fiorentino. Esperienza nuova nell' ambito del monachesimo<br />
cistercense, ma che fino ad ora ha portato frutti notevoli nel sensibilizzare<br />
gli uomini di oggi ai lavori spirituali di cui una comunità monastica e<br />
un gruppo di laici sono portatori.<br />
La mostra avrebbe dovuto chiudere i battenti il 31 gennaio scorso,<br />
ma dato l'interesse che la mostra stessa ha suscitato in moltissimi visitatori<br />
gli organizzatori (Amici e Monaci) hanno creduto opportuno prolungare<br />
l'apertura fino a tutto febbraio. Per venire incontro all' interesse riscosso<br />
è stata programmata una giornata di studi cistercensi, fissata il<br />
24 febbraio; questa giornata è stata articolata sui seguenti temi; Architettura<br />
cistercense in Italia ed in Toscana; Le arti minori tra i <strong>Cistercensi</strong>;<br />
I cantieri e le scuole artistiche, dei cistercensi; La grangia tra architettura<br />
ed economia.<br />
L'Architettura è certamente il manifesto più eloquente ed appariscente<br />
della plurisecolare storia del monachesimo cistercense. La mostra<br />
ha inteso, attraverso pannelli fotografici, grafici e didascalici intelligentemente<br />
articolati, illustrare la nascita, lo sviluppo e il diffondersi di questo<br />
peculiare stile architettonico che si colloca prepotentemente in quel<br />
particolare momento di passaggio dall' architettura romanica a quella gotica.<br />
Architettura nata in Francia, ma trapiantata in tutta Europa attraverso<br />
il filtro delle tradizioni locali che caratterizzano così l'architettura<br />
cistercense in un ricco mosaico dalla comune matrice borgognona. L'architettura<br />
cistercense non è solo espressione artistica, ma anche espressione<br />
di una vitalità, razionalità e povertà di cui i monaci bianchi [ul'Ono,<br />
lungo i secoli, severi portatori.<br />
La Mostra nella parte fotografica si è sviluppata in tre settori chiaramente<br />
distinti: il primo, partendo dalla comune matrice benedettina,<br />
attraverso le necessarie ed ovvie differenziazioni di urbanistica e di tipologia<br />
di sito, ha inteso ricostruire in tutte le sue componenti logistiche<br />
e distributive una abbazia cistercense secondo una pianta tipica che<br />
vien riproposta ogni volta che si inizia didascalicamente un discorso specifico<br />
su un locale monastico diverso. Per la ricostruzione dell'intero<br />
complesso ci si è serviti di riproduzioni fotografiche di abbazie sparse<br />
prevalentemente fuori dell' Italia. Il secondo settore, dedicato all' espansione<br />
dei cistercensi in Italia, ha presentato una serie notevole di insediamenti<br />
cistercensi in territorio italiano che abbraccia tutto il suolo italiano<br />
da Staffarda a Fiastra, da Chiaravalle Milanese a Chiaravalle della Colomba,<br />
dalle Tre Fontane a Casamari, da Fossanova a Capuabbas, da<br />
Valvisciolo a Santo Spirito di Agrigento. Il terzo settore ha esposto foto