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PREFAZIONE<br />

E' proprio un errore che i <strong>di</strong>aletti <strong>di</strong> origine vengano<br />

seppelliti nel bagaglio dei ricor<strong>di</strong>, col rischio verosimile<br />

della loro graduale scomparsa.<br />

Eppure il <strong>di</strong>aletto rappresenta la lingua del cuore, la<br />

lingua della famiglia, quella che ci fa sentire a casa<br />

nostra, fra gente come noi; una lingua che è<br />

indubbiamente colorita, dalle molteplici sfumature,<br />

comunicativa, spesso geniale.<br />

Com' è facile oggi rilevare, i giovani e i meno giovani,<br />

oltre a parlare un linguaggio imbastar<strong>di</strong>to dall' inglese<br />

e neologismi vari, incerto, infarcito da una serie <strong>di</strong><br />

inutili e insignificanti intercalari buttati<br />

ripetitivamente qua e là nel <strong>di</strong>scorso, come<br />

, , , ,<br />

1


, e tutto il resto, usano abitualmente un<br />

lessico commisto tra il <strong>di</strong>aletto e l' italiano, cioè una<br />

specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>aletto "italianizzato" o un italiano<br />

"<strong>di</strong>alettizzato".<br />

Il risultato che inevitabilmente ne deriva è che però in<br />

tal modo si incomincia a perdere progressivamente la<br />

cognizione del vernacolo del proprio paese, perchè bene<br />

o male la lingua italiana a scuola si stu<strong>di</strong>a sempre.<br />

Occorre invece consolidare e <strong>di</strong>ffondere il<br />

convincimento che i <strong>di</strong>aletti siano conservati e protetti,<br />

se non richiedono il prezzo <strong>di</strong> non far correttamente<br />

conoscere l' italiano che rimane comunque la lingua<br />

che ci identifica tutti, l' i<strong>di</strong>oma nazionale.<br />

Naturalmente sono gli anziani i più fedeli custo<strong>di</strong><br />

della cosìddetta , e proprio a<br />

loro spetterebbe promuoverne la sopravvivenza.<br />

2


Queste sono le considerazioni che hanno originato l'<br />

idea del presente "glossario <strong>di</strong>alettale <strong>catanese</strong>", che<br />

si vorrebbe anche proporre come un amorevole omaggio<br />

alla propria città da parte <strong>di</strong> un nostalgico<br />

sentimentale.<br />

Trattasi <strong>di</strong> una breve raccolta <strong>di</strong> alcuni termini gergali<br />

e arcaici alfabeticamente elencati, unitamente a delle<br />

voci e locuzioni dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re più comunemente<br />

usati, visto peraltro che all' argomento nonostante la<br />

sicura e senz' altro migliore conoscenza della materia<br />

da parte <strong>di</strong> illustri conterranei non è stato forse<br />

de<strong>di</strong>cato uno spazio più ampio.<br />

Ovviamente non si ha la benchè minima presunzione<br />

<strong>di</strong> avere con ciò offerto un lavoro che possa avere i<br />

caratteri della completezza, ma semplicemente una<br />

<strong>di</strong> quello che non senza un certo<br />

3


sforzo mnemonico e <strong>di</strong> paziente ricerca si è stati in<br />

grado <strong>di</strong> presentare.<br />

Se poi ci fossero degli altri che volessero in seguito<br />

apportare integrazioni e approfon<strong>di</strong>menti, ci<br />

considereremmo per questo gratificati quanto meno<br />

per il merito <strong>di</strong> essere serviti da stimolo.<br />

Una precisazione, ancora.<br />

Locuzioni e vocaboli in<strong>di</strong>cati sono esclusivamente<br />

quelli che rientrano nel caratteristico frasario della<br />

città etnea; non sono stati invece considerati quelli che<br />

sebbene facciano parte del parlare <strong>catanese</strong> vengono<br />

similmente usati in altre località della provincia e<br />

nella regione, (altrimenti avremmo avuto<br />

contrariamente ai nostri inten<strong>di</strong>menti una sorta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>zionario siciliano). Ed inoltre, che la selezione<br />

terminologica effettuata - compatibilmente sempre<br />

con la memoria - è stata limitata solo a quelle forme<br />

4


che a nostro giu<strong>di</strong>zio sembrano mostrare maggiori<br />

probabilità <strong>di</strong> estinzione.<br />

Ci si voglia alla fine scusare per non aver saputo<br />

resistere alla tentazione <strong>di</strong> avere incluso delle<br />

citazioni scurrìli, dal momento che non è certamente<br />

da escludersi la loro pur sempre intima appartenenza<br />

al nostro patrimonio culturale popolare.<br />

Segue, in appen<strong>di</strong>ce, un piccolo curiosario.<br />

NOTE - Le voci sono sviluppate principalmente<br />

secondo la definizione del loro significato comune, con i<br />

sinonimi e le varie accezioni figurate ed estensive; per<br />

talune <strong>di</strong> esse sono stati anche in<strong>di</strong>cati la probabile<br />

provenienza etimologica e qualche riferimento storico.<br />

In linea <strong>di</strong> massima si è seguito il criterio <strong>di</strong> scriverle<br />

secondo la pronuncia <strong>catanese</strong>, cioè con l' elisione della<br />

lettera r quando questa precede le consonanti d, m, p,<br />

5


t, v e raddoppiando quest' ultime. Per es. caioddu,<br />

invece <strong>di</strong> caiordu - cuttigghiu, invece <strong>di</strong> curtigghiu - ecc.<br />

Analogamente, altre voci figurano con le consonanti<br />

doppie iniziali perchè nella pronuncia viene<br />

solitamente rafforzata la prima sillaba; per es. 'lliccu,<br />

'nnuzzinteddu, 'mmiscari, 'rraggia, 'ddumanneri, ecc.<br />

6


ant. = antico<br />

avvers. = avversativo<br />

comp. = composto<br />

cong. = congiunzione<br />

deriv. = derivazione<br />

<strong>di</strong>al. = <strong>di</strong>alettale<br />

Abbreviazioni usate<br />

esclam. = esclamazione, esclamativo<br />

est. = per estensione, estensivo<br />

fig. = figurato, figuratamente<br />

franc. = francese<br />

gr. = greco<br />

inter. = interiezione<br />

interc. = intercalare<br />

lat. = latino<br />

lett. = letterale, letteralmente<br />

locuz. = locuzione<br />

7


mar. = marinaro<br />

pop. = popolare, popolarmente<br />

prec. = preceduto (il termine)<br />

prep. = preposizione<br />

raff. = rafforzativo<br />

rif. = riferito, con riferimento<br />

rifl. = riflessivo<br />

scurr. = scurrìle<br />

sic. = siciliano (<strong>di</strong>aletto)<br />

sim. = simili<br />

spagn. = spagnolo<br />

spreg. = spregiativo, spregiativamente<br />

us. = usato<br />

v. = verbo<br />

vc. = voce<br />

ved. = ve<strong>di</strong>, confronta<br />

volg. = volgare, volgarmente<br />

8


A<br />

abbabbanutu - (da babbèo - sic. babbu) - istupi<strong>di</strong>to -<br />

intontito - rimminchionito -<br />

abbagnari - intingere - inzuppare; donde l'<br />

espressione comune "abbagnari u pani" o solo<br />

"abbagnari" come <strong>di</strong>re dar corda, o spago - cioè,<br />

ammiccare, assecondare con ipocrisia, falsamente; ed<br />

ancora, "abbagnari u pizzu" per significare:<br />

intrufolarsi vantaggiosamente in un affare -<br />

partecipare ad un guadagno più o meno lecito - e sim. -<br />

abballari - (da ballare) - oltre il significato proprio, in<br />

fig. vuol <strong>di</strong>re rallegrarsi - accontentarsi; il termine è<br />

usato anche nella espressione "abballari 'nta panza",<br />

(lett. ballare sulla pancia), per significare, malmenare<br />

- conciar male - picchiare <strong>di</strong> santa ragione -<br />

9


abbampari - ( da avvampare) - bruciare - scottare -<br />

produrre bruciore -<br />

abbarruari- imbarazzare, <strong>di</strong>sorientare, confondere - v.<br />

us. anche nella forma rifl. -<br />

abbasatu - misurato, giu<strong>di</strong>zioso, assennato,<br />

equilibrato -<br />

abbassamatu - imbalsamato - lento - che dorme all'<br />

impie<strong>di</strong> -<br />

abbentu - pace - riposo - calma - quiete -<br />

abbiari - buttare - gettare - est. scaraventare -<br />

introdurre con forza - nella forma rifl. è generalmente<br />

usato nella espressione "abbiàrisi annicchia", per <strong>di</strong>re<br />

andare a fare un pisolino -<br />

abbrancicari - abbrancare - avvinghiare -<br />

arrampicare; al rifl. inerpicarsi - aggrapparsi -<br />

appigliarsi con forza -<br />

10


abbruvisciri - risuscitare - fig. risorgere - riprendersi<br />

nel fisico -<br />

abbuattari - imbottigliare - inscatolare - o anche<br />

rimanere imbottigliato; è frequente l' espressione "fatti<br />

'mbuattari" che è un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> scherno,<br />

<strong>di</strong>fficilmente traducibile, che potrebbe tuttavia voler<br />

significare <br />

e sim. -<br />

abbuccari - pendere - versare - cadere - tracollare -<br />

abbuddari - immergere nell' acqua - est. ammaccare -<br />

abbudduni - si <strong>di</strong>ce quando si spinge a forza qualcuno<br />

sott' acqua - ed est. ammaccatura.su superfici<br />

metalliche -<br />

abbuscicari - ( da vescica) - fig. gonfiare <strong>di</strong> botte -<br />

abbuscicatu - con la faccia rigonfia -<br />

abbutari - socchiudere - chiudere non completamente -<br />

11


abbuzzari - sopportare pazientemente, senza reagire;<br />

volg. significa anche fornicare, us. pure al rifl.<br />

“abbuzzarisi” -<br />

accalari - chinare - piegare in basso - fig. nella forma<br />

rifl. vuol <strong>di</strong>re abbassarsi - umiliarsi -<br />

acchettu – ochiello, asola; fig. sta anche ad in<strong>di</strong>care<br />

un lieve segno <strong>di</strong> ferita o ecchimosi sul volto -<br />

acchiappari - oltre che col significato proprio <strong>di</strong><br />

acchiappare, nella forma rifl. sta per litigare, o anche<br />

venire alle mani -<br />

acchiappuni - (da acchiappare) - fig.una sorta <strong>di</strong> play<br />

boy, (cd. da strapazzo) -<br />

acciuncari - rendere storpio - o anche prendere una<br />

storta -<br />

accucchiari - raggranellare - racimolare - la vc. è nell'<br />

espressione <strong>di</strong> uso comune, "accucchiari na mala<br />

cumparsa", che vuol <strong>di</strong>re far brutta figura -<br />

12


accuffulari - us. generalmente nella forma rifl. per<br />

significare sedersi comodamente - starsene in pigro<br />

riposo -<br />

accupari - soffocare - est. sentirsi oppresso,<br />

angosciato - fig. morire dal caldo -<br />

accutturatu - scotto - fig. febbricitante, accalorato per<br />

la febbre -<br />

accuzzatura, o accuzzu - sta per accorciatura,<br />

scorciatoia; donde le espressioni derivate come "iri<br />

accuzzu", oppure "accùzzala!", per <strong>di</strong>re stringere i<br />

tempi, semplificare, tagliar corto, falla breve! , e sim. -<br />

'a comu - esclam.- come no!! -<br />

addannari - <strong>di</strong>sperare - tormentare - us. anche nella<br />

forma rifl. per angustiarsi, affliggersi, e sim.-<br />

addevu - (lett. allevo, vc. del verbo allevare) - lattante<br />

ad<strong>di</strong>ccari - viziare - assecondare - far prendere cattive<br />

abitu<strong>di</strong>ni; nella forma rifl. vuol <strong>di</strong>re prendervi gusto,<br />

13


<strong>di</strong>venire sempre più esigente, pretendere ancora; - us.<br />

pure nella forma rifl. “ad<strong>di</strong>ccarisi” -<br />

ad<strong>di</strong>ccu - fig. si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> cosa che suscita interesse,<br />

assai piacevole e gra<strong>di</strong>ta - l' espressione "dari<br />

ad<strong>di</strong>ccu", è come <strong>di</strong>re dare il miele, assecondare ogni<br />

desiderio, abituar male, e sim. -<br />

ad<strong>di</strong>murari - (da <strong>di</strong>morare) - ritardare - trattenersi<br />

più o meno durevolmente in un luogo -<br />

addrizzari - raddrizzare - fig. filare - muoversi<br />

spe<strong>di</strong>tamente - incamminarsi con rapi<strong>di</strong>tà -<br />

addubbari - (forse dal latino ad abundantiam) -<br />

colmare, dare in abbondanza; nella forma rifl. sta per<br />

abbuffarsi - riempirsi esageratamente - mangiare a<br />

sazietà -<br />

addunari - scorgere, riuscire a vedere; rifl. accorgersi -<br />

e per est. cercare - frugare, e sim. -<br />

14


affaratu - arrossato dal sole, o leggermente<br />

abbronzato - est. affumicato, o anche bruciacchiato -<br />

affiziu - (da ufficio) - us. in senso fig. per incarico -<br />

incombenza - impegno gravoso, e sim. -<br />

affuddari - (v. rifl.) - accalcarsi - est. - precipitarsi -<br />

recarsi in gran fretta -<br />

aggattari - ammutolire; us. anche nella forma rifl. per<br />

voler <strong>di</strong>re non ribattere - subire passivamente, senza<br />

reagire -<br />

agghicari - giungere - arrivare -<br />

agghiri - verso là - nei pressi -<br />

aggigghiari - gelare - agghiacciare - sentir freddo -<br />

aggiuccari - (rifl.) - appollaiarsi - accovacciarsi - fig.<br />

andare a dormire -<br />

agnutticari - piegare -<br />

aiutari - oltre al significato proprio <strong>di</strong> aiutare, nella<br />

forma rifl. sta per sbrigarsi, spicciarsi, e sim.-<br />

15


allaccaratu - abbattuto - senza forze -<br />

allammicari - (rifl.) - arrovellarsi - lambiccarsi il<br />

cervello -<br />

a' llammìcu - (da alambicco) - a goccia a goccia - est.<br />

sta ad in<strong>di</strong>care luce fioca, debole -<br />

allampari - (da lampo) - rimanere fulminati - fig.<br />

restare a bocca aperta -<br />

allanzari - aggre<strong>di</strong>re violentemente - rifl. avventarsi -<br />

allascari - (dalla voce mar. lasco - non teso) - allargare<br />

- allentare -<br />

alleggiu - (da leggero) - adagio - piano -<br />

allianarisi - giocherellare, cincischiare; o anche gioire,<br />

rallegrarsi per qualcosa, gongolare, e sim.-<br />

allicchittatu - agghindato - azzimato - elegante nel<br />

vestire -<br />

16


alliffìari. - adulare - blan<strong>di</strong>re - fare ruffianerie; la vc.<br />

è usata anche nella forma rifl. con lo stesso significato-<br />

allimari - (da limare) - affilare - rendere tagliente -<br />

allìnchiri - riempire; rifl. riempirsi - est. colmare -<br />

allippari - affibbiare - appioppare - ben assestare - ed<br />

anche avvinghiare - rifl. attaccarsi - abbarbicarsi -<br />

alluciari - (da luce) - abbagliare - in senso fig. ed est.<br />

per significare, rimanere meravigliato - restare<br />

abbagliato o straor<strong>di</strong>nariamente colpito -<br />

alluddari - (da lordare) - sporcare - insozzare - rifl.<br />

insu<strong>di</strong>ciarsi -<br />

allupatu - (da lupo) - fig. che ha fame da lupo - che<br />

mangia molto, con ingor<strong>di</strong>gia -<br />

alluppiari - (verbo rifl., da oppio) - fig. addormentarsi<br />

saporitamente, come un ghiro -<br />

alluzzari - sbirciare - scorgere da lontano -<br />

17


ammacchiari - (rifl. lett. macchiarsi) - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

cosa che si è sciupata o danneggiata gravemente, o<br />

anche <strong>di</strong> una persona che ha perso la reputazione, la<br />

<strong>di</strong>gnità -<br />

ammaciari - avvizzire - fig. perdere la freschezza -<br />

ammaraggiari - (da amareggiare) - affliggere,<br />

addolorare - rifl. crucciarsi; est. soffrire le vertigini, il<br />

mal <strong>di</strong> mare, i vuoti d' aria -<br />

ammàtula - inutilmente - invano; da cui la locuz.<br />

"long' ammàtula", per in<strong>di</strong>care una persona <strong>di</strong> statura<br />

alta ma <strong>di</strong> cervello corto -<br />

ammàttiri - capitare - accadere - donde la locuz. "unni<br />

(o comu) ammatti ammatti" , per <strong>di</strong>re dove capita, o<br />

come capita - (ved. anche per similitu<strong>di</strong>ne “unni<br />

'mmisca 'mmisca”) -<br />

ammeri - verso - in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> - alla volta <strong>di</strong> -<br />

18


ammiscari - mischiare - est. contagiare - fig.<br />

appioppare - assestare -<br />

ammizzigghiari - vezzeggiare, ed est. anche viziare;<br />

pure rifl -<br />

ammuàrru - (dal franc. armoere) - arma<strong>di</strong>o -<br />

ammuccalapuni - istupi<strong>di</strong>to, intontito, o che sta a<br />

bocca aperta -<br />

ammuccari - imboccare - ingoiare - fig. imbeccare -<br />

bersela - credere alle lusinghe - illudersi facilmente -<br />

ammucciari - nascondere -<br />

ammucciuni - <strong>di</strong> nascosto - all' insaputa -<br />

ammuccu - invito o incoraggiamento spesso<br />

ingannevole e insi<strong>di</strong>oso, donde la locuz. "dari<br />

ammuccu", per <strong>di</strong>re


ammunziddari - ammonticchiare - fig. mettere alla<br />

rinfusa -<br />

a'mprìsa - impresa - us. anche come locuz. avverbiale,<br />

per <strong>di</strong>re: "vuoi scommettere che.." - "vuoi vedere che..." -<br />

annacari - (dal sic. “naca”, che è la culla) - cullare;<br />

nella forma rifl. cullarsi - dondolarsi - il termine è<br />

pure usato in senso fig. come incitamento a darsi da<br />

fare - muoversi - fare presto -<br />

annicchia - un poco - un tantino -<br />

annigghiari - fig. sovrabbondare, sovraccaricare,<br />

esagerare .-<br />

anniricatu - scuro <strong>di</strong> carnagione -<br />

annunca - (dal lat. ex nunc) - usato sia come<br />

intercalare sia come interiezione - ed anche col<br />

significato <strong>di</strong> altrimenti -<br />

20


antica - fig. il termine è usato per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una donna<br />

dal passato burrascoso e abbastanza nota, una<br />

veterana <strong>di</strong> vita vissuta -<br />

antrasatta - all' improvviso - tutto a un tratto -<br />

a 'ora - esclam. - davvero...!! -<br />

appaciari - pareggiare i conti -<br />

apparari - apprestarsi a ricevere qualcosa - tendere -<br />

appigghiari - rapprendere, rappigliarsi -<br />

appilari - essere assetati - sentire un forte desiderio<br />

<strong>di</strong> bere - fig. sentirsi la gola arida, riarsa -<br />

appinnicari - (da pennichella) - rifl. sta per<br />

appisolarsi - fare un pisolino -<br />

appinninu - a pendìo, a capo in giù -<br />

appiricari - solitamente si <strong>di</strong>ce per significare,<br />

toccare con i pie<strong>di</strong> il fondo del mare o fig. arrivarci -<br />

raggiungere lo scopo -<br />

21


appittari - (rifl. da impettirsi) - us. col significato <strong>di</strong><br />

attaccar briga - misurarsi -<br />

appizzari - appendere - est. guastare - rovinare - fig.<br />

rimetterci; la vc. è pure usata nella espressione<br />

comune "appizzari appresso", col significato <strong>di</strong> correre<br />

<strong>di</strong>etro - seguire da presso -<br />

appuntiddari - puntellare - appoggiare - fig. il<br />

termine è pure usato con significato scurrìle -<br />

appuzzari - (rifl.) - la vc. è usata nella espressione<br />

corrente, come ad esempio "appuzzarisi 'nta<br />

buttigghia", a voler significare incollarsi alla bottiglia -<br />

appuzzuni - a capo fitto -<br />

a quannu a quannu - esclam. avverbiale, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

traduzione (comunque assimilabile alla locuz. "<strong>di</strong><br />

quando in quando"), usata generalmente per<br />

esprimere <strong>di</strong>sappunto -<br />

aranciu <strong>di</strong> mari - granchio -<br />

22


armari - us. in senso fig. - avviare un' attività,<br />

intraprendere, fare - la voce è anche usata nella<br />

espressione "armari a farsa", per significare, scherzare<br />

- far ridere - buffoneggiare, ecc. -<br />

arraggiari - provare rabbia - incollerirsi - fig. sta per<br />

desiderare intensamente - bramare -<br />

arrantu - rasente - molto frequente è il raff. "arrantu-<br />

arrantu" -<br />

arrassari - scostare, spostare, scansare, allontanare, e<br />

al rifl. ”arrassarisi”, con uguale significato -<br />

arribbuddari - (rifl.) - tirarsi in<strong>di</strong>etro - ritirarsi -<br />

<strong>di</strong>chiarare forfait -<br />

arriciatatu - (da “arriciatari”) - che ha la voce roca per<br />

rauce<strong>di</strong>ne, infreddatura o altro -<br />

arricògghiri - raccogliere - fig. rincasare -<br />

arricupigghiari - (rifl.) - riprendersi - ricuperare -<br />

rimontare uno svantaggio -<br />

23


arrifardari - (rifl.) - rimangiarsi ciò che si è detto<br />

prima, o non rispettare un impegno - est. anche<br />

tra<strong>di</strong>re-<br />

arrifriscari - rinfrescare - in senso fig. godere per<br />

qualcosa - provare refrigerio; talvolta il termine è<br />

usato eufimisticamente per <strong>di</strong>re passare a miglior<br />

vita -<br />

arrifuliari - (rifl.) - cercare <strong>di</strong> ingraziarsi qualcuno o <strong>di</strong><br />

ottenere favori con subdole adulazioni - arruffianarsi -<br />

arriminari - rimestare - fig. nella forma rifl. significa<br />

anche darsi da fare, attivarsi, e sim. - -<br />

arrinèsciri - riuscire in qualcosa - trovare la<br />

soluzione-<br />

arripuddutu - villano rifatto - parvenù -<br />

arrisuttari - risultare - fig. il termine è usato anche<br />

come locuz. per <strong>di</strong>re fare una figura barbina, o<br />

meschina-<br />

24


arrizzittari - sistemare - or<strong>di</strong>nare - fig. nella forma<br />

rifl. sta per calmarsi - quietarsi -<br />

arrizzuliari - (rifl.) - ruzzolare - cadere rotolando -<br />

arruffàrisi - turbarsi, risentirsi, offendersi,<br />

adombrarsi -<br />

arrunghiari - aggrinzare, rimpicciolire - in senso fig.<br />

al rifl. sta per ritirarsi -<br />

arrunzari - lavorare con molta superficialità,<br />

negligentemente, con trascuratezza -<br />

arrusbigghiari - svegliare; fig. scaltrirsi - rendersi<br />

attento, vigile-<br />

arucatu - educato - compìto - cortese -<br />

assaiari - assalire, aggre<strong>di</strong>re, attaccare -<br />

assantumari - stor<strong>di</strong>re - rimanere esanime - svenire -<br />

assapparatu - infra<strong>di</strong>ciato - inzuppato dalla pioggia -<br />

assuppari - assorbire - fig. subìre - tollerare dei<br />

soprusi, e sim. -<br />

25


assuppaviddanu - (vc. comp., lett. assorbi villano) -<br />

locuz. per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una pioggerellina che vien giù<br />

incessantemente (tale però da non costringere il<br />

conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> lavorare) -<br />

attagghiu - accanto -<br />

attìa - (lett. a te) - us. per richiamare l' attenzione <strong>di</strong><br />

qualcuno, come <strong>di</strong>re " èhi tu! " -<br />

attirantari - stirare - fig. intirizzire -<br />

attisari - rendere teso - rizzare - tendere - la vc. è<br />

usata anche nella locuz. "attisari a 'ricchi", che è come<br />

<strong>di</strong>re, - stare ben a sentire, drizzare le orecchie, porgere<br />

la massima attenzione -<br />

attraccari - us. nel significato proprio <strong>di</strong> attraccare, ed<br />

in senso fig. per <strong>di</strong>re conquistare una donna -<br />

attrantuliari - fig. tirare le cuoia -<br />

attrassi - somme arretrate -<br />

26


attrunsari - sbigottire - rimanere <strong>di</strong> stucco, a bocca<br />

aperta - fig. la locuz. "attrunsari do friddu", sta a<br />

significare sentire molto freddo - intirizzire - e sim. -<br />

attruppicari - inciampare -<br />

attuccari - (lett. da toccare), spettare, competere,<br />

appartenere per dovere o <strong>di</strong>ritto -<br />

attuppari - giungere all' improvviso,<br />

inaspettatamente-<br />

atturrari - tostare -<br />

auttari - te<strong>di</strong>are - infasti<strong>di</strong>re -<br />

avàia - esclam. <strong>di</strong> <strong>di</strong>sappunto, tipo - "dài!!" -<br />

"smettila" !! - "uffa!! -<br />

avanti va' - inter. assai frequente nel parlare, come a<br />

<strong>di</strong>re - via, orsù, presto, dài, e sim. -<br />

azzampari - afferrare - avventarsi -<br />

azzaru - acciaio -<br />

27


azziccari - conficcare - fig. indovinare esattamente -<br />

cogliere nel segno -<br />

azziccatu - per in<strong>di</strong>care una persona che è ristretta in<br />

un vestito, o per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una cosa in genere piccola,<br />

insufficiente o <strong>di</strong> misura ridotta -<br />

azzizzari - (rifl. da azzimarsi o dall' arabo ,<br />

una principessa del 1600) - agghindarsi - ornarsi con<br />

ricercatezza -<br />

azzolu - è la terra porosa nera dell' Etna -<br />

28


B<br />

babbaleccu - balbuziente -<br />

babbu - (da babbèo) - sciocco - stupido -<br />

baccagghiu - parlata in co<strong>di</strong>ce, in gergo malavitoso -<br />

baccalaru - baccalà; us. anche fig. per persona<br />

stupida, e sim. -<br />

badda - per palla - fig. sta per polpetta avvelenata -<br />

baddascia - (da debosciato) - dal modo <strong>di</strong> vivere<br />

sregolato e vizioso -<br />

ballacchèri - fanfarone, millantatore, spaccone -<br />

ballàttuli - datteri -<br />

bastardu - cavolfiore - figlio illegittimo - fig.usato<br />

anche come epiteto offensivo -<br />

batullu - stupido -<br />

'bbad<strong>di</strong>ari - palleggiare - spingere <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là -<br />

sballottolare - fig. confondere - <strong>di</strong>sorientare -<br />

29


'bbad<strong>di</strong>atu - chiazzato, o arrosato in viso per eritema<br />

solare ecc.<br />

bicichetta - bicicletta -<br />

bilici - è la valigia -<br />

billònia - (dal nome <strong>di</strong> un personaggio popolare del<br />

XIX / XX sec.) - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una donna che indossa abiti<br />

dai colori sgargianti ed esageratamente carica <strong>di</strong><br />

ornamenti vari -<br />

bomboloni – antico confettone <strong>di</strong> zucchero<br />

aromatizzato; (fino a poco tempo ad<strong>di</strong>etro lo si vedeva<br />

ancora nelle bancarelle allestite durante la festa della<br />

Patrona o altre feste rionali -<br />

brigghiu - (da birillo) - us. per lo più come intercalare<br />

volgare -<br />

bruccetta - forchetta -<br />

brunìa - (dall' arabo "barnija") - recipiente <strong>di</strong> vetro -<br />

30


uffa - rana - fig. per <strong>di</strong>re pure <strong>di</strong> una persona<br />

grassoccia, rotondeggiante -<br />

bufffetta - (dal franc. buffett) - sparecchiatavolo a<br />

muro -<br />

'buffuniari - (da buffoneggiare) - fare le boccacce - per<br />

est. e fig. prendere in giro - scherzare - rendere buffi o<br />

beffeggiare, e sim. -<br />

bullittini - notizie - fatti - novità; per est. problemi -<br />

questioni - complicazioni -<br />

bur<strong>di</strong>llini - minutaglie - cose varie e piuttosto inutili -<br />

cianfrusaglie -<br />

bur<strong>di</strong>llusu - pop. casinaro -<br />

burruni - burrone - est. abisso marino - baratro -<br />

precipizio -<br />

31


C<br />

cacanaca - (caca culla) - fig. sta ad in<strong>di</strong>care un<br />

moccioso che si atteggia ad adulto, o genericamente in<br />

senso spreg. come allusione ad una persona immatura<br />

e <strong>di</strong> poco valore -<br />

cacaticchiu - ghingheri - us. in senso ironico nella<br />

locuz. mettersi o sentirsi in come a<br />

<strong>di</strong>re, vestirsi in maniera ricercata, o fig. sentirsi anche<br />

elegante ed importante -<br />

caccagnìari - (da calcagno) - us. in senso fig. per<br />

pestare a sangue, ridurre a mal partito -<br />

caccagnòla - sono i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> porco bolliti che assieme<br />

ai mussi costituiscono un piatto prelibato popolare -<br />

caccagnòlu - una persona dal fisico non proprio<br />

aitante -<br />

caddozzu - rocchio <strong>di</strong> salsiccia -<br />

32


cafariari - tarlare - est. vuol <strong>di</strong>re sentire un dolore<br />

pungente, o un bruciore intenso -<br />

cagnolu - la mensola in pietra posta sotto i balconi<br />

delle antiche costruzioni -<br />

caìcco - (era una piccola imbarcazione turca dell'<br />

epoca me<strong>di</strong>evale) - il termine è però usato in senso<br />

spreg. o scherzoso come epiteto senza alcun significato<br />

specifico -<br />

caiella - la coda del frac; - in senso fig. si usa l'<br />

epressione "sistimarisi a caiella", per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

persona che si è ben sistemata economicamente, che<br />

ha raggiunto un certo benessere, già arrivata -<br />

caioddu - sporco - mal tenuto - fig. fannullone -<br />

scansafatiche -<br />

calàttuli - carattere - indole - il modo <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> una<br />

persona -<br />

33


càlia - (dall' arabo "qalà") - ceci tostati - la locuz. "fari<br />

calia" oppure "caliari a scola" significa marinare la<br />

scuola -<br />

callà - un frego fatto col gesso sugli abiti <strong>di</strong> una<br />

persona; usato in genere durante gli scherzi <strong>di</strong><br />

carnevale -<br />

camiddu - (lett.cammello) – us. fig. e in senso spreg.<br />

per in<strong>di</strong>care una persona <strong>di</strong> statura piuttosto alta e<br />

ingobbita -<br />

càmula - (dall' arabo "qamla") - tarlo -<br />

camuliari - rodere - tarlare -<br />

canigghiola - è la forfora dei capelli; significa anche il<br />

mangime per gli uccelli -<br />

cannalora - (da candela, o da candelora che è una<br />

festa cattolica) - per antonomasia, è il fercolo <strong>di</strong> S.<br />

Agata portato in processione durante i festeggiamenti,<br />

34


ma può voler <strong>di</strong>re genericamente anche l' impalcatura<br />

che sostiene la statua <strong>di</strong> qualsiasi altro santo -<br />

cannaluvari - persona sciocca, <strong>di</strong> poco senno - est.<br />

senza personalità -<br />

cannarini - collo o gola in genere -<br />

cannarozza - faringe -<br />

cannarozzu - esofago - (cannarozzu fàusu = trachea) -<br />

cannaruzzuni - grossi maccheroni <strong>di</strong> pasta (cucinati<br />

per tra<strong>di</strong>zione a carnevale); - fig. un uomo stupido -<br />

cantarano - arma<strong>di</strong>o - us. anche fig. per in<strong>di</strong>care una<br />

persona tozza -<br />

capizzu - capezzale -<br />

cappata - impiastro - fig. persona seccante e noiosa -<br />

est. persona pigra, restìa a muoversi, senza vivacità,<br />

spenta, e sim.<br />

35


capuliatu - tritato - donde la locuz. "fari a capuliatu"<br />

per <strong>di</strong>re fig. ridurre in poltiglia, massacrare <strong>di</strong> botte,<br />

pestare a sangue, picchiare <strong>di</strong> santa ragione -<br />

caputa - (lett. capacità, capienza) – us. in senso<br />

ironico e vagamente spreg. nell' espressione “havi 'na<br />

caputa”, per alludere all' ingor<strong>di</strong>gia <strong>di</strong> un mangione -<br />

carammu - profonda insenatura marina - antro del<br />

fondo del mare - fig. pigrizia - debolezza fisica -<br />

mancanza <strong>di</strong> forze -<br />

carcarara - la parlata <strong>di</strong>alettale -<br />

cardacìàri - ( con le voci derivate, cardacìa -<br />

cardaciùsu) - molestare; scocciatura - noioso, seccante -<br />

carina - (da carèna) - è la schiena -<br />

carriari - (da carro) - trasportare - portarsi appresso -<br />

la vc. è anche usata per <strong>di</strong>re, traslocare -<br />

carricari - (da caricare) - fig. aggre<strong>di</strong>re verbalmente -<br />

carusanza - il tempo della giovane età -<br />

36


carusazzu - ragazzone - fig. un adulto piuttosto<br />

immaturo, un bambinone -<br />

caruseddu - salvadenaro -<br />

carusu - ragazzo - giovane d' età -<br />

cascittuni - pigro - est. piuttosto vigliacco -<br />

cassariamento - smarrimento, confusione mentale,<br />

stor<strong>di</strong>mento - est. caos, baraonda -<br />

cassariari - <strong>di</strong>sorientare, confondere; rifl.<br />

imbarazzarsi - est. perdere tempo inutilmente ,<br />

esitare-<br />

cassina - tenda esterna <strong>di</strong> stecche <strong>di</strong> legno avvolgibili<br />

usata per ripararsi dal sole (da non confondersi però<br />

con l' attuale serranda)<br />

cassinaro - l' artigiano che riparava le -<br />

catinazzi do' coddu - corrispondono alle vertebre<br />

cervicali -<br />

cattigghiari - solleticare -<br />

37


cattìgghiu - solletico -<br />

càuci - calcio - pedata -<br />

cazzacatùmmula - capitombolo -<br />

cazzarola - casseruola - est. grossa tazza -<br />

cedda - (da uccello, al femminile) - scurr. - pene -<br />

chiaccu - nodo scorsoio; da qui la locuz. corrente usata<br />

a titolo offensivo, tipo, " 'nchiacchiti!" o "fatti<br />

'nchiaccari!" che è come <strong>di</strong>re, o ; e l' altra in senso fig. lett."se passa l' accalappiacani",<br />

per apostrofare in genere una donna bruttina o<br />

piuttosto ri<strong>di</strong>cola nel vestire (come a <strong>di</strong>rle che se per<br />

ipotesi passasse l' accalappiacani potrebbe<br />

ad<strong>di</strong>rittura essere catturata e portata al canile) -<br />

chianozzu - è la pialla; da qui l' espressione comune<br />

“ci passau u chianozzu”, come allusione in tono<br />

38


denigratorio ad una donna cd. piallata o priva degli<br />

attributi fisici -<br />

chiantari - piantare - conficcare - fig. piantare in asso<br />

- est. assestare - appioppare -<br />

chiattidda - piattola - in senso fig. per alludere ad una<br />

persona noiosa, seccante, insistente, appiccicosa -<br />

chicchimiddu - s' intende quella parte a corona dei<br />

capelli che si forma sulla sommità del capo; si <strong>di</strong>ce<br />

anche per in<strong>di</strong>care genericamente il centro della testa -<br />

chinu - pieno - colmo -<br />

chiummu - piombo - in senso fig. è d' uso l'<br />

espressione " che è <strong>di</strong> chiummu..!!.??", per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

cosa che ha la pesantezza del piombo, o molto pesante<br />

in genere -<br />

ciaccazza - fen<strong>di</strong>tura - crepa - volg. la "ciaccazza del<br />

c.....o " sta ad in<strong>di</strong>care la fen<strong>di</strong>tura verticale delle<br />

natiche -<br />

39


cianchi - fianchi - nella locuz. "vò runa i cianchi", per<br />

<strong>di</strong>re và a farti friggire!!, vai al <strong>di</strong>avolo!! -<br />

ciangiulinu - piagnucoloso -<br />

ciatu - fiato; spesso us. come locuzione esclamativa <strong>di</strong><br />

tono affettuoso, come “ciatu miu” -<br />

cìcara - (spagn. antico, xicara) - chicchera - tazzina -<br />

cìccum - è la ferrovia circumetnea -<br />

ciciulena - sesamo -<br />

ciciuliàri - cicalare -<br />

ciddìari - andare <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là senza mèta,<br />

vagabbondare -<br />

cimid<strong>di</strong>ari - (da cima) - barcollare, vacillare, e sim. -<br />

ciminu - piccolissime palline multicolori <strong>di</strong> zucchero<br />

usate come decorazione sui prodotti dolciari -<br />

ciolla - il jolly delle carte francesi; fig. in senso spreg.<br />

si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una donna che pur non essendocene ragione<br />

sta sempre fuori, che va andando <strong>di</strong> qua e là senza<br />

40


vali<strong>di</strong> motivi, e comunque anche poco seria e forse<br />

<strong>di</strong>sponibile nei confronti dell' altro sesso - scurr., sta<br />

ad in<strong>di</strong>care l' organo genitale maschile -<br />

ciospu - chiosco <strong>di</strong> bibite -<br />

ciriminnacchi - moìne -<br />

cirusu - si <strong>di</strong>ce dell' uovo cucinato alla coque -<br />

citrolu - (da cetriolo) - us. nel significato proprio <strong>di</strong><br />

cetriolo, e fig. per <strong>di</strong>re citrullo, sciocco -<br />

ciusciuni - soffio -<br />

civari - (lett. cibare) - us. in tono affettivo e materno<br />

per imboccare, dar da mangiare, nutrire un neonato -<br />

clàssicu - (da classico, tipico) - us. in senso fig. per <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong> una persona originale, sui generis, particolare,<br />

bizzarro, od anche un tipo faceto, allegro e simpatico -<br />

cocciu - piccolo foruncolo - brufolo; fig. un chicco, un<br />

granello, una piccolissima quantità -<br />

41


coffa - (deriv. dalla voce mar.) - gerla - fig. e spreg. per<br />

in<strong>di</strong>care una donna grossa e informe -<br />

cògghiri - raccogliere, o anche suppurare -<br />

collu - (da collo, come balla o involto <strong>di</strong> merce) - us. fig.<br />

in senso spreg. e con vari significati per alludere ad<br />

una persona che appare ingombrante, pesante, che non<br />

sa muoversi, o dal carattere scialbo, insopportabile,<br />

ecc. -<br />

contraforzu - contro la volontà - forzatamente -<br />

coppa - batoste -<br />

cosca - è la foglia esterna della verdura -<br />

cosu - vc. usata per apostrofare, in tono piuttosto<br />

confidenziale e rozzo, qualcuno del quale non si conosce<br />

il nome, o che non si vuole nominare -<br />

cotu cotu - senza far rumore, pian piano, in punta <strong>di</strong><br />

pie<strong>di</strong> - fig. in sor<strong>di</strong>na, <strong>di</strong> nascosto -<br />

cravunchiu - foruncolo più o meno grosso -<br />

42


criata - serva - domestica -<br />

criatura - creatura - us. spesso come interiezione <strong>di</strong><br />

tono amorevole -<br />

cruruzzu - coccige -<br />

cucca - menagramo -<br />

cucchi - gemelli -<br />

cucìvuli - (da cuocere) - us. come riferimento ad un<br />

soggetto che si può manovrare, duttile, malleabile,<br />

facile a convincersi -<br />

cucuzzuni - (<strong>di</strong>al. cocuzza, zucca) - est. persona con la<br />

testa grossa - fig. spreg. - ottuso, o duro <strong>di</strong><br />

comprendonio -<br />

cuddari - spingersi - giungere lontano; la vc. è usata<br />

nell' espressione come "sa' unni codda!!", che vorrebbe<br />

<strong>di</strong>re - chissà dov' è andato a finire!?, chissà dov' è!? ,<br />

dove è giunto!? -<br />

43


cuddaru - colletto - collare - in senso fig. la locuz.<br />

"cimicia <strong>di</strong> cuddaru", per in<strong>di</strong>care un tipo noioso,<br />

appiccicoso, insistente -<br />

cùddura - (e “cudduredda”) - delle particolari forme <strong>di</strong><br />

pane biscottato a foggia per lo più <strong>di</strong> cesta o <strong>di</strong> altro<br />

formato, con uno o più uova sode all' esterno; una<br />

tra<strong>di</strong>zione delle feste pasquali -<br />

cufinu - grosso paniere - fig. gran quantità -<br />

cugnuntura - congiuntura - occasione favorevole -<br />

circostanza -<br />

culumbrina – (corruzione <strong>di</strong>alettale del nome<br />

Colombina, una maschera della comme<strong>di</strong>a dell' arte<br />

teatrale del XVI sec.), us. fig. per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una donna<br />

civettuala, frivola -<br />

cumèd<strong>di</strong>a - (da comme<strong>di</strong>a) - sceneggiata -<br />

messinscena -<br />

44


cumeta - è l' aquilone, il classico giocattolo infantile-<br />

cummàttiri - (da combattere) - us. in senso fig. col<br />

significato <strong>di</strong> accu<strong>di</strong>re, assistere, badare -<br />

cummogghiu - coperchio; in senso fig. complicità,<br />

copertura -<br />

cummittu - (deriv. convitto) - oltre che nel significato<br />

proprio, si <strong>di</strong>ce per lo più per in<strong>di</strong>care un istituto <strong>di</strong><br />

rieducazione minorile od anche brefotrofio -<br />

cumpuru - cong. avvers. - eppure, non<strong>di</strong>meno -<br />

cunnùciri - (rifl.) - come <strong>di</strong>re menare il can per l' aia,<br />

portare le cose per le lunghe, indugiare senza<br />

concludere-<br />

cunottu - conforto - appoggio - sollievo -<br />

cunsìstiri - us. nel senso <strong>di</strong> – significare, essere, voler<br />

<strong>di</strong>re -<br />

45


cuntrapigghiari - contrastare, contestare, avversare,<br />

litigare, essere in <strong>di</strong>saccordo; verbo usato anche nella<br />

forma riflessiva -<br />

cunuttari - confortare, calmare, consolare, e sim. -<br />

cura - (o curidda) - coda; secondo un' antica credenza<br />

popolare si <strong>di</strong>ceva che avesse la ,<br />

(che doveva essere una sorta <strong>di</strong> accentuata sporgenza<br />

del coccige), chi fosse dotato <strong>di</strong> forza eccezionale e<br />

quin<strong>di</strong> quasi animalesca -<br />

curadduzzu - (lett. piccolo corallo, in rif. al corallo<br />

delle collanine) - piccolissimi <strong>di</strong>tali <strong>di</strong> pasta -<br />

curina - grumolo - gruppo delle foglie centrali <strong>di</strong> un<br />

cespo - la parte più tenera e migliore della verdura o<br />

dell' ortaggio -<br />

currèggiri - oltre che nel significato proprio <strong>di</strong><br />

correggere, il termine sta anche per <strong>di</strong>re - guidare (l'<br />

auto, la bicicletta, ecc.) -<br />

46


custureri - (dal franc. couturier), sarto -<br />

cuticchiuni - ciottoli grossi -<br />

cutra - coltre; ne deriva in senso fig. l' espressione<br />

denigratoria corrente, "è na cutra" - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

persona pesante, appiccicosa, inutile, inconcludente -<br />

cuttigghiaru - pettegolo -<br />

cuttigghiu - (da cortile) - us. nel significato proprio, e<br />

anche in senso fig. “fari cuttigghiu” per <strong>di</strong>re<br />

spettegolare -<br />

cuttunata - è la pesante coperta invernale imbottita-<br />

cutturiari - insistere pesantemente, infasti<strong>di</strong>re -<br />

cutuliari - malmenare - picchiare -<br />

cuzzagnu - s' intende la parte terminale esterna o a<br />

punta della forma del pane, che sarebbe la più<br />

apprezzata -<br />

cuzzata - è una botta sul collo inferta col palmo della<br />

mano -<br />

47


cuzzularu - l' antico raccoglitore <strong>di</strong> cozze della Plaia -<br />

48


D<br />

dammusu - (dall' arabo "damus") - è il piano<br />

sottotetto o cd. palco morto, in <strong>di</strong>al. tetto morto -<br />

'ddumanneri - us. fig. per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi chiede sempre<br />

umilmente, un questuante -<br />

<strong>di</strong>ca - molestia -<br />

<strong>di</strong>fittusu - (lett. <strong>di</strong>fettoso), si <strong>di</strong>ce nel significato<br />

proprio, e fig. per portatore <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap fisico, ed est.<br />

anche psichico -<br />

<strong>di</strong>màn<strong>di</strong>ta - (da domanda) - istanza -<br />

<strong>di</strong>sficili - <strong>di</strong>fficile -<br />

<strong>di</strong>strubbu - <strong>di</strong>sturbo, fasti<strong>di</strong>o, molestia -<br />

<strong>di</strong>vuzioni - (der.devozione) - us. per lo più in senso fig.<br />

per voler <strong>di</strong>re inveterata abitu<strong>di</strong>ne o consuetu<strong>di</strong>ne in<br />

genere -<br />

49


E<br />

èbbica - epoca - tempo -<br />

50


F<br />

faddacchi - volg. natiche -<br />

fagghiu - squattrinato, senza il becco <strong>di</strong> un<br />

quattrino-<br />

faìdda - favilla -<br />

fara - afa, aria greve -<br />

fètiri - puzzare; la vc. è us. nelle locuz. pop. tipo "fari<br />

fètiri", o "a fètiri", come a voler <strong>di</strong>re in sovrabbondanza,<br />

in gran quantità, tanto da far venire la nausea -<br />

fetu - pop.- puzza, cattivo odore - donde poi la<br />

locuzione d' uso "finiri a fetu", che è come voler <strong>di</strong>re che<br />

tutto è finito in una bolla <strong>di</strong> sapone, o <strong>di</strong> inten<strong>di</strong>menti<br />

o programmi andati a male, in fumo, non realizzatisi -<br />

fidduliari - fare a fette - si <strong>di</strong>ce per lo più in senso fig.<br />

per sfregiare, ferire con una lama -<br />

finìcchiu - (forse dall' inglese "fine"?) - carino,<br />

grazioso-<br />

51


finu - fine, sottile - fig. fine d' aspetto, <strong>di</strong>stinto; donde<br />

la deriv. “finuliddu”, per <strong>di</strong>re piuttosto <strong>di</strong>stinto -<br />

fissiari - (rifl.) - come <strong>di</strong>re bighellonare, perdere tempo-<br />

fitinzìa - volg. - sporcizia - per est. e fig. si <strong>di</strong>ce in tono<br />

denigratorio per in<strong>di</strong>care una cosa che non è buona,<br />

assai scadente, e sim. -<br />

fitusu - fetente - fig. persona vile e malvagia; donde in<br />

senso spreg. l' espressione pop. dal significato<br />

corrispondente, "cosa fitusa", usata come titolo<br />

ingiurioso od anche in tono scherzoso e confidenziale -<br />

fòd<strong>di</strong>ra - bollicina sulla pelle -<br />

fora - può significare fuori, oppure sarebbe, (quest'<br />

ultima, come voce derivata del lat. foret = esset, altra<br />

forma dell' imperfetto congiuntivo del verbo esse) -<br />

fràcitu - andato a male, fra<strong>di</strong>cio; us. pure fig. come<br />

allusione ad un tipo affetto da malattie croniche e<br />

<strong>di</strong>fficilmente curabili -<br />

52


frastunachi - barbabietole -<br />

fremmu - fermo - la vc. è usata anche nella locuz.<br />

comune "statti fremmu", che vuol <strong>di</strong>re stai fermo, stai<br />

quieto -<br />

frusti - come <strong>di</strong>re <strong>di</strong>fetti, o cose <strong>di</strong> cui vergognarsi; us.<br />

per lo più con riferimento a situazioni o a delle cose in<br />

genere <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevoli o che sono motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sonore, che è<br />

bene nascondere e non far apparire all' esterno -<br />

“fui” - (lett. fuggi) - forma imperativa per <strong>di</strong>re fai<br />

presto, corri, sbrigati!! -<br />

fulìnia - ragnatela -<br />

fumiraru - (da fimo) - raccoglitore <strong>di</strong> sterco -<br />

fummaggiazzu - spreg. <strong>di</strong> formaggio; qualche volta<br />

volg. us. con rif. allo smegma -<br />

fungi - funghi - us. anche fig. per <strong>di</strong>re niente <strong>di</strong> niente,<br />

nulla -<br />

53


fungia - labbro - la locuz. "havi na fungia !!", per<br />

alludere ad una persona che ha il broncio, è infasti<strong>di</strong>ta,<br />

irritata, seccata -<br />

funni - mutande lunghe per uomo -<br />

funnu - (da fondo) - in tutti i significati del<br />

corrispondente termine della lingua italiana -<br />

furrìu - (lett. giro) - sarebbe l' andare in giro; il<br />

termine appare però più spesso nelle locuz. come<br />

"ittàris, o (mittìrisi) 'o furrìu" per <strong>di</strong>re prendere una<br />

brutta strada, darsi alla malavita, o nell' altra "iri 'a<br />

furrìu" per in<strong>di</strong>care il vecchio rito <strong>di</strong> girovagare per le<br />

non più esistenti -<br />

54


G<br />

'gghiòmmuru - gomitolo -<br />

'ggiàlina - (da giallo) - colore smorto del viso - spesso<br />

us. nella locuz. tipo "ci vinni a 'ggiàlina" per <strong>di</strong>re è<br />

impalli<strong>di</strong>to, è sbiancato (<strong>di</strong> solito per la paura) -<br />

giallògnulu - <strong>di</strong> colore giallastro, tendente al giallo -<br />

giallongu - spilungone -<br />

gìgghia - sopracciglia -<br />

gileppu - (dall' arabo "gulab") - sciroppo - est. e fig. si<br />

<strong>di</strong>ce in genere per in<strong>di</strong>care un alimento molto dolce,<br />

assai zuccherato -<br />

ginagghia - inguine -<br />

giniusu - attraente - simpatico -<br />

giùvini - (da giovane) - garzone <strong>di</strong> bottega -<br />

gnacitìri - inaci<strong>di</strong>re - prendere un sapore acido -<br />

gnegnu - ingegno, intelligenza, vivacità <strong>di</strong> mente -<br />

55


gnirriusu - <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile traduzione, potrebbe avere vari<br />

significati come petulante, prepotente, <strong>di</strong>spettoso,<br />

testardo, caparbio, nient' affatto accomodante, ecc.<br />

gnuni - angolo - est. e fig. per in<strong>di</strong>care un piccolo<br />

spazio nascosto e riparato -<br />

gnuri - cocchiere -<br />

56


I<br />

iaddurìnia - tacchino -<br />

iaggi - spreg. <strong>di</strong> mascelle; corrisponde pure al plurale<br />

<strong>di</strong> , che è la gabbia -<br />

ianchinusu - biancastro o bianchiccio -<br />

ianga - è il dente molare -<br />

iangata – schiaffo, ceffone -<br />

iastima - imprecazione blasfema, bestemmia -<br />

iazzu - giaciglio - fig. per in<strong>di</strong>care un letto mal ridotto,<br />

sporco e in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne -<br />

ielu - gelo, temperatura gelida -<br />

iennu - (gerun<strong>di</strong>o del verbo lat. ire, andare) - andando -<br />

iéttaacqua - (vc. comp., lett. getta acqua) - us. fig. in<br />

senso spreg. per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi non lavora, oppure <strong>di</strong> chi<br />

svolge un umile lavoro millantando chissà che -<br />

iètticu - tubercolotico - est. scheletrico, malnutrito -<br />

57


impipiriddata - us. in senso ironico, <strong>di</strong> derisione, per<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> una donna esageratamente agghindata, e dall'<br />

atteggiamento borioso -<br />

iocu 'i focu - sono i fuochi pirotecnici; il termine in<br />

senso fig. lo troviamo nella espressione come "fici<br />

succèriri u iocu 'i focu" , per <strong>di</strong>re - fare un gran cancan,<br />

sollevare scalpore, e sim. -<br />

isari - (da issare) - alzare - sollevare; ne deriva usato<br />

al riflessivo la locuz. scurr. tipo "sà isau, mà isai", ecc.<br />

che è come <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi ha avuto rapporti carnali con una<br />

donna -<br />

ittari - gettare - il verbo è us. nella locuz. "ittari manu"<br />

per voler <strong>di</strong>re - reagire pesantemente, passare alle vie<br />

<strong>di</strong> fatto; al rifl. venire alle mani; altra espressione in<br />

uso è "ittari u saccu", che è come <strong>di</strong>re cogliere l '<br />

occasione, il momento propizio - un' altra ancora,<br />

"ittari annocchiu", che potrebbe significare fare il<br />

58


malocchio, rinfacciare, invi<strong>di</strong>are - la stessa voce<br />

potrebbe pure prendere il significato <strong>di</strong> risultare, come<br />

nelle espressioni tipo "ci ietta" (piccola, stretta, larga,<br />

ecc.) per <strong>di</strong>re ad esempio che quella data cosa non è<br />

corrispondente alla misura giusta -<br />

iùngiri – aggiungere, unire, incollare; ed anche<br />

raggiungere, arrivare, pervenire, e sim. -<br />

iunta - aggiunta - aggiunzione - l' espressione "mettiri<br />

a iunta" sta a significare aggiungerne un altro pò,<br />

metterne ancora, e sim. - us. <strong>di</strong> frequente anche in<br />

senso fig. come a voler <strong>di</strong>re peggiorare la situazione, e<br />

sim. -<br />

59


L<br />

laparderi - spreg. per alludere ad un soggetto<br />

scroccone, ingordo, accaparratore, sempre presente<br />

dove ci sia da lucrare -<br />

lapi - api - vespe -<br />

lappusu - <strong>di</strong> sapore aspro, tipico della frutta acerba<br />

(come talune specie <strong>di</strong> frutti, ad es. le mele cotogne, le<br />

lanzeruole, ecc.) -<br />

lapuni - moscone - ed anche ape o vespa al singolare -<br />

làriu - brutto - est. e fig. per <strong>di</strong>re anche malvagio o dal<br />

carattere <strong>di</strong>fficile -<br />

larunchia - ranocchia -<br />

làstimi - lamenti - est. <strong>di</strong>scorsi lamentevoli,<br />

piagnistèi, pene - nel senso <strong>di</strong> sofferenze fisiche o<br />

morali -<br />

lastimiari - (rifl.) - lamentarsi - fig. piangersi addosso-<br />

60


l' asu - (lett. l' asso) - il migliore, il primo, il numero<br />

uno -<br />

lattèra - trappola per topi -<br />

lazzariari - graffiare - est. <strong>di</strong>laniare, ferire- è d' uso<br />

anche al rifl.-<br />

leggiu - leggero, vuoto -<br />

lesu - infermo <strong>di</strong> mente, psicolabile -<br />

libretta - è il libretto bancario o il libretto postale a<br />

risparmio -<br />

lìffia - moìna - smanceria - affettuosa lusinga; si <strong>di</strong>ce<br />

anche per in<strong>di</strong>care quel sottile strato <strong>di</strong> cioccolata<br />

passato sui dolciumi -<br />

lillu lillu - (deriv. probabile da lemme lemme) - una<br />

locuz. per <strong>di</strong>re in maniera semplice, senza tanti<br />

preamboli, facilmente, ecc.<br />

linguata - (pesce) - sogliola -<br />

lìnini - (da lèn<strong>di</strong>ne) - gli ovuli dei pidocchi -<br />

61


lintiniùsu - lentigginoso -<br />

lippu - quel sottile strato algoso, sdrucciolevole, che si<br />

forma sugli scogli lambìti dal mare; si <strong>di</strong>ce anche per<br />

in<strong>di</strong>care il muschio -<br />

liscìa - può voler <strong>di</strong>re indolenza, oppure buffonaggine -<br />

lisciu - vc. dai <strong>di</strong>versi significati, come insipido; oppure<br />

per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> un tipo freddo, in<strong>di</strong>fferente, od anche pigro;<br />

ed ancora burlone, buontempone, scherzoso piuttosto<br />

antipatico; il termine è inoltre usato spreg. nella locuz.<br />

volg. "piritu lisciu" per allusione ad un tipo<br />

assolutamente insignificante, senza un minimo <strong>di</strong><br />

attrattività, e sim.; - us. infine comunemente a mò <strong>di</strong><br />

esclamazione per esprimere in genere sorpresa o<br />

meraviglia -<br />

lisioni - (da lesione) - svenimento; l' espresione in uso<br />

"véniri lisioni" fig. vuol <strong>di</strong>re sentirsi venir meno per una<br />

62


lunga attesa, o per l' eccessiva lentezza o indolenza<br />

degli altri, e sim. -<br />

lissiriarisi - <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile traduzione, il verbo rifl.<br />

starebbe comunque ad esprimere uno stato d' animo<br />

misto tra l' annoiarsi, il rilassarsi, lo stare in ozio,<br />

stiracchiarsi, <strong>di</strong>stendersi, e sim -.<br />

'lliccu - ghiotto <strong>di</strong> dolci - est. e fig. avido, bramoso -<br />

loddu - (da lordo) - sporco , non pulito, e sim. -<br />

lòfio - ri<strong>di</strong>colo - brutto - est. stravagante -<br />

ludduna - su<strong>di</strong>ciona - fig. per in<strong>di</strong>care una donna<br />

immorale, priva <strong>di</strong> pudore, e sim. -<br />

63


M<br />

maccagnuni - poltrone -<br />

malacunnutta - (da mala condotta) - malavitoso,<br />

delinquente -<br />

malasuttatu - sfortunato - segnato dalla malasorte -<br />

malazzeni - grande locale attrezzato per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

merci - magazzino - est. anche bottega o negozio -<br />

malura - come <strong>di</strong>re tempi duri - periodo <strong>di</strong> grama,<br />

economicamente non favorevole -<br />

mammatrava - strega - megera - orchessa -<br />

manciaossa - come <strong>di</strong>re pop.; con<br />

allusione alle doti caratteriali <strong>di</strong> una persona che<br />

atteggiando un' apparente flemmatica calma e<br />

in<strong>di</strong>fferenza riesce ad irritare gli altri -<br />

mangiaciumi - prurito -<br />

mangiamintusu – pruriginoso - in senso est. e fig.<br />

irritante, irrequieto, provocatore -<br />

64


mansamai - inter. - "caso mai" -<br />

mantali - grembiule -<br />

marruggiu - randello <strong>di</strong> legno o metallo - est.<br />

ferrovecchio, od anche manico -<br />

“masannunca” - un avverbio che vuol <strong>di</strong>re altrimenti,<br />

<strong>di</strong>versamente -<br />

masciddari - le sponde laterali del carretto siciliano -<br />

est. anche le mascelle -<br />

masculini - pesce azzurro del mar Ionio, simile alle<br />

alici-<br />

mastinu - si <strong>di</strong>ce per in<strong>di</strong>care una persona rozza nei<br />

movimenti, pesante, senza delicatezza, ruvida -<br />

mastra - asilo infantile -<br />

masuni - bacio -<br />

matélicu - si <strong>di</strong>ce nei confronti <strong>di</strong> chi si atteggia a<br />

voler apparire ad ogni costo accattivante con<br />

65


linguaggio e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> comportamento che invece lo<br />

rendono inviso - in altre parole, un antipatico -<br />

matri - (lett. madre) - comunemente us. come locuz.<br />

esclam. come a <strong>di</strong>re, mamma mia! - Santo cielo! - mio<br />

<strong>Di</strong>o! -<br />

màuru - (e "curad<strong>di</strong>na") - genere <strong>di</strong> alghe<br />

commestibili, nel recente passato vendute da taluni<br />

pescatori ambulanti <strong>di</strong> Ognina e Aci Trezza -<br />

mavaru – mago, stregone - est. indovino -<br />

mazzacanagghia - marmaglia, ciurmaglia, plebaglia -<br />

màzzira - àncora <strong>di</strong> pietra usata per piccole<br />

imbarcazioni -<br />

'mbrogghiapopulu - (lett. imbroglia popolo) us. in<br />

senso fig. per alludere ad un fanfarone, o un<br />

truffal<strong>di</strong>no-<br />

66


'mbrugghiari - ingarbugliare; est. imbrogliare,<br />

ingannare, truffare; al rifl.assume il significato <strong>di</strong><br />

confondersi, <strong>di</strong>sorientarsi, sbagliarsi -<br />

micciusi - si <strong>di</strong>ce degli occhi piccoli e ristretti da<br />

apparire quasi socchiusi, o lacrimosi e cisposi per un<br />

qualche male -<br />

miciaciu - ine<strong>di</strong>a, donde la locuz. comune “mòriri <strong>di</strong><br />

miciaciu”-<br />

minghi <strong>di</strong> mare - vc. volg. delle oloturie - specie <strong>di</strong><br />

meduse dette pop. anche lumache o asini <strong>di</strong> mare, ed<br />

in <strong>di</strong>al. sic. “scecchi <strong>di</strong> mare” -<br />

minicucchi - piccoli frutti dell' albero "bagolaro" i cui<br />

semi venivano per gioco lanciati con la cerbottana, o<br />

anche espulsi con forza dalla bocca -<br />

minnali - inter. - accipicchia, accidenti; fig. minchione -<br />

minniminagghia - indovinello -<br />

67


minnitta - poltiglia - donde la locuz. "fari a minnitta"<br />

per <strong>di</strong>re <strong>di</strong>struggere, ridurre in poltiglia, e sim. -<br />

minnulata - (lett. mandorlata) - granita <strong>di</strong> mandorle -<br />

per est. granita in genere -<br />

mintemu - (lett. mettiamo) - il termine è pure us.<br />

nelle espressioni tipo – poniamo che...., ammettiamo<br />

che...., supponiamo che .... , ecc. -<br />

mirudda - cervello, donde in senso fig. la locuz.<br />

"purtarisi a mirudda", per voler <strong>di</strong>re: >" , per il gran<br />

ciarlare, per il frastuono, ecc. -<br />

'mmiscari – contagiare, e fig. appioppare - affibbiare<br />

(un colpo, una botta) - sempre in senso fig. può voler<br />

in<strong>di</strong>care una relazione <strong>di</strong> luogo, con il significato <strong>di</strong><br />

giungere, arrivare, capitare, andare a finire, e simili -<br />

'mmizzigghi - vezzi, coccole, moìne -<br />

68


'mmuccuni - (deriv. da boccone) - può voler <strong>di</strong>re sorso,<br />

o boccone -<br />

'mmunzeddu - cumulo -<br />

'mmuzzu - (da mucchio) - una gran quantità <strong>di</strong> cose,<br />

un ammasso; la locuz. avverbiale "a 'mmuzzu" per<br />

<strong>di</strong>re invece, - a casaccio - come capita -<br />

movvu - volg. muco del naso -<br />

'mpaccidderi - che si impiccia dei fatti altrui,<br />

intrigante -<br />

'mpagghia - (lett. in paglia) - è un modo per <strong>di</strong>re che si<br />

ha del denaro in quantità -<br />

'mpagghiazzari - spiegazzare; in senso fig. per <strong>di</strong>re<br />

strapazzare malamente a parole -<br />

'mpaiari - vc. dai vari significati, come - mettere al<br />

giogo - investire - rimproverare - strapazzare; il<br />

termine è usato anche nella locuz. "mpaiari na cursa"<br />

69


che vuol <strong>di</strong>re - mettersi a correre, scattare in avanti, e<br />

sim. -<br />

'mpallacchèri - chi le spara grosse o inventa -<br />

'mpapucchiari - pasticciare -<br />

'mpari - compare - us. pure frequentemente nel<br />

parlare come intercalare -<br />

'mpatiddutu - secco - rattrappito - rinsecchito -<br />

'mpicari - appiccicare, incollare - la vc. in senso fig. è<br />

usata anche comunemente per significare, fermarsi<br />

troppo in un luogo- trattenersi - attardarsi, e sim.-<br />

'mpigna - (dal franc. empegne o spagn. empeine) -<br />

faccia tosta, <strong>di</strong> bronzo, sfrontato - ironicamente, si <strong>di</strong>ce<br />

anche per in<strong>di</strong>care il viso in genere -<br />

'mpìngiri - impigliare - rimanere intricato; est. e fig.<br />

sta per indugiare, soffermarsi, trattenersi -<br />

'mpirugghiari - aggrovigliare - rifl. fig. confondersi -<br />

smarrirsi -<br />

70


'mpracari - volg. imbrattarsi le scarpe <strong>di</strong> melma,<br />

sterco, e sim. -<br />

'mprinari - vc. volg.- ingravidare - mettere incinta -<br />

'mpruvulugghiari - spargere <strong>di</strong> cipria - al rifl.<br />

incipriarsi in abbondanza -<br />

'mpudda - foruncolo -<br />

'mpùniri - caricare - rifl. addossarsi - caricarsi <strong>di</strong> un<br />

onere, <strong>di</strong> una pesante responsabilità, anche per<br />

qualcosa per cui non ne varrebbe la pena -<br />

'mpuppittari - (da appioppare) us. fig. per <strong>di</strong>re<br />

rifilare-<br />

'mpurrutu - imputri<strong>di</strong>to, marcio -<br />

'mpurugghiari - ved. " 'mpirugghiari " -<br />

muccu - (pesce) neonato delle sarde e dei luvari -<br />

muddacchia - (da mollezza) - per significare<br />

debolezza, fiacchezza, debilitazione -<br />

71


muddari - ( da mollare) - fig. sta per mollare una<br />

sberla, o anche sborsare, gratificare con denaro, ecc. -.<br />

mud<strong>di</strong>cu - ombelico -<br />

muletti - (pesci) cefali -<br />

mummuriari. - (da mormorare) - est. nei vari<br />

significati per <strong>di</strong>re sparlare, brontolare, lagnarsi -<br />

muntuvari - (da mentovare) - menzionare, nominare,<br />

citare -<br />

muntuvatu - fig. si <strong>di</strong>ce per in<strong>di</strong>care un personagggio<br />

noto -<br />

muscaloru - ventaglio da cucina usato per soffiare<br />

sulla brace -<br />

muscatedda - un genere d' uva dell' Etna, dai<br />

piccolissimi e dolci acini -<br />

mustacciuni - sberla sul muso -<br />

mutriari - (da mutria, viso accigliato, faccia<br />

atteggiata a malumore) us. nella forma rifl. con il<br />

72


significato <strong>di</strong> adombrarsi - offendersi - schermirsi da<br />

domande importune -<br />

mutulatu - (da mutilato) - us. generalmente per<br />

in<strong>di</strong>care una persona che per fatti <strong>di</strong> guerra era priva<br />

<strong>di</strong> un arto -<br />

musioni - mossa - atteggiamento - cenno - e sim. -<br />

muvvusu - (lett. col muco) - in senso fig. e spreg. per<br />

<strong>di</strong>re piccolo <strong>di</strong> età, od anche <strong>di</strong> un giovincello che si dà<br />

delle arie.<br />

73


N<br />

nannavu - bisavolo -<br />

nasca - <strong>di</strong>spregiativo <strong>di</strong> naso, o anche <strong>di</strong> narici - us.<br />

nella locuz. "avìri a nasca addritta", per in<strong>di</strong>care<br />

superbia - orgoglio -<br />

'ncagghia - feritoia, piccola fessura, fen<strong>di</strong>tura -<br />

'ncagghiari - colpire il bersaglio; nella forma rifl. e fig.<br />

può significare impegolarsi, inserirsi in qualcosa in<br />

modo da non poterne uscire -<br />

'ncagna - broncio -<br />

'ncagnari - imbronciare - al rifl. adombrarsi,<br />

risentirsi -<br />

'ncapizzari - rimboccare le coperte o le lenzuola nel<br />

letto -<br />

'ncarrammari - impigliare nel fondo marino, o fra gli<br />

scogli sott' acqua - anche al rifl. -<br />

74


'ncasari - chiudere bene - rinchiudere - rinserrare - est.<br />

inserire qualcosa in apposite cavità - collocare una<br />

cosa al posto giusto -<br />

'ncasiddari - (da incasellare) - fare entrare a misura -<br />

inserire -<br />

'ncazzacaledda - a cavalcioni sulle spalle -<br />

'nchiaccari - fare il cappio - annodare - us. nella locuz.<br />

"fatti 'nchiaccari", per <strong>di</strong>re crepa, vai al <strong>di</strong>avolo! (ved.<br />

chiaccu) -<br />

'nchiappari - imbrattare, sporcare, insozzare -<br />

'nchiappata - (vc. per lo più usata al femminile) - fig.<br />

sta per goffa, <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata, imbranata, incapace, inetta,<br />

e sim.; da qui l' espressione "figghiu d' inchiappata"<br />

che è un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re volgare usato come epiteto<br />

offensivo, ingiurioso -<br />

'nchinu - in pieno, nel segno-<br />

'nciccatu - incurvato - piegato -<br />

75


'ncignari - inaugurare, usare per la prima volta -<br />

(solitamente si <strong>di</strong>ce quando si indossa o si adopera<br />

una cosa per la prima volta) -<br />

'nciminati - un genere <strong>di</strong> biscotti cosparsi<br />

esternamente del cd. “cimino” -<br />

'ncoddu - in braccio, in grembo, sulle ginoccchia, o <strong>di</strong><br />

sopra in genere; e fig. onere a carico -<br />

'ncruccatu - ricurvo, incurvato, storto -<br />

'ncucchiari - congiungere, riunire, incollare - est.<br />

propagare notizie false, raccontare fandonie, e sim. -<br />

'ncugnari – avvicinare, mettersi accanto, accostarsi -<br />

'ncuitari - inquietare - est. stuzzicare, provocare,<br />

insultare, molestare -<br />

'ncumari - incollare - da qui anche l' espressione us.<br />

fig. “ncumari cà sputazza” per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una qualche cosa<br />

unita o incollata in maniera provvisoria e superficiale -<br />

76


'ncunnari - vale a <strong>di</strong>re far le cose alla carlona,<br />

abborracciando, cioè in fretta e senza attenzione, alla<br />

buona, così come vengono -<br />

'ncuppulari - (lett. mettere sulla coppola) - mettere<br />

sopra - est. e fig. rovinare addosso a qualcuno -<br />

aggiungere <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>natamente - far cadere addosso , ecc.-<br />

'ncuttu - noioso - insistente - appiccicoso -<br />

'nfamiu - tipo scaltro o furbastro -<br />

'nfracitiri - marcire -<br />

'nfunnicari - come entrare in un fondaco, senza<br />

delicatezza, da villano, rozzamente -<br />

'nfuti - folti - si <strong>di</strong>ce dei peli o capelli abbondanti -<br />

'ngaffa - morsetto - fermaglio -<br />

'ngangà - come <strong>di</strong>re un neonato, o bambino molto<br />

piccolo -<br />

'ngazzari - intrecciare un rapporto extra coniugale,<br />

una relazione illecita - o anche, avere un amorazzo -<br />

77


niculizia - è la liquirizia -<br />

nìmmula - trottola - fig. si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una persona che si<br />

muove troppo, che si agita, non riesce a star ferma,<br />

irrequieta -<br />

'nnocca - fiocco - annodatura <strong>di</strong> un nastro o cravatta -<br />

'nnuzzinteddu - (da innocente) - come <strong>di</strong>re,<br />

"poverino!!!" - us. spesso da intercalare e come<br />

interiezione -<br />

'nquacchiariari - impiastricciare, impiastrare,<br />

insu<strong>di</strong>ciare -<br />

'nsaiari - (da saio) - indossare -<br />

'nsalanutu - stor<strong>di</strong>to, tonto, tardo d' ingegno -<br />

'nsalòri - sono i frutti del lazzeruolo o azeruolo; (un<br />

frutto dalle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> una ciliegia <strong>di</strong> colore bianco<br />

o giallo e chiazzati <strong>di</strong> rosso ) -<br />

'nsamai - escl. non sia mai! -<br />

78


'nsasizzatu - (da salsiccia) - come a <strong>di</strong>re ben pasciuto,<br />

ed anche contenuto a mala pena o ristretto in un<br />

indumento (tale da sembrare cioè come il rocchio della<br />

salsiccia) -<br />

'nsichitanza - una cosa appresso l' altra, in seguito, in<br />

successione, appresso, e sim. -<br />

'nsirragghiari - nel significato proprio <strong>di</strong><br />

asserragliare da cui deriva -<br />

'nsittari - indovinare - capire - cogliere nel segno -<br />

'nsivari - ungere con sostanze oleose o attaccaticce -<br />

'nsivatu - imbrattato - insu<strong>di</strong>ciato - sporco <strong>di</strong> grasso -<br />

'nsonnu - (da insonnolito) - che rivela<br />

irragionevolezza, mancanza <strong>di</strong> buon senso; intontito -<br />

'nsunsari - sporcare - us. fig. anche nella forma<br />

riflessiva -<br />

'nsuppilu - lentamente, a poco a poco; da cui, raff., la<br />

locuz. corrispondente " 'nsuppilu 'nsuppilu" -<br />

79


'nsuttari – insultare, oltraggiare - est. irridere -<br />

schernire, e sim.-<br />

'nsuttusu - insultante, provocatore, molestatore -<br />

'ntintariu - opportunista -<br />

'ntosta - parete <strong>di</strong> una costruzione e<strong>di</strong>le -<br />

'ntrèppiti - interprete -<br />

'ntricaloru - intrigante - impiccione -<br />

'ntrignu - con lo sguardo fisso - da qui la locuz. "taliari<br />

'ntrignu 'ntrignu" che significa - guardare<br />

intensamente, fitto fitto -<br />

'ntrizzari - intrecciare - fig. avere un amorazzo -<br />

'ntuppari - otturare - ostruire; in senso fig. volg. avere<br />

un' ostruzione intestinale -<br />

'ntuttuna - (lett.in tutt' uno), tutto ad un tratto, all'<br />

improvviso-<br />

nuvidduni - (da novellino) - inesperto - ingenuo -<br />

80


'nzinga - cenno - segnale - troviamo la voce nella<br />

espressione "unni arrivu mettu a 'nzinga", che è come<br />

<strong>di</strong>re - "dove arrivo metto punto" -<br />

'nzirignari - iniettare con la siringa - fig. far entrare<br />

lentamente, con precisione, un qualcosa che comunque<br />

può provocare dolore o fasti<strong>di</strong>o in genere -<br />

'nzolia - un genere d' uva dolce e bislunga - la vc. è<br />

usata nella locuz. "dari a 'nzolia" per significare - dar<br />

botte, malmenare, e fig. anche primeggiare,<br />

stravincere, e sim. -<br />

'nzud<strong>di</strong> - un genere tipico <strong>di</strong> biscotti alla mandorla, <strong>di</strong><br />

forma pressochè rotonda e una mandorla al centro -<br />

nuzza - è il tacchino femmina -<br />

81


O<br />

òcche - qualche -<br />

occhi 'i voi - (lett. occhi <strong>di</strong> bue) - genere <strong>di</strong> molluschi<br />

univalvi della specie Haliotis -<br />

oh..... oh..... - ninna nanna - da cui la locuz. "cantari, o<br />

fari a oh oh" per <strong>di</strong>re - cantare o fare la ninna nanna ai<br />

bambini -<br />

omà - mamma -<br />

opà - papà -<br />

òria - (dall' ant. bòrea, vento <strong>di</strong> tramontana) - us. però<br />

col significato <strong>di</strong> venticello leggero e piacevole, brezza -<br />

orru orru - una locuz. per <strong>di</strong>re - alla larga, lontano, e<br />

sim. -<br />

ovvu - cieco - la vc. è usata anche nella locuz. "all' ovva<br />

ficu", per <strong>di</strong>re alla cieca, senza guardare, e sim. -<br />

82


P<br />

paccariatu - povero in canna - male in arnese -<br />

pacchiu - scurr. per in<strong>di</strong>care il pube; la vc. è usata<br />

pure come epiteto volgare nelle espressioni<br />

frequentemente usate anche come intercalare tipo<br />

"pacchiu, o pacchiazzu <strong>di</strong> tò nanna, <strong>di</strong> tò matri, <strong>di</strong> tò<br />

soru", e sim.- .<br />

pagghiazzu - straccio per lavare -<br />

pagghiolu - un adulto piuttosto stupido, o immaturo -<br />

pai pai - un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re per alludere ad una persona<br />

malvestita, trasandata, o con gli abiti fuori misura<br />

generalmente più gran<strong>di</strong> -<br />

pallunaru - fanfarone, millantatore -<br />

pammata - (da palmo) - manata -<br />

pàmpina - foglia o petalo -<br />

panaru - cesto <strong>di</strong> paglia o vimini ; in senso fig. e pop.<br />

sedere, ed anche fortuna -<br />

83


pantaciata - (dal gr. panta iatus) - fiato grosso,<br />

affanno-<br />

papagnu - cazzotto in testa -<br />

papalata - dai <strong>di</strong>versi significati, come per <strong>di</strong>re una<br />

notizia non vera, un' esagerazione, una sparata -<br />

papariari - (rifl.) - vantarsi, sentirsi importante,<br />

pieno <strong>di</strong> sè -<br />

pappagghiuni - farfalla o falena; per lo più la voce è<br />

però usata in senso fig. per alludere ad un tipo<br />

piuttosto sciocco o credulone-<br />

parruscianu - cliente abituale -<br />

patrozzu - padrino <strong>di</strong> battesimo o cresima -<br />

peccu - nomignolo, solitamente ingiurioso -<br />

peri - pie<strong>di</strong>; sono tanti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re con questa voce,<br />

per es. "fari nésciri i peri <strong>di</strong> fora" per <strong>di</strong>re - eccedere,<br />

esagerare, o anche fig. mostrare vanagloria; "lassari<br />

peri peri" che è come <strong>di</strong>re - stravincere, superare,<br />

84


oppure lasciare dappertutto; "mettiri i peri a palitta"<br />

che in senso fig. significa morire (si <strong>di</strong>ce ><br />

dal modo <strong>di</strong> come appaiono i pie<strong>di</strong> del defunto sul<br />

catafalco, posti verticalmente e quin<strong>di</strong> a mò <strong>di</strong> paletti);<br />

"attisari i peri", spreg. per <strong>di</strong>re - tirare le cuoia; e poi la<br />

locuz. volg. "peri cacati" per in<strong>di</strong>care in tono<br />

denigratorio un modo grottesco <strong>di</strong> camminare (a passi<br />

brevi e rapi<strong>di</strong>, e con le punte <strong>di</strong>varicate); "mèttiri cù du<br />

peri 'ntà nà scarpa", per significare mettere a posto,<br />

redarguire, dargli una lezione -<br />

pìcara - pesce razza -<br />

piccaccia - regalìa, mancia -<br />

picchiu - atteggiamento tipico o smorfia della bocca <strong>di</strong><br />

chi sta per mettersi a piangere -<br />

piccìari - piangere noiosamente - est. essere <strong>di</strong><br />

malugurio, od anche provare invi<strong>di</strong>a; nella forma rifl.<br />

piccìarisi, vuol <strong>di</strong>re piangersi addosso -<br />

85


picciàtu - un genere <strong>di</strong> pasta corrispondente ai comuni<br />

bucatini -<br />

picciu - malaugurio - da cui la locuz. "ittari u picciu",<br />

per significare - fare il malocchio o essere <strong>di</strong> cattivo<br />

presagio, e sim. -<br />

picireca - pece greca - catrame -<br />

piddoscia - sta ad in<strong>di</strong>care lo strato più superficiale<br />

della cute quando è flaccida o floscia - est. buccia,<br />

pellicola esterna -<br />

pileri - (da pilone) - alto - erculeo - ben piantato -<br />

piliari - us. per lo più in senso fig. per significare<br />

sfiorare, passare rasente a qualcosa o avvicinarsi<br />

molto fin quasi a sfiorarla -<br />

piliddusu - cavilloso - che cerca il pelo nell' uovo -<br />

piloccu - pelugine - fig. malizia; da cui la locuz. "aviri<br />

u piloccu ( o u pilu)" - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi è malizioso, <strong>di</strong><br />

antico pelo -<br />

86


pilucca - parrucca, e il suo deriv.“piluccheri”, il<br />

parrucchiere -<br />

pinnari - spennare; fig. nella forma rifl.- strapparsi i<br />

capelli - est. graffiare, o straziarsi per rabbia o<br />

<strong>di</strong>sperazione -<br />

pinnenti - orecchini -<br />

pinnulara - ciglia, o più propriamente i peli delle<br />

palpebre -<br />

pirata - calcio, pedata -<br />

pirettu - cedro -<br />

piricoca - albicocche -<br />

pirìri - (rifl.) - soffrire il vuoto d' aria -<br />

piritiari - volg.- sta per scoreggiare -<br />

piscarìa - mercato del pesce - fig. può significare<br />

baccano, confusione <strong>di</strong> gentaglia, e sim.-<br />

pisciazza - volg. - urina -<br />

pisolu - gra<strong>di</strong>no in muratura -<br />

87


pittari - (da pitturare) - <strong>di</strong>pingere; rifl. truccarsi -<br />

pìula - civetta - fig. menagramo -<br />

piuliari - piangersi addosso, lamentarsi in<br />

continuazione per un nonnulla -<br />

pizzaru - (da pezzente) - straccione, malvestito,<br />

coperto <strong>di</strong> abiti logori o laceri - fig. un morto <strong>di</strong> fame -<br />

pizzottu - è la parte posteriore della scarpa -<br />

pizzutu - appuntito - fig. avveduto, o anche piuttosto<br />

petulante, impertinente, sfacciato -<br />

pònchio - (forse dallo spagn. poncho) - fig. sta ad<br />

in<strong>di</strong>care un tipo dalla forma rotondeggiante - obeso -<br />

grosso -<br />

pòspuro - (da fosforo) - fiammifero -<br />

pozza......pozza... - avv.- alla fine dei conti, al postutto-<br />

'ppa' amparissi - per finta, per scherzo -<br />

'ppa' ansina - persino - fino a che -<br />

praneta - oroscopo, sorte - destino -<br />

88


priccallu - percalle, tessuto leggero <strong>di</strong> cotone -<br />

priccamora - per il momento - per ora -<br />

priccantari - incantare, estasiare; comunemente è<br />

usato pure al riflessivo -<br />

pricchissu - per questo, perciò -<br />

primunìa - polmonite -<br />

pruvuligghia - cipria -<br />

pùddara - farfalla -<br />

pulacani - si <strong>di</strong>ce del tipo scaltro, che riesce a tirarsi<br />

fuori financo dagli inganni traendone possibilmente<br />

pure un guadagno-<br />

puliciari - (da pulce) - il verbo è usato al rifl. per<br />

significare sentirsi solleticato; per est.e fig.vuol <strong>di</strong>re<br />

fare lo svenevole, il lezioso, o anche arruffianarsi,<br />

adulare, strofinarsi, e sim, -<br />

puntiari - (da punteggiare) - lavorare con l' ago, dar dei<br />

punti con l' ago -<br />

89


puppu - è il polpo; in senso fig. è l' omosessuale<br />

(appunto perchè il polpo è ermafro<strong>di</strong>ta) -<br />

puseddu - si <strong>di</strong>ce per in<strong>di</strong>care un tipo forte e robusto-<br />

pustedda - sono le cicatrici più o meno vistose che<br />

apparivano sul braccio per effetto della profilassi<br />

contro il vaiolo, e che ora corrispondono alle quasi<br />

invisibili scarificazioni -<br />

pustiari - appostarsi - far la posta -<br />

putia - bettola - est. bottega - negozio -<br />

putinia - neo -<br />

puttusu - buco - foro -<br />

90


Q<br />

quagghiàri - da quagliare; nel significato proprio, e in<br />

senso fig. per <strong>di</strong>re far maturare o definire una<br />

situazione, pervenire ad una conclusione, e sim. -<br />

quattr'occhi - fig. per <strong>di</strong>re occhialuto -<br />

91


R<br />

ranni - grande; la voce. è nella locuzione d' uso<br />

frequentissimo "ranniddìo", un' esclam. per<br />

<strong>di</strong>re:


inèscitu - esito, risultato -<br />

rizzetta - ricetta me<strong>di</strong>ca -<br />

rozzulammerda - vc. volg. dello scarafaggio <strong>di</strong> sabbia-<br />

'rraggia - collera, rabbia -<br />

'rrappu - grappolo (dell' uva) -<br />

'rrastiari - annusare, fiutare -<br />

'rrastu - fiuto -<br />

'rréficu - è l' impuntura usata nel cucito per fare<br />

giunte, piegoline ed orli vari -<br />

'rrignutticatura - ripiegatura -<br />

'rriolu - orzaiolo -<br />

'rrizzettu - (da ricetto) - ospitalità, accoglienza - est. e<br />

fig. sta per tranquillità - sistemazione, quiete, ecc. -<br />

'rrunfari - russare -<br />

93


S<br />

saggiu - buono, quieto; da cui la locuz. come "stari<br />

saggiu" , per <strong>di</strong>re star quieto, fermo, tranquillo, e sim.<br />

(ved.pure “stari soru”)-<br />

salaratu - inter. , come a <strong>di</strong>re - "sia lodato.. !! " -<br />

saliari - (deriv. salare) - usato fig. vuol <strong>di</strong>re spargere a<br />

larga mano, dare in gran quantità; spesso si <strong>di</strong>ce anche<br />

”saliari <strong>di</strong> lignati”, per significare -<br />

sangeli - sanguinaccio -<br />

sangusu - (da sanguigno) - è il tonnacchio -<br />

sautafossi - (lett. salta fossi) - fig. saltimbanco,<br />

scaltro, un pò levantino -<br />

sautavanchi - (lett. saltimbanco) - come "sautafossi" -<br />

sbacantari - svuotare -<br />

94


sbaddu - scherzo, burla, o anche <strong>di</strong>vertimento in<br />

genere; il termine è usato fig. nella locuzione "avìri u<br />

sbaddu", rif. a persona che ha voglia <strong>di</strong> scherzare o che<br />

si sta burlando <strong>di</strong> qualcuno -<br />

sballanzari - scaraventare, scagliare, lanciare con<br />

violenza -<br />

sbarattari - sbarazzare - sgombrare - rior<strong>di</strong>nare -<br />

sbeggiu - una specie della noce pesca, un frutto <strong>di</strong><br />

colore giallo chiaro striato e molto saporito -<br />

sbid<strong>di</strong>cari - il modo <strong>di</strong> scoprire lentamente le carte<br />

nel gioco; nella forma rifl. sta per sbellicarsi dal ridere-<br />

sbid<strong>di</strong>catu - (da sbracato) - che è vestito in modo<br />

trasandato, o con gli indumenti in genere in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne -<br />

sbintari - volatizzare - evaporare - in senso fig. vuol<br />

<strong>di</strong>re deridere, prendere in giro; volg. nella forma rifl.<br />

sta per scorreggiare -<br />

sbintuliari - sventolare - rifl. farsi vento -<br />

95


sbisitari - smettere il lutto -<br />

sbrizziari - piovigginare - est. e fig. sta per<br />

<strong>di</strong>spensare, elargire, spruzzare; la comune espressione<br />

"sbrizziari triaca" significa invece darsi delle arie, fare<br />

lo spocchioso -<br />

sbrugghiari - scurr. - vuol <strong>di</strong>re eccitarsi -<br />

sbrugghiativa - vc. volg.- sta per in<strong>di</strong>care una donna<br />

assai procace, desiderabile - est. e fig. si usa anche per<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> una cosa che piace molto, che attrae, e sim. -<br />

sbùd<strong>di</strong>ri - guastare - sfasciarsi -<br />

sburrari - vc. scurr. - eiaculare -<br />

sburru - scurr. - sperma -<br />

scacciàri - schiacciare, pestare - fig. investire con l'<br />

auto, o con un mezzo <strong>di</strong> locomozione in genere -<br />

scacciata - (lett: schiacciata) - è una focaccia tipica<br />

<strong>catanese</strong>, cotta al forno, ripiena <strong>di</strong> tuma acciuga sale e<br />

pepe nero -<br />

96


scaciuni - ragione, motivo, causa, pretesto; è pure d'<br />

uso frequente la locuz. deriv. "a scanciu" , che vuol <strong>di</strong>re<br />

- con la scusa, al posto <strong>di</strong>, invece, e sim. -<br />

scaffitusu - andato a male, per lo più si <strong>di</strong>ce con<br />

riferimento agli alimenti avariati -<br />

scafuniari - grattare - raschiare.; fig. potrebbe<br />

significare - cercar <strong>di</strong> penetrare nell' intimo, tentare <strong>di</strong><br />

scoprire, <strong>di</strong> andare in fondo ad una questione, e sim. -<br />

scagghiuni - sta per denti grossi; fig. è frequente l' uso<br />

della locuz. "aviri i scagghiuni" per <strong>di</strong>re - avere troppe<br />

pretese, o cercare <strong>di</strong> trarre il massimo guadagno da un<br />

affare -<br />

scaliari - rovistare - frugare - perquisire -<br />

scaminari - come "scaliari" -<br />

scammisatu - scamiciato - fig. povero in canna - male<br />

in arnese -<br />

97


scannaliari - lasciare intendere - dare a capire - nella<br />

forma rifl. fig. sta a significare > , cioe’ rendersi conto <strong>di</strong> qualche inganno o<br />

sotterfugio -<br />

scannaruzzari - sbarrare gli occhi; nella forma rifl.<br />

sgolarsi -<br />

scantatizzu - (deriva dalla vc. <strong>di</strong>al. sic. scantari, che<br />

vuol <strong>di</strong>re impaurire o al rifl. aver paura) - impaurito -<br />

scantulinu - timoroso, pavido -<br />

scarafuni - imbroglione, poco affidabile, persona che<br />

compie azioni <strong>di</strong>soneste -<br />

scarrammari - <strong>di</strong>sincagliare -<br />

scasari - il termine che significa venir fuori, uscire, è<br />

us. fig. in senso per lo più ironico, o denigratorio -<br />

scattari - scegliere, selezionare -<br />

scattiari - scoppiare, esplodere - per est. anche<br />

scricchiolare -<br />

98


scattiòlu - scoppio, o piccolo botto -<br />

scavaddatu - (dal <strong>di</strong>susato scavallare) - la vc. è<br />

comunemente usata per in<strong>di</strong>care un bambino sfrenato,<br />

assai vivace, e sim. -<br />

schigghi - urla, grida, strilli -<br />

schigghienti - stridente, detto<strong>di</strong> suono o voce acuta e<br />

sgradevole-<br />

schimmetta - (da scherma) - significa finta -<br />

generalmente us. nella locuz. "fari a schimmetta", che<br />

vuol <strong>di</strong>re fare una finta, o simulare una mossa per<br />

ingannare l' avversario -<br />

schinu - schiena; la vc. figura nella espressione pop.<br />

"panza 'mpiccicata cò schinu" per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi non ha<br />

assolutamente pancia, che ha il ventre piatto, o anche<br />

<strong>di</strong> un tipo molto magro -<br />

schittari - (lett. riscattare), rivalersi - pagare<br />

ratealmente -<br />

99


sciaffurru - (dal franc. chauffeur) - autista -<br />

scialaratu - (da scellerato) - us. fig. per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

persona nient' affatto <strong>di</strong> bell' aspetto -<br />

sciàlibia - (da scialo) - oltre che nel proprio significato<br />

è us. fig. per festa, allegria ecc. -<br />

sciara - (dall' arabo "hasgiar") - è la lava spenta, la<br />

caratteristica roccia etnea -<br />

sciareddu - vitellino, agnello -<br />

sciarrignu - litigioso -<br />

sciaùni - stupido - insulso -<br />

scicari - (dal lat. exsecare) - strappare, stracciare,<br />

lacerare -<br />

scicatu - us. fig. - male in arnese - malandato -<br />

scicchignu - (dal <strong>di</strong>al. sic. scecco) - scurr. - superdotato-<br />

scid<strong>di</strong>cari - scivolare; in senso fig. è frequente l'<br />

espressione come ad esempio "ci scid<strong>di</strong>cau 'u peri", per<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi ha fatto il passo più lungo della gamba -<br />

100


scirividdari - scervellare - rifl. arrovellarsi il cervello,<br />

sforzarsi <strong>di</strong> ricordare, e sim. -<br />

sciusciacabbola - (lett. soffia che vola) - us. fig. per<br />

in<strong>di</strong>care una cosa molto fragile, leggera, che vola con un<br />

soffio - anche con rif. a persona -<br />

sciusciari - soffiare; il termine è usato fig. anche per<br />

significare: essere <strong>di</strong>soccupato - ricavar poco dal lavoro,<br />

e sim. -<br />

scoccia - scorza - buccia - fig. la locuz. "nèsciri 'da<br />

scoccia" per <strong>di</strong>re venir fuori dal guscio, uscire<br />

finalmente all' aperto, e sim. -<br />

scògnitu - (deformazione del lat. "cognitus") - vuol <strong>di</strong>re<br />

sconosciuto - fig. è usato per in<strong>di</strong>care un luogo<br />

<strong>di</strong>fficilmente raggiungibile, malagevole -<br />

sconzaiocu - us. fig.come <strong>di</strong>re, - che rompe le uova nel<br />

paniere - ved. anche per similitu<strong>di</strong>ne “strammari i<br />

brigghia” -<br />

101


scòppula - una botta sul capo col palmo della mano -<br />

scrupuliari - (rifl.) - prendersi falsi scrupoli -<br />

scrusciu - rumore - ne deriva il termine raff. "scrusci<br />

scrusci", che è un tipico giocattolo per neonati -<br />

scucchiari - <strong>di</strong>videre, separare, scollare -<br />

scucchiariatu - esagerato - eccessivo -<br />

scucciatu - identico - uguale -<br />

scudduriari - (rifl.) - liberarsi <strong>di</strong> un qualcosa <strong>di</strong><br />

indesiderabile, <strong>di</strong> un peso - scrollarsi <strong>di</strong> dosso -<br />

sgravarsi <strong>di</strong> una responsabilità -<br />

scuffari - come il pop. smammare - levarsi d' intorno -<br />

mettersi da parte, e sim.; spreg. e volg. il verbo è usato<br />

anche con riferimento a persone (ved. appresso) -<br />

scuffata - volg. spreg. dal <strong>di</strong>al. coffa, che è un paniere<br />

o cesta a forma circolare; si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una puttanaccia<br />

grassa e sformata -<br />

102


scugghiu - (lett. senza coglioni) - volg. scoglionato,<br />

privo <strong>di</strong> virilità, impotente -<br />

scugnari - allontanare, scostare; rifl. scostarsi, e<br />

sim.-<br />

sculicenzia - locuz - significa chiedere licenza,<br />

permesso, scusa; est. è come <strong>di</strong>re > -<br />

scuma - un genere <strong>di</strong> spaghetti sottilissimi, molto in<br />

uso nella cucina <strong>catanese</strong> -<br />

scummigghiari - scoperchiare - scoprire -<br />

scumminari - scompaginare - mettere in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne -<br />

mandare a monte -<br />

scunchiurutu - sconclusionato - senza equilibrio -<br />

insensato -<br />

scuncicari - molestare - provocare - infasti<strong>di</strong>re -<br />

scuncittari - vomitare -<br />

scuncittusu - vomitevole - rivoltante -<br />

103


scunucchiari - crollare o cedere per il peso -<br />

rompersi-<br />

scuppulari - togliersi la coppola - fig. il termine è<br />

usato in senso scurrile -<br />

scurusu - poco illuminato - piuttosto buio -<br />

scutulari - scuotere, o spolverare; nella forma rifl. fig.<br />

può significare liberarsi o togliersi dai pie<strong>di</strong> una<br />

persona molesta -<br />

scuzzulari - sbriciolare, o anche raschiare e graffiare -<br />

nella forma rifl. fig. vuol <strong>di</strong>re prendersela per un<br />

nonnulla; da qui l' espressione "no' tuccari 'ca si<br />

scozzula", per significare <strong>di</strong> una persona<br />

esageratamente sensibile, permalosa, fragile - est. con<br />

la puzza sotto il naso -<br />

s<strong>di</strong>llabrari - (da slabbrare) - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> un indumento<br />

o <strong>di</strong> un qualcosa che si è allargato, che ha perso l'<br />

elasticità iniziale -<br />

104


s<strong>di</strong>lliriari - delirare - farneticare - vaneggiare -<br />

s<strong>di</strong>lluviari - <strong>di</strong>luviare - piovere a <strong>di</strong>rotto -<br />

s<strong>di</strong>niari - (da negare) - us frequentemente nell'<br />

espressione comune “lu s<strong>di</strong>nei?” o “ti lu s<strong>di</strong>nei”? come a<br />

voler <strong>di</strong>re “lo neghi?” oppure, “negalo se ne hai il<br />

coraggio” -<br />

s<strong>di</strong>rrignari - sra<strong>di</strong>care - eliminare del tutto -<br />

s<strong>di</strong>solu - nei vari significati per <strong>di</strong>re <strong>di</strong>struzione,<br />

rovina, demolizione <strong>di</strong> vecchie case -<br />

sdurrubari - (da <strong>di</strong>rupo) - cadere con violenza -<br />

precipitare -<br />

sduvacari - svuotare - versare - nella forma rifl. fig.<br />

sta anche per stravaccarsi, buttarsi a corpo morto, e<br />

sim.-<br />

seriu - (da serio) - us. per lo più nella forma avverbiale<br />

per <strong>di</strong>re apposta, deliberatamente, <strong>di</strong> proposito,<br />

intenzionalmente - .<br />

105


sfimmari - aprire con la chiave una serratura -<br />

sfrazzi - sfarzi, sfoggio <strong>di</strong> lusso -<br />

sgaddari - pulire a fondo - nettare bene -<br />

sgaddarizzari - sgranare gli occhi -<br />

sgaddatu - ripulito; fig. rimesso a nuovo - incivilito -<br />

sgaggiari - graffiare - est. intaccare superficialmente<br />

un oggetto -<br />

sgalesciu - (da sghimbescio) - us. nelle locuz. come, - <strong>di</strong><br />

traverso, a sghembo, obliquamente -<br />

sgarrari - sbagliare il bersaglio - in senso fig. la locuz.<br />

"sgarrari a parràri ", per significare - sbagliare nel<br />

parlare, <strong>di</strong>re delle cose fuor <strong>di</strong> luogo, uscire dal<br />

seminato-<br />

sgavitari – economizzare, risparmiare -<br />

sgavitu - risparmio - economia -<br />

106


sghiddari - sfrecciare - andare a forte velocità -<br />

sghìscia - appetito, fame - fig. povertà, in<strong>di</strong>genza,<br />

miseria -<br />

sgummatu - senza forma - fisicamente <strong>di</strong>fettoso -<br />

sìccia - è la seppia -<br />

sid<strong>di</strong>ari - (da seccare) - us. in senso fig. per te<strong>di</strong>are,<br />

annoiare; e nella forma rifl. per arrabbiarsi,<br />

infasti<strong>di</strong>rsi, scocciarsi -<br />

siddu - è la congiunzione se -<br />

sigghiuzzu - singhiozzo -<br />

signa - scimmia - us. fig. anche col <strong>di</strong>minuitivo<br />

”signicedda” per alludere ad una donna piuttosto<br />

minuta, bruttina e magra -<br />

simpaticunazzu - un modo per <strong>di</strong>re simpatico -<br />

singaliari - segnalare - al rifl. imprimersi bene in<br />

mente -<br />

sintòmu - svenimento -<br />

107


sivu - sostanza untuosa, grasso - est. su<strong>di</strong>ciume -<br />

smaccu - sarcasmo -<br />

smaccusu - sarcastico -<br />

smàfira - esagerazione, montatura -<br />

smanciatu - si <strong>di</strong>ce per in<strong>di</strong>care un indumento in<br />

genere che è logoro o roso dall' usura -<br />

smicciari - us .fig. nel senso <strong>di</strong> aguzzare la vista per<br />

vedere meglio, osservare attentamente, e sim. -<br />

smiciaciatu - emaciato, magro, mingherlino -<br />

smiciaciu - stento - patimento - in<strong>di</strong>genza -<br />

soru - sorella - significa anche quieto, tranquillo,<br />

buono, da cui la locuz. tipo "statti soru" per <strong>di</strong>re - stai<br />

fermo, stai calmo e sim. - us. pure come interc. nella<br />

forma "a soru", riferito alla donna con cui si sta<br />

interloquendo -<br />

spaccallàssu - smargiasso, gradasso, spaccone -<br />

108


spacchiu - scurr. sperma - us. abitualmente anche<br />

come intercalare -<br />

spacchiusu - la vc. ha vari significati come -<br />

spocchioso, brillante, spiritoso, e sim. - usato pure sia<br />

come intercalare che a mò <strong>di</strong> esclamazione per <strong>di</strong>re<br />

fantastico!, magnifico!, stupendo! -<br />

spaciari - il termine è us. nella forma rifl. per<br />

significare contendersi una cosa da pari a pari,<br />

pareggiare, fare pari e patta -<br />

spànniri - (da spandere) - gocciolare - colare, rif. a<br />

liquido che si <strong>di</strong>sperde da un rubinetto, o da un vaso, da<br />

un recipiente -<br />

spantasiari - svagarsi - <strong>di</strong>strarsi piacevolmente -<br />

sparacanaci - piccole triglie <strong>di</strong> scoglio (a Catania, un<br />

genere <strong>di</strong> pesce ricercato e prelibato) -<br />

sparritteri - ( da sparlare) - chi <strong>di</strong>ce mal<strong>di</strong>cenze -<br />

calunniatore -<br />

109


spasulatu - per <strong>di</strong>re povero in canna -<br />

spascinnamentu - come <strong>di</strong>re uno sprecar tempo a fare<br />

delle cose inutili o sciocche -<br />

spataiolu - lestofante, piccolo delinquente, e sim. -<br />

spatti - inoltre, per giunta -<br />

spàttiri - <strong>di</strong>videre - <strong>di</strong>stribuire - separare -<br />

spéd<strong>di</strong>ri - terminare, finire - est. consumare -<br />

sperciari - sim. a > - ne deriva l'<br />

espressione "comu ci speccia.!!.", per <strong>di</strong>re: > -<br />

spettu - scaltro, furbo, che ci sa fare -<br />

spiari - domandare, chiedere -<br />

spicari - scollare -<br />

spiddu - spirito - fantasma -<br />

spinnari - bramare, desiderare ardentemente -<br />

spinnu - desiderio ardente -<br />

110


spirugghiari - nel significato <strong>di</strong> sbrogliare, o sciogliore<br />

no<strong>di</strong> e grovigli; ed anche sbrigare - al rifl. spicciarsi, far<br />

presto -<br />

spi sghézzu - per scherzo, per gioco -<br />

spittizza - abilità, scaltrezza -<br />

spizziali - (dall' ant. speziale) - farmacista -<br />

sponsa - è la spugna; la "sponsa <strong>di</strong> gessuminu" è invece<br />

quella composizione <strong>di</strong> spighe secche dentro cui<br />

venivano infilati gli steli dei fiori del gelsomino (che<br />

fino a non molto tempo fa nel periodo estivo si<br />

vendevano per le vie della città) -<br />

spràtticu - inesperto, privo <strong>di</strong> esperienza -<br />

sprontu - (deformazione della vc. pronto) - si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

persona che non indugia - est. sfrontato - <strong>di</strong>sinvolto -<br />

brillante -<br />

spruvari - spronare una persona per fargli rivelare<br />

quello che sa ma non vorrebbe <strong>di</strong>re -<br />

111


spulicari - (da espoliare, lett. fig. spogliare) - per <strong>di</strong>re<br />

stravincere al gioco delle grosse somme quasi<br />

spogliando l' avversario -<br />

spunnari - sfondare -<br />

spunnatu - bucato; fig. sta per mangione, insaziabile -<br />

sputtusari - trapungere - perforare - bucare -<br />

squarari - bollire - fig. nella forma rifl. vuol <strong>di</strong>re -<br />

scoprire, capire, venire a capo <strong>di</strong> qualcosa -<br />

stagghiu - (da staglio) - è il lavoro a cottimo -<br />

stazzuni - dove veniva lavorata l' argilla; fig. si <strong>di</strong>ce<br />

per alludere ad abitazioni o fabbricati in genere<br />

fatiscenti, e molto sporchi -<br />

stilari - usare, nel senso <strong>di</strong> avere l' abitu<strong>di</strong>ne, essere<br />

solito, ecc. -<br />

stìngiri - scolorire , decolorare -<br />

112


stinnicchiari - mettere <strong>di</strong>steso, stendere lungo,<br />

atterrare; al rifl. fig. andare a dormire, riposarsi,<br />

<strong>di</strong>stendersi -<br />

strabburiri - smarrire -<br />

stracanacchi - offese, soperchierie, abusi, insulti -<br />

strafallària - in senso spreg. per in<strong>di</strong>care una donna<br />

che vive senza regole, che conduce un' esistenza che non<br />

rientra nelle comuni convenzioni, e sim. -<br />

strammari - scombinare, sconvolgere -<br />

strammu - un tipo anormale, senza regole -<br />

stranchillatu - sformato; est. e fig. malfermo,<br />

acciaccato -<br />

strascinata - si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una donna malvestita,<br />

malandata -<br />

stratàgghiu - è il genere <strong>di</strong> taglio a fazzoletto, nell'<br />

abito femminile -<br />

113


strèusu - persona stravagande, bizzarra, strana,<br />

anormale, sim. a "strammu" -<br />

stricari - strofinare, stropicciare; in senso fig. sta per<br />

graffiare -<br />

stròlugu - (da astrologo) - us. fig. per svanito, strano,<br />

con la testa fra le nuvole -<br />

strùmmula - trottola -<br />

struneddu - (vc.deriv.dall' uccello storno od anche da<br />

stronzo)-a seconda dei casi si usa fig. e spreg. per<br />

in<strong>di</strong>care un soggetto stupi<strong>di</strong>no e esprovveduto, oppure<br />

una persona sgradevole -<br />

strurùsu - spassoso - estroverso - che <strong>di</strong>verte -<br />

stuccari - significa piegare, torcere, ma anche<br />

svoltare o mutare <strong>di</strong>rezione; il verbo lo troviamo anche<br />

nell' espressione volgare fig.”i stuccàu quattru”, come<br />

allusione sessuale ad una donna dal passato cd.<br />

“allegro” -<br />

114


stuiari - asciugare; nella forma rifl. è usato nella locuz.<br />

"stuiarisi u beccu" per <strong>di</strong>re - non aver più nulla a<br />

pretendere, che ci si può ritenere sod<strong>di</strong>sfatti -<br />

stunnari - traslocare -<br />

stuppagghiara - volg. - termine ingiurioso e spreg., per<br />

<strong>di</strong>re donnaccia, <strong>di</strong> facili costumi, e sim. -<br />

subissari - fig. dare in abbondanza, colmare -<br />

sucameli - starebbe ad in<strong>di</strong>care uno schiaffo ben<br />

assestato -<br />

sucaminghi - ( lett. succhia...) - epiteto scurr., d' uso<br />

assai frequente -<br />

sucasìmmula - (lett. succhia semola) - fig. come<br />

allusione ad un tipo scarno, emaciato, magro, e sim. -<br />

sucuni - (lett. grosso succhio) - us. come intercalare<br />

con significato scurrile -<br />

115


sùffuru - (lett. zolfo) - in senso fig. la locuz.<br />

corrispondente, che è come <strong>di</strong>re “ fare orecchio da<br />

mercante, fingere <strong>di</strong> non capire” -<br />

sugghiata - la vc. è usata nell' espressione "nà<br />

sugghiata <strong>di</strong> coppa" , che è come <strong>di</strong>re > -<br />

sugghiuzzu o sigghiuzzu - singhiozzo -<br />

sularu - strato (come quantità <strong>di</strong> materia); ne deriva<br />

la locuz. raff. d' uso comune "a sulàru a sulàru", per<br />

<strong>di</strong>re - a strati; o in senso fig. per abbondantemente, in<br />

gran quantità, e sim. -<br />

suppizzata - è un particolare genere <strong>di</strong> salume -<br />

sùsiri - alzare - rialzare -<br />

svariari - mutare; al rifl. vuol <strong>di</strong>re <strong>di</strong>strarsi, svagarsi-<br />

svumicari - per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> un venir fuori improvviso <strong>di</strong><br />

fetore, o <strong>di</strong> quantità materiale in genere -<br />

svurricari - <strong>di</strong>sseppellire, esumare -<br />

116


T<br />

tabbutu - cassa mortuaria -<br />

tacchianedda - giovane donna, piccola <strong>di</strong> statura, ma<br />

formosetta e piuttosto piacente -<br />

tacchiari - (dal gr. taxius) - correre velocemente - us.<br />

anche come locuz. in tono <strong>di</strong> avvertimento o <strong>di</strong><br />

minaccia, corrispondente al pop. smammare, levarsi <strong>di</strong><br />

torno, e sim. -<br />

tacci - specie <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> a testa grossa con cui non molto<br />

tempo fa si rinforzavano le suole delle scarpe per<br />

renderle più resistenti (si rammenta, con l' occasione,<br />

che allo scopo era <strong>di</strong>ffuso l' uso anche <strong>di</strong> "paratacchi" e<br />

"parapunte" <strong>di</strong> ferro a forma <strong>di</strong> mezzaluna) -<br />

tafanario - volg. sta per un grosso sedere - us. anche in<br />

senso fig. per <strong>di</strong>re fortuna, (ved. prima, anche<br />

“panaru”)-<br />

taliari - guardare - osservare -<br />

117


tannu - allora, in quel tempo; ne deriva la locuzione “ri<br />

tannu!?” che è come <strong>di</strong>re - "stai ancora a perder<br />

tempo.?!., sù !, sbrigati!," e sim. -<br />

tappiatu - cosparso <strong>di</strong> macchie - pieno <strong>di</strong> chiazze e<br />

lividure -<br />

tappina - ciabatta -<br />

tappinara - epiteto volg. per significare donnaccia,<br />

zoccola -<br />

tastiari - brancolare, andare a tentoni, o est. toccare<br />

al buio -<br />

tàvula du pettu - (lett. tavola del petto) - sta a<br />

significare lo sterno, o in genere il petto, il torace -<br />

timpulata - schiaffo, ceffone -<br />

timpuliari - schiaffeggiare -<br />

tìngiri - tingere; fig. significa - truffare, ingannare,<br />

bidonare -<br />

118


tiraciatu - (lett. che tira il fiato) - si <strong>di</strong>ce per alludere a<br />

qualcuno che sta a chiedere insistentemente, od anche<br />

che si attende qualcosa magari stando pietosamente a<br />

guardare –<br />

tirribiliu - (deriv.da terribile) - con valore <strong>di</strong><br />

sostantivo può voler <strong>di</strong>re un parapiglia; con valore<br />

aggettivale per alludere ad un bambino ”terribile”,<br />

eccessivo, assai vivace, e sim. -<br />

tistùnia - (da testuggine) - tartaruga -<br />

tòppulu - locuz., come <strong>di</strong>re -<br />

tracchiarusu - si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una persona piuttosto in<br />

carne, robusta, soda -<br />

tragicu - us. fig. per alludere benevolmente ad un tipo<br />

particolare, <strong>di</strong>vertente, comico -<br />

tragiriaturi - eccessivo, esagerato; od anche est.<br />

seminatore <strong>di</strong> zizzania -<br />

trangilusu - suscettibile -<br />

119


trantuliari - oscillare - tremolare -<br />

tràsiri - entrare -<br />

triaca - sono i fagioli secchi; fig. sta per spocchia, boria -<br />

triacusu - spocchioso, tracotante, arrogante -<br />

trippari - può voler <strong>di</strong>re salterellare o ballare -<br />

trìspiti - trespolo; la locuz. "trispiti e 'mmarazzi" (lett.<br />

trespoli e ammassi) sta ad in<strong>di</strong>care una gran quantità<br />

<strong>di</strong> cose fra le più varie, ammassate <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>natamente,<br />

o cianfrusaglie in genere -<br />

triuliari - piangere - lamentarsi -<br />

trìulu - lamento, frignìo -<br />

tròccula - è la bàttola (un arnese che agitato produce<br />

rumore) -<br />

trùbbulu - turbolento, ribelle, in<strong>di</strong>sciplinato; est. poco<br />

affidabile, losco, <strong>di</strong> dubbia onestà e moralità -<br />

120


trujàcapasta - vc. composta - è una tipica minestra<br />

<strong>catanese</strong>, costituita da una particolare varietà <strong>di</strong><br />

fagioli (cannellino) -<br />

truvatura - tesoro nascosto -<br />

tummarisi - (v.rifl.) - tuffarsi in acqua -<br />

tuppétturu - trottola; fig. si <strong>di</strong>ce per alludere ad un<br />

tipo che sta sempre in movimento, molto <strong>di</strong>namico,<br />

assai vivace, e sim. -<br />

121


U<br />

ùgghia - ago, - od anche il pesce aguglia -<br />

ugghiola - grosso ago (come arnese da cucito) -<br />

uzza - borsa -<br />

122


V<br />

vaccareddu - lumaca -<br />

vaddari - ved. "taliàri" -<br />

vaddarusu - che ha l' ernia -<br />

vàd<strong>di</strong>a - guar<strong>di</strong>a -<br />

vallandu - (da Orlando) - i pupi dei pala<strong>di</strong>ni in genere<br />

- us. anche fig. come allusione ad un tipo che si batte<br />

furiosamente, proprio come il leggendario personaggio<br />

del noto poema cavalleresco dell' Ariosto -<br />

vamparigghi - falò; si intendono anche quei roghi <strong>di</strong><br />

cataste <strong>di</strong> legno e mobili vecchi che si fanno<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente bruciare per strada in occasione del<br />

carnevale e <strong>di</strong> talune feste religiose -<br />

vamparigghia - us. fig. per fiammata -<br />

vampugghi - sono i trucioli; sta pure a significare<br />

piccole vampe <strong>di</strong> carta -<br />

vanchitta - piccola panca <strong>di</strong> lavoro del calzolaio -<br />

123


vanedda - vicolo -<br />

vanniari - gridare, urlare - est. sgridare, riprendere<br />

severamente -<br />

vapotta - (lett. va e porta) – portabagagli, fattorino -<br />

varagghi - sba<strong>di</strong>gli <strong>di</strong> noia -<br />

vara - (da bara) - oltre il significato proprio <strong>di</strong> bara, si<br />

<strong>di</strong>ce anche per in<strong>di</strong>care il fercolo dei santi -<br />

vastasu - ineducato - cafone; est. anche per alludere a<br />

chi svolge un lavoro <strong>di</strong> facchinaggio -<br />

vasuni - ved. "masuni" -<br />

vavaredda - (lett. piccola bava) - è l' umore che si<br />

forma nell' occhio per la vecchiaia o a causa <strong>di</strong> qualche<br />

malattia oculare -<br />

vaviari - sbavare - al rifl. sbrodolarsi -<br />

vavva - barba -<br />

vavvarottu - mento -<br />

vavveri - barbiere -<br />

124


vili - (da vile) - oltre il significato proprio, est. sta per -<br />

spilorcio, tirchio, avaro -<br />

vìppita - bibita -<br />

vìsula - mattonella -<br />

vòria - ved. "òria" -<br />

vozzu - bozzo, bernoccolo, o una piccola protuberanza<br />

in genere-<br />

vuccalamma - (lett. bocca dell' anima) - corrisponde<br />

al car<strong>di</strong>as -<br />

vucitaru - (deriv. dal v. vociare) - sbraitone, uno che<br />

abitualmte parla ad alta voce, che strepita -<br />

vuppagghiuni - volpone - furbo -<br />

vurricari - coprire <strong>di</strong> terra - seppellire -<br />

vuscari - guadagnare; fig. - essere picchiato, venire<br />

malmenato -<br />

125


vusciulara - corrispondono alle ghiandole mascellari,<br />

ma si <strong>di</strong>ce anche per in<strong>di</strong>care l' a<strong>di</strong>pe che si forma sotto<br />

le mascelle stesse -<br />

126


Z<br />

zammù - anice -<br />

zàniu - zaino -<br />

zauddu - cafone - villano -<br />

zazzamita - geco -<br />

'zìlli - cavilli, o pretesti -<br />

'zimmu - sporcizia - porcile -<br />

ziringa - siringa -<br />

'zòccu - può significare, quello che - che cosa –<br />

quanto-<br />

'zòccu è....è - significa invece qualunque cosa - come<br />

che sia -<br />

'zotta - frusta -<br />

'zuzzu - gelatina <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> maiale -<br />

127


Altre forme espressive d' uso comune e frequenti, non<br />

inserite o che non hanno trovato posto nella<br />

elencazione delle voci specifiche trattate -<br />

“abbasta và” - inter. esclam. - per esprimere un senso<br />

<strong>di</strong> rassegnazione, come <strong>di</strong>re....pazienza!!.....e va bene!!;<br />

<strong>di</strong> frequente us. anche a conclusione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso -<br />

"abbissati semu...." - è un' esclam. in senso ironico, o<br />

amaro, per <strong>di</strong>re - siamo a posto...!, siamo sistemati...!-<br />

“accunnuvoti” - forse che?! -<br />

"acqua ravanti e ventu d' arreri" - come <strong>di</strong>re,


"all' aimé” - (deriv.<strong>di</strong> ahimè, che è un' interiezione <strong>di</strong><br />

dolore o <strong>di</strong> pena) - prec. dal v. essere o trovarsi , ecc. per<br />

<strong>di</strong>re in povertà, a mal partito, e sim. -<br />

"alliccari a sadda" - (lett. leccare la sarda) - vivere<br />

alla men peggio, poveramente, e sim. -<br />

"a minghia china" - volg. come <strong>di</strong>re, a piene mani, a<br />

più non posso, a sazietà, in abbondanza -<br />

“ammuccari muschi” - locuzione dai <strong>di</strong>versi<br />

significati per <strong>di</strong>re aspettare la manna dal cielo, o<br />

stare a far niente, essere inoperosi aspettando che<br />

altri facciano per lui, oziare e sim. -<br />

"ammutta fumu ca' stanga a via Etnea"- per<br />

alludere ad un per<strong>di</strong>giorno, un bighellone -<br />

"ammuttuni e rizzuluni" - a fatica, a poco a poco,<br />

finalmente - si <strong>di</strong>ce fig. per esprimere la<br />

sod<strong>di</strong>sfazione derivante da qualcosa che in fine si è<br />

ottenuto -<br />

129


“a morti subitania” - subitaneamente, all'<br />

improvviso; - si usa anche <strong>di</strong>re ”morti subitania” (ved.<br />

la vc.corrispondente) -<br />

"anchi e patanchi" - vuol <strong>di</strong>re, tutto quanto,<br />

interamente, tutto; in genere l' espressione si fa<br />

precedere dal verbo perdere, o rimetterci -<br />

"ancora a nàsciri e si chiama Cola" - per alludere ad<br />

un bambino o anche ad una persona <strong>di</strong> poco conto che<br />

vuol darsi delle arie -<br />

"a quannu....a quannu" - <strong>di</strong> quando in quando; us.<br />

generalmente come esclam. dal significato amaro -<br />

"a riavulina" - all' impazzata -<br />

"armari baracchi" - impiantare , allestire, mettere<br />

sù, avviare più o meno faticosamente un' attività -<br />

"arreri....coppi ì 'zzotta....!" - un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re rivolto al<br />

cocchiere per segnalargli i ragazzini che nascosti <strong>di</strong>etro<br />

il calesse si lasciavano trasportare a sbafo -<br />

130


"arristari comu a chiddu" (cui può far seguito, "cà ciù<br />

visti pà prima vota a sò soru", oppure rif. alla madre) -<br />

espressione volg. per <strong>di</strong>re - rimanere allibiti,<br />

esterrefatti-<br />

"arristari cù na manu ravanti e n' autra d' arreri" -<br />

rimanere con un pugno <strong>di</strong> mosche, a mani vuote -<br />

“arristari siccu 'ne robbi” (o, nill' ossa) - locuz. come<br />

<strong>di</strong>re: rimanerci assai male, fortemente delusi -<br />

"arrizzari i carni" - accapponare la pelle -<br />

“a scangiu”- (deriv. da scambio) - vc. avverbiale sta<br />

per: invece, in cambio <strong>di</strong> -<br />

"a scapuluni" - (probabile deriv. da scapola) - prec. <strong>di</strong><br />

solito dal v. colpire, cogliere - come <strong>di</strong>re, - <strong>di</strong> piatto -<br />

quasi in pieno -<br />

"asciugàrisi u beccu" - non aver più alcunchè a<br />

pretendere, ritenersi pienamente sod<strong>di</strong>sfatti -<br />

131


"aspittari u passuluni <strong>di</strong> l' aria" - aspettare la<br />

manna dal cielo; est. si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> chi rimane inoperoso in<br />

attesa della buona sorte, o che altri facciano per lui -<br />

“a testa appuzzuni” - locuz.avverbiale; vuol <strong>di</strong>re, col<br />

massimo impegno -<br />

"a tinchitè" - a iosa, in gran quantità, in abbondanza -<br />

"a tiru <strong>di</strong> palla" - velocemente, subito , e sim. -<br />

"attìa cosu" - un modo grezzo e piuttosto prepotente<br />

per apostrofare qualcuno, come per <strong>di</strong>re - "senti, <strong>di</strong>co a<br />

te..!!" -<br />

“a tumma” - con il capo all' ingiù, (ved. anche<br />

tummarisi) -<br />

“a tunnu”- avv. per <strong>di</strong>re: del tutto, interamente,<br />

completamente -<br />

"a unu a unu e senza ammuttari" - (lett. ad uno ad<br />

uno e senza spingere) - come a <strong>di</strong>re, con calma -<br />

132


<strong>di</strong>sciplinatamente - con or<strong>di</strong>ne - senza creare<br />

confusione-<br />

“avìri a scumunica” - (avere la scomunica addosso),<br />

fig. essere perseguitato dalle <strong>di</strong>sgrazie -<br />

“avìri 'cchiddìri” locuz. per <strong>di</strong>re: avere un <strong>di</strong>verbio o<br />

un contrasto con qualcuno; est. incontrare degli ostacoli<br />

o delle <strong>di</strong>fficoltà in genere -<br />

"avìri chi vùgghiri" - come <strong>di</strong>re, > -<br />

"avìri nuvità" - portare delle novità non gra<strong>di</strong>te; per<br />

est. anche per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> chi fa delle richieste che non si<br />

ritengono accoglibili, o degne <strong>di</strong> attenzione -<br />

“bbadda <strong>di</strong> l' occhi” - è il globo oculare -<br />

"ballu de vigini" - (lett. ballo delle vergini) - fig<br />

schiamazzo o finimondo - molto clamore, e sim. -<br />

133


"bed<strong>di</strong> st'occhi" - (lett. belli quest' occhi) - fig. in uso<br />

nell' espressione tipo "non gli si può <strong>di</strong>re che sono--------<br />

----", per alludere ad una persona che si offende<br />

facilmente, che è permalosa, assai suscettibile -<br />

"beddu spicchiu" - (lett. bello spicchio, cui può far<br />

seguito..... “<strong>di</strong> mènnula amara", cioè <strong>di</strong> mandorla<br />

amara) - us. in senso ironico, o a volte denigratorio,<br />

come a <strong>di</strong>re >, con riferimento al suo<br />

atteggiarsi, al modo <strong>di</strong> comportarsi, o al suo carattere<br />

in genere -<br />

"bestia ca' scoccia" - (lett. bestia con la scorza) -<br />

come epiteto rivolto ad una persona rozza e ignorante -<br />

"bonu và " - esclam. usata per esprimere un senso <strong>di</strong><br />

delusione, <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o, o <strong>di</strong> imbarazzo -<br />

"botta <strong>di</strong> sangu" (o <strong>di</strong> "vilenu") - un' imprecazione pop.<br />

- sta per male<strong>di</strong>zione..!! - accidenti..!! e sim. -<br />

134


"bruciari u' pagghiuni" - (lett. bruciare il pagliaio),<br />

us. in senso fig. solitamente per <strong>di</strong>re raggirare una<br />

prostituta e andar via senza pagare la prestazione-<br />

"cacciàri muschi" - us. in senso fig. - stare a far<br />

niente; est. essere <strong>di</strong>socccupato, oppure ricavare poco<br />

dal proprio lavoro -<br />

"calàrisi 'a visèra" - (lett. abbassarsi la visiera) - fig.<br />

mettersi la maschera, o imporsi <strong>di</strong> far la faccia tosta,<br />

mostrarsi indelicati -<br />

"calata de' mbriàchi" - (calata degli ubriachi) - con<br />

allusione al vecchio rito tra<strong>di</strong>zionale del ritorno in<br />

città dei devoti <strong>di</strong> Sant' Alfio, solitamente ubriachi per<br />

le abbondanti libagioni, provenienti dai<br />

festeggiamenti <strong>di</strong> Trecastagni ; fig. sta ad in<strong>di</strong>care un<br />

gruppo <strong>di</strong> persone schiamazzanti che<br />

accompagnandosi per strada o in pubblici locali si<br />

135


fanno notare per il loro comportamento non proprio<br />

raffinato e signorile -<br />

"cantari carni <strong>di</strong> porcu" - come <strong>di</strong>re - non riporvi<br />

alcuna speranza, non farvi affidamento, non contarci -<br />

"cascari do sceccu" - (lett. cadere dall' asino) - volg. in<br />

senso fig. significa perdere la verginità -<br />

"chiangi beddu 'ca to' opà t' accatta ì 'nciminati" -<br />

dalla voce <strong>di</strong> quel ven<strong>di</strong>tore ambulante <strong>di</strong> cd.<br />

'nciminati (biscotti col cimino) che nel periodo a cavallo<br />

delle due guerre stazionava davanti la villa Bellini ed<br />

incitava al pianto i bambini che gli passavano accanto<br />

perchè il padre gli comprasse i dolcetti -<br />

"chi ci vai ruzzuliannu" - come a <strong>di</strong>re, - ma che stai<br />

<strong>di</strong>cendo!? , che sciocchezze sono queste!?, che fesserie<br />

<strong>di</strong>ci!? -<br />

"chi nicchi 'nnacchi" - come <strong>di</strong>re "per quale ragione,<br />

chi ce lo fa fare, perchè, quale sarebbe il motivo??” -<br />

136


"chissa é a zita" - (lett. questa é la fidanzata) - una<br />

locuz. come a <strong>di</strong>re, prendere o lasciare - pazienza!! -<br />

“ci mancunu <strong>di</strong>ciannovi sod<strong>di</strong> ppì na lira” - locuz.,<br />

con allusione ad una persona perennemente a corto <strong>di</strong><br />

denaro -<br />

“cò rifriscu” - per <strong>di</strong>re col fresco, appena cala il sole e<br />

<strong>di</strong>minuisce la calura -<br />

"cocciu <strong>di</strong> piru" - un altro modo per <strong>di</strong>re "un bel<br />

tipo!"(ved.. "beddu spicchiu") -<br />

"còppula do zu' Vicenzu" - volg. come <strong>di</strong>re ><br />

"cosa fitusa" - sta per persona vile e meschina; spesso<br />

si <strong>di</strong>ce piuttosto rozzamente ma in tono affettuoso e<br />

confidenziale anche nell' atto <strong>di</strong> salutare -<br />

"criccu croccu e manicu <strong>di</strong> ciascu" - come generica<br />

allusione a tre persone sempre unite e d' accordo (cioè<br />

come fossero legate in<strong>di</strong>ssolubilmente); se il<br />

137


iferimento va fatto nei confronti <strong>di</strong> due persone, si usa<br />

l' espressione "criccu e croccu" -<br />

"cu' c' attacca sta cincianedda a' iatta" - (lett. chi l'<br />

attacca questa campanellina alla gatta) - come per<br />

<strong>di</strong>re > -<br />

(L' espressione nasce da una storiella la quale<br />

racconta che in una cantina vi erano dei topi che la<br />

facevano da padroni. Per sterminarli si pensò bene <strong>di</strong><br />

mettervi un gatto, ma i topi per <strong>di</strong>fendersi e continuare<br />

impunemente a razziare si accordarono per collocare<br />

un sonaglio al gatto affinchè lo potessero sentire, e<br />

quin<strong>di</strong> schivare; il <strong>di</strong>fficilissimo problema che però<br />

subito si pose fu naturalmente <strong>di</strong> chi dovesse<br />

attaccarglielo) -<br />

"cu' nnappi 'nnappi de cassated<strong>di</strong> <strong>di</strong> pasqua" -<br />

corrisponde alla locuz. >, (cioè quando una questione è<br />

138


chiusa , ognuno deve tenersi quel che <strong>di</strong> bene o <strong>di</strong> male<br />

gli è toccato) -<br />

"cupioni" - (lett. opinione) - si usa nell' espressione<br />

corrente , che è come <strong>di</strong>re -<br />

chi ci capisce è bravo! -<br />

"cuttu e malu cavatu" - un tipo basso <strong>di</strong> statura, ma<br />

furbo e cattivello -<br />

"da' Pàllara do Buvvu" - (deformazione popolare in<br />

"Pàllara", - deriv. molto probabile <strong>di</strong> Pallade - del<br />

nome della statua in piazza Borgo che invece è<br />

de<strong>di</strong>cata alla dea Cerere) - fig. sta ad in<strong>di</strong>care una<br />

donna civettuola, poco seria -<br />

"dari addenza" - (lett. dare u<strong>di</strong>enza) - ascoltare,<br />

magari con una certa benevolenza; fig. acconsentire ad<br />

un approccio -<br />

"dari saziu" - (lett. dare sod<strong>di</strong>sfazione) - darla vinta -<br />

139


"dari a badda" - (dove "badda" sta per polpetta<br />

avvelenata) - come <strong>di</strong>re - togliere <strong>di</strong> mezzo, eliminare,<br />

avvelenare -<br />

"dari a chi 'd<strong>di</strong>ri" - impensierire, dare preoccupazioni,<br />

e sim. -<br />

"dari 'mmesta" - saper tener testa anche<br />

contrattaccando -<br />

"dari u sciaoffu" - mandare via, licenziare, e sim. -<br />

"davanti u puttusu do c......o "- scurrile - us. in senso<br />

spreg., per <strong>di</strong>re della pretesa <strong>di</strong> chi vuole che gli si porti<br />

una cosa proprio sotto iil muso -<br />

"dda' banna" - al <strong>di</strong> là, dall' altra parte -<br />

" 'ddì 'ddì” - significa ; un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

rivolto ai bambini quando li si porta a passeggio -<br />

"ddocu ci voli" - us. frequentemente sia come<br />

intercalare che come interiezione, per <strong>di</strong>re - >-<br />

140


"debuli d' incasciu" - (lett. debole nella struttura) - si<br />

<strong>di</strong>ce rif. a persona che manca <strong>di</strong> forze, debole o <strong>di</strong><br />

costituzione delicata -<br />

"<strong>di</strong> cursa" - (lett. <strong>di</strong> corsa) - una locuz. avverbiale per<br />

<strong>di</strong>re - molto volentieri, senz' altro, e sim. -<br />

"<strong>di</strong> pizzu o <strong>di</strong> chiattu" - come <strong>di</strong>re,- in qualunque<br />

modo, ad ogni costo, e sim. -<br />

"<strong>di</strong> unni sbarcau" - (lett. da dove è sbarcato) - us.<br />

sarcasticamente, come <strong>di</strong>re > -<br />

"<strong>di</strong>ciannovi sod<strong>di</strong> cu 'na lira" - per in<strong>di</strong>care cose<br />

equivalenti, simili, senza alcuna sostanziale<br />

<strong>di</strong>fferenza -<br />

"<strong>di</strong> scapocchiu" - <strong>di</strong> nascosto, furtivamente; o anche,<br />

illegalmente, senza il rispetto delle regole, e sim. -<br />

141


"e' casi" - ( lett. alle case) - una locuz. equivalente al<br />

pop. -<br />

“è riccu e và a spàraci” - (lett.> - loc. usata con riferimento ad<br />

un soggetto che millanta ricchezza pur essendo <strong>di</strong><br />

modestissime con<strong>di</strong>zioni economiche -<br />

"e si fìcinu i ficu" - (lett. sono maturati i fichi) - fig.<br />

per <strong>di</strong>re che è accaduto l' irreparabile, che ormai non c'<br />

è più nulla da fare -<br />

"essere a vintitrì uri e tri quarti" - (prec. a volte dal<br />

v. trovarsi) - per <strong>di</strong>re, essere a mal partito, trovarsi in<br />

brutte acque, in cattive con<strong>di</strong>zioni economiche -<br />

"faccia <strong>di</strong> bòddaru" - (da bolla-rigonfiamento) - <strong>di</strong> chi<br />

ha il viso grosso, rigonfio, a forma <strong>di</strong> palla -<br />

“faccia d' intagghiu” - facia tosta, sfrontato -<br />

142


“faccia <strong>di</strong> paloccu” - us. spreg. in senso fig. per<br />

alludere ad una persona dal viso a forma piatta e<br />

oblungo, tale da somigliare quasi alla foglia (clado<strong>di</strong>o,<br />

in sic. pala) del fico<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a -<br />

"facci lavata"- apparentemente, <strong>di</strong>plomaticamente,<br />

con fare più o meno ipocrita, ecc. -<br />

"facci provi" - sono le prove testimoniali -<br />

"facci vista" - <strong>di</strong>rimpetto, <strong>di</strong> faccia, <strong>di</strong> fronte -<br />

“fari a cumparsa <strong>di</strong> pepè” - far la figura <strong>di</strong><br />

minchione -<br />

“fari a dannazza” - come <strong>di</strong>re fare dei <strong>di</strong>spetti -<br />

“fari a fungia” - (lett. allungare il muso a fungo) - loc.<br />

come <strong>di</strong>re offendersi, corrucciarsi - ved. anche la voce<br />

'ncagnari e il rifl. 'ncagnarisi -<br />

“faricci i cad<strong>di</strong>” - assuefarsi o abituarsi ad una<br />

situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, <strong>di</strong> sofferenza -<br />

143


“fari catinazzu” - (lett. fare catenaccio), con allusione<br />

sessuale per <strong>di</strong>re andare in panne, non portare a<br />

compimento.....-<br />

"fari comu a chiddu" - è un' espressione<br />

comunemente usata anche come intercalare, per <strong>di</strong>re -<br />

pazienza!! - far finta <strong>di</strong> niente - fare <strong>di</strong> necessità virtù -<br />

“fari cosi vastasi” - fare petting -<br />

“fari i coffi” - (dove coffa sta per grossa cesta) - fig.<br />

vuol <strong>di</strong>re stravincere -<br />

“fari malu sangu” - destare antipatia, riuscire<br />

antipatico, essere inviso -<br />

“fari manichi e quartari” - fare ciò che non compete,<br />

strafare, od anche per est.- far la parte del leone -<br />

"fari sèntiri" - (lett. far sentire) - sta per - lasciare<br />

intendere, far capire, spiegare -<br />

“fari spitali” - (lett. fare ospedale) - in senso fig.<br />

significa lamentarsi esageratamente -<br />

144


"fari succèriri a valli" - (con rif. probabilmente all'<br />

epica battaglia <strong>di</strong> Roncisvalle) - provocare il<br />

finimondo-<br />

“fàrisi fracitu” - (deriv. dal pop. ) - struggersi , logorarsi, tormentarsi -<br />

“fari u beddu” - significa fare il bellimbusto,<br />

comportarsi da damerino, e sim.-<br />

"ferru chiummu e cacazzu" - (lett. ferro, piombo e<br />

cacca) - us. in tono <strong>di</strong> scherno per in<strong>di</strong>care<br />

presuntivamente gli elementi <strong>di</strong> cui sarebbe composto<br />

un oggetto, o una cosa in genere senza alcun valore<br />

intrinseco -<br />

"festa do scummogghiu"- in senso ironico e<br />

denigratorio, per minimizzare un evento festivo, un<br />

incontro, una riunione, ecc. -<br />

"ficurinia mussuta" - (vc. lett. composta da fico d'<br />

in<strong>di</strong>a e muso) - spreg., per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una persona, per lo<br />

145


più con rif. a una donna, dal viso brutto e con la bocca<br />

simile al grugno del maiale-<br />

"filu <strong>di</strong> pacchiu <strong>di</strong> zanzara" - volg. vuol <strong>di</strong>re - a fil <strong>di</strong><br />

lana, per poco, per una frazione <strong>di</strong> secondo -<br />

"finiri a frischi e pìrita" - volg. e spreg., come <strong>di</strong>re -<br />

venire accolto per <strong>di</strong>leggio da fischi e pernacchie -<br />

"finiri a tri tubi" - (od anche " ragiunari a tri tubi") -<br />

con il significato, rispettivamente <strong>di</strong> - finir male o<br />

ragionare in maniera inconcludente e sballata; il<br />

riferimento è, secondo il detto popolare, al famoso<br />

vapore proveniente da Napoli - sempre con notevole<br />

ritardo - che all' orizzonte appariva con i suoi tre<br />

caratteristici ma anacronistici e antiestetici alti<br />

fumaioli (o tubi) -<br />

“finiri comu a pacchiottu” - come <strong>di</strong>re, gli è andata<br />

male -<br />

146


"firmari carusi" - (lett. fermare le ragazze per strada)<br />

- un' antica ormai desueta consuetu<strong>di</strong>ne, ed anche un<br />

passatempo per i giovani cd. acchiapponi, adottata<br />

come tecnica <strong>di</strong> approccio nei confronti delle ragazze -<br />

"fudda e mala vìnnita" - (lett. folla e cattiva ven<strong>di</strong>ta)<br />

- come <strong>di</strong>re, tanti clienti e nessuno compra -<br />

“gira vota e furrìa”- (lett.gira volta e rigira) - si <strong>di</strong>ce<br />

con allusione alle peripezie o a delle <strong>di</strong>fficoltà che<br />

precedono l' esito <strong>di</strong> una vicenda -<br />

"grossa donn' Angilu" - (dal nome del famoso puparo<br />

<strong>catanese</strong> Angelo Grasso, che con molta enfasi dava<br />

voce ai suoi personaggi), per <strong>di</strong>re -


"ìnchiri i cianchi" - (lett. riempire i fianchi) - fig. sta a<br />

significare, sod<strong>di</strong>sfare ampiamente - rifl. provare<br />

sod<strong>di</strong>sfazione, ritenersi paghi -<br />

"ìnchiri i iaggi" - (lett. riempire le mascelle) -<br />

rimpinzare - satollare -<br />

“iri arreri comu u curdaru” - (lett. andare in<strong>di</strong>etro<br />

come il cordaio), come <strong>di</strong>re andare <strong>di</strong> male in peggio,<br />

rendere peggiore la propria posizione -<br />

“i tri canced<strong>di</strong>”- per alludere dell'<br />

ingresso principale del cimitero della città; si <strong>di</strong>ce in<br />

tono piuttosto sardonico per antonomasia del cimitero<br />

stesso -<br />

" i tri da vaniddazza" - (dove "vaniddazza" starebbe<br />

per vicolo malfamato) - fig. in senso ilare o spreg. per<br />

alludere a dei soggetti dall' aspetto poco<br />

raccomandabile -<br />

148


“ittàrisi a volu” - (lett. gettarsi con slancio) - us. fig.<br />

nel senso <strong>di</strong> buttarsi a capofitto su qualcosa, una<br />

leccornìa, su un affare, o in genere su qualcosa che si<br />

ritiene <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento o che sia conveniente -<br />

"ittari sàuti appresso a banna" - (lett. salterellare<br />

seguendo la banda musicale) - si <strong>di</strong>ce in tono ironico e<br />

denigratorio per alludere a chi gioiosamente segue<br />

salterellando la banda musicale in occasione <strong>di</strong><br />

processioni religiose o manifestazioni varie; fig . come<br />

a <strong>di</strong>re, esultare scioccamente per nulla -<br />

"lampu e stampu" - (lett. lampo e stampo) - come a<br />

<strong>di</strong>re, - in un attimo, in un sol colpo, imme<strong>di</strong>atamente -<br />

"lassari cùrriri" - lanciare con forza, scaraventare,<br />

scagliare -<br />

"lassari iri" - lasciare andare - est. passar sopra a q.c.<br />

soprassedere, non prendersela, lasciar correre -<br />

149


“lassari sbattiri” - fig. fare orecchi da mercante,<br />

fingere <strong>di</strong> non capire, non raccogliere le provocazioni,<br />

non dar retta, e sim. -<br />

"lei è lario" - (il termine è mutuato dalla testata <strong>di</strong> un<br />

settimanale politico-letterario umoristico e <strong>di</strong>alettale,<br />

che nato nel 1907 e sospeso durante il periodo fascista<br />

e la guerra ricomparve poi nel 1945 e infine cessare nel<br />

'50) - in uso in talune espressioni come ad es. > - per alludere a<br />

delle notizie non veritiere, curiose, ri<strong>di</strong>cole, o anche<br />

come allusione denigratoria ad un personaggio dall'<br />

aspetto goffo, insulso - insomma, dall' aspetto che<br />

suscita il riso -<br />

“lima sudda”- (lett. lima sorda) - spreg. sta per<br />

persona subdola, ambigua, anche sorda ai buoni<br />

consigli -<br />

150


“livarisi a saluti” - (lett. togliersi la salute) -<br />

stancarsi molto, affaticarsi -<br />

"mali frùsculi" - un modo per <strong>di</strong>re che le previsioni<br />

sono tutt' altro che rosee, che si avverte aria o vento <strong>di</strong><br />

fronda, che la situazione in genere non appare facile, e<br />

sim. -<br />

"malu chiffari"- fig. aver nulla da fare, o tempo da<br />

perdere, ecc.<br />

"manciari l' ossa co' sali" - fig.come <strong>di</strong>re far rodere <strong>di</strong><br />

rabbia - ved. anche per una certa analogìa<br />

-<br />

“mancu a colpi <strong>di</strong> lignu” - corrisponderebbe al modo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>re pop. , che è un' espressione <strong>di</strong><br />

netto rifiuto o <strong>di</strong> <strong>di</strong>niego,come nient' affatto,<br />

assolutamente no, e sim. -<br />

151


"marca liotru" - (lett. marca elefante) - come <strong>di</strong>re, -<br />

<strong>catanese</strong> autentico, con riferimento a cose o persone -<br />

"me' cumpari" - (dove me' sta per il verso del becco) -<br />

pop. per <strong>di</strong>re cornuto -<br />

"menza cugnetta" - fig. per alludere ad un tipo<br />

piccolino, <strong>di</strong> bassa statura -<br />

"menza parola" - basta così!! , si è capito tutto!! -<br />

"mittìrisi a pìzzula" - cioè insistere troppo, tanto da<br />

apparire fasti<strong>di</strong>oso -<br />

"morti <strong>di</strong> papa" - rarissimamente, quasi mai -<br />

"morti subitania" - un' interiezione equivalente a -<br />

) -<br />

152


per alludere ad un tipo che mostra debolezza <strong>di</strong><br />

carattere, privo <strong>di</strong> personalità, permissivo, e sim. -<br />

“mutu giubbu” - in senso spreg. e fig. si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> chi<br />

maliziosamente sta zitto per nascondere o non rivelare<br />

qualcosa che potrebbe nuocergli -<br />

“'ncutti 'ncutti” - molto frequenti, densi, fittamente<br />

uniti -<br />

"nèsciri de naschi" - (lett. uscire dalle narici) -<br />

eccedere, avere in gran quantità; est. e fig. anche<br />

abbuffarsi -<br />

"nèsciri <strong>di</strong> sutta 'n tram" - (lett. uscire da sotto un<br />

tram) - uscirsene per il rotto della cuffia, cavarsela<br />

alla meglio o quasi per miracolo, salvarsi in extremis -<br />

"nisciuta <strong>di</strong> fùnnicu" - come <strong>di</strong>re uscire dal seminato,<br />

<strong>di</strong>re delle cose fuor <strong>di</strong> luogo, inopportune -<br />

153


"non ti sid<strong>di</strong>ari" - (lett. non ti seccare!) - un intercalare<br />

usato assai spesso nel parlare -<br />

" 'n saccu e 'na sporta" - (lett. un sacco ed una sporta)<br />

- come <strong>di</strong>re, in gran quantità - molto - in abbondanza -<br />

" 'nta 'na vutata d'occhi" - in un batter d' occhi,<br />

repentinamente, all' improvviso; fig. <strong>di</strong> nascosto,<br />

furtivamente -<br />

"nuddu 'mmiscatu cu 'nnenti" - come <strong>di</strong>re uno che<br />

non conta, > -<br />

"occhi <strong>di</strong> stuppa pared<strong>di</strong>" - si <strong>di</strong>ce, in tono ironico o<br />

denigratorio, per alludere a chi non vede bene, a chi<br />

sbaglia la mira, a chi non ha occhio -<br />

“ogni millimai” - locuz. avverbiale per <strong>di</strong>re,<br />

rarissimamente -<br />

154


" o' tàgghiti u capiddu" - (lett. vai a tagliarti il<br />

capello) - un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re senza alcun significato<br />

specifico, us. in tono <strong>di</strong> scherno -<br />

“panza <strong>di</strong> canigghia”- (lett. pancia (piena) <strong>di</strong> crusca) -<br />

spreg. e in senso ironico per alludere ad un panciuto -<br />

"parrannu cu' crianza" - (lett. parlando con<br />

educazione) - come a <strong>di</strong>re, - ci si consenta la licenza, ci<br />

si voglia scusare il linguaggio -<br />

"parrari quantu 'na pica vecchia" - (dove pica, è la<br />

gazza) - per <strong>di</strong>re - cicalare assai, parlar troppo e <strong>di</strong><br />

argomenti frivoli -<br />

"paru e sparu" - è la scommessa del -<br />

"passau l'àngilu" - (lett. è passato l' angelo), un modo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>re per alludere ad una persona che rimane come<br />

impalata, senza muoversi, con lo sguardo fisso -<br />

155


"ped<strong>di</strong> e ossa" - (lett. pelle e ossa) - molto magro,<br />

rinsecchito -<br />

"peppi mappassu" - (deriv. da Beppe <strong>di</strong> Malpasso, un<br />

popolarissimo personaggio del XIX/XX sec., assai<br />

strano e malandato) - fig. per alludere ad una persona<br />

sciocca, o senza personalità in genere -<br />

"pigghiari 'n puppetta" - rimaner fregati, avere la<br />

peggio, subire una per<strong>di</strong>ta, un danno -<br />

"pìgghiala a Malta" - inter. usata con tono <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sappunto, come <strong>di</strong>re - vai al <strong>di</strong>avolo..!! -<br />

"pigghiari 'n chinu" - prendere in pieno - centrare il<br />

bersaglio -<br />

"pigghiari piddu" - come <strong>di</strong>re - prendere piede,<br />

ringalluzzire -<br />

"pigghiari suppa" - gra<strong>di</strong>re molto, come "ad<strong>di</strong>ccarisi "<br />

-<br />

156


"pigghiatu do tartaruni" - per <strong>di</strong>re - imbambolato,<br />

intontito -<br />

"pipita masculina" - un' interiezione per <strong>di</strong>re - taci!!,<br />

ti possa mordere la lingua..!! -<br />

"piricuddu" - equivale a peduncolo; preceduto dalla<br />

prep. a, vuol <strong>di</strong>re - a pie<strong>di</strong>, gambe in spalla! -<br />

"puttàrisi a testa" - infasti<strong>di</strong>re, <strong>di</strong>sturbare, blaterare,<br />

e sim. -<br />

"ricògghiri i pupi" - fig. come a <strong>di</strong>re, - non raccogliere<br />

la sfida, ritirarsi in buon or<strong>di</strong>ne, o anche<br />

semplicemente togliere l' incomodo -<br />

"riccu <strong>di</strong> lastricheddu" - come <strong>di</strong>re <strong>di</strong> uno che è sul<br />

lastrico eppure si dà delle arie <strong>di</strong> ricco -<br />

"rùmpiri i bad<strong>di</strong>" - volg. rompere le palle -<br />

157


“saccu <strong>di</strong> santàita” - (lett. sacco <strong>di</strong> Sant' Agata, der.<br />

dal gr. sakkos) - è il saio penitenziale o tunica<br />

indossata dai devoti durante la festa della Santa - us.<br />

anche in senso spregiativo come allusione ad un abito<br />

informe -<br />

"sali <strong>di</strong> salera" - come <strong>di</strong>re, niente <strong>di</strong> niente - nulla -<br />

"s' avissi u c......u quant' avi a ùcca" - volg. per<br />

allusione ad una persona che si vanta esageratamente,<br />

millanta cre<strong>di</strong>to, racconta fanfaronate -<br />

"sapiri a sèntiri" - intendere, capire; fig. nella forma<br />

rifl. si <strong>di</strong>ce per alludere ad un amore clandestino -<br />

“sàuta 'mpizzu” - fig. per in<strong>di</strong>care un soggetto<br />

permaloso e dagli scatti eccessivamente reattivi -<br />

"sbarcau da scialuppa" - (lett. è sbarcato dalla<br />

scialuppa) - in senso ironico per alludere ad un tipo<br />

piuttosto strano, o dall' aria intontita, stor<strong>di</strong>ta -<br />

158


sostanzialmente, come il marinaio o il naufrago che<br />

approda in terre sconosciute -<br />

"sbinturatu amaru" - (da sventurato) - una sorta <strong>di</strong><br />

imprecazione rivolta nei confronti <strong>di</strong> qualcuno o anche<br />

contro sè stessi; est. può pure assumere un tono<br />

cameratesco e confidenziale -<br />

"sbirru e curnutu" - (dove sbirru sta per sgherro,<br />

tra<strong>di</strong>tore o spione) - è un epiteto volgare e spregiativo,<br />

d' uso comune e frequentissimo -<br />

"scacciari ova" - (lett. schiacciare uova) - muoversi<br />

lentamente, con molta calma -<br />

"sciàuru <strong>di</strong> mari" - (lett. odor <strong>di</strong> mare) - us. fig. per<br />

allusione ad un omosessuale, detto puppu cioè polipo,<br />

(ved. a proposito la vc. corrispondente) e quin<strong>di</strong> “in<br />

odor <strong>di</strong> mare” -<br />

159


"si ci sputa u rifrisca" - (lett. se gli si sputa lo si<br />

rinfresca) - volg. si usa in tono <strong>di</strong> <strong>di</strong>sistima come<br />

allusione ad una persona spregevole, ignobile -<br />

“sminuzzari 'e pàpiri” - (lett. sminuzzare alle<br />

papere), con riferimento alla vechia consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

buttare delle briciole <strong>di</strong> pane ai cigni della villa<br />

Bellini; us. pure in senso fig. e spreg .per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

cosa che sarebbe da gettar via perchè <strong>di</strong> poco conto o <strong>di</strong><br />

scarso valore -<br />

"spaccamuntagni co' c.....u" - spaccone, smargiasso-<br />

"spaccari a furma" - (lett. uscire dalla forma) - come a<br />

<strong>di</strong>re, uscire fuori misura - esagerare - comportarsi fuori<br />

dalla norma -<br />

“sparàrisi a chiàppara” - ostentare eleganza, o<br />

anche darsi alla bella vita, allo spreco -<br />

"sparati da sira 'e tri" - (lett. gli spari della sera del<br />

tre - con rif. ai tra<strong>di</strong>zionali fuochi d' artificio, assai<br />

160


intensi, che in occasione della festa <strong>di</strong> S.Agata vengono<br />

sparati proprio la sera del tre febbraio) - si <strong>di</strong>ce fig. in<br />

tono denigratorio od anche ironico per alludere a dei<br />

ragionamenti assolutamente fuor <strong>di</strong> luogo, o a delle<br />

proposte del tutto insensate -<br />

“spizzari a furma” - (lett. spezzare la forma) - come<br />

<strong>di</strong>re eccedere nella misura, uscire dal seminato,<br />

esagerare, e sim. -<br />

"sputa <strong>di</strong> ciancu" - (lett. sputa <strong>di</strong> fianco) - volg., come<br />

allusione spreg. ad un malandrino, un malavitoso -<br />

“stidda cà curri” - sorte, destino (detto con significato<br />

amaro) -<br />

“strammari i brigghia” - significa scompaginare i<br />

piani, i programmi - (ved. per similitu<strong>di</strong>ne la vc.<br />

“sconzaiocu” ) -<br />

"stu ciuri c' è" - (lett. c' è questo fiore) - è l' equivalente<br />

del prov. "o mangi questa minestra o salti la finestra”,<br />

161


come a significare che non ci sono alternative, o<br />

prendere o lasciare -<br />

“stuppagghiu <strong>di</strong> cannuni” - (lett. tappo <strong>di</strong> cannone) -<br />

fig. per alludere in tono scherzoso ad un cd. tappetto,<br />

od anche con rif. ad un bambino -<br />

"stùppiti 'n ponciu" - (lett. pren<strong>di</strong> un punch, che è una<br />

bevanda preparata con acqua bollente, liquore,<br />

zucchero e scorza <strong>di</strong> limone) - us. fig. in senso<br />

sarcastico, per <strong>di</strong>re


"testa ca non parra è cucuzza" - come <strong>di</strong>re, è stupido<br />

chi non sa farsi valere -<br />

“testa d' acitanu”- (lett. testa <strong>di</strong> acese, i nativi <strong>di</strong><br />

Acireale) - us. spreg. e fig.per alludere ad una testa<br />

dura, un ottuso, un cocciuto-<br />

“tirarici i cad<strong>di</strong>” - (lett. tirare i calli), us. fig. per <strong>di</strong>re<br />

sfruttare al massimo -<br />

"tòcchimi ciccu c' a mamma non voli" - come <strong>di</strong>re -<br />

cercare il pretesto per reagire oppure per lamentarsi -<br />

"trunsu misu addritta" - (lett. sarebbe il tòrsolo del<br />

cavolo o <strong>di</strong> altro ortaggio similare messo in posizione<br />

eretta) - per allusione ad un uomo insignificante, senza<br />

carattere -<br />

"turuliffu" - (deriv. <strong>di</strong> Torre del Grifo che è una<br />

contrada con una vecchia e <strong>di</strong>ruta rocca me<strong>di</strong>evale alle<br />

pen<strong>di</strong>ci dell' Etna, corrispondente all' attuale Massa<br />

Annunziata del comune <strong>di</strong> Mascalucia) - fig. si usa<br />

163


come allusione a località dalla quale provengono<br />

conta<strong>di</strong>ni, zotici, cafoni, incolti, e sim. -<br />

“tussi cummissiva” - è la tosse convulsiva -<br />

“unni 'mmisca 'mmisca” - dove capita, alla cieca -<br />

"vecchia 'nzìpita" - (lett. vecchia insipida) - fig. in tono<br />

denigratorio per alludere ad una tardona -<br />

“ventu <strong>di</strong> lìbici” - (lett. vento della Libia) – vc. mar.<br />

per in<strong>di</strong>care il vento <strong>di</strong> libeccio -<br />

"viginia ammucciata" - (lett. vergine nascosta) - fig.<br />

con allusione ad un tipo (sia esso piccolo o adulto) che<br />

sa ben nascondersi <strong>di</strong>etro un apparente -<br />

“voi <strong>di</strong> fera” - (lett. bue da fiera), per alludere con tono<br />

piuttosto denigratorio ad un soggetto molto noto -<br />

164


"vutari bordu" - (lett. virare <strong>di</strong> bordo) - significa, -<br />

tirarsi in<strong>di</strong>etro, andarsene alla chetichella,<br />

allontanarsi -<br />

165


Nell' appen<strong>di</strong>ce che segue si riportano come in una<br />

miscellanea una serie <strong>di</strong> curiosità varie che possano in<br />

ogni caso valere a rinver<strong>di</strong>re il rapporto con la nostra<br />

città.<br />

Proverbi -<br />

"a bon travagghiaturi non manca u chiffari" - (lett. al<br />

buon lavoratore non manca il lavoro) - cioè a chi ha<br />

buona volontà non manca il daffare -<br />

"austu riustu e capo <strong>di</strong> 'mennu" - con agosto può <strong>di</strong>rsi<br />

che inizia l' inverno -<br />

"a pignata 'n cumuni non vugghi mai" - (lett. la pentola<br />

in comune non bolle mai) - l' equivalente del latino<br />

-<br />

166


"cu nesci arrinesci" - chi esce riesce; cioè chi ha il<br />

coraggio <strong>di</strong> uscire dal proprio guscio ha maggiori<br />

probabilità <strong>di</strong> successo -<br />

"<strong>di</strong> iornu non ni vogghiu e a sira spaddu l' ogghiu" -<br />

come <strong>di</strong>re che <strong>di</strong> giorno si sta inoperosi e si lavora la<br />

sera consumando l' olio (come elemento energetico); per<br />

significare cioè che le cose vanno fatte al momento<br />

giusto e senza sprechi -<br />

"<strong>Di</strong>u ni scanzi de' mali vicini e de' principianti <strong>di</strong><br />

viulinu" - per <strong>di</strong>re che la cosa peggiore che possa<br />

capitare è <strong>di</strong> avere cattivi vicini e <strong>di</strong> sentire il suono <strong>di</strong><br />

chi sta imparando il violino -<br />

"è chiù facili ca u porcu acchiana a 'ntinna..." - (lett. è<br />

più facile che un porco si arrampichi su un' antenna...!)<br />

- è l' equivalente <strong>di</strong> >, per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una<br />

previsione che si rivela impossibile, irrealizzabile -<br />

167


"falla comu voi è sempre cucuzza" - (lett. cucinala come<br />

vuoi è sempre zucca) - comunque si faccia è sempre la<br />

stessa minestra -<br />

"geniu fà bid<strong>di</strong>zzi" - simpatia è uguale a bellezza -<br />

"iurnata rutta per<strong>di</strong>la tutta" - una volta iniziato un<br />

lavoro è bene portarlo fino in fondo -<br />

"l' aria netta non havi paura de trona"- (lett. l' aria<br />

limpida non ha paura dei tuoni) - chi è onesto non ha<br />

da temere -<br />

"manu caddusi manu gluriusi"- (lett. le mani callose<br />

sono gloriose) - le mani del lavoratore sono gloriose -<br />

"spassu <strong>di</strong> fora e trìulu <strong>di</strong> 'n casa" - mostrarsi allegri e<br />

contenti quando si è fuori con gli amici e angustiati<br />

quando si è fra le mura <strong>di</strong> casa -<br />

"supra vàddara cravunchi" - (lett. sopra la gobba<br />

foruncoli) - guai su guai; è il corrispondente <strong>di</strong><br />

-<br />

168


"tali nasu tali fusu" - volg.- secondo un mito popolare, le<br />

<strong>di</strong>mensioni del naso corrisponderebbero a quelle del<br />

pene-<br />

"trìulu 'nsigna a chiàngiri" - il dolore rafforza il<br />

carattere, o alle sofferenze ci si abitua -<br />

"u c.....u chinu fa ghittari cauci" - (lett. il sedere pieno fa<br />

gettare calci) - pancia piena non crede a <strong>di</strong>giuno; cioè<br />

in<strong>di</strong>fferenza o incomprensione nei confronti <strong>di</strong> chi non<br />

ha-<br />

"u pisci è natu pi cu' si l' havi a mangiari" - il pesce<br />

grosso mangia quello piccolo; cioè i potenti o i più forti<br />

sconfiggono i deboli -<br />

"u Signuri manna u pani a cu' non havi i renti" - (lett. il<br />

Signore manda il pane a chi non ha denti) - per <strong>di</strong>re che<br />

certi beni toccano a chi non sa o non può servirsene -<br />

169


"vaddàri i corna <strong>di</strong> l' àutri e non addunàrisi de' so' " -<br />

(lett. guardare le corna degli altri e non accorgersi delle<br />

proprie) - non guardare mai la gobba degli altri -<br />

“a casa capi quantu voli u patruni”- in casa trova posto<br />

tutto ciò che il padrone vuole -<br />

“a bona palora non costa nenti e vali assai”- la buona<br />

parola non costa niente e vale assai -<br />

“cù <strong>di</strong>sìa e cù sfrazzìa e cù mori <strong>di</strong>siannu”- chi troppo e<br />

chi niente (amara considerazione del povero nei<br />

confronti <strong>di</strong> chi vive nel lusso) -<br />

“cu havi lingua arriva a Roma” oppure “passa i<br />

muntagni” - chi sà <strong>di</strong>stricarsi può giungere ovunque -<br />

“donna cu lu camminari culu traballa si buttana non è<br />

regula falla” - come <strong>di</strong>re che la donna che cammina<br />

ancheggiando si qualifica per quella che è; (antico<br />

proverbio che rivela la cultura <strong>di</strong> un tempo) -<br />

170


“dopu Natali u friddu e a fami” - finite le festività <strong>di</strong><br />

fine anno si dovranno affrontare l' inverno e la fame<br />

(un altro modo sconsolato delle previsioni del povero)-<br />

“era beddu u piddusinu vinni a iatta e ci pisciò”- in<br />

senso sarcastico, per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> una cosa <strong>di</strong> poco valore o<br />

<strong>di</strong> una situazione in genere già precaria che poi viene a<br />

compromettersi del tutto -<br />

“fatti a fama e vò cucchiti” - si <strong>di</strong>ce nei confronti <strong>di</strong> chi<br />

raggiunta una certa lusinghiera notorietà vuol vivere<br />

<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta (cioè, adagiarsi sugli allòri) -<br />

“l' avvulu pecca e a rama ricivi” - le pecche dei genitori<br />

si ritorcono sui figli -<br />

“l' omu ca non accatta e mancu vinni resta com' era, n'<br />

acchiana e non scinni” - come <strong>di</strong>re che nella vita<br />

bisogna avere un minimo <strong>di</strong> intraprendenza -<br />

171


“passau u tempu ca Betta filava” - come <strong>di</strong>re > (quando tutto filava liscio; con<br />

riferimento alla caducità e all' effimero delle cose) -<br />

“quannu manci chiuriti a porta e quannu parri vòtiti d'<br />

arreri” - una sorta <strong>di</strong> incitamento ad usare un<br />

comportamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzione e <strong>di</strong> riserbo nel proprio<br />

modo <strong>di</strong> agire, e ad esser cauti nel parlare -<br />

“mangia picca si vò campari assai” - chi mangia con<br />

moderazione vive assai -<br />

“cù assai voli nenti pigghia” - chi troppo vuole nulla<br />

stringe; un' esorrtazione a non eccedere nelle pretese,<br />

nelle ambizioni -<br />

“fimmina e birritta tènili stritti” - un modo per <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

tenersi ben strette le proprie cose -<br />

“i sod<strong>di</strong> fanu veniri a vista a l' ovvi”- dell' importanza<br />

del denaro che riesce a far tornare la vista anche ai<br />

ciechi -<br />

172


“l' avvucato allonga a causa e mangiunìa” - dell'<br />

avvocato che trova convenienza a portare le cose per le<br />

lunghe -<br />

“cu havi arti havi parti” - chi sa esercitare un mestiere<br />

troverà <strong>di</strong> che vivere -<br />

“senti assai e parra picca” - un modo per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> esser<br />

prudenti e misurare le parole -<br />

“u picca m' abbasta e ù assai m' assupecchia”- è la<br />

filosofia <strong>di</strong> chi ha modeste pretese -<br />

“u supecchiu rumpi u cupecchiu” - è l' equivalente del<br />

troppo stroppia., (cioè ogni eccesso è dannoso)-<br />

“u fùiri è virgogna ma è sarvamento <strong>di</strong> vita” - sarebbe la<br />

giutificazione del codardo, oppure più realisticamente<br />

(a seconda dei punti <strong>di</strong> vista) il miglior modo <strong>di</strong><br />

affrontare il rischio -<br />

“vesti ù zuccuni ca pari ù baruni” - (lett. lo zotico ben<br />

vestito potrebbe sembrare un barone), - come <strong>di</strong>re che<br />

173


a volte l' apparenza inganna; sarebbe sostanzialmente<br />

il contrario del


Filastrocche (senza senso) -<br />

Anna paparacianna sutta u lettu c' è to' nanna....... -<br />

Angilu battàngilu pìgghia la iatta e mungila, mungila<br />

'ntò biccheri e Angilu cavaleri - A vecchia 'nzìpita ci veni<br />

l' àcitu, u lignu è fràcitu, non servi chiù - Cicciu<br />

bacchetta, lassau a porta aperta, trasìu 'n pud<strong>di</strong>cinu, e<br />

cicciu mannarinu -<br />

Gnuri! a rota non furrìa, a 'zotta non scattìa, u cavaddu<br />

è pilusu, e vui siti iàrrusu -<br />

Rapanelli co' tinchi tanchi, cu l' havi niuri e cu l' havi<br />

ianchi -<br />

175


<strong>Di</strong> alcune antiche denominazioni <strong>di</strong> vie e piazze<br />

catanesi, <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> balneazione, e <strong>di</strong> località viciniori.<br />

"a porta aci " = piazza Stesicoro -<br />

"i quattru canti" = quadrivio via Etnea - via Ant.<strong>di</strong><br />

Sangiuliano-<br />

"piazza sdummit " = piazza S. Francesco d'Assisi (così<br />

chiamata per il monumento al card. Dusmet) -<br />

"a strata ritta " = via Etnea ( così chiamata perchè<br />

lunga e dritta) -<br />

"u re a cavaddu" = piazza Roma (così chiamata dal<br />

monumento equestre de<strong>di</strong>cato al re Umberto I) -<br />

"i chianchi" = quadrivio via Plebiscito-via Garibal<strong>di</strong><br />

(così detto per il notevole numero <strong>di</strong> macellerie,<br />

chianche, esistenti nella zona) -<br />

"a piscarìa" = tutta l' area a ridosso <strong>di</strong> piazza Duomo<br />

ove è ubicato il mercato -<br />

176


"l' acqua 'o linzolu" = la fontana dell' Amenano (così<br />

chiamata per l' acqua che vi scorre a lenzuolo) -<br />

"a civita" = quartiere compreso tra il piano della<br />

Statua, piazza Cutelli, via Vitt.Emanuele e la Marina<br />

(stava ad in<strong>di</strong>care il centro dell' antica città, la cd.<br />

civitas) -<br />

"u buvvu" = il Borgo, o l'area gravitante su piazza<br />

Borgo-<br />

"piazza Umbertu" = piazza Vitt.Emanuele (da sempre<br />

chiamata Umberto perchè ubicata sulla via omonima)-<br />

"l' àvvulu grossu" = angolo via Dusmet e via Porticello<br />

(così detto per l' esistenza <strong>di</strong> un albero <strong>di</strong> grosso fusto,<br />

tuttora visibile, un tempo luogo <strong>di</strong> convegno per duelli<br />

rusticani) -<br />

"u chianu 'e malati" = piazza Bovio (così detto per l'<br />

esistenza <strong>di</strong> un ospedale nel luogo) -<br />

177


"a villa varagghi" = villa Pacini (secondo la tra<strong>di</strong>zione<br />

popolare così chiamata perchè frequentata da vecchi<br />

pensionati o nulla facenti che sba<strong>di</strong>gliavano <strong>di</strong> noia) -<br />

"u liotru" = piazza Duomo (così chiamato per il<br />

monumento al liotru) -<br />

"u càrciri vecchiu" = piazza Maiorana, ove è in atto la<br />

caserma della Polizia, una volta carcere -<br />

"a fera 'o luni" = piazza C. Alberto (così chiamata per il<br />

mercato che si teneva nei giorni <strong>di</strong> lunedì) -<br />

"u chianu 'a statua" = la zona <strong>di</strong> piazza dei Martiri<br />

(così chiamata dal nome della statua de<strong>di</strong>cata ai<br />

martiri <strong>di</strong> Belfiore) -<br />

"a 'cchianata 'o 'nnicchiu" = la scalinata che da via<br />

G.Oberdan immette in via Cosentino, alla fiera -<br />

"a via uttanta palmi" = via della Concor<strong>di</strong>a ( così detta<br />

per la sua larghezza) -<br />

178


"u tunniceddu da' plaia" = piazza Caduti del mare, alla<br />

confluenza <strong>di</strong> via della Concor<strong>di</strong>a con la via Plaia -<br />

"piazza esposizione" = piazza Giov. Verga (così detta<br />

per la fiera <strong>di</strong> esposizione che un tempo vi sorgeva;<br />

prima ancora si chiamava piazza d' Armi perchè vi si<br />

tenevano delle esercitazioni o cerimonie militari) -<br />

- zone del mare <strong>di</strong> Catania, seguendo la <strong>di</strong>rettrice da<br />

sud a nord<br />

"i' casci" - la zona <strong>di</strong> mare lungo le casse frangiflutti<br />

tra il porto vecchio e l' inizio del litorale della Plaia -<br />

"a' statua" - la zona <strong>di</strong> mare prospiciente piazza dei<br />

Martiri, fino in prossimità della stazione centrale -<br />

"l' àrmisi" - la prima zona balneare della città, che si<br />

estendeva dalla stazione centrale fino all' attuale<br />

piazza Galatea -<br />

179


"u' caìtu" - scogliera corrispondente grossomodo al<br />

litorale compreso tra la piazza Galatea e l' attuale<br />

piazza Europa -<br />

"a' guar<strong>di</strong>a" - Guar<strong>di</strong>a Ognina, tra la piazza Europa e<br />

San Giovanni. Li Cuti -<br />

"u' rotulu" - zona <strong>di</strong> scogliera compresa tra S. G. Li<br />

Cuti e Ognina, il cui centro potrebbe in<strong>di</strong>viduarsi<br />

proprio in corrispondenza della via omonima (via del<br />

Rotolo) -<br />

"u' carabineri" - la scogliera, subito dopo Ognina, a<br />

ridosso dell' attuale Motel Agip -<br />

180


- deformazioni delle denominazioni <strong>di</strong> taluni paesi<br />

della provincia<br />

"Mappassu" - per Belpasso<br />

"a' Punta" - per San Giovanni La Punta<br />

"a' Zafarana" - per Zafferana Etnea<br />

"Musteriancu" - per Misterbianco<br />

"a' Varanni" - per Viagrande<br />

"e' Prachi" - per Gravina <strong>di</strong> Catania<br />

"Aci" - per Acireale<br />

"u' Casteddu" - per Aci Castello<br />

"a' Trizza" - per Aci Trezza<br />

"a' Scalazza" - per S. Maria La Scala<br />

"a' Pirara" - per Pedara<br />

"e' Vattiati" - per S. Agata Li Battiati<br />

181


<strong>Di</strong> alcuni giochi fanciulleschi<br />

a' sciancateddu - e' pospiri - a' megghiu visula - e' ligna -<br />

a'sciuscia - o' dutturi - a' cummari mù cangia l' ovu - a'<br />

fari ogghiu - ca' cumeta - a' mmiffa - ammuccia<br />

ammuccia - a' smarredda - o' tuppetturu - a' carica<br />

botti e viri ca' vegnu - a' fari mangiared<strong>di</strong> - à corda - o'<br />

circulu - a' pammata, ecc.-<br />

182


Alcuni nomi propri <strong>di</strong> persona tipicamente catanesi, e<br />

assai comuni: Cicciu (per Francesco), Nucciu o Sciuzzu<br />

o Ianu(Sebastiano), Pucciu (Giuseppe), Tucciu o Turi<br />

(Salvatore)-<br />

183


Delle voci <strong>di</strong> alcuni ven<strong>di</strong>tori ambulanti<br />

spurugghiaturi, pettini, cur<strong>di</strong>llina, elasticu....!!!<br />

(mercerie) -<br />

ceusa belli .........ma niuri....!!! (gelsi neri) -<br />

pallini e cabonie.......!!! (carbone naturale e a palline) -<br />

sciampagnetti megghiu da birra......!!! (gazzose) -<br />

bella è 'a minnulata....!!! (granite) -<br />

limonie...!!! (limoni sbucciati tagliati a fettine con<br />

bicarbonato e sale) -<br />

calia......simenza...!!! (calia e semenza) -<br />

pani 'i Napuli...!!! (pane con i fichi secchi) -<br />

ora ora i' pigghianu i masculini....!!! (del vend. <strong>di</strong> pesce<br />

masculini) -<br />

vivi vivi su'....!!! (<strong>di</strong> pesce in genere) -<br />

opi 'i Ognina....!!! (delle vope) -<br />

iaiu 'u mauru e 'a curad<strong>di</strong>na....!!! (del vend. <strong>di</strong> alghe,<br />

così chiamate) -<br />

184


u cassinaru (dell' artigiano che riparava le cd. cassine ,<br />

le attuali serrande) -<br />

hiaiu a 'nzolia e a muscatedda (un genere <strong>di</strong> uva con<br />

piccoli e dolci acini, da tempo non più usata come uva<br />

da tavola) -<br />

u luppinaru (ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> lupini) -<br />

185


Vecchie linee tranviarie<br />

1 Duomo-Piazza Gioieni<br />

2/7 Fortino- Guar<strong>di</strong>a Ognina<br />

3 Duomo-Ognina<br />

4 Duomo-Cibali<br />

5 Plebiscito-Stazione Centrale<br />

186


Fra le più note "case <strong>di</strong> tolleranza, esistenti nel vecchio<br />

famigerato quartiere <strong>di</strong> San Berillo, (poi chiuse a<br />

seguito della nota legge Merlin il 20 sett. 1958)<br />

La Favorita - La Suprema - Nella Grasso - La 'zì<br />

Mattìa - La Bettina - La Fargione - La Fargionetta ( o<br />

Sterlina d' oro) - <strong>Di</strong>ana Mascali - La Moderna - La<br />

Stella dei mari - Flora dei mari - Vittoria (o Cinzia) -<br />

Il Casino degli specchi - Il villino delle rose - Bucanè -<br />

Calì - La Tedesca -<br />

187


Alcuni personaggi caratteristici, (noti tra i<br />

frequentatori <strong>di</strong> via Etnea nel periodo degli anni '50)<br />

Iachino Marletta - giovane forzuto e assai robusto,<br />

sollevatore <strong>di</strong> pesi e lottatore, ma dal cervello molto<br />

piccolo;<br />

Giamaica - persona educata e dai mo<strong>di</strong> gentili ma un<br />

pò balordo, vendeva sigarette americane e chewing<br />

gum, da cui l' appellativo con il quale veniva chiamato;<br />

Pippo Pernacchia (detto anche Sala Roma) - per alcune<br />

decine <strong>di</strong> lire o per qualche sigaretta, faceva a richiesta<br />

delle poderose pernacchie all' in<strong>di</strong>rizzo delle persone<br />

che gli venivano in<strong>di</strong>cate, dopo che le stesse venivano<br />

chiamate per nome da qualche buontempone;<br />

Bolej - poeta estemporaneo popolare, a volte volgare,<br />

molto <strong>di</strong>vertente e originale - il suo vero nome era<br />

Buccheri, una famiglia <strong>di</strong> orologiai gioiellieri <strong>di</strong> via<br />

Vitt. Emanuele;<br />

188


Maria 'a pazza - volteggiava sempre sorridente tra la<br />

villa Bellini e via Etnea, attirando l' attenzione per la<br />

vivacità dei colori dei suoi vestiti cui solitamente<br />

venivano abbinati scarpe, borse, cappellini e guanti<br />

dello stesso colore;<br />

Turi panzamodda - era un alcolizzato cronico -<br />

Maria - era questa una bellissima e dolce ragazza, che<br />

probabilmente per dabbenaggine offriva volentieri per<br />

pochi spiccioli i suoi favori - la si incontrava<br />

preferibilmente nella zona <strong>di</strong> via Etnea, via S. Euplio e<br />

via Umberto;<br />

Calogero - era il "puppu" per antonomasia, il principe<br />

della categoria; altri gay assai noti si facevano<br />

chiamare Lana Turner, Alida Valli, Gloria, Zazà,<br />

Pacchinton, la Turca -<br />

189


l' A. è nato a Catania il 21 febbraio 1934 e li è<br />

vissuto e compiuto gli stu<strong>di</strong>.<br />

Dopo una breve marginale esperienza durante il<br />

periodo universitario come aspirante giornalista<br />

in un quoti<strong>di</strong>ano locale, e poi per un paio d' anni<br />

anche come praticante avvocato, nell' anno 1963<br />

si è trasferito a Palermo assunto per pubblico<br />

concorso alla Regione Siciliana, dove ha raggiunto<br />

nel corso trentennale della carriera il vertice<br />

burocratico, ricoprendo nei <strong>di</strong>versi anni, per<br />

nomina governativa, incarichi istituzionali in<br />

molteplici Comuni ed altri Enti pubblici della<br />

Sicilia.<br />

Per ragioni <strong>di</strong> lavoro e per continua<br />

frequentazione ha però mantenuto integro e<br />

costante il rapporto con la città d'origine, e questo<br />

ne vuole essere una concreta testimonianza.<br />

190


P. S. Questa è la versione ultima aggiornata con<br />

mo<strong>di</strong>fiche e integrazioni al febbraio 2010.<br />

Il precedente “<strong>Glossario</strong>”, stampato in proprio nel<br />

luglio dell'anno 1997, risulta registrato:<br />

alla “Biblioteca Reg.le Universitaria” <strong>di</strong> Catania, al<br />

n° 309230 -<br />

alla “Biblioteca Comunale V. Bellini” <strong>di</strong> Catania, al<br />

n°76230 -<br />

alle “Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero”<br />

<strong>di</strong> Catania, al n° 58931 -<br />

191


INDICE<br />

Prefazione pag. 1<br />

Abbreviazioni usate pag. 7<br />

Voci, dalla lettera “A” alla “ Z ” pag. 8/126<br />

Altre forme espressive pag. 127<br />

Appen<strong>di</strong>ce pag. 165<br />

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