16 Alto Savio a cura di Davide Gambacci BAGNO DI ROMAGNA ALLA SCOPERTA DEL “SENTIERO DEL LUPO” In piena stagione termale per ciò che riguarda questo tipo di turismo, a Bagno di Romagna e nell’<strong>in</strong>tera valle dell’Alto Savio si pensa anche a valorizzare l’aspetto più propriamente paesaggistico. Appena fuori l’abitato di Bagno di Romagna, <strong>in</strong>fatti, è presente un cippo sulla destra segna che <strong>in</strong>dica l’<strong>in</strong>izio della “Mulattiera di Pietrapazza” che porta f<strong>in</strong>o alla lontana Diga di Ridracoli. Un sentiero bel selciato che sfiora f<strong>in</strong> dai primi metri il Podere Falcone e poco dopo la “Cappella Fabbri della Faggiola” datata 1880. Cont<strong>in</strong>uando ancora per il percorso accuratamente segnalato con gli apposi cartelli si <strong>in</strong>contra la Fonte del Chiardovo. Ignorando le deviazioni e camm<strong>in</strong>ando ancora <strong>in</strong> piacevole e graduale salita, costeggiando il torrente Volanello con le sue cascate e sfiorando i ruderi di po deri abitati f<strong>in</strong>o a qualche decennio fa, si arriva a Barco, Casa Nuova e Prati. Superato quest’ultimo casolare, dopo cir ca 800 metri si <strong>in</strong>contra sulla destra il bivio per il “Sentiero del lupo” e qui siamo a quota 1005 metri sul livello del mare. Lo imbocchiamo per raggiungere dopo un cent<strong>in</strong>aio di metri su una strada forestale, osservando i panorami sull’Alta Valle del Savio: sul monte Cò mero che giganteggia ad est e più lontano sul Fumaiolo e l’Alpe della Luna, mentre la foresta della Giogana del l’Appenn<strong>in</strong>o, tra Romagna e Toscana, che chiude la vista a sud. Cont<strong>in</strong>uiamo a seguire la pista forestale che scorre ora tra le valli del Bidente di Pietrapazza – nella parte s<strong>in</strong>istra – e dell’Incisa – nella parte destra – decl<strong>in</strong>ante verso il Savio e dissem<strong>in</strong>ata di poderi. Camm<strong>in</strong>ando tra le radure, si è <strong>in</strong> vista del dente di Monte Castelluccio che la pista aggira poco sotto la cima per poi <strong>in</strong>oltrarsi nella “Macchia del cacio”. Qui, all’<strong>in</strong>di cazione, abbandoniamo il Sentiero CAI 201 e imbocchiamo sulla destra il CAI 193 che, <strong>in</strong> leggera salita s’<strong>in</strong>oltra <strong>in</strong> un boschetto. Siamo proprio sull’<strong>in</strong>nesto di un breve contro cr<strong>in</strong>ale che giun ge f<strong>in</strong>o a Corzano. L’esile sentiero prende poi a scendere dentro l’affasc<strong>in</strong>ante “Macchia del Cacio”, dopo di cui s’apre la veduta sull’Appenn<strong>in</strong>o, dai Mandrioli al Fumaiolo; sulla destra, nel fon dovalle, ap pare il centro abitato di Bagno di Romagna. Il sentiero La mappa del SENTIERO DEL LUPO profondamente scavato dalle piogge si dipana sul cri nale tra la rada vegetazione, aprendo la vista anche sui poggi che, sulla s<strong>in</strong>istra, scendono lenti verso San Pie ro <strong>in</strong> Bagno. Un accenno di storia: nel Medioevo questa era la strada di collegamento tra il piccolo fortilizio di Castelluccio ed il ca strum di Corzano. Inf<strong>in</strong>e, il sentiero si <strong>in</strong>serisce dentro un bosco per sbucare su una selletta di valico – a quota 766 metri sul livello del mare – detta anche Pian della Croce. Qui abbandoniamo il Sentiero CAI 193, che prosegue sulla s<strong>in</strong>istra f<strong>in</strong>o al Castello e Santuario di Corzano, che senza dubbio merita una visita poiché dista solamente un chilometro. Da questo esatto punto <strong>in</strong> poi, la strada è certamente migliore tra campi, boschi di va rie es senze – come il p<strong>in</strong>o nero, l’abete rosso e il cipresso dell’Arizona – e scende per la valletta dell’Incisa, scavata dal Fosso della Cappella e dom<strong>in</strong>ata dall’alta cresta della Ripa del Toro. Intorno è solamente campagna, con man drie al pascolo nei mesi primaverili ed estivi, oltre a poderi abitati come quelli di Campodonico e di Montan<strong>in</strong>o di sopra. In un piano ro, coperto da un folto ggruppetto di alberi emerge ciò che resta dell’antico oratorio di Santa Maria Maddalena, vic<strong>in</strong>o a Batòcco. Siamo giunti ormai alle prime case di Bagno di Romagna: la strada da sterrata diviene completamente asfaltata e scende tortuosa e veloce f<strong>in</strong>o al paese per concludere l’<strong>in</strong>tero anello. Il percorso ha una lunghezza ttotale di poco meno di 14 chilometri, 13800 metri per la precisione. Il tempo di percorrenza è stimato sulle 4 ore e mezzo a un passo piuttosto sostenuto che comunque varia <strong>in</strong> base alla tipologia di persone che <strong>in</strong>tende affrontare “L’Anello del Lupo”. Insomma, un luogo <strong>in</strong>cantato dove poter trascorrere un’<strong>in</strong>tera giornata, ma anche di più, <strong>in</strong> pieno contatto con la natura ancora <strong>in</strong> alcuni punti verg<strong>in</strong>e. Ma una volta term<strong>in</strong>ato l’anello, vale la pena visitare anche i centri abitati di San Piero <strong>in</strong> Bagno e quello di Bagno di Romagna, caratteristici <strong>in</strong> tutti i suoi aspetti e sfaccettature.
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