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Lorenzo Genovesi 5 I – 27 febbraio 2012 - Pagina 6 di 8<br />
Venne quindi ospitato per molti anni al Museum of Modern Art di New York, tornò in patria nel 1981<br />
ad otto anni dalla morte di Picasso e sei da quella di Francisco Franco.<br />
Concepisce una grande composizione di denuncia contro la guerra che non passasse<br />
inosservata, doveva quindi avere importanza il formato 8 m X 3,5m. Enormi dimensioni furono<br />
scelte perché questo quadro doveva anche rappresentare una sorta di manifesto che<br />
"esponesse" al mondo la crudeltà e l'ingiustizia della guerra, qualunque essa fosse.<br />
La realizza in solo due mesi (a causa della rabbia che nutriva nei confronti della guerra).<br />
Ad una prima lettura percepiamo uno spazio caotico, non c’è nessun impianto prospettico e<br />
vediamo l’accavallarsi di tanti orrori. Inoltre, l’artista rinuncia al colore, quindi, la chiarezza<br />
espositiva passa attraverso il bianco e il nero che esprimono angoscia e terrore.<br />
Picasso. Guernica (1937). Olio su tela, 351X782.<br />
Madrid, Centro de Arte Reina Sofia.<br />
L’opera è diventata il MANIFESTO UNIVERSALE di PROTESTA CONTRO LA GUERRA.<br />
L'alto senso drammatico nasce dalle deformazioni dei corpi, dalle linee che si tagliano<br />
vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare a urli disperati e laceranti. L'alternarsi di<br />
bianco, grigio e nero, accentuano la dinamica delle forme contorte sottolineando l'assenza di vita<br />
a Guernica.<br />
È stato impiegato l’uso di simboli perché si trattava di un’opera che doveva comunicare con tutto<br />
il mondo:<br />
-l'ambientazione mette in risalto sia l'interno (il lampadario) che l’esterno (l'edificio in fiamme);<br />
-il cavallo ferito simboleggia il popolo spagnolo;