I ROKKETTI

Particolare attenzione rivolge a Santino e Gianni. Sono troppo giovani, non
avrebbero potuto espatriare, se non se ne fosse assunto la responsabilità di tutore, quale
unico maggiorenne del gruppo, registrandoli sul suo passaporto.
Come previsto, le cose non si mettono affatto bene, fin dall'arrivo a Francoforte.
Inutilmente si fanno tentativi per avere qualche contatto con l'impresario tedesco, che
dovrebbe dare spiegazioni, in merito all'inatteso annullamento del contratto di sette mesi,
che così tante aspettative aveva fatto nascere nei ragazzi.
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Si augurano i ragazzi, prima che la "sconosciuta" arrivi davvero...
Whio Franck, l'agente teatrale responsabile di tutta la situazione, risiede ad
Amsterdam e non è pensabile andarlo a cercare, per potergli parlare direttamente e avere dei
chiarimenti.
Ed eventualmente, con quali risultati?
Fra telefonate andate a vuoto, e quel poco che è stato speso per mangiare - sempre le
cose meno care e più scadenti - è arrivato troppo in fretta, il momento cruciale che si
temeva: sono finiti i soldi!
Gli ultimi Pfennig sono stati spesi da Kaufhof, per cinque Brotchen - panini - e un
pezzo di formaggio. Quest'ultimo, motivo di feroce disputa... all'ultima mollica.
“L'ultima cena”!
Ed è soltanto il primo giorno che sono in Germania...
La madre di tutte le sofferenze.
Cinque ragazzi stanno pagando a caro prezzo, le conseguenze di un'azione,
incredibilmente mal congegnata.
C'è il rischio che anche le rispettive famiglie, tenute prudentemente all'oscuro dei fatti, ne
possano venire coinvolte emotivamente.
A un genitore potrebbe venire un accidenti, nel sapere un figlio in quelle situazioni...
Arrivano i sensi di colpa. Ci si accusa a vicenda.
Pentimento generale, tristezza e paura, sono il risultato di una decisione tribolata e, allo
stato delle cose, sicuramente avventata!
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Piagnucola Santino – quattordici anni – il più piccolo della compagnia.
Non si parla il tedesco. Non si conosce nessuno. Non ci sono più soldi. Non ci sono
prospettive di lavoro. E non si ha un posto, dove dormire...
Forse era meglio non partire!
Fare la guardia ai bagagli e agli strumenti, ti costringe a dormire all'aperto, sui
marciapiedi della stazione, con il freddo che non si riesce a contrastare.
...E ti dice bene se la polizia ancora non ti ha scoperto a vagabondare, senza fissa
dimora...
Ormai è quasi una settimana che non si mangia!
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