I ROKKETTI

MARIO PAPAROZZI
i
ROKKETTI
Da Piazza Padella alla Reeperbahn
I Rokketti al Piper Club
Settembre 1965

Tutto è iniziato... alla fine.
I ROKKETTI
"Da Piazza Padella alla Reeperbahn”
Note dell'autore
Il perché di un libro
Mi chiamo Mario Paparozzi. Per dieci anni sono stato il cantante solista e bassista dei
Rokketti.
Vista la totale incompetenza che ho in fatto di computer, una sera dell'estate 2009
chiamo il mio amico Simone Cannatà, per farmi spiegare come trasferire, su compact disc,
il contenuto di una vecchia musicassetta, a sua volta, già riprodotta da un nastrino
magnetico, risalente a circa mezzo secolo fa...
Durante il riversamento, gli spiego che si tratta di canzoni registrate dal vivo nel 1962,
quando con i Rokketti suonavo al Blauer Peter di Amburgo.
Era la terza volta che ci esibivamo, in quella che, allora, era considerata come una delle
mete più ambite di ogni musicista.
In modo particolare, di quelli appartenenti alle band che poi, all'inizio degli anni '60,
avrebbero determinato "la nuova generazione rock".
Anche se con Simone ci conosciamo da oltre trentacinque anni, è pressoché
all'oscuro dei miei precedenti come musicista.
Alla fine del lavoro, come spesso accade quando ci si saluta - sulla porta di casa
mezza aperta e mezza chiusa - colpito da alcuni particolari riguardanti la storia del mio
gruppo, di getto, mi propone la creazione di un sito Web.
Io però, di siti Web, non ci capisco niente!
Mi tranquillizza, assicurandomi che penserà a tutto lui.
Da parte mia dovrò soltanto procurare quanto più materiale possibile, fornire dati, e tutte le
notizie riguardanti i Rokketti.
Dopo qualche tempo gli consegno una montagna di roba.
Quando legge le mie note d'accompagnamento, se n'entusiasma a tal punto, da esclamare:
.
L'idea, sicuramente affascinante, già mi vede proiettato... nel passato!
Non resta che dare seguito alla sua intuizione.
Mi metto subito al lavoro!
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Con il modesto diploma di III Avviamento Professionale, mi sbagliavo a pensare che
sarebbe stato difficile, raccontare in un libro, l'avventura dei Rokketti...
Invece, è stato difficilissimo!
Quando ho iniziato, non sapevo raccapezzarmi.
Ripassando cronologicamente tutto il "viaggio", ho provato sensazioni, che, quando
si è giovani, hanno un certo sapore, ma poi, da adulto... quasi non le riconosci più.
L’intera storia è stata ricostruita grazie a documenti originali dell'epoca, nonché alle
testimonianze di vari personaggi e ai ricordi personali di tutti i componenti della band.
Il lavoro è durato circa due anni.
Alla fine ne è uscito fuori questo libro, scritto completamente "a orecchio"!
Purtroppo, l'ultima volta che presi in mano una penna - quando si scriveva ancora a
mano -, era all'inizio degli anni '60. Mi trovavo in Germania. Erano le lettere a mia madre.
Mi dirà, prima che se ne andasse, quanto erano preziose per lei.
Aspettava il postino alla finestra. Come la facevano star bene, dopo averle lette.
A lei non importava, se erano scritte "a orecchio".
Il libro racconta la storia di ragazzi della provincia italiana. Figli di operai, privi di un
qualsiasi "pezzo di carta", quindi senza cultura e senza opportunità - ovviamente, senza il
telefonino -, che, nel 1958, mettono su un complesso e lasciano le proprie case, per tentare
di costruirsi un futuro decente.
Da soli! Senza una guida e senza una lira!
Oggi "sarebbe" una scelta molto coraggiosa.
In quel tempo, emigrare per cercare fortuna nelle grandi città del Nord Europa, fu terribile!
All'inizio è stata veramente dura.
L'impatto con culture e sistemi di vita così diversi, rispetto a quanto vissuto fino a quel
momento in Piazza Padella, si rivelò, immediatamente, di una durezza difficile da
sopportare.
Prima parte:
Nel 1958, l'attività si svolge esclusivamente in Italia.
Dal 1959 alla fine del 1965, suoneranno senza interruzioni, in Svezia e in Germania.
Seconda parte:
A Natale del '65 rientrano in Italia.
Nei tre anni successivi, saranno uno dei complessi più quotati a livello nazionale.
Ma l'Italia non è la Germania...
Il 6 gennaio 1969, la storia si conclude:
...Quella dei Rokketti, che partendo dal Nord Europa, ha attraversato per intero, l'Era,
unanimemente conosciuta, come tra le più importanti della musica: I favolosi anni '60 .
Tutti i fatti riportati, le persone nominate, le cose e le località citate, così come le date
e gli avvenimenti raccontati, corrispondono fedelmente alla realtà.
A completamento, sono state recuperate e raccolte insieme alcune vecchie
registrazioni - dal vivo - effettuate tra il 1962 e il 1967, da ragazzi di quel tempo che
frequentavano i locali dove i Rokketti suonavano:
Dal 1962 al 1965, in Germania. Dal 1966 al 1967, in Italia.
Il libro, arricchito di fotografie e documenti vari, si compone di Cinquantuno capitoli.
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Il perché di un titolo
La storia del gruppo inizia dalla modesta abitazione dei fratelli Rocchetti che, alla
fine degli anni ’50, si trovava in:
Piazza Padella
A Montalto di Castro, in provincia di Viterbo.
E’ qui che il gruppo provava le canzoni, prima di partire per l'Europa.
L'unico posto disponibile era la cucina.
Nell'unica altra stanza, adibita a camera da letto, dormivano i genitori con i tre i figli.
Reeperbahn
E' il nome della strada principale che taglia in due il rione St. Pauli di Amburgo.
Probabilmente non esiste in nessun'altra città al mondo, una così alta concentrazione di
locali notturni, come su questo chilometro di strada e sulle vie adiacenti.
All'inizio degli anni '60, suonare sulla Reeperbahn, era il sogno di tanti musicisti.
Tant'è che "poi" è diventata famosa in tutto il mondo.
Proprio in quegli anni, la Reeperbahn è frequentata per lunghi periodi da due giovani
rock-band. Una è italiana, di Civitavecchia. L'altra è inglese, di Liverpool.
In Germania i contratti con i locali possono durare anche alcuni mesi.
Gli incontri periodici tra i due gruppi, che ormai avevano assunto quasi un'identica
cadenza, cessano improvvisamente nel 1963.
La band italiana, di scena per la quarta volta ad Amburgo, sempre sulla Reeperbahn,
non avrà più incontri ravvicinati con i ragazzi di quella band inglese.
I loro destini hanno preso strade diverse...
E la storia si arricchirà dal più grande evento musicale di tutti i tempi!
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I Rokketti: ragazzi di cinquant'anni fa.
Mario Rocchetti, pianista, è il più grande dei tre fratelli.
Nel 1958, è sua l'idea di mettere su un complesso, dopo essersi classificato come
terzo miglior fisarmonicista europeo, nel 1957.
Dopo lo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1969, in quello stesso anno sposa una
ragazza di Montalto di Castro, suo paese natale, che gli darà due figli: Helga e Giorgio.
Vive tuttora con la sua famiglia nella cittadina del viterbese, dove per lunghi anni ha svolto
l'attività d'insegnante di pianoforte e fisarmonica, in quell'area della Maremma compresa tra
le province di Roma, Viterbo e Grosseto. Fino a quando, una brutta malattia degenerativa
non l'ha colpito agli arti, impedendogli, di fatto, qualsiasi attività manuale. Dovrà rinunciare
sia all'insegnamento - unico sostentamento – che alla sua grande passione: la musica!
Santino Rocchetti, chitarrista e cantante.
Titolare della più cristallina genialità musicale, che purtroppo, raramente sarà
evidenziata dai grandi Media nazionali.
Tipico esponente autodidatta, di razza maremmana, a dodici anni inizia la professione
in un famoso locale romano. A tredici anni è in giro per l'Europa con il complesso formato
insieme al fratello Mario.
Negli anni '60, chi lo conosce lo considera, senz'altro, come uno dei migliori chitarristi
d'Europa: un vero e proprio caposcuola!
Animale da palcoscenico, come pochi, si può considerare tra gli artisti più longevi del
panorama nazionale.
Dotato di una generosità artistica fuori dal comune, è tuttora sulla breccia, in frenetica e mai
interrotta attività: con la sua band, effettua spettacoli e serate in ogni angolo d'Italia.
Dopo lo scioglimento dei Rokketti, viene scoperto anche ottimo cantante.
In questa veste partecipa a ben otto edizioni del Festival di Sanremo. Cinque volte come
corista dei "4 + 4" di Nora Orlandi. Tre volte come cantante solista: nel 1976, '77, e '78.
Numerosi sono i suoi successi discografici: I miei giorni felici, Mia, Dolcemente Bambina,
Armonia e poesia, Dedicato a te, Divina, ecc.
Alberto Rocchetti, tastierista.
Il più piccolo dei tre fratelli, non ha mai suonato con i Rokketti.
Insieme a Mario e Santino, rende onore a un modesto operaio, semi analfabeta, che
non ha studiato sui libri, ma che ha saputo crescere tre grandi musicisti: Pietro Rocchetti,
suo padre!
Dopo essere stato espulso dal conservatorio, forma la "Seconda Genesi": una delle
primissime formazioni italiane di rock progressivo.
Per diversi anni farà parte degli "Champagne Molotov", il gruppo di Enrico Ruggeri.
Dopo una parentesi con Renato Zero, nel 1989 diventa il tastierista di Vasco Rossi.
Questo sodalizio, che per oltre vent'anni non s'è mai interrotto, dura ancora oggi.
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Gianni Bonavera, sassofonista – chitarrista.
Se i Rokketti nelle loro esibizioni riescono a esprimere, con sorprendente
naturalezza, due stili musicali completamente diversi tra loro, lo devono esclusivamente a
lui! A "Pipitone": vero jolly, nonché, ago della bilancia del gruppo, per l'incredibile capacità
con cui riesce a passare da uno strumento all'altro.
Quando suona il sax, il gruppo assume le caratteristiche tipiche del soul e rhythm and blues.
Quando imbraccia la chitarra, con Santino fenomenale solista, allora i Rokketti si
trasformano in una spettacolare, "show band".
Sposato con una ragazza di Allumiere, dalla quale ha avuto due figli, non si può dire che il
suo matrimonio sia stato tanto fortunato.
Non ha mai smesso di suonare... il jazz. In seguito verrà scoperto anche come attore.
Attualmente vive e insegna musica a Civitavecchia.
Tassilo Burckard, batterista.
Negli anni '60 un batterista come lui, in Italia, non si era mai sentito.
Tedesco di Duisburg, a diciassette anni interrompe lo studio del fagotto. Lascia la sua
famiglia, i suoi amici, il suo complesso. Abbandona il suo paese, la Germania, per trasferirsi
in Italia, al seguito della sua band preferita: i Rokketti.
Dopo lo scioglimento del gruppo, suona per un breve periodo con Nino Ferrer.
Purtroppo - per la musica - decide di appendere al muro, troppo presto, la sua
batteria. Per amore di Piera: una ragazza genovese con la quale mette su famiglia.
Si trasferisce a Genova, dove vive ancora oggi, esercitando, con successo, l'attività
d'imprenditore... e di nonno felice.
Mario Paparozzi, cantante solista - bassista.
I Rocchetti, ancora senza kappa, nel '60 dovevano partire per la Germania.
Avevano bisogno di un cantante che suonasse il contrabbasso.
Hanno preso lui, che non aveva studiato musica e quindi non suonava il contrabbasso.
Però cantava bene. Imparerà a suonare lo strumento, strada facendo "a orecchio"!
Nel '67 sposa Mirella, una ragazza di Civitavecchia con la quale è stato fidanzato
per tanti anni. Dal matrimonio nasceranno tre figli: Georgia, Lorenzo e Ilaria.
Dopo lo scioglimento del gruppo, nel '69, svolge varie attività, sempre connesse al mondo
della musica.
Nel 1970 entra alle Messaggerie Musicali come agente discografico, quando queste
sono titolari di prestigiosi marchi, come l'italiana CGD e le statunitensi, CBS e WEA.
L'importante esperienza durerà quasi undici anni.
Grazie al successo economico nella nuova veste professionale, nel 1973 diventa
imprenditore. Insieme a un amico commerciante di Civitavecchia, rileva una vecchia sala
cinematografica, trasformandola in discoteca. Una delle prime in Italia: il "Mammut Club"
di Civitavecchia, con oltre 500 persone di capienza. Vanto e orgoglio per quei tempi - ma lo
sarebbe ancora di più oggi -: in dieci anni di frenetica attività, tra i ragazzi del pubblico,
sempre numerosi, non c'è mai stato un . La sera, poi, se non eri in giacca e
cravatta... non entravi!
Ma qui, si parla della preistoria del puro e vero divertimento.
Nel 1976, con l'avvento delle prime radio pirata - poi diventate radio libere - inizia
l'attività di speaker radiofonico. Il termine deejay è ancora lontano.
Dopo poco più di un anno, rileva tutto quanto dell'emittente in cui lavora, dando vita a
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"Radio Civitavecchia".
Non passano che pochi mesi e, nel '78, inaugura anche il canale televisivo.
Tutto l'insieme prende il nome di "Tele Radio Civitavecchia" - TRC - di Mario Paparozzi.
Con il marchio "TRC" l'emittente è operante ancora oggi.
Stanco del lavoro di agente discografico, che lo costringe a fare il pendolare con
Roma, alla fine del 1980 apre un'attività commerciale, sempre a Civitavecchia: un negozio
di dischi e strumenti musicali - "Stelle & Strisce" - che, attualmente gestisce suo figlio
Lorenzo.
Quei "ragazzi di ieri"...
...Che più di cinquant'anni fa partirono allo sbaraglio, armati solo di giovanile
incoscienza - oltre che di smisurato amore per la musica -, dedicano ai "ragazzi di oggi", le
incredibili esperienze e le emozioni vissute in quegli anni indimenticabili.
Con l'invito ad agire sempre! Agire comunque!
Nella consapevolezza delle proprie qualità. Con coraggio e determinazione.
Mettendo nel conto "anche" tanta fatica e tanti sacrifici.
L'obiettivo non si dovrà mai perdere di vista!
Senza cadere nella trappola di false lusinghe e facili "scorciatoie", prima o poi i
risultati arriveranno.
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La storia
Il gruppo, fondato da Mario e Santino Rocchetti nel 1958, quando sono entrato io, era
attivo da un paio di anni, avendo già lavorato a Roma ed effettuato due interessanti tournée,
in Germania e in Svezia.
I fratelli Rocchetti, come spesso accadeva negli anni '50, soprattutto in provincia,
sono andati a scuola soltanto fino alla quinta elementare.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, non provengono neppure da una famiglia di
musicisti.
Hanno studiato musica, semplicemente al "Conservatorio" di Piazza Padella, a Montalto di
Castro, sotto la guida ferrea di papà Pietro, operaio delle ferrovie, che non conosceva una
sola nota di musica. Fin da piccolissimi, però, li obbligava a lunghe maratone di studio
giornaliero del pentagramma.
L'imperativo era: "Solfeggiare! Madonna cara!...". In alternativa, c'erano le botte.
Gli altri elementi del gruppo sono di Civitavecchia.
Stesse origini. Figli di operai, ma con maggiore grado d'istruzione.
Mario Paparozzi e Gianni Bonavera sono arrivati al III Avviamento Professionale.
Enzo Galli, orfano di padre, invece, ha dovuto smettere alla quarta elementare.
Per Gianni ed Enzo i primi approcci con la musica sono nati, suonando per breve tempo
nella banda musicale del comune di Civitavecchia.
Mario invece non ha mai studiato musica. Quando parte per la Germania, suona il
contrabbasso "a orecchio".
Nel 1960 "i Rocchetti" - ancora senza kappa -, partono alla ventura.
Destinazione: Germania!
Li attendono giorni terribili.
Non trovano alcun ingaggio. Non mangiano per una decina di giorni.
Per lo stesso periodo, dormono sui marciapiedi della stazione centrale di Francoforte.
Senza mezzi di sostentamento, rischiano di essere arrestati e rispediti a casa dalla polizia
tedesca.
All'ultimo momento, mentre stanno andando al Consolato d'Italia per chiedere il
rientro in patria con il "foglio di via"... ecco il miracolo!
Grazie al talento di Mario Rocchetti - terzo al Campionato Europeo di fisarmonica
del 1957 -, si presenta una certa opportunità... che spalanca le porte dei migliori locali.
Senza l'ausilio di manager o intermediari vari, in accordo direttamente con i
proprietari dei locali che li ascoltano, suoneranno in Germania per oltre cinque anni. Tutti i
giorni della settimana!
Dovranno fare salti mortali, per trovare il tempo di due brevi vacanze in Italia.
A Francoforte viene modificato il nome del gruppo. Ora si chiamano: "Rokketti".
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La loro giovane età, compresa tra i tredici e i ventuno anni, e la consapevolezza che
il futuro dipende soltanto dalla propria forza di volontà, costituiscono il miglior propellente
che li porterà ad assimilare, velocemente, il meglio della musica internazionale che,
all'inizio degli anni '60, è di casa proprio in Germania.
Ben presto saranno molto richiesti nei "Tanz Palast": l'Università della musica rock.
Confrontandosi con i migliori gruppi rock di origine indonesiana, che in quegli anni si
esibiscono nella Repubblica Federale, avranno l'opportunità di fare preziose esperienze.
Su tutti, vanno ricordati i più bravi e più quotati di allora. Al primo posto, senz'altro, The
Tielman Brothers, seguiti da The Javalins.
I Rokketti, pur non essendo indonesiani, sono sul podio dei tre migliori complessi che,
all'inizio degli anni '60, vanno per la maggiore nei Tanz Palast delle più grandi città
tedesche.
Tra il 1961 e il 1962, suonano tre volte ad Amburgo. Per ben sei mesi!
Negli stessi periodi, anche una giovane band inglese si esibisce nei locali di St. Pauli.
Considerando che questo è il rione dove si svolge completamente la vita notturna
amburghese, per i ragazzi delle due band, diventa spontaneo frequentarsi. Sia quando
suonano nei locali della Reeperbahn, che in quelli, vicinissimi, della Grosse Freiheit Strasse.
Sono circostanze che si verificano abitualmente, soprattutto tra giovani musicisti, nel pieno
della metamorfosi artistica.
Se non proprio di amicizia, a volte nascono rapporti di reciproca stima professionale.
Accumunati dalle proprie diversità, le due band saranno protagoniste di mutamenti
musicali mai così innovativi, che nascono, si sviluppano e si esaltano, esclusivamente al
conservatorio dei "Tanz Palast".
Questi non sono altro che enormi locali, magari pieni di fumo, ma sempre super affollati di
giovani scatenati.
E' qui che tanti gruppi dai nomi sconosciuti, provenienti da svariati paesi, si avvicendano
ogni sera e, per pochi Marchi, mettono in palio la propria grezza genialità.
La Germania in genere, Amburgo in particolare, sono delle vere e proprie miniere di "Tanz
Palast".
E' il periodo in cui il talento si forgia esclusivamente nei locali da ballo. Suonando
tutti i giorni. Davanti a un pubblico sempre numeroso. Ogni mese in una città diversa!
Travolti da giovanile frenesia per la musica, sia il gruppo inglese, che quello italiano,
non immaginano che stanno vivendo una straordinaria esperienza.
Quella che, di lì a qualche anno, consacrerà quel periodo storico, come uno tra i più prolifici
e innovativi legati al mondo della musica. Semplicemente, irrepetibile!
Nel periodo "amburghese" il cachet della band di Liverpool è pari a 500 marchi la
settimana, con alloggio in ambienti fatiscenti.
Nello stesso periodo, i ragazzi di Civitavecchia viaggiano a 7.500 marchi al mese e sui
contratti è previsto anche l'alloggio.
Ad Amburgo dormono nel miglior albergo della Reeperbahn.
Nel 1963 i Rokketti sono per l'ennesima volta - la quarta - ad Amburgo.
Ma non avranno più, incontri ravvicinati con quei ragazzi di Liverpool...
"Quelli lì", hanno preso il volo!
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Durante una breve vacanza in Italia - agosto 1965 - nel corso di una sonatina per gli
amici, sulla spiaggia di Montalto di Castro - ancora selvaggia - li sente Sandro Gagliardini.
E' un impresario di Roma, che l'indomani, ottiene per loro un provino al Piper.
L'audizione rischia di saltare, ancor prima d'incominciare: al Piper non c'è il
pianoforte.
Qualcuno dice:
.
In quanto - pazzesco, per il locale più famoso d'Italia -, "qualcun altro" dichiara:
Ma per i Rokketti il pianoforte è indispensabile! (Quelli elettronici sono "al di là da
venire"...).
Che richiesta presuntuosa, da parte di una band di Civitavecchia - sconosciuta - che
spera di suonare nel più importante tra tutti i locali italiani...
Dopo un grottesco tira-molla, Sandro Gagliardini, convinto com'è del loro valore,
per averli ascoltati la sera prima, si assume l'onere di noleggiare, personalmente, un
pianoforte. Soltanto per una mezz'ora: la durata prevista del provino.
Finalmente, l'audizione può iniziare... Ma viene subito interrotta!
Non appena i ragazzi attaccano con "Sticks and Stones", senza aspettarne la fine... i
proprietari del Piper sono sul palco, colti da un improvviso attacco di entusiasmo.
E' venerdì, 6 agosto.
Il sound pazzesco di quella band sconosciuta, li fa ricredere a tal punto che ordinano:
Ma i Rokketti sono in Italia soltanto per una breve vacanza.
Il 15 agosto dovranno trovarsi a Colonia.
In Germania li attendono impegni ancora per tanti mesi.
Ma la voglia che hanno, di poter suonare finalmente in Italia, è veramente tanta!...
Purtroppo, interrompere bruscamente i rapporti professionali e affettivi, formatisi dopo
cinque anni in terra straniera, non sarà semplice.
Comunque, anche se non sono tutti d'accordo, dopo una non breve consultazione tra
loro, i Ragazzi di Piazza Padella prendono la drastica decisione.
Quello stesso pomeriggio, firmano due contratti con il Piper Club.
Il primo, fa riferimento a tutto l'imminente mese di settembre.
Il secondo, invece, interessa l'intero mese di gennaio 1966.
In poche parole, dopo oltre sei anni trascorsi ininterrottamente tra Svezia e Germania,
a fine dicembre 1965... finalmente si torna a casa!
Il debutto, come previsto, avviene al Piper. Sarà un ottimo trampolino di lancio.
Alberigo Crocetta, uno dei proprietari, è talmente entusiasta del sound e della personalità
dei Rokketti, che si offre per fare loro da manager.
E' consapevole della classe genuina che possiedono e sicuro del successo che avranno.
Convinto e determinato, come tanti lo conoscono, sentenzia:
Purtroppo, il giorno prima, un po' avventatamente, i ragazzi hanno firmato un contratto
che li blocca per tre anni alla CDB di Carmine De Benedictis.
La cosa non viene presa troppo bene da chi era intenzionato a lanciarli e produrli in
esclusiva.
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Appena qualche mese dopo, l'Avvocato Crocetta, lancerà in grande stile, una
ragazzetta, il cui unico pregio è quello di frequentare ogni sera il Piper Club.
Quella "ragazzetta" in seguito diventerà, Patty Pravo!
Mentre i Rokketti non saranno più chiamati a suonare al Piper...
Comunque, per i Ragazzi di Piazza Padella, arrivano le prime incisioni discografiche.
In poche settimane diventano uno dei complessi più richiesti.
Le serate si susseguono senza sosta, da un capo all'altro della penisola.
Partecipano a diverse trasmissioni televisive.
Il loro disco "Goodbye my love" entra subito in classifica, malgrado la censura della RAI.
Sono protagonisti di una lunga tournée, nei migliori teatri del Nord Italia, che parte dal
Teatro Nuovo di Milano, per concludersi all'Ariston di Sanremo.
A causa d'inadempienze contrattuali, dopo un anno, riescono a svincolarsi dalla CDB.
Nell'autunno '66 firmano un nuovo contratto discografico.
Questa volta con la CBS Italiana!
Sembra fatta...
Ma anche i dirigenti CBS, com'è di moda in quel tempo, impongono di incidere successi
stranieri, cantati in italiano.
A loro tocca "La Bambolina che fa no-no-no".
Una canzone agli antipodi con il loro modo di fare musica.
Anche il disco successivo dovrà essere un'altra copiatura straniera.
I Rokketti hanno in casa canzoni proprie, che la CBS rifiuta di produrre.
Per questo motivo, dopo soltanto due mesi - fatto eclatante nel mondo della discografia -
rompono ogni rapporto con la CBS Italiana.
Per tornare alla CDB!...
Finalmente potranno incidere quello che vogliono.
Cosa che fanno subito, all'inizio del '67, con "Black Time". Una loro composizione.
Il disco, in puro stile rhythm & blues - una novità per il mercato italiano -, è accolto molto
bene: sia dal pubblico, che dalla stampa.
A Radio Montecarlo - la prima, vera, emittente giovane - sarà una delle canzoni più
gettonate.
In quella stessa primavera Black Time viene presentata al Festival dei complessi di
Rieti, dove partecipano tutti i migliori gruppi italiani di quel periodo.
Per i Rokketti è un vero trionfo!
Ma a vincere saranno i Giganti.
Era già stato deciso, ancor prima che il Festival iniziasse. Uno stile tutto italiano!
A giugno del '67, con la stessa canzone, partecipano al 6° Cantagiro.
Di tutte le edizioni, questa sarà la più ricca e la più prestigiosa!
Presentata da Walter Chiari - coadiuvato da Nuccio Costa -, vi prendono parte, tra gli altri:
Adriano Celentano, Little Tony, Massimo Ranieri, Patty Pravo, Mino Reitano, Rita Pavone,
Bobby Solo, Edoardo Vianello, eccetera. I nomi più importanti della musica italiana negli
anni '60.
Per la prima volta, in una manifestazione nazionale di grande livello, scendono in
campo anche i complessi.
Fabrizio Zampa, inviato di "Big" - settimanale di musica più quotato - scriverà:
11

.
Gli altri gruppi sono: i Camaleonti, i Nomadi, i Ribelli, i Giganti, i Dik Dik, Mal and the
Primitives, i Motowns, eccetera. Ovvero: i complessi più famosi degli anni '60.
In quella stessa estate "Black Time" raggiunge i primi posti delle classifiche.
Con il proprio pullmino, la band macina chilometri su chilometri, per le "serate" che la
vedono impegnata in ogni angolo d'Italia.
In due anni, incidono soltanto un 45giri: "Ti rivedrò tra gli angeli".
Una struggente canzone soul-blues, che mette in evidenza, la straordinaria passione
interpretativa di Santino Rocchetti, alla sua seconda esperienza come voce solista.
Con la chiamata alle armi del suo fondatore - Mario Rocchetti -, per quello che viene
considerato come il miglior complesso degli anni '60, inizia un periodo di crisi, che
purtroppo, di lì a poco, porterà allo scioglimento del gruppo.
La favola iniziata nel 1958 da ragazzi giovanissimi, partiti ben presto per il Nord
Europa - dove sono rimasti oltre sei anni -, si conclude definitivamente il 6 gennaio 1969.
Dopo soltanto tre anni dal loro rientro in Italia.
"I Rokketti", sebbene con undici anni di professionismo alle spalle, sono ancora
molto giovani: l'età media non arriva a venticinque anni!
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La storia dei Rokketti in cinquantuno capitoli
(Il perché di una scelta)
Come trailer di tutta la storia, ho pensato di riportare per intero, i Capitoli 14 e 15.
Li ritengo sintomatici, oltre che del particolare momento storico - legato non soltanto al
mondo della musica -, soprattutto dell'insospettata caparbia volontà di chi, a volte, è messo
dalla vita, davanti a situazioni molto importanti. Di pura sopravvivenza.
Nei primi tredici Capitoli, c'è uno spaccato legato al vivere quotidiano delle famiglie
di operai, che negli anni '50 abitano la provincia italiana: come quelle da dove provengono i
Rokketti.
Quel periodo, guardando a un futuro nel quale si riponevano le speranze di rinascita
di tutti gli abitanti d'Europa - quasi a voler esorcizzare una delle pagine più nere nella storia
dell'Umanità - ancora oggi viene ricordato, semplicemente, come: "Dopo Guerra".
E' in questo ambito che una banda di ragazzini, contro il parere non propriamente
entusiastico delle rispettive famiglie, armati di inaudita testardaggine e determinata
giovanile incoscienza, s'avvia, con grande coraggio, verso una vera e propria avventura.
Nei trentasei Capitoli che seguono, c'è il compendio della stessa avventura, che quei
ragazzi hanno vissuto per undici anni, gran parte dei quali, trascorsi all'estero.
All'inizio vengono raccontati i momenti che li hanno portati a confrontarsi - loro che
arrivavano dalla provincia italiana - con la realtà delle più grandi città tedesche, lontana anni
luce dal sistema di vita dove sono cresciuti.
Mentre pian piano si vanno integrando nel tessuto sociale germanico, grazie alla
voglia di crescere e al grezzo talento forgiato in Piazza Padella, la loro professione li porta a
vivere tali preziose esperienze, che produrranno una repentina evoluzione artistica.
- Capitolo 22: "Nati in Italia... cresciuti in Germania" -.
Nei capitoli "italiani", dove è raccontata la seconda parte della storia, sono riportati i
successi, ma anche gli errori commessi e le delusioni patite in Italia.
Nel libro vengono espresse anche alcune considerazioni personali e riflessioni
critiche professionali: frutto di una lunga esperienza, mai interrotta, vissuta in prima persona
nel mondo della musica.
I titoli dell'indice sono la guida indispensabile, per percorrere, in ordine cronologico,
alcune tappe più rappresentative dell'intera storia.
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“I Rokketti: Da Piazza Padella alla Reeperbahn”
INDICE
LE ORIGINI
Cap. 1 - Montalto di Castro (Vt) 1956, Piazza Padella: .....................Pagina 6
Conservatorio dei fratelli Rocchetti.
Cap. 2 - Mario Rocchetti: ......................................................................Pagina 10
Lezione di fisarmonica dal maestro di banda.
Cap. 3 - Santino Rocchetti: ...................................................................Pagina 13
Talento a dieci anni.
Cap. 4 - Alberto Rocchetti: …................................................................Pagina 17
Troppo piccolo per suonare con i fratelli.
Cap. 5 - Pietro Rocchetti: …...................................................................Pagina 20
Non ha studiato ma cresce tre ottimi musicisti.
Cap. 6 - Pescia Romana (Vt), dicembre 1956: …..................................Pagina 29
Debutto del "Duo Rocchetti".
Cap. 7 - Montalto di Castro (Vt), 1958: ................................................Pagina 32
Il “Duo” diventa “Sestetto”.
INIZIA LA STORIA
Cap. 8 - Roma, 1958: “Florida” …........................................................Pagina 40
“Mario Rocchetti e il suo Complesso”.
Cap. 9 - 1959: tour in Germania ….......................................................Pagina 43
Bruno non parte. Arriva Gianni.
Cap. 10 - Braunschweig, 1959: “Astoria”..............................................Pagina 49
Per Gianni e Santino è proibito suonare.
Cap. 11 - Stoccolma, Giugno 1959: .…....................................................Pagina 57
Non si dorme mai da soli.
Cap. 12 - 1960, sette mesi in Germania: ................................................Pagina 60
Il nuovo cantante è Mario Paparozzi
Cap. 13 - 29 settembre 1960:.............. ................ ....................................Pagina 67
Il telegramma che non ti aspetti.
Cap. 14 - Francoforte, 1° ottobre 1960: ….............................................Pagina 71
Ragazzi allo sbaraglio.
Cap. 15 - Francoforte, 10 ottobre 1960:.................................................Pagina 80
La prova “Regina”.
CINQUE ANNI IN GERMANIA
Cap. 16 - Francoforte, 16 ottobre 1960: …............................................Pagina 91
Nascono “I Rokketti”.
Cap. 17 - Francoforte, 23 ottobre 1960: …............................................Pagina 94
La svolta.
Cap. 18 - Dusseldorf, gennaio 1961: …..................................................Pagina 99
Stupore allo “Studio 15”.
14

Cap. 19 - Colonia, marzo 1961: .…........................................................Pagina 111
Si lascia la strada vecchia.
Cap. 20 - Amburgo, aprile 1961: ….......................................................Pagina 116
Lo Zingaro ubriaco.
Cap. 21 - Amburgo, 31 maggio 1961: .…..............................................Pagina 122
Giorgio Grandi è il nuovo batterista.
Cap. 22 - Nati in Italia... cresciuti in Germania:…............................Pagina 126
Tutta un'altra musica!
Cap. 23 - Essen, giugno 1961:….............................................................Pagina 130
Al “Grugahalle” con artisti di fama mondiale.
Cap. 24 - Essen Werden: …....................................................................Pagina 132
Base logistica nella Renania Westfalia.
Cap. 25 - Amburgo, 1962:…...................................................................Pagina 140
Una band di Liverpool e una di Civitavecchia.
Cap. 26 - Colonia, febbraio 1963:..........................................................Pagina 153
Il folle Carnevale e il timido Mike
Cap. 27 - Essen Werden, primavera 1963:…......................................Pagina 158
Shock al "Brucken Hotel".
VACANZE ITALIANE
Cap. 28 - 5 agosto 1965, Montalto Marina (Vt): .................................Pagina 166
Un militare all'Ippocampo...
Cap. 29 - Roma, 6 agosto 1965: ..….......................................................Pagina 175
Al Piper non c'è il pianoforte.
Cap. 30 - Roma, 1° settembre 1965: …................................................Pagina 184
Sconosciuti in Italia, debuttano al Piper.
Cap. 31 - Roma, settembre 1965: ….......................................................Pagina 193
"Diventerete i Beatles Italiani".
Cap. 32 - Curiosità al Piper: …..............................................................Pagina 198
Gasmann, Luttazzi, Teodorakis...
Cap. 33 - Settembre, 1965: .…..............................................................Pagina 206
Due dischi in Italia e di nuovo in Germania.
GERMANIA, AUFWIEDERSEHEN
Cap. 34 - Stoccarda, ottobre 1965: …....................................................Pagina 211
Giorgio non si fida dell'Italia.
Cap. 35 - Duisburg, 1° dicembre 1965: ….............................................Pagina 213
Un tedesco... per suonare in Italia.
Cap. 36 - Essen Werden, 20 dicembre 1965: …....................................Pagina 217
Partenza in macchina... arrivo in treno.
IN ITALIA
Cap. 37 - Roma, 5 gennaio 1966: ….......................................................Pagina 235
Di nuovo al Piper.
Cap. 38 - Civitavecchia, febbraio 1966: …............................................Pagina 239
Quello che non ti aspetti.
15

Cap. 39 - Milano, marzo 1966: ….........................................................Pagina 248
Tour teatrale nel Nord Italia.
Cap. 40 - Alassio, giugno 1966: ….........................................................Pagina 258
“Genova per Loro”.
Cap. 41 - Castelletto d'Orba (Al), “Lavagello”: …..............................Pagina 264
Inaugurazione a rischio.
Cap. 42 - Roma, 30 settembre 1966: ….................................................Pagina 272
Tutta colpa di un candelotto...
Cap. 43 - Milano, ottobre 1966: …........................................................Pagina 280
“Bambolina” fatale.
Cap. 44 - Milano, dicembre 1966: …....................................................Pagina 298
Sbagliare è umano...
Cap. 45 - Sei anni in Europa: dal 1959 al 1965 ....................................Pagina 304
C'era una volta...
Cap. 46 - Musicista in Italia: …..............................................................Pagina 314
Non è tutt'oro quel che luccica.
EVENTI
Cap. 47 - Rieti, aprile 1967: Festival dei Complessi.............................Pagina 320
Chi avrebbe vinto già si sapeva.
Cap. 48 - Cantagiro 1967: …..................................................................Pagina 328
Le case discografiche dirigono la musica.
Cap. 49 - 1968: “Ti rivedrò tra gli angeli”…........................................Pagina 354
Ultimo disco per la migliore band degli anni '60.
Cap. 50 - Cortina d'Ampezzo, gennaio 1969: …...................................Pagina 360
Nati in Italia, cresciuti in Germania...
si sciolgono nel gelo di Cortina.
FINE DELLA STORIA
Cap. 51 - Ragazzi di Cinquant'anni fa:..................................................Pagina 363
Mario Rocchetti: pianoforte e voce.
Santino Rocchetti: chitarra e voce solista.
Gianni Bonavera: sax, chitarra e voce.
Mario Paparozzi: basso e voce solista.
Tassilo Burckard: batteria e voce.
16

Prologo
Prima dello sbarco a Francoforte, avvenuto la mattina del primo ottobre 1960, il
complesso capitanato da Mario Rocchetti, pur composto da giovanissimi, ha già all'attivo
due anni di professionismo.
Il debutto, nel 1958, avvenne al "Florida" di Roma, dove poi il gruppo è stato
protagonista, per lunghi periodi, fino al 1959: l'anno della prima tournée in Germania.
Il capo complesso, così come il pianista, Giuseppe Moscaroli e il cantante bassista
Adalberto Venturini, hanno da poco compiuto diciotto anni.
Santino Rocchetti, il chitarrista, di anni ne ha appena tredici!
Gianni Bonavera, il sassofonista, invece ne ha quindici...
Ultraventenne è soltanto Enzo Galli, il batterista, che di anni ne ha ben ventuno!...
Sarà proprio lui, unico maggiorenne del gruppo, che, pur di non rinunciare all'interessante
tournée, si accollerà sul proprio passaporto, la responsabilità sia di Gianni, che di Santino.
Per la loro giovane età, non potrebbero espatriare, se non accompagnati da uno dei genitori,
oppure da un tutore, che abbia compiuto ventuno anni.
Verso la fine della primavera '60, mentre il complesso è di scena nuovamente al
Florida, riceve un'importante proposta per una tournée all'estero di sette mesi.
Di nuovo in Germania. A partire dal primo ottobre di quello stesso anno.
Per motivi familiari, Adalberto dovrà rinunciare.
Al suo posto è chiamato Mario Paparozzi.
In vista di un impegno così importante, l'estate del '60 sarà interamente dedicata alle
prove, al fine di mettere su un bel programma e realizzare il miglior affiatamento con il
nuovo cantante.
A Piazza Padella, nella piccola abitazione di Mario e Santino Rocchetti, a Montalto
di Castro, di provare non si finisce mai!
Per dei ragazzi che vivono sulla costa tirrenica, rinunciare al mare, sembrerebbe
impossibile... Ma l'obiettivo è troppo importante e non ammette leggerezze!
Sebbene il clima olimpico di quel periodo - "Roma 1960" -, al primo posto, per il complesso
di Mario Rocchetti, c'è la rigorosa preparazione a:
"Sette mesi in Germania" - Capitolo 12.
Il 28 settembre, due giorni prima della partenza - come già avvenuto le volte
precedenti - vengono acquistati i biglietti del treno e, contestualmente, si provvede alla
spedizione per Francoforte di tutti gli strumenti e dei bagagli più ingombranti.
E' una normale prassi delle Ferrovie dello Stato, denominata "bagaglio presso".
17

Ma il giorno prima della partenza, dopo aver acquistato i biglietti e spedito gli
strumenti in Germania... arriva la mazzata!
"Il telegramma che non ti aspetti" - Capitolo 13 -.
Poche parole che avvertono di non partire più: la tournée è stata annullata!
Nemmeno Hitchcock saprebbe descrivere il clima di sconcerto che si abbatte sulle
teste dei Ragazzi di Piazza Padella, per quel pezzetto di carta!
I preparativi alla tournée si erano svolti in un clima di sfrenata euforia.
L'entusiasmo, impossibile da controllare - fino a quel momento -, per un viaggio, a quei
tempi, dal sapore quasi fiabesco, sotto-sotto faceva morire d'invidia tutti gli amici e i
paesani dei nostri ragazzi.
La "botta" però, non frena più di tanto, la più travagliata delle decisioni:
.
Quasi all'unanimità, è quanto stabiliscono gli anziani del gruppo, loro malgrado,
consapevoli d'imbarcarsi per un'avventura senza un obiettivo: pressoché disperata.
Naturalmente, nessuno degli amici e, men che meno i propri familiari, dovranno conoscere
il tenore di quel telegramma!
...E sarà dura, alla stazione di Civitavecchia, ostentare tranquillità, come se niente
fosse, davanti soprattutto alle proprie mamme... Mentre queste li salutano con gli occhi
pieni di lacrime...
L'angoscia trattenuta a forza, che nascondono dentro, in quel clima d'intensa emozione
esplode e si trasforma, per loro, in un pianto liberatorio.
Nel caos delle ultime raccomandazioni dei genitori, e i saluti, con baci e abbracci di tutti gli
amici e parenti convenuti, quel pianto dirompente sarà scambiato per naturale
commozione...
Quando la mattina del 30 settembre si ritrovano alla stazione Termini di Roma, nello
scompartimento del treno in partenza per la Germania, svuotando ognuno le proprie tasche,
escono fuori, appena 1.500 Lire! Circa 20 Euro di oggi... tra tutti e cinque!
Ma ciò di cui non si rendono assolutamente conto, è che, il viaggio appena iniziato,
nasconde una brutta realtà! In sintonia con la sofferta decisione, presa per quella partenza, a
dir poco, sconsiderata.
Per le inesistenti prospettive di lavoro in terra straniera, non immaginano che, ad
attenderli alla stazione Centrale di Francoforte, ci sarà soltanto un'avversa situazione, che
purtroppo, li renderà protagonisti di:
"Ragazzi allo sbaraglio" - Capitolo 14.
18

Gelo, dentro e fuori.
“I Rokketti: Da Piazza Padella alla Reeperbahn”
Capitolo 14
Francoforte, 1° ottobre 1960:
Ragazzi allo sbaraglio.
Dopo un estenuante viaggio affrontato con la consapevolezza che, comunque,
all'arrivo si sarebbero trovati di fronte a mille difficoltà, i Rocchetti, partiti da Civitavecchia
il giorno prima, a metà mattina del primo ottobre 1960, giungono alla stazione centrale di
Francoforte.
Fa molto freddo.
L'impatto con la Germania non poteva rivelarsi più ostile.
Rispetto al clima mite di fine settembre che si sono lasciati alle spalle, l'atmosfera
gelida che li accoglie, rappresenta la giusta cornice di tutta la situazione: semplicemente
disastrosa!
Eccoli qui i "conquistatori", spaesati e infreddoliti, con le tasche vuote e il morale a
terra, andare incontro a un futuro ignoto, che promette soltanto avversità.
I sogni della partenza sono tutti ammucchiati sul marciapiede di quella gelida
stazione. Restano chiusi nelle valigie, insieme all'entusiasmo - ormai svanito -, cresciuto
troppo in fretta, durante le prove a Piazza Padella, nelle torride giornate di un'estate gravida
di promesse. A Montalto di Castro, nella piccola casa di Mario e Santino Rocchetti.
Ora sono costretti a fare la guardia a quella montagna di roba, affinché i sogni non se
ne volino via definitivamente.
Tutto quello che possiedono sta su quel marciapiede, dove dall'Italia continuano ad
arrivare, senza sosta, illusione e disperazione, ricoperte di povertà.
Le valigie, gonfie di tristezza, stanno lì per metterti in guardia... che, quello appena
concluso, potrebbe essere soltanto l'inizio di un viaggio senza alcuna speranza!
Il tempo altera la realtà.
Rivivere quei momenti, dopo più di mezzo secolo, non è semplice da raccontare.
Le generazioni si susseguono. Gli stili di vita cambiano velocemente e in maniera radicale.
“Oggi” risulterebbe inconcepibile qualsiasi confronto.
Cinquant'anni fa, le famiglie che avevano il televisore, il frigorifero, il telefono e altri
elettrodomestici in casa, erano ben poche.
Sono già diversi anni che nelle case ci sono televisori in tutte le stanze. Il telefono cellulare
ce l'ha una persona a testa, e sono parecchi quelli che ne hanno anche più di uno.
Persino i bambini delle elementari vanno a scuola con il proprio telefonino.
19

...Poi c'è il computer: basta premere un tasto e ti puoi collegare con il mondo intero.
Tutto questo e molte altre "comodità", cinquant'anni fa, era pura fantascienza!
I decenni passano veloci. Filtrano e stravolgono indiscriminatamente le stagioni del
tempo. La realtà che ne deriva, assume una fisionomia completamente diversa, anche,
soltanto da un giorno all'altro.
Se provi a ricordarlo, dopo più di mezzo secolo... allora sei patetico!
Germania, 1960.
La Seconda Guerra Mondiale, con tutti i suoi tragici risvolti, si può considerare
veramente conclusa, soltanto da poco più di dieci anni.
Tracce di macerie, provocate dai bombardamenti, se ne vedono ancora tante.
In Italia, ma ancora di più in Germania, diverse città sono state letteralmente rase al suolo.
La situazione più difficile la vivono tutti quei poveracci che sono costretti a emigrare
in paesi stranieri, per guadagnare qualche soldo e tornare a vivere umanamente.
Anche se i Ragazzi di Piazza Padella, non sono partiti dall'Italia come tanti
"poveracci"- per andare a lavorare in fabbrica -, di fatto, sono considerati emigranti come la
gran parte della manovalanza che arriva dal Profondo Sud dell'Italia.
E purtroppo, dalla maggior parte dei tedeschi, anche loro sono trattati da “italiani”, cioè, con
tanta diffidenza. A volte, persino con disprezzo!
Taluni, addirittura, quando ti sentono parlare e captano che sei italiano - per i tedeschi la
nostra lingua è inconfondibile - ti provocano in qualsiasi maniera, all'aperto o al chiuso, non
fa differenza. E se osi alzare la testa, rischi che ti riempiano di botte!
I Ragazzi di Piazza Padella per evitare grane, spesso sono costretti a spacciarsi per
spagnoli...
Purtroppo, come già detto: il trascorrere dei decenni, “oggi” rende inverosimile la
realtà di un tempo, poi non così lontano...
Nel 1960, la Seconda Guerra Mondiale è finita da quindici anni... Ma, sia sul fronte
italiano, che su quello tedesco, non si può dire che si sia mai affievolito l'odio reciproco,
nato e ingigantitosi proprio durante, e in conseguenza del conflitto tra i due popoli.
All'ingresso di alcuni locali pubblici tedeschi, puoi ancora trovare la scritta:
“Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani”.
Incredibile!... Ma tremendamente vero! Questa era l'atmosfera di quei tempi!
Nella civilissima e democratica Repubblica Federale Tedesca di oggi, in quegli anni,
l'odio razziale e il forte risentimento nei confronti dell'Italia erano molto sviluppati e
purtroppo, anche eccessivamente manifestati.
Che fare?
Enzo Galli, che del gruppo è il più anziano e anche il più temerario, fa di tutto per
risollevare un po' il morale alla truppa.
20

Particolare attenzione rivolge a Santino e Gianni. Sono troppo giovani, non
avrebbero potuto espatriare, se non se ne fosse assunto la responsabilità di tutore, quale
unico maggiorenne del gruppo, registrandoli sul suo passaporto.
Come previsto, le cose non si mettono affatto bene, fin dall'arrivo a Francoforte.
Inutilmente si fanno tentativi per avere qualche contatto con l'impresario tedesco, che
dovrebbe dare spiegazioni, in merito all'inatteso annullamento del contratto di sette mesi,
che così tante aspettative aveva fatto nascere nei ragazzi.
.
Si augurano i ragazzi, prima che la "sconosciuta" arrivi davvero...
Whio Franck, l'agente teatrale responsabile di tutta la situazione, risiede ad
Amsterdam e non è pensabile andarlo a cercare, per potergli parlare direttamente e avere dei
chiarimenti.
Ed eventualmente, con quali risultati?
Fra telefonate andate a vuoto, e quel poco che è stato speso per mangiare - sempre le
cose meno care e più scadenti - è arrivato troppo in fretta, il momento cruciale che si
temeva: sono finiti i soldi!
Gli ultimi Pfennig sono stati spesi da Kaufhof, per cinque Brotchen - panini - e un
pezzo di formaggio. Quest'ultimo, motivo di feroce disputa... all'ultima mollica.
“L'ultima cena”!
Ed è soltanto il primo giorno che sono in Germania...
La madre di tutte le sofferenze.
Cinque ragazzi stanno pagando a caro prezzo, le conseguenze di un'azione,
incredibilmente mal congegnata.
C'è il rischio che anche le rispettive famiglie, tenute prudentemente all'oscuro dei fatti, ne
possano venire coinvolte emotivamente.
A un genitore potrebbe venire un accidenti, nel sapere un figlio in quelle situazioni...
Arrivano i sensi di colpa. Ci si accusa a vicenda.
Pentimento generale, tristezza e paura, sono il risultato di una decisione tribolata e, allo
stato delle cose, sicuramente avventata!
.
Piagnucola Santino – quattordici anni – il più piccolo della compagnia.
Non si parla il tedesco. Non si conosce nessuno. Non ci sono più soldi. Non ci sono
prospettive di lavoro. E non si ha un posto, dove dormire...
Forse era meglio non partire!
Fare la guardia ai bagagli e agli strumenti, ti costringe a dormire all'aperto, sui
marciapiedi della stazione, con il freddo che non si riesce a contrastare.
...E ti dice bene se la polizia ancora non ti ha scoperto a vagabondare, senza fissa
dimora...
Ormai è quasi una settimana che non si mangia!
21

Si è perso completamente il senso della realtà.
Purtroppo, è in arrivo la nemica più pericolosa.
Quella capace di annientare ogni facoltà cognitiva, che metterà duramente alla prova, la già
difficile condizione fisica e psichica dei Ragazzi di Piazza Padella: la fame!
La madre di tutte le tribolazioni, con la quale se la dovranno vedere cinque ragazzi
della provincia italiana, trapiantati in un paese straniero, apparentemente, tanto inospitale.
E' la più brutta esperienza che si possa immaginare. Decisamente, insopportabile!
Quel briciolo di ragione che ancora permane nelle loro teste, fortunatamente riesce a
prevalere sull'istinto animalesco di commettere azioni inconsulte, che potrebbero portare a
conseguenze molto pericolose.
E' una situazione completamente sconosciuta, e per questo, ancora più difficile da
gestire e da tenere sotto controllo...
L'idea di "prendere" nascostamente qualcosa da mangiare in un supermercato, è
tentatrice... ma li terrorizza il solo pensiero.
"La fame caccia il lupo dalla tana".
I Ragazzi di Piazza Padella, figli di semplici operai, sono cresciuti, prima che
all'Oratorio, alla scuola dell'onestà, caparbiamente inculcata dai rispettivi genitori.
Per attenuare la fame, e poter comprare qualcosa da mangiare, sarebbero tentati a
chiedere un aiuto ai passanti, mediante qualche sonatina per la strada, nei pressi della
stazione.
Basterebbe soltanto Mario, con la sua fisarmonica... Chissà: magari insieme a un po' di
spiccioli, potrebbe arrivare anche qualche proposta di lavoro.
E' talmente bravo...
>.
Obbietta timidamente Mario, il cantante.
aggiunge Gianni.
Risponde Enzo, il più anziano e, probabilmente, quello che più di tutti soffre l'astinenza da
cibo.
Soltanto per paura, quindi, a questo punto, la maggioranza decide di rimanere
rigorosamente, nella legalità. Ma con la pancia vuota!
Nei giardini pubblici di Francoforte, crescono indisturbati bellissimi ciuffi di cicoria.
Evidentemente i tedeschi non la conoscono e non sanno quanto sia buona da mangiare...
Magari, dopo essere stata cotta, condita e ripassata in padella...
Su stradine secondarie si trovano anche altri tipi di erba che non si conoscono tanto bene...
ma, all'apparenza, sembrano mangiabili.
Mario Rocchetti che un po' s'intende di campagna, dopo averne assaggiata qualche
fogliolina, dà il via libera anche per altre qualità di verdure.
Bisogna pur variare il menù!
Non visti, sradicano da terra quanta più erba possibile... Peggio delle capre!
22

Nascosti dietro una siepe, dopo una sommaria pulizia, strofinando interi ciuffi sul
cappotto, per togliere le impurità più grosse... cicoria e gli altri tipi di verdura sconosciuta,
vengono divorate sul posto. Crude!
All'inizio, risultano tutte più o meno amare e dal sapore sconosciuto.
Ma dopo qualche momento... già sono un po' più accettabili.
Si sentono tanto "Neanderthal"...
Dal momento che la cosa si racconta, evidentemente quell'erba mangiata cruda, nei
giorni della fame a Francoforte, tutto sommato, non ha prodotto alcun effetto secondario.
Quindi, nessun avvelenamento all'organismo dei Ragazzi di Piazza Padella.
Anzi!...
Probabilmente, senza volerlo, si sono dati una bella purgata!
Il "foglio di via".
Giuseppe Moscaroli - il pianista - data la sua ottima condizione familiare, se fosse
partito con loro, avrebbe assicurato un po' di "ossigeno" in quei giorni di sofferenza.
Purtroppo, per motivi di studio, rimarrà in Italia fino al 15 ottobre.
Nei patti, avrebbe dovuto raggiungere il gruppo, il 16 ottobre.
...Ma con un contratto in piedi!
Nella situazione che si è creata, si dovrà scartare anche l'ipotesi di un “rifornimento”,
da parte sua, per un salvataggio a breve termine...
Piuttosto...

Per la barba lunga, i capelli sporchi e arruffati...
Per la fame che si legge in faccia e la debolezza difficile da nascondere...
Per tutte queste evidenze, l'impressione che i Ragazzi di Piazza Padella fanno a quei
connazionali, all'interno del locale - povera gente come loro - è più penosa di quanto
possano immaginare.
Immediatamente, senza essere richiesta, inizia una spontanea gara di solidarietà, per
quei ragazzini italiani dalla faccia sporca, stanchi, affamati e infreddoliti.
Per tutti, una bella tazza di caffè caldo, alla tedesca.
Qualche panino con prosciutto e formaggio. E "per dopo", anche una sigaretta!
Tutti, indistintamente, hanno parole buone d'incoraggiamento, per quei ragazzini che
potrebbero essere i propri figli.
Le parole di quella gente semplice, in quel momento, sono più buone del panino col
formaggio! Li rincuorano e li fanno stare un po' meglio.
Si tratta di persone generose, mai viste prima. Sono: "Italiani all'estero"!
Semplici operai, lontani dalle famiglie, emigrati in Germania per bisogno.
...Che lavorano in fabbrica e dormono nelle baracche.
E quando incontrano un italiano, è festa, perché respirano aria di casa.
La solitudine e la tristezza sono le compagne inseparabili di tutte le notti.
...Eppure, hanno un cuore tanto grande!...
Un'emozione così toccante, sarà difficile da dimenticare!
Appena conoscono le disavventure capitate a quei ragazzini, dall'aspetto così
malmesso, anziché indicare la strada per il Consolato, qualcuno di loro propone:
Fatto molto alla buona, ma spontaneo e generoso, si tratta di un suggerimento per
tentare di ottenere una prova, in un certo locale, non troppo distante da lì.
Ma i ragazzi, svuotati di qualsiasi volontà, vorrebbero soltanto salire sul primo treno
verso l'Italia.
Sono a terra. Sono sfiniti. Completamente scoraggiati e demotivati. Avrebbero bisogno di
un medico e di un sostegno psicologico.
Tanto per non sembrare scortesi verso chi si dimostra così generoso, acconsentono a
tentare una prova.
Il sentimento patriottico di quei lavoratori è da libro Cuore...
Per quello stesso pomeriggio, due di loro, vestiti un po' meglio, riescono a ottenere il
permesso che darà la possibilità, ai ragazzi di Civitavecchia, di effettuare una vera e propria
audizione, presso il “Tanz Kaffee Regina”. Il locale notturno più famoso di Francoforte!
Evidentemente, quei nuovi amici - gente mai vista prima - sono stati convincenti oltre
le migliori aspettative.
Quando si dice: “opera di persuasione” all'italiana!...
Hanno avuto un bel coraggio a garantire personalmente, circa le qualità artistiche dei
Rocchetti. Pur non conoscendoli e, soprattutto, senza averli mai sentiti suonare prima.
Evidentemente si sono fidati del loro aspetto di bravi ragazzi, e quindi, hanno creduto alla
loro storia.
O, semplicemente, ne provano pena...
Per effettuare la prova, i Ragazzi di Piazza Padella non dovranno pensare a niente!
24

Dovranno soltanto essere più in forma possibile!
A trasportare gli strumenti, dalla stazione al Regina, che dista ...nemmeno due chilometri,
provvederanno gli amici italiani.
Inoltre, uno di loro, resterà a guardia del resto dei bagagli che, altrimenti, rimarrebbero
incustoditi sul marciapiede della stazione, mentre saranno impegnati nella prova "Regina"..
Ma la resistenza fisica di Mario e di tutti gli altri, è arrivata alla frutta...
Ormai sono in balia di chiunque voglia decidere per loro.
Hanno perso completamente il senso della realtà.
Data la situazione fisica, che a malapena li fa stare ancora in piedi, hanno chiaro in testa il
tonfo che di lì a poco li aspetta.
Non è pensabile riuscire a suonare, con le mani che ti tremano per la debolezza.
Con il respiro affannato e, soprattutto, con la testa che ti frulla!...
Si chiedono frastornati.
L'unica cosa che desiderano, più d'ogni altra, è tornare subito a casa.
--------------------
(*) In tedesco la parola "Kapelle" si usa quando si vuole intendere: “orchestrina".
25

Qualcosa di familiare
“I Rokketti: Da Piazza Padella alla Reeperbahn”
Capitolo 15
Francoforte, 10 ottobre 1960:
La prova "Regina".
Sembra passato un secolo, dall'ultima volta che hanno calpestato la morbida
moquette di un locale notturno.
Adesso, come in un sogno, ne rivivono l'ambiente ovattato e così accogliente.
Dopo alcuni mesi, ritorna la piacevole, familiare sensazione, che si prova tutte le
volte, entrando in un night deserto: quel caro, stantio, odore di chiuso.
... Roma... Stoccolma... Francoforte... in Italia o in qualsiasi altro posto. Ovunque!
Sempre lo stesso, gradevole disgusto!
Tutto ciò che resta, in ogni locale notturno, delle montagne di sigarette che, puntualmente,
ogni notte..., se ne vanno in fumo.
Anche qui, l'odore acre, ormai è incozzito sulle pareti, e su tutta la tappezzeria.
Quello veramente nauseabondo, invece, proviene dal fondo di tanti posacenere, sempre
svuotati, e mai lavati!...
Alla fine, poi, tutti i cattivi odori saranno neutralizzati dall'impiego esagerato di tante
bombolette di deodorante spray. Senza contare le mille essenze di profumo con cui
s'inondano le signore clienti.
Ma soprattutto, il forte odore di base, verrà soffocato dal fumo nuovo di tante altre sigarette!
Questa è la sensazione che provano i Ragazzi di Piazza Padella, quando varcano la
soglia del Kaffee Regina di Francoforte.
Finalmente, il primo contatto con qualcosa di veramente familiare...
Come Paperon de' Paperoni, che definisce il tintinnio delle sue monete "delizia per le
mie orecchie", così i Rocchetti, riferendosi al fetore da locale notturno vuoto, rigustandolo
dopo un po' di tempo - come ogni orchestrale - potranno dire:
.
Che tradotto, potrebbe voler dire:
.
Come pesci fuor d'acqua.
I Ragazzi di Piazza Padella restano soggiogati dall'esagerata eleganza del Kaffee
Regina, che appare subito come il locale più bello, fra tutti quelli conosciuti, fino a quel
momento.
26

L'ambiente così raffinato, purtroppo, mette ancor più in evidenza il loro stato, come,
di giovani straccioni.
Si chiedono quasi intimoriti.
Sono talmente depressi, che vorrebbero fare subito dietro-front e andare di nuovo alla
ricerca del Consolato Italiano...
Dagli strumenti schierati sulla pedana dell'orchestra, si capisce che nel locale, opera
già un altro complesso: quello che, probabilmente, sta per essere protestato.
Sulla cassa della batteria, si legge: “I Paladini”.
Si tratta di un complesso, di sei elementi, provenienti da Torino. Purtroppo - a quanto sentito
dire da uno dei nuovi amici italiani -, che suona anche molto bene.
Ma, evidentemente, non soddisfa appieno le esigenze del Tanz Kaffee Regina.
Ci si attendeva un locale deserto, per un'audizione privata. Invece, sono presenti un
sacco di persone.
C'è tutto il personale del locale, al completo. Gli artisti, con l'immancabile codazzo di
coreografi, mogli, mariti e fidanzati. Gli stessi componenti dei Paladini, prossimi
all'esonero. I cinque musicisti che fungono da "complesso da ballo". Tutti sono curiosi e
ansiosi di assistere all'esame "Regina".
Poi, naturalmente, ci sono i proprietari del locale... che ti terrorizzano!
Sono tutti lì, perché aspettano al varco il nuovo complesso. Quello della salvezza!
Quello che dovrebbe risollevare le sorti del prestigioso locale, a quanto pare, già semicompromesse
dalla programmazione sbagliata di un impresario poco attento.
L'attesa è febbrile. Come se a esibirsi debba essere la Filarmonica di Vienna.
I signori proprietari quando si trovano davanti quella specie di spauracchi, che
dovrebbero essere i musicisti del miracolo, per come erano stati descritti, senza mezzi
termini, manifestano platealmente la propria delusione, molto più simile all'indignazione.
I gesti di sgarbato dissenso sono più che eloquenti.
Ce l'hanno, in modo particolare, per l'evidente troppo giovane età dei ragazzi, che
non ispira garanzie, riguardo le esigenze di cui il locale ha estremo bisogno.
E poi, anche per come sono conciati: sembrano usciti fuori da un cassonetto
dell'immondizia.
In tedesco, dicono qualcosa che pressappoco si dovrebbe intendere così:
Lo sdegno, causa di evidente rabbia pregressa..., non viene risparmiato!
Ce n'è per tutti: sia per i Rocchetti che, soprattutto, per i loro sponsor-accompagnatori.
Per il resto, è meglio se i ragazzi non conoscono il tedesco!... Anche se, il dito indice portato
alla tempia, con poco riguardo, è universalmente eloquente, quando si vuole alludere a
qualcosa di fastidioso e poco intelligente!
E rivolti, senza riguardo, a chi li ha raccomandati...:
Tradotto: "Italiani... sempre gli stessi!"
Quanto a "considerazione", da parte tedesca, in quel periodo gli italiani se la
potevano pure scordare...
Per un eccesso di solidarietà, e far qualcosa di utile per dei ragazzini in difficoltà, è
probabile gli amici campani abbiano un po' esagerato, con le raccomandazioni...
Il resto delle persone presenti -senza titolo- è anche meno diplomatico, nell'esprimere
le proprie impressioni, a prima vista.
27

Avranno sicuramente le loro buone ragioni.
Però...
Da simili reazioni negative, s'intuisce quali siano i motivi dell'insoddisfazione che, da
una decina giorni, si respira nel più famoso locale di Francoforte.
Gli artisti, non potendo eseguire a dovere i propri numeri, temono addirittura per il
loro stipendio.
Così come i camerieri e tutto il personale, se il Regina non dovesse "ripartire".
Per i proprietari invece, la paura che uno spettacolo scadente possa ancora di più allontanare
il pubblico, è la prima condizione cui porre rimedio, per salvaguardare il prestigio del
proprio locale.
Ecco perciò spiegato l'urgente bisogno di una brava orchestra da "varietà"!...
Ma, alla vista dei malcapitati Rocchetti...
L'idea di provare un nuovo complesso e finalmente poter uscire dall'empasse, aveva
riempito di eccessivo ottimismo, l'intero ambiente del Regina.
Ora è fin troppo chiaro per tutti, che, nel tentativo di trovare il complesso giusto, e
mettere fine alla crisi, quei ragazzini italiani, presentatisi con quella che a tutti appare come
un chiaro esempio d'incosciente superficialità, costituiscono l'ennesimo bluff.
E la terribile sensazione, che la "prossima", sarà un'altra serata disastrosa, purtroppo, è
palpabile in tutti i presenti.
Ma è anche vero che i ragazzi non hanno nessuna colpa, per quella situazione!
E allora: perché sembrano avercela tutti con loro?
Paradossale!
Sembra che i guai li abbiano provocati i poveri Rocchetti, presenti soltanto da pochi minuti
nel locale, e quei disgraziati di napoletani che si sono presi la briga di accompagnarli.
Le loro condizioni non sono le più promettenti, per chi li aspettava come una specie
di panacea per la crisi del Regina.
L'aspetto trasandato cozza vistosamente con la classe del locale. Lo capiscono, loro per
primi. Infatti, non accennano alcuna reazione. Non capiscono il tedesco.
Ma in quel momento non capiscono niente!
Sono in balìa del vuoto fisico e mentale più profondo.
Ma di una cosa, purtroppo, hanno l'avvilente certezza: in quel momento, nessuno li sta
incoraggiando.
Ci pensano i compatrioti, quelli che hanno organizzato tutto l'ambaradam e che
parlano un po' il tedesco, a tentare di rendere meno sgradevole quell'assurda realtà.
Al Regina di Francoforte va di scena una vera e propria sceneggiata napoletana.
A renderla più autentica, è il pittoresco miscuglio di tedesco e dialetto campano, che prevale
sulle altre voci. E' la passione con la quale gli “sponsor” dei Rocchetti cercano di convincere
i proprietari, affinché sia data loro la possibilità di effettuare quella benedetta prova..
Fanno rilevare.
Dopodiché, più con gesti che a parole, invitano a considerare che, tanto, a quel punto,
ormai non ci sono alternative...
Forse, persino quei nuovi amici, stanno maturando dubbi in merito alle loro qualità
artistiche.
Spinti soltanto dal senso di pena per dei ragazzi italiani in difficoltà, temono di essere stati
un po' troppo ottimisti, nella presentazione a scatola chiusa.
28

La disperazione non conosce dignità!
E' Enzo Galli, il batterista, quello che non si arrende mai, a dare ancora più vigore
alla sceneggiata.
Come i suoi colleghi, conosce solo un paio di parole in tedesco.
Con un'accorata mimica e un grottesco miscuglio d'italiano-tedesco-napoletano,
riesce a farsi avanti e implorare:
Enzo è fenomenale!
Tira fuori tutta la sua verve di "mezzo napoletano verace", rivelandosi un campione... della
più napoletana di qualsiasi sceneggiata. Oltretutto, improvvisata...
Grazie alla sua mimica supplichevole e anche alla faccia tosta, determinata dal
bisogno...
Alla fine, è convincente!

Si alternavano, ogni ora, con un'altra orchestra formata da ottimi musicisti, di lunga
esperienza e molto più anziani: l'orchestra specializzata nell'accompagnare i numeri di
varietà.
Quanto a leggere la musica "a prima vista"...
.
E' di sicuro, ciò che stanno bofonchiando tutti i presenti. A loro volta sconcertati.
Lo scetticismo, si taglia col coltello!
Il coreografo che dirige le ballerine classiche, sembra il gemello di Don Lurio.
Con la differenza che è petulante e antipatico da morire...
Non gli va bene niente!
Tiene in mano uno spartito musicale che sbandiera platealmente, come se ci volesse
scacciare le mosche e, zompettando avanti e in dietro per la pista da ballo, peggio di una
cornacchia epilettica, sgrana, una dietro l'altra, una cascata di parole tedesche... che sembra
di stare a una gara di scioglilingua.
"Don Lurio" parla anche un po' d'italiano. Tutto all'"infinito".
Inveisce contro i nuovi arrivati, nemmeno fossero loro i responsabili di quella situazione,
squadrandoli con sdegno, come se avessero la lebbra...
Per come si presentano i Rocchetti, ormai, tutti quanti si aspettano “la frittata”.
Come primo tentativo, si decide di far scendere in pista il balletto classico.
E' l'attrazione più importante e sicuramente la più impegnativa dal punto di vista musicale.
Deve aver previsto il resto degli artisti, carico di scetticismo, riguardo un'eventuale ripresa
della propria attività, a breve scadenza.
Incavolati come sono, non aspettano altro che si concretizzi, la pressoché evidente certezza
di un tonfo da parte dell'improbabile orchestra, e finalmente, poter tornare in albergo a finire
il sonno!
Cinque ragazze e due ragazzi, con tanto di scarpette da balletto classico ai piedi,
fanno stretching al centro della pista, in attesa che parta la musica.
Il coreografo ha già consegnato lo spartito che Mario Rocchetti sta analizzando
scrupolosamente. Leggendo le note, ne bisbiglia il motivo tra sé e sé.
Annuendo, ondeggiando la testa a destra e sinistra, e canticchiando una a una le note a
bocca chiusa... Mario sembra in tranche.
Gli altri, con trepidazione, stanno aspettando il fischio di chiusura di quella diagnosi
estenuante.
L'unica cosa che sono riusciti a leggere della partitura, è il titolo: “Divine Fantasy”.
Un sospiro di sollievo!
Finalmente, dal piccolo Mario Rocchetti di Montalto di Castro, arrivano segnali
rassicuranti. Quindi:
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Tutt'intorno, è palpabile l'aria di scetticismo generale... leggermente mitigata da
quella sorta di saette che stanno rimbalzando da un capo all'altro del locale:
lo "sciogli-dita" con il quale Mario sembra stia violentando la sua preziosa Scandalli .
Anche se malandato, nessuno dei presenti immagina di trovarsi davanti a uno dei
migliori fisarmonicisti d'Europa.
Con il suo strumento tra le braccia il piccolo Mario sembra un gigante!
Malgrado si renda conto che tutte le speranze sono riposte su di lui, o, paradossalmente,
proprio perché non se ne rende conto, sembra del tutto tranquillo e sicuro di se.
Santino e il resto della band, intanto, accordano i propri strumenti, in tonalità con la
fisarmonica. Ma, tranne quest'ultimo, gli altri tre se ne stanno in rigoroso silenzio, per non
compromettere, nemmeno con un fiato, le sorti del triplo salto mortale con doppio
avvitamento... senza rete, che stanno per effettuare i "Fratelli Rocchetti"!
Pensando che nessuno li veda, Gianni e Mario si girano e si fanno il segno della croce...
Enzo, seduto alla batteria, con le bacchette in mano... si guarda bene dall'utilizzarle!...
Adesso tutti i presenti: ballerini, mago-prestigiatore, spogliarelliste, camerieri, amici
italiani, i Paladini e gli stessi proprietari, probabilmente, incominciano a pensare che quei
due ragazzini in rampa di lancio, la musica se la mangiano... "a prima vista"!
Mario e Santino, super concentrati, ora viaggiano in un'altra dimensione.
Pietro Rocchetti - il Lupo - non scherzava mica, giù a Piazza Padella, quando
personalmente, come un cane da guardia, li marcava stretti, facendoli rigare dritti, affinché
eseguissero la loro dose quotidiana di “solfeggio”!
E non c'erano né santi, né madonne che potessero impedire quello che, per lui,
rappresentava una vera missione: i figli dovevano diventare bravi musicisti!
Al grido di una semplice, perentoria, minacciosa e ossessionante incitazione, diventata
famosa e ancora oggi ricordata in tutta Montalto di Castro:
Francoforte, 10 ottobre 1960: ore 17,00 circa.
Mario Rocchetti, venti anni, e il fratello Santino, soltanto quattordici, hanno nelle
loro mani, la sorte del proprio destino e di quello degli altri Ragazzi di Piazza Padella.
I ballerini classici aspettano che parta la musica per iniziare il loro numero:
“Divine Fantasy”.
Per l'appunto, una fantasia di celebri brani di musica classica, tratta da:
Poeta e contadino, Cavalleria leggera, di Franz Suppé;
La gazza ladra, Guglielmo Tell, di Gioacchino Rossini.
Non s'è badato al risparmio: si tratta di brani oltremodo impegnativi!
L'arrangiamento è complesso. La tensione è altissima!
Se non dovesse andar bene, c'è una sola soluzione: "foglio di via" e... tutti a casa!
Sconfitti! Senza gloria! Ma quel che è peggio... senza una lira!
...E la Germania te la puoi scordare!
Nella grande sala è calato il silenzio!
L'unica cosa che si distingue bene, eccitante... persino familiare, è l'acre, stagionato odore
stantio di vecchio fumo di sigarette.
32

Quando Mario “attacca” con la sua Scandalli... sembra un'orchestra sinfonica.
Tutto il locale risuona meravigliosamente, per la bellezza maestosa di quelle pagine sublimi.
Grazie, soprattutto, all'inaspettata maestria e all'esecuzione perfetta dei Fratelli Rocchetti",
che lascia tutti di sasso. Anche se, effettuata "a prima vista"!
Al termine della fantasia, un boato!
Il gol della vittoria, che vale la salvezza, arrivato proprio all'ultimo minuto dei tempi
supplementari...
E' durato un'infinità il numero Fantasia Divina, durante il quale, per lo stupore, tutti i
presenti sono rimasti impietriti.
Il crescendo - galoppante - dal finale dell'ouverture del Guglielmo Tell, con il quale
si conclude l'esibizione, galvanizza con un'ubriacatura di entusiasmo generale, tutti quelli
che, poco prima, avevano fin troppo palesemente, dimostrato la propria contrarietà verso
quei ragazzini così scalcinati.
Il fragore di un applauso spontaneo e le urla liberatorie di gioia che inondano il
Regina, arrivano fino al Meno (*).
Considerando ancora la sua giovanissima età, al Campionato Europeo di
Fisarmonica, di tre anni prima, forse Mario Rocchetti avrebbe meritato qualcosa di più della
medaglia di bronzo!
.
E' la parola più bella che ascoltano da quando sono in Germania.
Ed è indirizzata proprio a loro.
Pronunciata dai tedeschi, ha lo stesso galvanizzante significato che in italiano.
Rappresenta la giusta medicina che ridà una bella carica all'umore avvilito dei Ragazzi di
Piazza Padella.
Qualche minuto prima, nel locale c'era un'aria da funerale.
Adesso i volti dei presenti sono letteralmente incandescenti di gioia.
Il più scatenato, nell'esprimere il proprio entusiasmo, è il coreografo - quello che assomiglia
a Don Lurio - il quale, solo pochi istanti prima, si era dimostrato come il più antipatico e
odioso fra i tanti gay conosciuti fino ad allora.
Ci manca che Mario venga portato in trionfo!...
La reazione dei nuovi amici italiani è commovente.
Si sono dati così tanto da fare!... Parte di quel successo va anche a loro!
E' difficile trattenere le lacrime in quell'incredibile esplosione di orgoglio italiano.
"Don Lurio", con la teatralità tipica di certi coreografi, quando vogliono esprimere la
propria euforia, con slancio machiavellico si getta addosso al piccolo Mario, avvolgendolo
in un abbraccio carico d'isterico entusiasmo.
Prima ancora che questi abbia la possibilità di liberarsi della sua magica fisarmonica.
Forse quell'abbraccio così spontaneo e focoso, non è poi così tanto innocente...
I proprietari, rimasti un po' in disparte durante la prova, si sono fatti largo, e stanno
davanti a quei ragazzini, la cui vista, poco prima, li aveva addirittura infastiditi.
Anche per loro, finalmente, s'intravvede la fine del tunnel che stava per sfociare in un
incubo. Rischiando di compromettere il prestigio del Regina.
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(*) Il Meno ("Francoforte sul Meno") è il fiume che bagna Francoforte e che scorre poco
distante dal Tanz Kaffee Regina.
33

Non si capisce con esattezza cosa dicano, ma, dal linguaggio universale dei gesti e
dall'espressione soddisfatta del viso, lasciano intendere, probabilmente...:
>.
Incredibile!
All'ultimo istante, il miracolo si è avverato.
Francoforte, lunedì 10 ottobre 1960: qualche minuto dopo le 17,00.
E' accaduto quello che nella mattinata, e anche nei giorni precedenti, era considerato
semplicemente impossibile, soltanto da immaginare!
Nessuno sperava più che il sogno si potesse riagguantare.
Invece, dopo tante avversità...
La commovente solidarietà di quegli operai italiani e la classe genuina di Mario Rocchetti
con la sua Scandalli, consentono ai cinque ragazzi di rimanere in Germania.
Per continuare a sperare.
La tournée andrà avanti!
La paura di un inglorioso ritorno a casa, ormai si può considerare superata.
I Ragazzi di Piazza Padella sono stati promossi!
I complimenti arrivano perfino dai componenti del complesso i Paladini.
Anche se poi dovranno iniziare a smontare gli strumenti, per lasciare il posto, proprio ai loro
rivali. E' triste dover constatare lo stato d'animo di quei ragazzi.
Mentre li osservano smontare gli strumenti, pensano alla loro situazione critica di qualche
minuto prima
Sebbene reduci da una condizione di estremo disagio, i Rocchetti, pur nella gioia
imprevista di una vittoria arrivata in extremis, non possono fare a meno di provare un certo
rimorso per come sono andate le cose.
La situazione è piuttosto imbarazzante. Adesso sono altri ragazzi a rimanere senza lavoro.
Per questo motivo, saranno costretti a fare le valigie e tornare in Italia.
Con il primo acconto che ricevono, i Ragazzi di Piazza Padella acquistano i biglietti
del treno per i Paladini - rimasti senza lavoro e perciò senza soldi - che potranno rientrare in
Italia, senza subire l'umiliazione di richiedere il foglio di via.
Per i Rocchetti, ragazzi della provincia italiana, armati soltanto di uno sconfinato
amore per la musica, e senza alcun'altra risorsa, se non la spericolata giovanile incoscienza,
la proposta di iniziare a suonare, già da quella sera, rappresenta il punto di partenza verso un
futuro, finalmente decente.
La Direzione del Regina, intanto, si dà subito da fare per trovare un alloggio.
In quattro e quattr'otto, procura una stanza all'ultimo piano di un palazzo, che si trova
sulla stessa piazza della stazione centrale.
Esattamente una stanza! Per cinque persone. Soltanto con un letto matrimoniale.
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Sarà in questo buco che, per qualche giorno, i Ragazzi di Piazza Padella, si dovranno
adattare a dormire in cinque in un letto.
...Sempre meglio che dormire sul marciapiede della stazione! Con il freddo che ti
penetra nelle ossa e il terrore di venire “beccati” dalla polizia.
Una cosa importantissima: nella piccola stanza c'è il riscaldamento!
Ma la cosa assolutamente più "sciccosa", dopo tante avversità, è rappresentata da un piccolo
bagno, provvisto, addirittura, di una doccia con l'acqua calda...
Una vera pacchia!
Improvvisamente, sembra di stare al Grand Hotel.
Dopo poco più di un'ora dalla "promozione" come orchestra da varietà, i ragazzi del
complesso di Mario Rocchetti, già si stanno litigando i turni alla toilette.
L'eccitazione per quelle ritrovate comodità, che avevano quasi dimenticato, fa saltare
le regole nei confronti di alcuni privilegi, legati all'anzianità, che di solito venivano
rispettati.
Il guazzabuglio derivato dall'apertura di tutte le valigie in così poco spazio, per cercare
ognuno la propria biancheria pulita; tentare di far "riavere" le divise (*) riportate alla luce
dopo quasi due settimane rimaste pigiate nei bagagli; la pulizia delle scarpe e quant'altro,
saranno soltanto dei particolari che in seguito i ragazzi ricorderanno come simboli di grande
cameratismo. Veri e propri mattoni di un'incredibile amicizia, sempre in costruzione.
Sempre più forte!
Visto che la stanzetta è provvista di un piccolo bagno, una calda e rigenerante pulizia
corporea - doccia, sciampo, barba...- è quello che ci vuole per dare più senso a quella che,
ormai, sembrava una cosa dimenticata: il ritorno ad una vita decente.
Francoforte, 10 ottobre 1960, ore 19,00 circa.
Immagine simbolo - Mario Paparozzi: ritorno alla vita normale, dopo la prova "Regina".
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(*)
Fino a tutti gli anni '60, i complessi professionisti, dovevano indossare le divise.
35

Finalmente, dopo tanti giorni a pancia vuota, potranno riassaporare il gusto di
mangiare qualcosa di caldo.
Un'abbondante cena alla tedesca, sarà quasi come un grandioso pranzo alla Villa dei
Principi (*).
La sera del 10 ottobre 1960, la giovanissima band guidata da Mario Rocchetti, fa il
suo debutto al Tanz Kaffee Regina di Francoforte, come "orchestra da varietà".
Dopo giorni d'indicibili disagi, finalmente per i Ragazzi di Piazza Padella l'incubo
può considerarsi finito!
Non appena sarà lasciato libero, si trasferiranno in uno degli appartamenti che la
direzione del Regina mette a disposizione per i propri artisti. Al momento, quello destinato a
loro, è ancora occupato dai componenti del complesso i Paladini.
"Tanz Kaffee Regina" - Francoforte - 20 novembre 1960.
Giuseppe Moscaroli (ha raggiunto da un paio di giorni il gruppo), Mario Paparozzi, Gianni
Bonavera, Enzo Galli, Santino (seminascosto) e Mario Rocchetti.
In primo piano: il Direttore del locale con la sua Signora.
----------------------
(*)
La "Villa dei Principi" è un ristorante che si trova a Civitavecchia, a picco sul mare, famoso
per la sua ottima cucina.
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Qui finisce la presentazione.
(E continua la storia)
Pochi giorni dopo l'arrivo a Francoforte, non trovando gradevole all'orecchio
come i tedeschi pronunciano il nome del gruppo - "Roccetti" , anziché "Rocchetti"-, per
avere il giusto risultato fonetico, si decide di mettere due kappa, al posto di "cch".
Ed è così, che il 16 ottobre 1960, a Francoforte, nascono "I Rokketti".
Partiti dall'Italia come "giovane complesso rock" - Capitolo 15 -, nell'ottobre 1960,
per la circostanza appena descritta, si ritrovano, al Regina di Francoforte, dove già opera un
"complesso da ballo", a svolgere l'inusuale attività di "orchestra da varietà".
Prima che scada il contratto all'altro complesso, la direzione del locale propone ai
Rokketti di coprire ambedue i ruoli: sia come "orchestra da varietà", che come gruppo rock
- per il ballo -, fino al 31 dicembre. Con cachet quasi raddoppiato!
La risposta non poteva che essere affermativa. Per un paio di validissimi motivi.
Primo fra tutti: i Marchi tedeschi!
Quando una cosa "costa tanto", vuol dire che "vale" anche tanto.
La fortunata - meritatissima - "combinazione" che li vede svolgere ottimamente, sia
la funzione di rock band che quella di orchestra da varietà, dà la possibilità di dimostrare, a
360 gradi, oltreché il proprio valore artistico, la grande voglia che hanno, di lavorare, senza
risparmio!
Il contratto del Regina da quel momento rappresenta il documento essenziale, che
attesta la quotazione professionale del gruppo. Quasi un atto notarile, cui in seguito,
dovranno far riferimento i proprietari dei più prestigiosi locali notturni tedeschi.
Tutto questo, permetterà loro di gestire direttamente i contatti di lavoro, senza bisogno di
manager o intermediari di qualsiasi natura, per oltre cinque anni. Vale a dire, per tutto il
tempo che suoneranno in Germania.
L'altro motivo, prettamente logistico, molto importante per dei ragazzi ancora senza
macchina, sta nel fatto, che, per tre mesi, potranno rimanere tranquilli, in una bella grande
città, a suonare in un locale di classe, senza problemi di trasferimento.
Il Tanz Kaffee Regina di Francoforte, si rivela un'importantissima vetrina per i
Rokketti: un biglietto da visita di grande prestigio.
Il "viaggio" è appena iniziato.
I ragazzi ancora non lo sanno, ma all'orizzonte, ci sono tre importanti avvenimenti
che, in pochi mesi, cambieranno radicalmente la loro iniziale concezione di "musica".
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Tali circostanze sono descritte nei seguenti capitoli:
N. 17 - Francoforte, 23 ottobre 1960: "La svolta".
N. 18 - Dusseldorf, gennaio 1961: "Stupore allo Studio 15".
N. 20 - Amburgo, aprile 1961: "Lo zingaro ubriaco".
La storia dei Rokketti, iniziata sul finire degli anni '50, abbraccia per intero tutto il
decennio successivo. Quello che, per motivi inconfutabili, sia di quantità, ma soprattutto per
qualità innovative in campo musicale, ancora oggi è giustamente considerato, come:
"I Favolosi Anni '60" di cui sono stati tra i migliori protagonisti. Oggi sono rimasti
presenti, nei ricordi di tanti appassionati ed estimatori, che "allora" li seguivano in ogni
angolo d'Italia.
Il libro non parla, esclusivamente, della vita musicale di una band degli anni '60.
Il libro racconta la storia di un gruppo di ragazzini, figli della provincia italiana, e di padri
operai, che, alla fine degli anni '50, per inseguire un sogno, da soli, hanno preso il treno e
sono partiti...
I Rokketti.
Ovvero: "I Ragazzi di Piazza Padella".
Ovvero: "La Band di Civitavecchia".
Mario Paparozzi
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I Rokketti - Milano, settembre 1966.
Mario Paparozzi, Gianni Bonavera, Mario Rocchetti, Tassilo Burckard, Santino Rocchetti.
Autore:
Mario Paparozzi
Via Ottimo Consiglio, 3
00053 Civitavecchia (RM) - Italia
Tel.: 0766.370240 – 348.1646997
www.irokketti.it
E-Mail: info@irokketti.it
Estratto dall’edizione integrale di:
i
ROKKETTI
"Da Piazza Padella alla Reeperbahn"
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© Mario Paparozzi 2011 - Riproduzione vietata.
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