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Il Paradosso di Braess - CAT

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Copenaghen, che avrebbe dovuto stabilire obiettivi ancora più stringenti a livello mon<strong>di</strong>ale, non sono giunti<br />

segnali confortanti e la problematica ambientale sembra ormai risultare relegata agli ultimi posti dell’agenda<br />

politica.<br />

Intanto, i <strong>di</strong>sastri provocati dai cambiamenti climatici e dall’invadenza degli uomini rispetto ai meccanismi naturali<br />

sono entrati nelle cronache a tutte le latitu<strong>di</strong>ni del nostro pianeta. Le espressioni <strong>di</strong> cordoglio si sciolgono, nel<br />

breve, nella <strong>di</strong>menticanza generale finché nuovi avvenimenti tragici non fanno appello alla nostra pietà. Quin<strong>di</strong>,<br />

tutto continua come prima.<br />

Con attenzione alla circolazione stradale, quand’anche venisse ridotta l’emissione dei gas serra da essa<br />

derivanti, questa non finirebbe <strong>di</strong> presentarci la continua dolorosa conta dei morti. Ogni giorno in Italia si<br />

verificano, in me<strong>di</strong>a, 652 incidenti stradali, che provocano la morte <strong>di</strong> 16 persone e il ferimento <strong>di</strong> altre 912. In<br />

Europa oltre 40 mila morti all’anno. Gli incidenti stradali uccidono, nel mondo, quanto Aids, tubercolosi e malaria.<br />

Secondo una previsione formulata dall'Organizzazione mon<strong>di</strong>ale della Sanità (Oms), tra il 2000 e il 2015 la<br />

strada potrebbe presentarci a livello globale il conto <strong>di</strong> 20 milioni <strong>di</strong> morti e 200 milioni <strong>di</strong> feriti gravi (ve<strong>di</strong> Tab.1).<br />

I dati appena enunciati non sono che sintesi <strong>di</strong> notizie, ormai assai <strong>di</strong>ffuse, che dovrebbero far riflettere<br />

seriamente gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> problemi ecologici, gli operatori del trasporto, gli attori della politica, a livello nazionale<br />

ed internazionale. Questi, in realtà, non lambiscono che superficialmente i programmi <strong>di</strong> costruzione delle<br />

infrastrutture dei trasporti. I richiami, solenni, si fermano alle sole <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> principio.<br />

L’idea dominante è che occorre, a qualsiasi costo, sod<strong>di</strong>sfare la tendenza del mercato, vale a <strong>di</strong>re la tendenza<br />

della domanda. Se questa è nel senso <strong>di</strong> volere più mezzi <strong>di</strong> trasporto in<strong>di</strong>viduali e quin<strong>di</strong> più mezzi <strong>di</strong> trasporto<br />

stradale, occorre che la politica si adegui.<br />

Quin<strong>di</strong>, non or<strong>di</strong>ne e misura; non armonia e scienza <strong>di</strong> governo, ma una politica degradata a mera funzione<br />

esecutiva rispetto ad aspirazioni che in <strong>di</strong>verso modo possiamo definire egoistiche.<br />

La soluzione ai problemi del traffico<br />

Che sia urgente cambiare questo modo <strong>di</strong> pensare non sfiora minimamente l’ideologia dominante. Possiamo<br />

pensare che non siano ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere nel me<strong>di</strong>o-lungo periodo e che sia<br />

necessario riprendere il <strong>di</strong>scorso da altro punto <strong>di</strong> vista. Che occorra riaffermare, per esempio, un principio come<br />

quello <strong>di</strong> coesione europea, che passa innanzitutto attraverso il recupero o la dotazione <strong>di</strong> risorse infrastrutturali<br />

nelle regioni e nelle aree fin’ora più sfavorite, ad esempio, attraverso il corretto impiego dei cosiddetti fon<strong>di</strong><br />

strutturali.<br />

Abbiamo infatti il sospetto che ai decisori della cosa pubblica sfugga un’osservazione <strong>di</strong> palmare evidenza: le<br />

<strong>di</strong>suguaglianze economiche fra regioni sono anche il frutto dello squilibrio <strong>di</strong> densità infrastrutturale sul territorio<br />

e che, quin<strong>di</strong>, le scelte <strong>di</strong> politica dei trasporti hanno più che mai il bisogno <strong>di</strong> essere in<strong>di</strong>rizzate verso una<br />

<strong>di</strong>stribuzione anche geograficamente più equilibrata.<br />

In questo campo occorre naturalmente sottolineare che oggi non abbiamo più bisogno <strong>di</strong> una crescita quale che<br />

sia, ma <strong>di</strong> una crescita durevole, accompagnata da una mobilità sostenibile.<br />

Al contrario, la costruzione delle infrastrutture <strong>di</strong> trasporto, soprattutto quelle legate alla circolazione stradale,<br />

sembra assumere una posizione prevalente in alcune aree del paese.

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