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Memorie cronologiche de vescovi ed arcivescovi ... - EleA@UniSA

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tné erano flati introdotti nella mia Città,é con eflì tutti i mici Se*<br />

minarifti, quantunque i! Seminario fi a pur precipitato; ficché a_i<br />

gloria <strong>de</strong>l mio Santo poffo dire : Qitos <strong>de</strong>di(ii mihi ( giacche' da lui<br />

conofco l’onore d’etter Arcivefcovo) quos dcdifti mibi (replico) non<br />

perdidicxcis quemquam;havendo voluto il Santo, rinnovare in me ,<br />

in<strong>de</strong>gniffimo Vefcovo , quanto accad<strong>de</strong> nell’anno 587. in Antiochia<br />

nel fieriffimo Tremuoto, che ivi opprefle fettantainila perline,<br />

evi fù prefe rvato in vita,con tutti ifuoi, il Vefcovo Gregorio,<br />

benche la di lui cafa, come la mia, andafle à rerra . In oltre fra le<br />

rovine di tutti gli <strong>ed</strong>ific; <strong>de</strong>lla mia Città , il mio Santo hà confervato<br />

l’Archivio Arcivefcovale , la Cancellala , le ttanze <strong>de</strong>l mio<br />

Vicario, dove era gran quantità di fcritture , e la Biblioteca <strong>de</strong>l<br />

mio Capitolo Metropolitano, dove fi ritrovavano le fcritture più<br />

importanti <strong>de</strong>lla mia Chiefa; <strong>ed</strong> in una parola, il Santo hà confermato<br />

tutte le fcritture, che in qualche maniera appartenevano alle<br />

ragioni,<strong>ed</strong> al governo <strong>de</strong>lla me<strong>de</strong>fima mia Chiefa.A mia maggior<br />

confufione poi mi continua il Santo le fue mifericordie;poiche ef-<br />

fendomi portato Venerdì 18. <strong>de</strong>l corrente mefe di Giugno à venerar<br />

la fua Cappella nella Chiefa <strong>de</strong>’ Padri <strong>de</strong>ll’Oratorio di Napoli,<br />

ufeito dalla Capella mi cad<strong>de</strong>ro dal capo turte le erotte <strong>de</strong>lle<br />

ferire,<strong>ed</strong> ogni cofa s’appianò,quantunque nella ferita fu’l ciglio<br />

la ttefla mattina <strong>de</strong>l Venerdì vi folle fiata ritrovata <strong>de</strong>lla marcia,e<br />

nella vitta per tutt’oggi Mart<strong>ed</strong>i 22. di Giugno , vado colla bene-<br />

dizzione <strong>de</strong>l Santo migliorando à gran patti, e fpero fermittìma-<br />

mente, che il mio Santo, il quale capir, perficiet,contra ogni efpet-<br />

tazione di tre peritiffimi M<strong>ed</strong>ici , i quali havendo i miei occhi of*<br />

fervato.doppo il fu<strong>de</strong>tto acci<strong>de</strong>nte, (limarono, che folli.ro totalmente<br />

lefi dal calcinaccio, che oltre alla fluffione,vi fotte già calato<br />

un pannicello, per cagion <strong>de</strong>l quale dovetti reftare almeno notabilmente<br />

offefo, come dalle qui fottoferitte attettazioni <strong>de</strong>’ me-<br />

<strong>de</strong>fimi apparifce;<strong>ed</strong> havendo io,pEr la fiducia,che tengo nel Santo,<br />

rifiutato l'applicazion<strong>ed</strong>’ogni naturai rim<strong>ed</strong>io , fperimento colla<br />

fola applicazione <strong>de</strong>lle di lui Reliquie il fu<strong>de</strong>tto miglioramento.<br />

E dal primo ingrell'o, che feci nella di lui Cappellata fera <strong>de</strong>l <strong>de</strong>tto<br />

giorno 18. <strong>de</strong>l corrente mefe , non havendo lino all ora potuto<br />

tolerare la vitta d’un piccioi iume accefo, ufeii dj quella con una<br />

torcia à quattro lumi accefa in mano , fenza fentirne lefione alcuna<br />

nelle pupille. On<strong>de</strong> à perpetua memoria di quello gran benefi-<br />

cio,che il mio Santo mi hà diipenfato, e per gloria <strong>de</strong>l me<strong>de</strong>fimo,<br />

C c che

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