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trovano nella fascia torrida e i loro antipodi avrebbero in comune la durata dei giorni e delle<br />

notti (607). Insomma un autentico disastro per un cultore di arti liberali: talmente grave e diffuso<br />

che non può non suscitare sospetti, soprattutto in un autore che nel libro ottavo presenterà<br />

la più completa e precisa sintesi latina delle conoscenze astronomiche dell’antichità 12 .<br />

Davanti all’ipotesi di tante inspiegabili macerie, non resta che verificare nel dettaglio le<br />

affermazioni di Marziano, ritornando, come sempre con questo autore complesso e complicato,<br />

al testo del De nuptiis.<br />

Alla divisione della terra in cinque fasce climatiche e alla individuazione delle parti abitate<br />

Marziano dedica i parr. 602-9 del sesto libro. Delle cinque zone, le due estreme, quelle<br />

polari, sono deserte e inabitabili per l’eccessivo rigore dei ghiacci, mentre quella centrale<br />

risulta inavvicinabile per l’eccessivo calore; le due mediane invece, quelle temperate, hanno<br />

un clima adatto agli esseri animati (602). Fin qui considerazioni tradizionali, spesso ripetute.<br />

Marziano aggiunge che ognuna delle cinque zone percorre sia l’emisfero superiore che<br />

quello inferiore, e subito precisa il senso di questa insolita affermazione, che potrebbe risultare<br />

ambigua: i due emisferi terrestri considerati da Marziano non sono quelli tradizionali,<br />

cioè quello boreale e quello australe generati dalla linea mediana dell’equatore (fig. 1), ma<br />

gli emisferi individuati dall’orizzonte teorico 13 , il circolo massimo, variabile, che divide in<br />

due la sfera terrestre rispetto a un punto di osservazione sulla superficie stessa 14 (fig. 2). Noi<br />

ci troviamo nell’emisfero superiore che inizia dove sorge il sole, mentre quello inferiore ha<br />

inizio dove tramonta per noi il sole (603). La rappresentazione dei due emisferi terrestri individuati<br />

dall’orizzonte teorico per esporre fenomeni climatici o astronomici non è un procedimento<br />

insolito: lo adottano anche Gemino, Diomede, Achille Tazio, Seneca, Macrobio.<br />

Il circolo dell’orizzonte teorico preso in considerazione da Marziano taglia dunque in due<br />

tutte e cinque le fasce climatiche terrestri 15 , e quindi anche le due zone polari, generando<br />

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GLI SCANDALOSI ANTIPODI DI MARzIANO CAPELLA<br />

12 È questo il giudizio di Stahl 1974, 237.<br />

13 Mart. Cap. VI 603 quem circulum Graeci ὁρίζοντα perhibent; Gem. Isag. 5,55 Εἰσὶ δὲ οἱ<br />

ὁρίζοντες δύο, εἱς μὲν ὁ αἰσθητός, ἕτερος δὲ ὁ λόγῳ θεωρητός... 57 Ὁ δὲ λόγῳ θεωρητὸς ὁρίζων<br />

ἐστὶν ὁ μέχρι τῆς τῶν ἀπλανῶν ἀστέρων σφαίρας διήκων καὶ διχοτομῶν τὸν ὅλον κόσμον. Vd.<br />

anche Sen. nat. V 17,3 con le limpide note di Vottero 1989, 562ss.; Macrob. somn. II 5,9; Cleom. I<br />

1,213ss., p. 9 Todd; Achill. Isag. 29, p. 64 Maass; vd. anche Horizon in Le Boeuffle 1987, 148.<br />

14 Il piano individuato dal circolo dell’orizzonte teorico passa per il centro della terra ed è perpendicolare<br />

alla retta condotta dal punto di osservazione sulla superficie al centro stesso della terra.<br />

15 Non chiara la genesi delle dieci regioni nelle note di commento di Ferré 2007, 104 n. 106: la studiosa<br />

pare individuare l’origine delle regioni e la linea di delimitazione degli emisferi nel circulo suo<br />

(604) inteso come circolo meridiano e non come estensione circolare delle fasce climatiche (anche la<br />

fascia circolare dello zodiaco è abitualmente designata dal termine circulus) e considera esegetica la<br />

lineare esposizione di Seneca nat. V 12,2-4, dove però le dieci regioni sono originate dall’orizzonte teorico,<br />

come in Marziano, mentre il meridiano individua in Seneca due ulteriori regioni, in funzione dei<br />

dodici venti che costituiscono la rosa dei venti; vd. Vottero 1989, 563-564 e n. 6; Parroni 2002 329-331.<br />

Anche Grebe 1999, 320, se ben capisco, sembra identificare l’orizzonte teorico col meridiano. Tale con-

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