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MarzIaNo CaPeLLa e IL proconSVlare cVlMen<br />

lo stesso uso del termine proconsularis, senza alcuna precisazione, per una carica vandalica,<br />

non avrebbe potuto che essere stranamente equivoco in un’opera che è rivolta ai Latini<br />

(pelasgos dum docere nititur, IX 997), che sintetizza realtà e valori del mondo classico e che<br />

per di più è scritta a Cartagine, sede per secoli del proconsolato d’africa.<br />

Un altro passo del De nuptiis è ricordato di solito per individuare o confermare un terminus<br />

ante quem: in realtà non sembra offrire alcuna indicazione cronologica precisa. Nella sezione<br />

geografica del sesto libro, Marziano descrive la costa africana e ricorda Cartagine con queste<br />

parole: inclita pridem armis, nunc felicitate reuerenda (VI 669); una Cartagine felix è parsa<br />

escludere la presenza dell’invasore vandalico, ma è stato osservato che l’espressione ricorre<br />

anche sotto i Vandali 37 , i quali non avrebbero compromesso la prosperità del paese, come la storiografia<br />

dell’ultimo trentennio ha cercato di dimostrare. Si tratta in realtà del motivo topico di<br />

carthago felix, ricorrente da Virgilio a Silio Italico, a Corippo, e non offre pertanto alcuna garanzia<br />

cronologica. Il passo di Marziano in particolare è l’eco, aggiornata, di uno dei primi versi<br />

dell’eneide: Kartago… diues opum studiisque asperrima belli 38 . La potenza militare di Cartagine<br />

sarà cancellata dal confronto con roma; Marziano, cartaginese, riusa il modulo virgiliano,<br />

piegandolo però all’esaltazione della sua città, nel ricordo dei successi militari del passato. Il<br />

medesimo procedimento e i medesimi concetti si ritrovano nella presentazione di Cartagine fatta<br />

da Salviano (400-470 c.): … armis quondam et fortitudine, post splendore ac dignitate, carthaginem<br />

dico (gub. VII 67). È questa una conferma indiretta che l’osservazione di Marziano è soltanto<br />

una riproposizione dotta del motivo della carthago felix, senza alcun elemento cronologico,<br />

se non quello complessivo della storia cartaginese, contrassegnata da un prima (pridem)<br />

rispetto al confronto con roma e da un poi, che continua (nunc) fino al tempo di Marziano.<br />

a roma è invece legata un’altra espressione che è parsa individuare un terminus post quem<br />

per il De nuptiis. ancora nella sezione geografica, Marziano ricorda la città di roma: ipsa<br />

caput gentium roma, armis, uiris sacrisque, quamdiu uiguit, caeliferis laudibus conferenda<br />

(VI 637). In quamdiu uiguit 39 , estrapolato dal contesto, si è visto un riferimento al sacco di<br />

37 Stahl-Johnson-Burge 1971, 15 e Shanzer 1986, 9, dove questo aspetto è approfondito; parere<br />

opposto aveva espresso eyssenhardt 1866, VII.<br />

38 Verg. aen. I 15; il medesimo motivo è ripetuto a I 444: sic nam fore bello / egregiam et facile<br />

uictu per saecula gentem e sviluppato da Silio Italico (XV 193ss.) che lo riferisce alla Cartagine africana<br />

indirettamente, attraverso una comparazione. L’espressione carthago felix ricorrerà in Corippo,<br />

Ioh. VI 58e, 174, e su monete vandaliche (Stahl-Johnson-Burge 1971, 15 n. 35 e la relativa recensione<br />

di Shanzer 1982, 110-117).<br />

39 Il passo è stato variamente inteso: per eyssenhardt 1866, VIII, inutilmente si cercherebbe il riferimento<br />

a un fatto storico preciso, ma più semplicemente «eo tempore quo Martianus scripsit romae de<br />

antiquo splendore aliquid detractum esse apparet»; questa interpretazione è respinta da Dick, XXV: «de<br />

nulla denique splendoris imminutione ea verba dicta esse autumo» e intende «sed ‘quamdiu uiguit’ non<br />

aliud significare videtur nisi ‘ab originibus usque ad nostra tempora’ i. e. omni tempore». Ma non senza<br />

ragione Courcelle 1948, 198, Willis 1952, 8, Stahl-Johnson-Burge 1971, 14, rifiutano l’esegesi di Dick:<br />

per Courcelle il testo è ambiguo e può significare ‘etiamnunc viget’ oppure ‘non iam viget’; la stessa<br />

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