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ERoI E FILoSoFI NEL De NVPTIIs DI MARzIANo CAPELLA<br />
Dionysus apud Thebas, Osiris apud Aegyptios... Isis in Aegypto II 158) 36 . Gli dèi richiedono<br />
che questi siano nominati caelites designati 37 : quindi non sono ancora tra gli esseri<br />
divini, e Giove, per dare corso alle richieste degli dèi, dovrà pubblicare un senatoconsulto,<br />
affidato a Filosofia per la divulgazione; questo rilievo accomuna i futuri eroi ai sapientes<br />
non ancora beatificati (I 94) 38 e d’altra parte la richiesta degli dèi è ut deinceps... cooptentur<br />
ac mox… fierent curiales: solo in seguito quindi altri mortali (sapientes ed eroi)<br />
entreranno nelle schiere divine 39 .<br />
È chiaro a questo punto a cosa si riferisse l’espressione animae... beatorum ueterum<br />
quae iam caeli templa meruerant (II 211): altri sapientes e altri eroi, che hanno raggiunto<br />
la beatitudo in tempi più recenti rispetto ai ueteres, entreranno successivamente nel<br />
palazzo di Giove; ma prima Filosofia, madre di eroi e di dotti (VI 576), dovrà divulgare<br />
il relativo senatoconsulto per orbes et competa (I 96). Per questo il giorno successivo non<br />
compare traccia della loro presenza nel corteo nuziale, chiuso soltanto dai beati ueteres 40 .<br />
36 La corrispondenza tra i due gruppi è stata rilevata da Weinstock 1946, 104 n. 18.<br />
37 Designatus è propriamente il magistrato eletto e non ancora entrato in carica. L’uso traslato è già<br />
in Cic. Cluent. 11,32 designatum rei publicae ciuem e in Tert. mart. 1 benedicti martires designati;<br />
anim. 39 designatus sanctitatis… ac salutis. Forse non è qui estranea la supposta etimologia caelites<br />
sunt qui iter sibi in caelum uirtutibus fecerunt (Diff. 44, 14 Beck), attestata anche da Isidoro, orig.<br />
10,34; ovidio usa caeles per indicare i defunti divinizzati della casa imperiale (Pont. II 8,8; IV 6,17;<br />
9,132). Riferito in un passo agli dèi superiori (II 150), caeles indica spesso nel De nuptiis i componenti<br />
del senato celeste (II 218, III 222, VI 724): i nuovi eroi sociali saranno quindi genericamente nominati<br />
esseri celesti (designati caelites) e potranno perciò far parte delle schiere divine (deorum fierent<br />
curiales). La semplice designazione di un loro generico ingresso nel mondo divino risponde al fatto<br />
che gli eroi non possono mai diventare divinità superiori, a differenza dei sapientes (II 155): per i nuovi<br />
sapientes si chiede infatti che siano cooptati in deorum numerum (I 94). Il passaggio dalla collocazione<br />
astrale, espressamente ricordata per Cicerone e Demostene (V 429), alla beatificazione, rappresenta<br />
il momento conclusivo del ritorno dell’anima purificata, secondo la dottrina platonica (Rohde 1914-<br />
1916, 616ss.). Questi elementi escatologici, isolati dal logico contesto filosofico, diventano perfettamente<br />
funzionali alla dottrina (il premio che spetta ai cultori di artes) e al racconto di Marziano (possibilità<br />
di introdurre nella trama cultori di artes).<br />
38 Nessuno ha posto il problema della identificazione di quest’ultimo gruppo (I 94). Shanzer 1986,<br />
237, si limita a osservare «Martianus seems to have no place for ordinary divinized emperors, but only<br />
for those catasterised on account of their learnig».<br />
39 In una correlazione insolita (Adiciunt... ut deinceps... cooptentur, ac mox... nominentur I 94-95) deinceps<br />
designa qui posteriorità rispetto alla richiesta; mox invece esprime successione immediata, ma rispetto<br />
a deinceps.<br />
40 L’espressione multusque praeterea palliatorum populus (II 213) designa i beati antichi di tradizione<br />
greca, e tali sono tutti quelli ricordati, tranne Virgilio che, con omero, è forse considerato al di<br />
sopra di ogni distinzione. L’invito a nuovi beati diventa così anche un espediente narrativo per introdurre<br />
nel senato celeste sapientes latini e per prospettare la possibilità per tutti di accedere alla beatitas.<br />
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