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RACCONTO, POETICA, MODELLI DI MARzIANO CAPELLA NELL’EPISODIO DI SILENO<br />
L’intero episodio è di una linearità nitida: dal sonno alla caduta di Sileno, dall’intervento<br />
di Satura alla risposta di Marziano. Il momento di fescennina licentia concretizza nel De<br />
nuptiis una esigenza poetica esplicitamente espressa; il contrasto stesso tra Satura e l’autore<br />
si mantiene su un registro comico: non è quindi solo una diatriba letteraria, ma diventa esso<br />
stesso un concreto intermezzo ludico, non diverso dal russare di Sileno 38 . Per contrasto Marziano<br />
recupera l’aspetto mordace di una Satura–genere letterario che nel resto dell’opera<br />
agisce invece, sia per la forma che per il contenuto, miscillo flamine (IX 997): un prosimetro<br />
per i temi compositi del De nuptiis (docta indoctis aggerans / fandis tacendo farcinat,<br />
immiscuit / musas deosque…, IX 998).<br />
Le connessioni di trama, dottrina e lingua conferiscono dunque all’episodio una vivacità<br />
originale. Il racconto e l’allegoria letteraria talora connessa (si pensi a Cupido), si fondono e<br />
si identificano nell’autonomia complessiva di una narrazione tersa e brillante mentre il fitto<br />
intreccio di relazioni interne le assicura uno sviluppo coerente e solido: sono i richiami puntuali<br />
che precisano e arricchiscono un singolo motivo, sono quei riscontri che diventano elementi<br />
guida e determinano il procedere stesso di un episodio, sono più spesso i riferimenti<br />
ai temi principali dell’opera intera. Ne deriva quella rigorosa unità complessiva che caratterizza<br />
tutto il De nuptiis. Ma il carattere prettamente colto, e della dottrina e della lingua, dissimula<br />
agevolmente ogni tecnica compositiva.<br />
Marziano connette e fonde abilmente i differenti aspetti di un tema, di un mito e anche<br />
la lingua stessa di fonti diverse; dedica pertanto una cura scrupolosa alla scelta lessicale, ma<br />
non trascura effetti stilistici o finezze semantiche per animare un nesso ironico, un sintagma<br />
solenne, una espressione irosa. Al suo intento sincretico sono ugualmente funzionali le iuncturae<br />
elaborate, o spesso rielaborate, l’uso ricercato, ma sempre significativo e rilevante,<br />
della uariatio, le ambivalenze del lessico e la gamma stessa degli attributi, spesso solo apparentemente<br />
esornativi. Ne deriva il periodo lungo e denso, ricco di subordinate, caratterizzato<br />
da un accumulo, vistoso ma strutturato, di immagini e idee di per sé concise e sobrie; questo<br />
livello espressivo che individua la prosa di tutta la fabula è volutamente cercato e costruito<br />
da Marziano: la riprova è nel confronto da una parte con la prosa piana e limpida delle<br />
tecniche, dall’altra con la lingua ben più complessa delle parti in versi.<br />
La rilettura dell’episodio attraverso la filigrana composita delle sue fonti conferma questi<br />
aspetti e mentre offre un saggio sulla tecnica compositiva di Marziano, rivela come egli<br />
giunga all’equilibrio strutturale e formale del racconto attraverso una sintesi dotta e ampia<br />
dei dati della tradizione.<br />
Tutta la prima parte dell’episodio presenta infatti uno schema di origine virgiliana (ecl.<br />
6,13-23): Sileno, sorpreso nel sonno dopo le abituali bevute, è fatto oggetto di uno scherzo<br />
38 Analogamente, il motivo letterario, il momento scherzoso, la caratterizzazione del genere e dell’autore<br />
stesso sono gli elementi che ritorneranno nel successivo contrasto con Satura, nella chiusa del<br />
De nuptiis (cf. Cristante 1978, 703).<br />
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