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RACCONTO, POETICA, MODELLI DI MARzIANO CAPELLA NELL’EPISODIO DI SILENO<br />
e timorosa osservanza, la gravità della trasgressione e il solenne divieto, che coincidono con<br />
la preoccupazione di Orazio di salvaguardare, in presenza di satiri, la grauitas divina (incolumi…<br />
grauitate, 222); i precetti di Orazio sulla lingua e sullo stile mirano essenzialmente a<br />
seruare operum colores, ma in Marziano diventano precetti sul contenuto, come il racconto<br />
stesso richiedeva.<br />
Nell’episodio di Sileno la tematica oraziana sul dramma satiresco non è subito evidente:<br />
essa rivela improvvisamente le sue connessioni solo con l’esplicita condanna di Satura che<br />
richiama il nucleo essenziale del pensiero di Orazio. Ma il contestuale riferimento, secco e<br />
sprezzante (uel cerritulum), a Cupido fa scattare quelle analogie che portano a cogliere tutta<br />
l’ambiguità di questa figura dai tratti satireschi: l’intero episodio era dunque già informato<br />
all’ars oraziana. È chiaro a questo punto come la figura di Cupido sia finalizzata al successivo<br />
contrasto sulla poetica; ma ancora una volta Marziano dissimula questa funzione rievocando<br />
l’insolito intervento di Cupido in una sottile arguzia della scena conclusiva.<br />
Sileno era rovinato a terra e un satiro, per ordine di Dioniso, se lo carica supino sulle spalle<br />
e lo porta via come un otre, incurvato sul collo: Satyrus rapit iacentem / scapulisque dat<br />
supinum / uuidumque hiatimembrem / colloque complicatum / utribus parem reportat (VIII<br />
805). La scomoda posizione di Sileno ubriaco sulla schiena del satiro assicura una vivace<br />
comicità alla scena finale, ma apre anche lo spazio per una nota ben più arguta e brillante: hiatimembrem.<br />
È un altro hapax della lingua latina: rappresenta Sileno con le braccia aperte e le<br />
gambe divaricate. Il termine è con ogni probabilità un neologismo di Marziano, formato sul<br />
greco λυσιμελής quest’ultimo è uno degli epiteti di Eros-Cupido, il dio che scioglie le membra<br />
nella tensione erotica 30 . Hiatimembris è dunque chi, colpito dalle frecce passionali di<br />
Cupido, il dio λυσιμελής, apre le membra in manifesta disponibilità all’amplesso amoroso 31 ;<br />
ma riferito a un ubriaco colpito con uno schiaffo dal dio dell’amore diventa una facezia dotta<br />
e raffinata 32 , quasi fosse erotica la causa della sua teatrale scompostezza; l’eleganza dell’iro-<br />
30 Hiatimembris è hapax nella lingua latina ed esprime l’esito del causativo λυσιμελής su cui è<br />
costruito; quest’ultimo ha un valore erotico fin dalle prime attestazioni (Lasserre 1946, 27; Fasce 1977,<br />
18 n. 15; 144; 168). Hiatimembris è formato sul modello dei composti di membrum, frequenti nell’età<br />
imperiale (Bader 1962, 167), mentre hiare è attestato per varie parti del corpo (occhi, orecchi, bocca,<br />
vene, viscere; si veda ThlL VI 3,2811,48 [Hastrup]), e proprio l’uso di questa voce, concreta e visiva,<br />
rispetto a soluere (all’omerico λύτο γούνατα, Od. V 297, risponde il virgiliano soluuntur… membra,<br />
Aen. I 92), esprime, con un preziosismo linguistico, la fresca comicità della scena.<br />
31 Gli emendamenti proposti in passato per questo hapax concordemente tràdito, non hanno dunque<br />
giustificazione alcuna: Iacchi membrum ed. princ.; quadrimembrem Vulcanius, Kopp; hiantimembris<br />
registra il Forcellini. Giustamente Willis non li ricorda in apparato.<br />
32 Hiatimembris è uno di quei casi che testimoniano una buona conoscenza della lingua greca da<br />
parte di Marziano; sulla questione un orientamento negativo aveva espresso Courcelle 1948, 198-200;<br />
ma giustamente rileva Shanzer, 1986, 6: «In many places… peculiar expressions used by Martianus<br />
can be explained as translations of Greek which did not quite come off in Latin».<br />
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