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Dunque gli antictoni e gli antipodi, nell’ emisfero inferiore individuato dall’orizzonte<br />
teorico, sono termini equivalenti. E l’uso in tal senso di questa terminologia è confermato da<br />
una osservazione di Cleomede, che, come Marziano, rileva le quattro ecumeni su due emisferi<br />
generati dall’orizzonte teorico: oltre a noi, i perieci, gli anteci o antomi, gli antipodi. A<br />
proposito di questi ultimi precisa però che i nostri antipodi non sono i perieci (nella zona<br />
temperata boreale nell’emisfero inferiore, sul meridiano opposto al nostro 44 ), ma coloro che<br />
sono diametralmente opposti a noi nella zona temperata australe 45 , sempre nell’emisfero<br />
inferiore individuato dall’orizzonte teorico. La testimonianza di Cleomede non avrebbe<br />
senso se qualcuno non considerasse i perieci (che alcuni chiamano antictoni, come Marziano),<br />
come i nostri antipodi: e questa è esattamente la posizione di Marziano.<br />
Di questa dottrina è rimasta esplicita testimonianza in Agennio Urbico: «Al di là dell’Oceano<br />
settentrionale e di quello australe, due parti di terra sono separate dall’Oceano<br />
meridiano: i Greci chiamano degli antictoni quella più vicina all’austro, e degli antipodi<br />
quella più vicina al settentrione» 46 . Dunque gli antictoni nella zona australe, gli antipodi in<br />
quella boreale, esattamente come Marziano Capella.<br />
L’inversione di termini antipodi e antictoni non è dunque un errore e neppure una iniziativa<br />
di Marziano: l’autore del De nuptiis aderisce a una soluzione attestata, non predominante,<br />
sufficiente a far ipotizzare una fonte di ambito greco 47 .<br />
- 101 -<br />
GLI SCANDALOSI ANTIPODI DI MARzIANO CAPELLA<br />
44 Cleom. Meteor. 1,1 p. 9, 217ss. Todd οἱ [sc. περίοικοι] ἐν τῇ αὐτῇ εὐκράτῳ ὑπάρχοντες ἡμῖν<br />
τὸ δοκοῦν ὑπὸ γῆς οἰκοῦσι κλίμα.<br />
45 Cleom. Meteor. I 1 p. 9, 224ss. Todd ὅθεν οὐχ οἱ περίοικοι ἡμῶν ἀντίποδες γίγνονται, αλλ᾽οἱ<br />
ἐν τῇ ἀντευκράτῳ τὸ ὐπὸ γῆς ἔχοντες κλίμα, οἱ κατὰ διάμετρον κείμενοι ἡμῶν.<br />
46 Agenn. grom. 22,17 Thulin post Oceanum septentrionalem atque australem duae terreni partes<br />
meridiano diffinduntur Oceano: quarum Graeci austro prop[r]iorem antictonon (i.e. ἀντιχθόνων)<br />
appellauerunt; alteram prop[r]iorem septentrioni antipodon (i.e. ἀντιπόδων).<br />
47 Se la lettura proposta è plausibile, non sarà da stupirsi se nella carta geografica, ricca di testi marzianei,<br />
conservata dal codice di Wolfenbüttel del Liber floridus di Lamberto di Saint-Omer (XII sec.),<br />
pubblicata da Uhden 1935-36, 97-124, troviamo l’insula degli antipodi collocata all’altezza delle Colonne<br />
d’Ercole, oltre le Isole Beate, né sarà da imputare alla «penna di un autore medievale» la sostituzione<br />
di antichthones con antipodes (p. 104), visto che la legenda della carta riflette il contenuto del testo<br />
di Marziano, cui la carta stessa si ispira. Dedurre poi dall’uso di hemicyclium col valore ‘emisfero’ che<br />
Marziano ha come fonte una carta geografica è per lo meno azzardato, considerato che hemicyclium in<br />
Vitruvio IX 8,1 designa un volume, semisferico o semicilindrico, (vd. le osservazioni di Soubiran 1969,<br />
240ss.) e che in Servio georg. I 100 hemicyclium riprende i precedenti duo hemisphaeria. Ugualmente<br />
i rari supernas e infernas (603), non sono indizio di fonte cartografica, ma, come i loro equivalenti, usuali<br />
e più frequenti, (superus superior supernus / inferus inferior infernus), designano i due emisferi terrestri,<br />
sia geometricamente individuati dall’equatore o geograficamente definiti dall’orizzonte teorico o<br />
dall’illuminazione solare; così Macrobio spiega esplicitamente i termini: in supero id est in diurno hemisphaerio...<br />
in infero id est in nocturno (Sat. I 18,8); per Marziano è sufficiente VIII 826 hic tamen nobis<br />
ima supernaque discriminans atque undique in superficiem telluris lineae flexu ambientis incumbens<br />
horizon uel finitor perhibetur; sulla linea di Uhden anche Grebe 1999, 319ss.