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GLI SCANDALOSI ANTIPODI DI MARzIANO CAPELLA<br />
opposto, occupano cioè la posizione tradizionalmente assegnata agli antipodi. In sintesi, Marziano<br />
inverte la collocazione tradizionale di antipodes e di antichtones 23 (fig. 2).<br />
Questo dà finalmente ragione della variante antipodibus nostris rispetto ad antipodibus<br />
suis. L’originale nostris viene corretto in suis non senza una qualche logica: gli antipodes<br />
nostri, secondo la tradizione consolidata, erano collocati nella zona temperata dell’emisfero<br />
australe e quindi possono vedere il polo sud, ma poiché il testo qui richiede il contrario<br />
(polum… penitus ignoratum) e poiché soltanto gli antipodes sui (cioè degli anteci), tradizionalmente<br />
intesi, nella zona temperata boreale, non possono vedere il polo sud, il tràdito<br />
nostris viene corretto in suis. Oltre tutto l’espressione antipodes sui con cui viene normalizzato<br />
il tradito antipodes nostri era disponibile all’inizio dello stesso periodo.<br />
L’opzione della lectio difficilior rende leggibile il cuore del pasticcio e rivela la chiave delle<br />
strane aporie: nella sezione geografica del De nuptiis le posizioni di antipodes e di antichtones<br />
sono invertite rispetto alla tradizione prevalente. Il testo del par. 606 si chiarisce nei contenuti<br />
e si superano le difficoltà della lingua: gli anteci e i loro antipodi (cioè gli antictoni, nella medesima<br />
zona temperata australe) hanno in comune le medesime stagioni e sono i soli (gli anteci<br />
e i loro antipodi) a vedere il polo sud: attraverso la comunanza delle stagioni non è affatto difficile<br />
recuperare come soggetto logico di soli suspiciunt anche gli stessi anteci; noi e i nostri<br />
antipodi invece, nella zona temperata boreale, su meridiani opposti, non possiamo vedere il<br />
polo sud ma abbiamo in comune le medesime stagioni, opposte a quelle degli antictoni, che<br />
non possono vedere l’Orsa Maggiore. In conclusione al par. 606 ogni difficoltà si dissolve se<br />
si constata che Marziano ha invertito l’uso tradizionale di antipodes e di antichtones.<br />
Sarà però necessario verificare questa conclusione in tutto il testo relativo alle fasce climatiche<br />
(603-9).<br />
Anzitutto va meglio definito il testo all’inizio del par. 605, che abbiamo lasciato in sospeso:<br />
noi e gli anteci siamo collocati nell’emisfero superiore individuato dall’orizzonte teorico,<br />
noi nella fascia temperata boreale e gli anteci in quella australe, quindi noi verso nord, gli anteci<br />
verso sud, sul medesimo meridiano (fig. 2). Prosegue Marziano: allo stesso modo due sono<br />
le regioni abitate tra quelle dell’emisfero inferiore 24 : coloro che sono contrapposti a noi sono<br />
detti antipodi, quelli contrapposti a coloro che abbiamo definiti anteci si chiamano antictoni 25 .<br />
Dunque col termine obuersi 26 e con l’espressione contra illos quos ἀντόικους diximus sono<br />
designati rispettivamente gli antipodi e gli antictoni, entrambi nell’emisfero inferiore, gli anti-<br />
23 Gli antipodi degli anteci (nella zona temperata boreale, sul nostro parallelo ma sul meridiano<br />
opposto) sono perieci per Gemino, antictoni per Plinio, Achille Tazio, Ampelio.<br />
24 Emisfero individuato per Marziano dall’equatore teorico.<br />
25 Similiter ex infernatibus (sc. regionibus) duae. Sed hi qui nobis obuersi, antipodes memorantur;<br />
qui contra illos quos ἀντόικους diximus, ἀντίχθονες appellantur (605).<br />
26 Obuersi, rispetto a noi, designa gli antipodi di Marziano così come aduersi (resp. VI 20 ripreso<br />
a VI 21 qui... aduersa uobis urgent uestigia) indicava gli antipodi del somnium ciceroniano (vd. anche<br />
Lucull. 123 qui aduersis uestigiis stent contra nostra uestigia, quos antipodes uocatis).