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«Quegli Italiani che oggi onoriamo non sono dimenticati»

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Marzo 2008<br />

e il relativo Gonfalone nella nostra<br />

ca<strong>non</strong>ica cerimonia. Da aggiungere<br />

negli stradari nazionali <strong>che</strong> an<strong>che</strong> Bologna<br />

ha una rotonda stradale intitolata<br />

ai “Martiri delle Foibe”: se vi sembra<br />

poco! Poi pensare di avere presenti<br />

circa trecento persone nella commemorazione<br />

e alla consegna da parte<br />

del viceprefetto vicario dott. Matteo<br />

Piantedosi della decorazione al sig.<br />

Antonio Curkovic, figlio di un Infoibato.<br />

An<strong>che</strong> Rai Tre regionale ha dedicato<br />

diversi servizi, così come la carta<br />

stampata».<br />

COMITATO DI GORIZIA<br />

Un richiamo forte, esplicito, contro<br />

ogni forma di negazionismo, per<br />

ribadire ancora una volta <strong>che</strong> soltanto<br />

il riconoscimento delle tragedie del<br />

passato può aprire la strada a un futuro<br />

autenticamente comune nella nuova<br />

Europa. Questo il forte messaggio<br />

di Rodolfo Ziberna, presidente provinciale<br />

ANVGD, alla cerimonia del 10<br />

Febbraio svoltasi a Gorizia, nella cornice<br />

dell’auditorium di via Roma, <strong>che</strong><br />

rientrava nel calendario di iniziative<br />

preparato per l’occasione.<br />

Un lungo intervento, quello di<br />

Ziberna, <strong>che</strong> ha voluto spaziare dalle<br />

testimonianze degli esuli alle criti<strong>che</strong><br />

verso chi – tutt’<strong>oggi</strong> – <strong>non</strong> intende riconoscere<br />

il dramma vissuto dai 350<br />

mila italiani costretti a lasciare le proprie<br />

terre per poter continuare a essere<br />

e a sentirsi italiani e dalle vittime<br />

delle deportazioni nell’ex Jugoslavia<br />

<strong>che</strong> trovarono invece una morte atroce<br />

nelle foibe.<br />

«Non è ammissibile – ha affermato<br />

Ziberna – <strong>che</strong> chi vuole entrare nell’Unione<br />

Europea <strong>non</strong> voglia ancora<br />

riconoscere <strong>che</strong> quella subita dagli italiani<br />

giuliani e istriano-dalmati fu una<br />

forma di pulizia etnica». Ziberna si è<br />

rivolto naturalmente an<strong>che</strong> al contesto<br />

italiano: «Così come nessuno può<br />

permettersi di <strong>non</strong> riconoscere le violenze<br />

del fascismo – il concetto delineato<br />

dal presidente dell’ANVGD – <strong>non</strong><br />

<strong>sono</strong> più tollerabili coloro <strong>che</strong> giustificano<br />

le foibe sulla base di quelle violenze.<br />

Per anni le foibe e l’esodo <strong>sono</strong><br />

stati usati come una bandiera dalla<br />

destra e considerate un tabù dalla sinistra.<br />

Adesso speriamo <strong>che</strong> l’istituzione<br />

votata in Parlamento da centro-destra<br />

e centro-sinistra del Giorno del<br />

Ricordo possa far segnare un effettivo<br />

superamento».<br />

Tornando all’esodo, Ziberna, <strong>che</strong><br />

ha aperto il proprio intervento leggendo<br />

una commovente testimonianza di<br />

Bologna, 10 febbraio, un momento della cerimonia<br />

di inaugurazione della Rotonda Martiri delle Foibe<br />

Bologna, la Fanfara dei Bersaglieri in congedo di Modena<br />

<strong>che</strong> ha accompagnato mirabilmente le cerimonie<br />

Il sindaco Cofferati, intervenuto alle cerimonie del Comitato ANVGD<br />

DIFESA ADRIATICA<br />

dai comitati<br />

Guido Miglia datata 10 febbraio 1947,<br />

ha an<strong>che</strong> ricordato l’accoglienza spesso<br />

tutt’altro <strong>che</strong> benevola ricevuta dagli<br />

esuli: «Certa Italia li accettò malvolentieri,<br />

li considerava fascisti perché<br />

volevano fuggire dal paradiso comunista».<br />

Drammi tuttora misconosciuti e<br />

ignorati an<strong>che</strong> in buona parte d’Italia<br />

e la cui memoria invece continua a<br />

essere viva a Gorizia, perpetuata dai<br />

familiari delle vittime delle deportazioni,<br />

dagli esuli, dai parenti degli<br />

esuli, ma an<strong>che</strong> dai goriziani <strong>che</strong> pure<br />

<strong>non</strong> provarono sulla pelle propria o<br />

dei propri cari quelle tragedie, ma <strong>che</strong><br />

da sessant’anni condividono la consapevolezza<br />

di quanto avvenne allora.<br />

È arrivato il momento di mettere<br />

da parte tutti i rancori, ma i familiari<br />

dei deportati chiedono di sapere dove<br />

si trovano i resti dei propri cari. La speranza<br />

di entrare in possesso della documentazione<br />

necessaria ad avere<br />

qual<strong>che</strong> indicazione utile in più è stata<br />

manifestata da Clara Morassi Stanta,<br />

presidente del Comitato dei familiari<br />

dei deportati goriziani, in occasione<br />

della deposizione di corone e omaggi<br />

floreali al lapidario del parco della<br />

Rimembranza. La presidente del Comitato<br />

ha poi espresso l’auspicio <strong>che</strong><br />

la tanto attesa documentazione possa<br />

essere fornita, ribadendo la volontà di<br />

<strong>non</strong> arrendersi.<br />

Oltre a numerosi cittadini, alla cerimonia<br />

<strong>sono</strong> intervenute le autorità<br />

civili e militari di Gorizia, tra cui il sindaco,<br />

Ettore Romoli, <strong>che</strong> ha accompagnato<br />

Clara Morassi Stanta verso il<br />

lapidario, il vicesindaco, Fabio Gentile,<br />

il consigliere regionale Gaetano<br />

Valenti, il presidente del Consiglio Provinciale,<br />

Alessandro Fabbro, e l’ex primo<br />

cittadino, Vittorio Brancati.<br />

A seguire, un altro omaggio floreale<br />

è stato portato in Questura, precisamente<br />

alla targa dedicata ai deportati<br />

della Polizia. Per iniziativa del Comune<br />

e dell’ANVGD, altre corone <strong>sono</strong> state<br />

deposte alla statua bronzea di Cesare<br />

Augusto collocata in largo Martiri delle<br />

Foibe, all’incrocio tra via Roma e<br />

via Marconi.<br />

Il presidente provinciale Ziberna ha<br />

brevemente ricordato la storia del<br />

monumento: «Il Giorno del Ricordo è<br />

fatto di memoria, ma an<strong>che</strong> di momenti<br />

simbolici, come la deposizione di<br />

corone alla statua di Cesare Augusto.<br />

Questa fino a sessant’anni fa si trovava<br />

a Pola, davanti all’arena, ed è stata<br />

portata a Gorizia dagli esuli sulla<br />

motonave Toscana». Nella seconda<br />

parte della manifestazione, alla quale<br />

hanno presenziato le maggiori autorità<br />

cittadine, dal prefetto De Lorenzo<br />

al vicesindaco Gentile, dal comandante<br />

della “Pozzuolo” Godio ai rappresentanti<br />

delle Forze dell’ordine, c’è stato<br />

spazio per il concerto del “Mitteleuropa<br />

ensemble chamber quartet” di<br />

Mario Fragiacomo con componimenti<br />

tradizionali dell’area istroveneta rivisitate<br />

in un’ottica jazzistica e con testi<br />

poetici.<br />

(rtg)<br />

(da www.arcipelagoadriatico.it)<br />

COMITATO DI LATINA<br />

Grande cornice di pubblico per il<br />

Giorno del Ricordo, evento organizzato<br />

dal Comune e la Provincia di Latina,<br />

la Fondazione Palazzo della Cultura,<br />

la Prefettura e l’ANVGD pontina<br />

presieduta dall’infaticabile Benito<br />

7<br />

Pavazza per ricordare e meditare sulle<br />

Foibe e raccontare alle giovani generazioni<br />

la tragedia vissuta dal popolo<br />

italiano.<br />

Dopo la S. Messa presso la parrocchia<br />

Immacolata di Latina e l’omaggio<br />

al Monumento dei Martiri delle<br />

Foibe, è stato proiettato, presso il Teatro<br />

D’Annunzio, il film «Per ricorda-<br />

Latina,da sin. il presidente del Comitato Benito Pavazza,<br />

la bandiera associativa e il vicepresidente Musco<br />

La posa della corona di alloro del Comune di Latina da parte del sindaco Zac<strong>che</strong>o

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