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L'analisi termica nelle gs - Assofond

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J.Alva<br />

Servizio tecnico<br />

Tesi SpA


L’analisi <strong>termica</strong><br />

Consiste nella registrazione ora mediante software<br />

dell’andamento della temperatura nel tempo di un<br />

campione di metallo colato solitamente in un crogiuolo di<br />

sabbia contenente una termocoppia.<br />

Il risultato è una curva che a seconda del tipo di crogiuolo<br />

adoperato può fornire informazioni sia del tipo<br />

compositivo che comportamentale.


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong><br />

Tradizionalmente l’analisi <strong>termica</strong> è stata adoperata per<br />

determinare la composizione chimica delle ghise basso<br />

legate in base al principio che ad ogni temperatura di<br />

fusione (Tl) corrisponde in modo univoco un’unica<br />

composizione come anticipato dal diagramma ferrocarbonio<br />

sebbene per bisogni di correlazione matematica<br />

si adoperi la formulazione CEL<br />

La relazione fra temperatura di solidificazione (Ts) e la %<br />

di (silicio + fosforo) permette poi di derivare il CE. Per<br />

ottenere un valore stabile di tale temperatura si rende<br />

necessaria l’aggiunta di tellurio atta a favorire la<br />

solidificazione bianca (metastabile) del metallo.


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong><br />

Relazione fra Tl e CEL (r: 0,99)<br />

CEL: %C+ % Si/4 + % P/2 (Heraeus)


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong><br />

Relazione fra temperatura di solidificazione<br />

(Ts) e contenuto di silicio e fosforo (r: 0,98)<br />

Ts = 1138.2 – 6.4 (Si + 4P) – 1.65 (Si + 4P)²<br />

(Heraeus)


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong><br />

Una prima applicazione dell’analisi <strong>termica</strong> senza l’aggiunta di tellurio fu<br />

fatta nella messa a punto di produzioni in ghisa grigia in quanto si scoprì<br />

che esisteva un rapporto fra sottoraffreddamento (ΔT), il conteggio di<br />

celle ed il tipo di struttura. A maggior ΔT corrispondono strutture meno<br />

favorevoli (A-> C e/o D) e un conteggio di celle più basso.<br />

Il sottoraffreddamento (ΔT) è la differenza fra la temperatura ideale di<br />

solidificazione (1.150°C per convenzione) e la temperatura minima<br />

raggiunta del liquido prima dell’avvio della solidificazione vera e propria<br />

(eutettica). La recalescenza R è invece la differenza fra la temperatura<br />

massima raggiunta e quella minima.<br />

Il sottoraffreddamento (ΔT) è proporzionale all’altezza della tempra nel<br />

relativo provino. Valori superiori ai 10° C porta alla formazione di carburi<br />

<strong>nelle</strong> sezioni sottili (


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> ghise grigie<br />

ΔT: 5°C<br />

ΔT: 15°C<br />

Esempi di relazione fra sottoraffreddamento, conteggio di celle e<br />

struttura (da K.H.Caspers)


Tempra e sottoraffreddamento<br />

L’altezza “h” nel provino è proporzionale al sottoraffreddamento ΔT


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> gg<br />

Nelle ghise grigie ad un andamento oscillante anche marcato del<br />

sottoraffreddamento non corrisponde altrettanta variabilità<br />

nell’andamento della recalescenza.


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> gg<br />

Il controllo strutturale della grafite può essere fatto monitorando il<br />

sottoraffreddamento come regolato dall’inoculazione (periodo 1 mese)


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> nell’ottimizzazione del<br />

ritiro nei bagni di ghisa sferoidale<br />

• Nelle <strong>gs</strong> la formazione dei ritiri per una data<br />

configurazione geometrica del particolare ha due<br />

sorgenti: la qualità della formatura (rigida o meno) e<br />

quella metallurgica.<br />

• Il posizionamento pressoché coincidente dei difetti<br />

conseguenti (delle porosità opp. microcavità) rende<br />

ardua la discriminazione della causa sebbene spesso<br />

(per comodo) la si addebiti alla formatura.


Porosità di origine metallurgica presente anche nella formatura<br />

cosiddetta rigida a causa della qualità del materiale di carica<br />

(a) (b)<br />

Getti di prova a “T” spessore 50 mm prodotte in forme al silicato (a) con<br />

risucchi nel baricentro termico (b) senza risucchi dopo modificare la carica<br />

e introdurre il precondizionamento.


Controllo della qualità<br />

metallurgica<br />

• L’influenza della pratica metallurgica sui ritiri ha<br />

portato a coniare il termine “Qualità metallurgica”.<br />

Il termine si presta spesso a valutazioni soggettive.<br />

• Ma in che modo può essere controllata o<br />

monitorata la qualità metallurgica?<br />

• Non esiste al momento altro strumento che<br />

l’analisi <strong>termica</strong>. Per illustrare l’argomento ci<br />

serviremo di Thermocheck, un software<br />

sviluppato in Italia.


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> <strong>gs</strong><br />

Le <strong>gs</strong> sono ghise eutettiche o ipereutettiche. Come le ghise<br />

grigie sono soggette al fenomeno del sottoraffreddamento<br />

che regola il numero di noduli ma solo marginalmente la<br />

loro forma. Valori alti possono portare anche qui alla<br />

formazione di carburi <strong>nelle</strong> sezioni sottili.<br />

Idealmente la curva di solidificazione a differenza di<br />

quella delle gg dovrebbe avere un andamento piatto che<br />

vuol dire zero sottoraffreddamento e zero recalescenza.<br />

Tuttavia il profilo della curva assume andamenti che<br />

variano da fonderia a fonderia e non di rado anche nella<br />

singola realtà da una misurazione all’altra.


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> <strong>gs</strong><br />

Curva vicina alla idealità: sottoraffreddamento (2,7°C) e recalescenza<br />

(2,9°C) entrambi bassi, eutettico abbastanza regolare a 1149°C e a<br />

chiusura breve (angolo chiuso). La curva si presenta estesa. La derivata<br />

prima (in verde) si presenta equilibrata da inizio a fine


L’impiego dell’analisi <strong>termica</strong> <strong>nelle</strong> <strong>gs</strong><br />

Una solidificazione eutettica a temperatura alta e costante<br />

implica una distribuzione regolare del carbonio sotto forma<br />

di grafite e quindi una migliore compensazione dei ritiri. Le<br />

curve si presentano più estese nel tempo.<br />

I fattori influenti sono il materiale di carica, il tipo e marcia<br />

del forno, le leghe adoperate e non ultimo la modalità di<br />

preparazione e colata del metallo.<br />

Ogni sforzo va compiuto allo scopo di assicurare come<br />

minimo, una ripetibilità dell’andamento delle curve<br />

Di seguito una serie di esempi di curve ricavate dalla realtà<br />

operativa anche a distanza di alcuni minuti .


Esempio1


Esempio 2


Esempio 3


Esempio 4


Esempio 5


Esempio 6


Esempio 7


Esempio 8


Esempio 9


Esempio 10


Esempio 11


Esempio 12


Esempio 13


Esempi curve AT – casi specifici 1<br />

(a) (b)<br />

Curve che presentano (a) eccessivo sottoraffreddamento (11°C) e poca<br />

recalescenza (4°C) (b) sottoraffreddamento più contenuto ma eutettico a<br />

temperatura variabile decrescente. In entrambi i casi l’angolo di chiusura<br />

nela curva derivata è aperto


Esempi curve AT – casi specifici 2<br />

(a) (b)<br />

(a) Recalescenza prematura con eutettico a temperatura decrescente in<br />

assenza di sottoraffreddamento per eccesso del livello di nucleazione (b)<br />

molto sottoraffreddamento e quasi assenza di eutettico (cariche rottame vario)


Esempi curve AT – casi specifici 3<br />

(a) (b)<br />

(a) Presenza si austenite primaria (sotto il cerchio) in una ghisa eutettica<br />

prima del precondizionamento (b) dopo precondizionamento c/0,1% grafite


Presenza anomala di austenite primaria<br />

(a) (b)<br />

(a) Aspetto del ritiro senza precondizionamento (b) dietro<br />

precondizionamento con 0,1% di grafite Desulco


Analisi <strong>termica</strong> –<br />

sovrainoculazione<br />

(a) (b)<br />

Effetto della sovrainoculazione sulla sanità dei getti. L’entità del<br />

difetto è passata dalla porosità alle cavità (a) nel pezzo (b) nel<br />

raccordo getto-materozza


Interventi<br />

Abbiamo appena illustrato come sia variegato il<br />

comportamento dei bagni in ghisa sferoidale durante la<br />

solidificazione se osservata attraverso l’analisi <strong>termica</strong> e<br />

quindi non dobbiamo stupirci per improvvise defaillance.<br />

Dobbiamo solo abituarci a monitorarlo in modo regolare.<br />

Se l’andamento delle curve risultano altalenanti fra un<br />

trattamento e l’altro ciò è segno di precarietà della pratica<br />

metallurgica e quindi va corretta. Per verificare se il bagno<br />

si discosta sensibilmente dalle condizioni ideali conviene<br />

verificare per primo il metallo di base giacché interventi<br />

sanatori sulla ghisa già trattata non sono possibili.


Ecco i valori di riferimento:<br />

1.Sottoraffreddamento ≤ 3°C considerando una temperatura<br />

di riferimento per la solidificazione di 1.150°C;<br />

2.Recalescenza ≤ 3°C<br />

3.Temperatura finale (del solidus) dopo trattamento e<br />

inoculazione > 1.100°C.<br />

4.Velocità alla fine della solidificazione (< -3°C/sec)<br />

5.Euttetico bilanciato. Le aree a monte e a valle della<br />

recalescenza non devono differire di più del 10-20 %. Ciò<br />

viene indicato dai software come Indice di ossidazione.


Indice di ossidazione<br />

(a) (b)<br />

L’indice di ossidazione rappresenta il rapporto fra l’area prima<br />

dell’eutettico ed il totale dell’area sotto l’eutettico (a) eutettico<br />

bilanciato (b) eutettico sbilanciato


Raccomandazioni<br />

Con la premessa che raramente i problemi di sanità sono<br />

associabili ad errori compositivi, è tuttavia consigliabile<br />

lavorare con composizioni in termini di CE congrui con<br />

gli spessori in giuoco: 4,20% min. per grossi spessori e<br />

4,50% max. per spessori sottili.<br />

Il valore minimo per il carbonio finale è 3,5 % mentre è<br />

del 2,2 % per il silicio. Valori più bassi favoriscono il<br />

sottoraffreddamento e l’estensione della crescita<br />

austenitica primaria e quindi i ritiri.


Note<br />

• Un alto conteggio di noduli non rivela<br />

necessariamente condizioni ottimali ma solo la<br />

presenza di richiami di inoculazioni all’ultimo<br />

momento.<br />

• E’ bene evitare tenori di magnesio alti (> 0,045<br />

%) specie se lo zolfo è basso (S< 0,006%).<br />

Evitare anche gli elementi carburigeni come il<br />

manganese oltre l0 0,3%.<br />

• Risultano importanti i ruoli giocati dalle terre<br />

rare nel favorire andamenti più favorevoli<br />

all’ottenimento di getti sani.


Conclusioni<br />

• Eseguire con regolarità le curve di raffreddamento:<br />

all’inizio con una frequenza maggiore e poi ad ogni nuova<br />

infornata per verificare la loro stabilità.<br />

• In caso negativo intervenire di conseguenza attraverso:<br />

1.Precondizionamento (essenziale)<br />

2.Prova di prodotti alternativi (leghe madri e inoculanti)<br />

3.Un buon bagno non elimina le materozze ma aiuta a<br />

minimizzare il loro numero!<br />

4. L’analisi <strong>termica</strong> (tektip+grigia) permette di valutare la<br />

congruenza fra composizione e comportamento del bagno.


Conclusioni<br />

5. Data l’enorme varietà dell’andamento delle curve trovate<br />

nella pratica e bene abituarsi ad interpretare le curve e non<br />

affidarsi alle indicazioni dei software!<br />

6. Per ultimo, la coppetta è un provino standard e non un<br />

getto con le proprie modalità di espansioni e contrazioni al<br />

suo interno.<br />

Quindi non dobbiamo pretendere che l’analisi <strong>termica</strong><br />

faccia delle previsioni valide per ogni particolare.

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