Dispensa 2 La letteratura cristiana dei primi secoli
Dispensa 2 La letteratura cristiana dei primi secoli
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<strong>Dispensa</strong> 2<br />
<strong>La</strong> <strong>letteratura</strong> <strong>cristiana</strong> <strong>dei</strong> <strong>primi</strong> <strong>secoli</strong><br />
I più antichi scritti cristiani al di fuori del Nuovo Testamento risalgono al I secolo o ai<br />
<strong>primi</strong> decenni del II e sono gli scritti apocrifi, ossia per forma e contenuto simili a<br />
quelli contenuti nel canone ma non ammessi dalla Chiesa come ispirati (come i<br />
celebri Atti di Paolo e Tecla), e la straordinaria – per ampiezza e profondità<br />
speculativa – produzione di autori cristiani di lingua greca conosciuta sotto il nome di<br />
<strong>letteratura</strong> apologetica e patristica. Nel mondo imperiale <strong>dei</strong> <strong>primi</strong> <strong>secoli</strong> d.C.<br />
molti sono i problemi a cui i cristiani sono chiamati a far fronte: l'iniziale ostilità da<br />
parte della società greco-romana nei confronti del cristianesimo si trasforma presto<br />
in forme aperte di accusa fino a sfociare in aperte persecuzioni. <strong>La</strong> dottrina <strong>cristiana</strong><br />
– sebbene esito ultimo ed eccezionale della cultura ellenica – fu derisa e attaccata<br />
dagli intellettuali contemporanei, che non ne comprendevano le motivazioni (lo<br />
spirito greco, eroico e convinto dell'autosufficienza dell'uomo nella lotta contro il<br />
fato, non riuscirà mai ad accettare una concezione della vita come dono di sé, come<br />
sconfitta terrena e guadagno dell'aldilà). Infine all'interno del cristianesimo stesso si<br />
formarono movimenti “eretici” che si distanziavano dall'ortodossia dottrinale<br />
soprattutto sulla questione della natura umano-divina di Cristo e minavano l'unità e la<br />
stabilità di una Chiesa giovane e ancora molto fragile.<br />
È in questo contesto che nasce l'esigenza di difendere il proprio credo di fronte alle<br />
accuse <strong>dei</strong> contemporanei, di fissare per iscritto gli aspetti distintivi e irrinunciabili<br />
del pensiero cristiano e di iniziare a riflettere sulla fondazione teologica e sulla<br />
struttura organizzativa della Chiesa. I Padri della Chiesa dedicarono la loro vita a<br />
questa mastodontica opera e così – più o meno consapevolmente – permisero alla<br />
cultura greca di continuare a vivere all'interno dell'originalissima sintesi con la<br />
tradizione <strong>cristiana</strong>.<br />
Apologetica e patristica<br />
All'interno della <strong>letteratura</strong> greco-<strong>cristiana</strong> di questi <strong>primi</strong> <strong>secoli</strong> si può operare una<br />
prima e generica distinzione tra una produzione apologetica (di difesa della<br />
religione <strong>cristiana</strong>), sviluppatasi specialmente nel I e II secolo e di entità e rilievo<br />
sicuramente minori rispetto alla capitale opera <strong>dei</strong> Padri , detta appunto patristica ,<br />
dai <strong>primi</strong> decenni del II secolo fino alla fine del V.<br />
Per quanto riguarda gli anni immediatamente seguenti la morte di Cristo (intorno alla<br />
metà del I secolo), ossia il primo momento della riflessione <strong>cristiana</strong>, sappiamo con<br />
certezza dell'azione <strong>dei</strong> cosiddetti padri apostolici (scrittori che furono in rapporto<br />
con gli Apostoli o con i loro immediati successori) e apologisti (intellettuali che si<br />
ponevano in confronto dialettico con la cultura del tempo). Se i <strong>primi</strong> si rivolgevano<br />
alle piccole comunità cristiane delle origini, gli Apologisti furono autori di un vero e
proprio corpus di opere letterarie – dette apologetiche – destinato ai letterati e filosofi<br />
contemporanei.<br />
Il più importante <strong>dei</strong> padri apologisti è Giustino Martire (II sec.), autore di un<br />
Dialogo con il giudeo Trifone (135 ca) in cui illustra la continuità tra ebraismo e<br />
cristianesimo, e di due Apologie per difendere i cristiani accusati di essere atei e ostili<br />
allo stato romano.<br />
<strong>La</strong> scuola di Alessandria<br />
Nel II e III secolo la città di Alessandria era un importantissimo centro culturale in<br />
cui coesistevano e interagivano correnti filosofiche specificatamente greche, forme di<br />
religiosità provenienti dall'oriente e la cultura ebraica rappresentata dall'opera del<br />
grande Filone. Proprio ad Alessandria venne fondata la prima università teologica del<br />
mondo cristiano e si costituì quella che viene chiamata la scuola di Alessandria,<br />
dove si apprendevano le Sacre Scritture, le tecniche per l'esegesi biblica e i<br />
fondamenti della teologia. I maestri più celebri, che forse furono anche i fondatori<br />
della Scuola stessa, furono Clemente e Origene.<br />
Clemente (150-215 ca), attraverso scritti d'argomento teologico e d'impianto<br />
dottrinale, promosse una fusione tra classicità pagana e religione <strong>cristiana</strong> : la<br />
prima, infatti, in quanto derivata dalla sapienza ebraica, è propedeutica alla seconda.<br />
Succedette a Clemente nella direzione della Scuola di Alessandria Origene (185-252<br />
ca), teologo e scrittore cristiano di lingua greca. Egli fu il primo ad applicare<br />
strumenti della filologia classica (edizione critica, scolii e commenti) ai testi sacri.<br />
<strong>La</strong> sua abbondantissima produzione (di cui Girolamo indicò 800 titoli) andò in gran<br />
parte perduta in seguito alla condanna di eresia da cui fu colpito; restano pochi<br />
frammenti degli Hexapla (una sinossi che affiancava al testo biblico in ebraico, la sua<br />
traslitterazione in greco, la traduzione greca <strong>dei</strong> Settanta e altre tre traduzioni in<br />
greco), delle Omelie e <strong>dei</strong> Commentari. L'opera principale è rappresentata da un<br />
trattato in 4 libri, Sui Principi , in cui il dogma cristiano è organizzato per la prima<br />
volta in modo sistematico (sebbene Origene utilizzi, anche concetti estranei<br />
all'ortodossia).<br />
I padri cappadoci<br />
Il IV e il V secolo segnano il momento di massima fioritura della <strong>letteratura</strong> <strong>cristiana</strong><br />
in relazione alla mutata situazione storico-politica: l'editto di Costantino (313 d.C.)<br />
mette definitivamente fine all'atteggiamento ostile da parte dello Stato nei confronti<br />
del cristianesimo. Contemporaneamente viene meno anche la diffidenza e il timore<br />
verso la cultura greca cessa: i cristiani possono aprirsi a essa e recepire<br />
positivamente tutti i valori che fino a ora erano stati rifiutati. Questa mutata<br />
condizione psicologica si riflette nella produzione letteraria <strong>dei</strong> padri cappadoci e di<br />
Giovanni Crisostomo , gli esempi più significativi del consolidamento di una<br />
riflessione e speculazione ormai mature.<br />
Tre sono gli autori designati col titolo di cappadoci, Basilio di Cesarea, Gregorio di<br />
Nazianzo e Gregorio di Nissa, provenienti dalla Cappadocia (Asia Minore), che<br />
conobbe il cristianesimo solo nel corso del III secolo.
Basilio di Cesarea , detto Magno, (330-379 ca) fu un profondo conoscitore della<br />
cultura classica , di cui affermò sempre il grande valore educativo come testimonia<br />
il suo Discorso ai giovani sul modo di trarre profitto dalle opere della <strong>letteratura</strong><br />
greca . Divenne monaco, poi sacerdote e infine vescovo di Cesarea (370), operando<br />
con instancabile fervore in molteplici attività pastorali e assistenziali. Tra le opere più<br />
significative si ricordano: Contro Eunomio, confutazione dell'eresia ariana; Sullo<br />
Spirito Santo , sul dogma della Trinità; le Omelie , dedicate alla spiegazione della<br />
Bibbia; l' Ascetica , sui principi fondamentali per la vita religiosa e le Regole<br />
monastiche, alla base di tutto il monachesimo orientale.<br />
Gregorio di Nazianzo (329-390 ca), dopo gli studi e l'ordinazione sacerdotale, fu<br />
chiamato a guidare la comunità ortodossa di Costantinopoli (379) che lasciò per<br />
dedicarsi a vita ascetica a Nazianzo (381). <strong>La</strong> sua vastissima produzione letteraria<br />
comprende: 45 orazioni (tra cui l' Apologia della sua fuga e l' Elogio funebre di<br />
Basilio contro Giuliano l'Apostata); i cinque Discorsi teologici, tenuti a<br />
Costantinopoli in difesa dell'ortodossia; un corpus di 245 lettere e una ricchissima<br />
produzione poetica di contenuto morale, dogmatico e autobiografico.<br />
Gregorio di Nissa (335-394 ca), insegnante di retorica, fu uno strenuo difensore<br />
dell'ortodossia; contro l'arianesimo è rivolta la sua opera principale, i quattro trattati<br />
compresi sotto l'unico titolo Contro Eunomio; è inoltre considerato il fondatore della<br />
teologia mistica, per cui l'uomo, immagine di Dio, può accedere alla conoscenza del<br />
divino.<br />
Giovanni Crisostomo<br />
Giovanni (ca 345-407) nacque ad Antiochia e fu grande predicatore (gli fu per questo<br />
attribuito l'appellativo di Crisostomo, in greco “bocca d'oro”). Nel 397 fu eletto<br />
vescovo di Costantinopoli, ma venne deposto nel 403 per contrasti con i vescovi delle<br />
altre Chiese d'Oriente e condannato all'esilio. Scrisse numerose bellissime omelie,<br />
discorsi e trattati teologici, in cui espose la dottrina dell'eucaristia e del peccato<br />
originale. Di notevole importanza il suo epistolario, e in particolare le lettere<br />
dall'esilio.