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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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150 PIERO DEL NEGRO<br />

generica " della parola sottolineata da Olivieri Sangiacomo era esclusa. La<br />

relativa generosità di Carbone era una conseguenza di un'organizzazione a<br />

compartimenti del sapere militare: amministrazione, artiglieria, milizia in generale<br />

e via enumerando erano le aree semantico-burocratiche, tra le quali<br />

erano suddivise le nomenclature pertinenti al mestiere delle armi. Caserma<br />

trovava posto sia nella sezione riservata all'amministrazione che in quelle<br />

intitolate castrametazione e Genio militare.<br />

L'amministrazione si interessava alla caserma soprattutto in quanto era<br />

all'origine di altre due voci, casermaggio e casermamento (« indicasi con<br />

questo nome ogni mobile, arnese, combustibile od altro che possa occorrere<br />

al soldato alloggiato in caserma, come letti, tavole ecc. »; " s'intende anche<br />

( ... ] l'amministrazione di esso medesimo e delle cose che gli appartengono<br />

»: sotto questo profilo "il casermaggio considerasi quale una competenza<br />

in natura, quale una condizione particolare dei corpi, e quale l'atto<br />

di fare uso di una caserma e d'ogni suo accessorio ») e masserizie delle caserme<br />

(« tutti quegli arnesi che occorrono nelle caserme »). Nella rubrica dedicata<br />

alla castrametazione Carbone precisava che " si adopera questa voce<br />

[caserma] ognivoltaché si ha da parlare delle stanze di una guarnigione, a<br />

differenza di Quartiere, che non solamente si adopera nello stesso significato,<br />

ma altresì per indicare genericamente le <strong>città</strong> o i paesi ove si pongono<br />

ad alloggiare i soldati. In campagna non v'hanno caserme, ma Quartiere "·<br />

Era nella sezione intitolata al Genio militare che il Dizionario del 1863<br />

concedeva a caserma un rilievo maggiore: ben dieci pagine la descrivevano<br />

in quanto edificio ed elencavano la nomenclatura delle sue parti. Si individuava<br />

nelle caserme " il miglior modo di alloggiare i soldati; per esse tengonsi<br />

uniti, e quasi direbbesi sotto la mano dei capi i soldati, onde più agevolmente<br />

puossi serbarsi l'ordine e la disciplina "· Chi costruiva caserme (era<br />

questo uno dei compiti del Genio militare) doveva preoccuparsi di garantire<br />

la salubrità dei fabbricati, ma anche la " sicurezza contro il fuoco nemico<br />

e contro gli attacchi popolari », la " comodità interna " e, ad un tempo, " la<br />

disciplina, la quale dipende da tal disposizione delle parti che impedisca al<br />

soldato di uscire contro il divieto '' 3. Dalla sommatoria di queste definizioni<br />

e articolazioni semantiche emergeva una caserma-« contenitore ,, l'insieme<br />

" delle stanze di una guarnigione », " una condizione particolare dei corpi "<br />

(vale a dire un modo di essere dell'<strong>esercito</strong>), che doveva facilitare a chi comandava,<br />

grazie ad una saggia strutturazione degli spazi, il controllo sia del<br />

territorio (la caserma-fortezza " contro il fuoco nemico e contro gli attacchi<br />

popolari ») che degli stessi soldati (la caserma-prigione doveva garantire " l'ordine<br />

e la disciplina " delle truppe).<br />

3 Ibidem, pp. 16, 41-42, 291 e 362-71.<br />

CASERMA E CITTÀ NEL DISCORSO MILITARE DELL'ITALIA LIBERALE<br />

Avatara urbano del quartiere, la caserma finiva per essere collocata ai<br />

margini di un discorso militare imperniato sui corpi, su un <strong>esercito</strong> ordinato<br />

in base ad una filosofia che anteponeva la " scioltezza " 4 ai legami con il ter­<br />

ritorio, il campo e la campagna alla guarnigione e alla <strong>città</strong>, la guerra di mo­<br />

vimento a quella di posizione. Non a caso tanto il Regolamento di discipli­<br />

na del l872 (sarebbe rimasto in vigore per oltre un terzo di secolo, fino <strong>agli</strong><br />

<strong>anni</strong> centrali dell'età giolittiana) quanto il Regolamento d 'istruzione e di ser­<br />

vizio interno per la fanteria del 187 4 evitavano di adoperare il vocabolo<br />

caserma: il " servizio interno , faceva invece perno sul quartiere, un termi­<br />

ne che non solo compendiava, come sappiamo, la relazione tra il militare<br />

e lo spazio di " riposo ,, che gli era riservato, ma evocava anche un evento<br />

critico della batt<strong>agli</strong>a, la definizione del rapporto tra il vincitore e il vinto<br />

( " chiamasi militarmente con questo nome il governo che il vincitore fa della<br />

gente vinta ,, spiegava Carbone, " quindi i modi di dire militari chiedere, dare,<br />

negar quartiere ,: in altre parole il quartiere era anche il santuario del in­<br />

to, lo spazio che il vincitore poteva concedere al riparo del furore belhco<br />

nel momento in cui l'avversario riconosceva la sconfitta).<br />

La caserma era confinata sullo sfondo della vita militare non soltanto<br />

dai regolamenti del ministero della guerra, ma assai spesso anche dalle opzioni<br />

tematiche di chi privilegiava l'<strong>esercito</strong> quale soggetto di rappresenta­<br />

zione artistica. È stato scritto che " con la sola çpera di Giov<strong>anni</strong> Fattori si<br />

potrebbe raccontare, più o meno compiutamente, il ciclo della vita del sol<br />

dato italiano , 5. E in effetti Fattori non fu soltanto il cantore delle grand1<br />

batt<strong>agli</strong>e risorgimentali, da Magenta a Madonna della Scoperta e a Custoza,<br />

ma anche e soprattutto un attento e penetrante cronista di un ' quotidiano ''<br />

militare restituito nella sua aspra essenzialità: Bivacco, Accampamento, Po­<br />

sta militare al campo, Pattuglia di cavalleria, In vedetta, Reclute di arti­<br />

glieria, Soldato che scrive, Lo stajjato, Bers<strong>agli</strong>ere e molti altri dipinti del<br />

pittore livornese (all'" inesauribile filone di soggetto militare , dedicò più di<br />

duecento<strong>trenta</strong> tra quadri e bozzetti) 6 offrono un repertorio iconografico<br />

4 Adopero il termine nell'accezione autorizzata da Ernesto Di Brolio : uo dei<br />

membri della Commissione d'inchiesta per l'<strong>esercito</strong> nominata nel l 907:

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