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31.05.2013 Views

MARIO ISNENGHI CULTURA E RUOLO SOCIALE DELL'UFFICIALE RELAZIONE GENERALE

Una decina di anni fa ·, mentre con - Giorgio Rochat ed altri preparavamo il convegno di Vittorio Veneto sulla Grande guerra, ci passavano nella mente diversi titoli, che comportavano naturalmente diverse chiavi di costruzione del convegno: volevamo inserire, accanto alla guerra e all'esercito in guerra, qualche cosa come il Paese, la Società, la Patria, che dicesse chiaro che intendevamo andare oltre la dimensione strettamente militare e tener conto, congiuntamente, di tutte le connessioni nel civile. Fu poi Operai e contadini nella Grande guerra, con una formula anch'essa, a suo modo, tradizionale. Ricordo questo precedente per dire che già allora, dieci anni fa, c'era questa esigenza, che mi sembra trovi nel convegno che oggi è cominciato una tappa, a giudicare dai materiali, sicuramente di rilievo. L'esigenza era quella di una storia militare, ma di una storia dei militari che non fosse disgiunta dalla storia dei civili. Ora mi pare che, saltando in una certa misura lo specifico della storia militare, questo convegno ci porti dritti nel mezzo di quella che potremmo forse azzardarci a chiamare una storia sociale dei militari. Dal materiale che verremo discutendo in questi giorni, infatti, possiamo dire che in questo convegno ci sono le armi, ma anche le lettere; le piazzeforti, ma anche le cerimonie nuziali; le istituzioni militari, ma anche i salotti e i teatri e i circoli; le rotazioni dei reggimenti, ma anche le carriere degli ufficiali; gli ufficiali, ma anche le mogli degli ufficiali e le loro famiglie; tribunali militari, ma anche giornali e romanzi di e sui militari. E tanto altro, situazioni, circostanze e casi, ma ce n'è abbastanza, come vedete, e non sarà anzi facile dipanare un filo conduttore in queste giornate, fra tanto materiale, la cui caratteristica mi sembra si possa dire questa: che è materiale analitico, spesso di prima mano e di carattere archivistico, che potrebbe stentare a raggiungere sin d'ora la dimensione della sintesi critica. Forse essa non è precisamente il destino di questo appuntamento di lavoro spoletino. Il militare come diversità affermata: questo, leggendo le relazioni della presente sessione, mi sembra possa definirsi come uno dei poli della ricerca. Il militare come diversità affermata, da vedere in parallelo e da distinguere rispetto a un militare come diversità subìta . Io credo che il materiale • Il testo, rivisto dall'a. sulla base della registrazione, mantiene i caratteri della oralità, oltre che le funzioni descrittive e introduttive con cui è nato (n. d. a.).

Una decina di <strong>anni</strong> fa ·, mentre con - Giorgio Rochat ed altri preparavamo<br />

il convegno di Vittorio Veneto sulla Grande guerra, ci passavano nella<br />

mente diversi titoli, che comportavano naturalmente diverse chiavi di costruzione<br />

del convegno: volevamo inserire, accanto alla guerra e all'<strong>esercito</strong><br />

in guerra, qualche cosa come il Paese, la Società, la Patria, che dicesse chiaro<br />

che intendevamo andare oltre la dimensione strettamente militare e tener<br />

conto, congiuntamente, di tutte le connessioni nel civile. Fu poi Operai<br />

e contadini nella Grande guerra, con una formula anch'essa, a suo modo,<br />

tradizionale. Ricordo questo precedente per dire che già allora, dieci <strong>anni</strong><br />

fa, c'era questa esigenza, che mi sembra trovi nel convegno che oggi è cominciato<br />

una tappa, a giudicare dai materiali, sicuramente di rilievo.<br />

L'esigenza era quella di una storia militare, ma di una storia dei militari<br />

che non fosse disgiunta dalla storia dei civili. Ora mi pare che, saltando in<br />

una certa misura lo specifico della storia militare, questo convegno ci porti<br />

dritti nel mezzo di quella che potremmo forse azzardarci a chiamare una storia<br />

sociale dei militari. Dal materiale che verremo discutendo in questi giorni,<br />

infatti, possiamo dire che in questo convegno ci sono le armi, ma anche le<br />

lettere; le piazzeforti, ma anche le cerimonie nuziali; le istituzioni militari,<br />

ma anche i salotti e i teatri e i circoli; le rotazioni dei reggimenti, ma anche<br />

le carriere degli ufficiali; gli ufficiali, ma anche le mogli degli ufficiali e le<br />

loro famiglie; tribunali militari, ma anche giornali e romanzi di e sui militari.<br />

E tanto altro, situazioni, circostanze e casi, ma ce n'è abbastanza, come vedete,<br />

e non sarà anzi facile dipanare un filo conduttore in queste giornate, fra<br />

tanto materiale, la cui caratteristica mi sembra si possa dire questa: che è materiale<br />

analitico, spesso di prima mano e di carattere archivistico, che potrebbe<br />

stentare a raggiungere sin d'ora la dimensione della sintesi critica. Forse<br />

essa non è precisamente il destino di questo appuntamento di lavoro spoletino.<br />

Il militare come diversità affermata: questo, leggendo le relazioni della<br />

presente sessione, mi sembra possa definirsi come uno dei poli della ricerca.<br />

Il militare come diversità affermata, da vedere in parallelo e da distinguere<br />

rispetto a un militare come diversità subìta . Io credo che il materiale<br />

• Il testo, rivisto dall'a. sulla base della registrazione, mantiene i caratteri della oralità,<br />

oltre che le funzioni descrittive e introduttive con cui è nato (n. d. a.).

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