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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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64 PATRIZIA FERRARA<br />

cospicua, da ritenere opportuno stendere una vera e propria " guida » 6 alle<br />

fonti presso l'Archivio Centrale dello Stato sulla storia militare in genere,<br />

e sul rapporto <strong>esercito</strong>-<strong>città</strong> in particolare, dall' unità <strong>agli</strong> <strong>anni</strong> <strong>trenta</strong>, includendo<br />

in essa anche gli archivi della Marina e dell'Aeronautica per le inevitabili<br />

connessioni nella storia e nell'attività delle tre Armi.<br />

Ho qui enucleato qualche esempio, rimandando alla guida appena citata<br />

per ulteriori approfondimenti.<br />

Vi sono alcuni aspetti del rapporto società civile-società militare immediatamente<br />

evidenti: il servizio militare prestato dai cittadini, l'intervento dell'<strong>esercito</strong><br />

per motivi di ordine pubblico o a causa di calamità naturali, oppure<br />

il rapporto tra <strong>esercito</strong> acquartierato e popolazione durante i periodi bellici.<br />

Aspetti che possono essere studiati attraverso i fondi del Ministero della<br />

Guerra, del Ministero dell'Interno, della Presidenza del Consiglio e dei vari<br />

uffici e commissioni costituiti nel periodo bellico.<br />

Ma vi sono altri aspetti di questo rapporto che risultano meno evidenti<br />

e sui quali è, quindi, necessario soffermarsi più a lungo per riuscire sia ad<br />

inquadrarli con maggior chiarezza, sia ad individuarne e illustrarne esaurientemente<br />

le fonti archivistiche.<br />

Soffermiamoci, ad esempio, sull'argomento " legislazione "· Per legislazione<br />

militare non intendo solo le leggi in materia di spese militari, o sul<br />

reclutamento o sul riordinamento dell'<strong>esercito</strong>, già ampiamente studiate, ma<br />

anche leggi e decreti sulle servitù militari, sugli espropri di terreni e stabili<br />

per necessità militari, sulle nomine delle alte cariche dell'<strong>esercito</strong>, sulla istituzione<br />

di associazioni ed enti militari e così via.<br />

Nel corso di ogni ricerca sarà certamente indispensabile individuare e<br />

studiare i provvedimenti legislativi attinenti al tema trattato, e non si dovrà<br />

trascurare tutta quella molteplicità di disegni di legge e schemi di decreti che,<br />

invece di essere regolarmente approvati, vengono o ritirati o bocciati. L' Ar­<br />

chivio Centrale dello Stato offre la possibilità di approfondire lo studio di<br />

questa particolare categoria di atti, attraverso la serie dei " Provvedimenti<br />

Legislativi " della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che riunisce gli sche­<br />

mi dei decreti e dei disegni di legge e, generalmente, le relazioni d'accom­<br />

pagnamento a tali atti da parte dei ministri proponenti e le eventuali osser­<br />

vazioni di altri ministeri, sia nel caso di provvedimenti non approvati o riti­<br />

rati, che per quelli approvati.<br />

Per quanto concerne lo studio degli atti approvati, possono essere d'ausilio<br />

sia gli originali delle Leggi e dei Decreti, che consentono di consultare<br />

i documenti ad essi allegati di norma non riportati nella raccolta a stampa:<br />

6 Pubblicata in appendice al presente saggio.<br />

FONTI DOCUMENTARIE 65<br />

cartografie sulle servitù militari, originali degli statuti di enti e associazioni<br />

militari, piani regolatori con il rilevamento delle zone d'interesse militare,<br />

sia i verbali del Consiglio dei Ministri, questi ultimi in genere estremamente<br />

sintetici.<br />

Se si volessero, poi, approfondire le ragioni politiche alla base dell'approvazione<br />

o della bocciatura di un disegno legge o di un decreto, si potrebbe<br />

indagare nelle carte del Gabinetto della2residenza del Consiglio su<br />

quali fossero gli orientamenti e gli obbiettivi del momento in materia militare,<br />

o analizzare le relative dispute tra ministri, di solito legate a conflitti di<br />

competenza, o tra ministri e presidenti del Consiglio, o tra autorità militari<br />

e civili.<br />

Anche i carteggi privati di statisti, siano essi stati presidenti del Consiglio<br />

o ministri della Guerra, possono essere utili per questo tipo d'indagine.<br />

Un altro particolare aspetto del rapporto società civile-società militare<br />

consiste, a mio giudizio, nel ricorso, costante nel tempo, da parte degli organi<br />

militari alle amministrazioni civili per ottenere pareri, autorizzazioni e<br />

approvazioni, previsti per legge.<br />

Esaminiamo, ad esempio, il caso dell'araldica dei corpi militari. Ogni<br />

reggimento, ogni corpo militare ha un suo stemma, ma tale stemma, prima<br />

di divenire ufficialmente l'emblema del reggimento o corpo militare considerato,<br />

deve essere sottoposto al parere di un apposito ufficio della Presidenza<br />

del Consiglio: l'Ufficio Araldico (in origine Consulta Araldica, soppressa<br />

poi nel 1946), che raccoglieva e raccoglie tutto il materiale necessario a tale<br />

compito, costituito dalla documentazione relativa al reggimento o corpo militare<br />

che ha avanzato la richiesta, dai bozzetti a colori degli stemmi e dai<br />

decreti di approvazione degli stemmi stessi. I fascicoli araldici, che racchiudono<br />

appunto questo materiale, sono oggi conservati, per gli <strong>anni</strong> 1913-1960,<br />

dall'Archivio Centrale dello Stato. Se si volesse estendere la ricerca ad epoche<br />

anteriori al 1913, possono essere d'ausilio i volumi di trascrizione dei<br />

decreti araldici che vanno dal 1860 al 1987.<br />

Per chi volesse, poi, studiare le armi e le attrezzature in dotazione all'<strong>esercito</strong>,<br />

un'utile fonte documentaria potrebbero essere i fascicoli dei brevetti<br />

del Ministero dell'Industria, dal 1855 al 1942. Infatti, tra le invenzioni<br />

e i modelli registrati presso l'Ufficio Centrale dei Brevetti del Ministero dell'Industria,<br />

sono presenti anche armi e attrezzature utilizzate dall'<strong>esercito</strong> e<br />

documentate, in questi fascicoli, da relazioni tecniche e disegni.<br />

Per quanto concerne la cultura dell'ufficiale di fine '800, invece, si richiama<br />

l'attenzione sulla documentazione del Ministero della Guerra relativa<br />

a scuole e collegi militari delle principali <strong>città</strong> italiane: da Roma a Milano,<br />

da Modena a Firenze, da Napoli a Messina. Essa fornisce, per il decennio

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