esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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36 GIORGIO ROCHAT paralleli (per es. da Udine e Venezia a Spezia e Pistoia). Ma anche con questo vincolo gli spostamenti erano sempre diversi, tanto che su 180 trasferimenti se ne hanno due soli sullo stesso percorso (Verona-Ancona, per la cronaca). L'unica tendenza evidente è il rallentamento del ritmo dei movimenti, non però la loro fine, dato che nel 1908 cambiano ancora sede 12 reggimenti di fanteria e 6 di bersaglieri. C'è da chiedersi se il sistema di rotazioni non tendesse a perpetuarsi per la forza della tradizione, visto che erano certamente superate le esigenze politiche con cui abbiamo cercato di spiegarlo. La vita degli ufficiali continuava a essere segnata da movimenti meno ampi, ma quasi altrettanto frequenti, grazie alla rotazione dei battaglioni nelle sedi distaccate con un ritmo annuale (e prescindiamo dai distaccamenti minori e da quelli temporanei, che per quanto gravosi non implicavano il trasloco della famiglia). Nel decennio 1899-1 908, ad es., furono destinati a Terni successivamente il II, il I e poi il III battaglione del 60° reggimento, il II, il III, il I e poi di nuovo il II battaglione del 22 o reggimento, il II, il m e infine il I battaglione del 52 o reggimento. Si tratta di una situazione del tutto normale. Il I battaglione del 22 o reggimento, per dare un altro caso, conobbe nel decennio considerato le seguenti sedi (sempre su base annuale): Piacenza col comando reggimento e un altro battaglione, Colle di Nava in distaccamento, nuovamente Piacenza, poi Spoleto col comando reggimento e un altro battaglione per due anni, quindi Terni in distaccamento, nuovamente Spoleto, infine per tre anni Reggio Calabria con tutto il reggimento riunito, ma il peso di numerosi distaccamenti minori o temporanei (al 15 febbraio 1908 il battaglione aveva la 4 o compagnia a Palmi e il reggimento il III battaglione con tre compagnie a Trapani in ordine pubblico, una compagnia a Campo Calabro e tre plotoni in località vicine). Anche questa è una vicenda media tra quelle di reggimenti più fortunati (una diecina dei quali ebbe un solo distaccamento di battaglione nel decennio o addirittura nessuno) o più travagliati, come il 68°, che da Belluno mandò per sei anni un battaglione a Canicattì, o il 79°, che da Udine ebbe per cinque anni due battaglioni distaccati tra Palmanova, Venezia e Ferrara. 3. I soldati: a) il decennio 1875-1884 La scelta di fondo per il reclutamento nazionale e le sue ragioni sono note. Le nostre ricerche permettono di darne una prima verifica. Il 2 o reggimento di fanteria dal 1875 al l883 (anni in cui fu stanziato successivamente a Padova, Monteleone in provincia di Catanzaro e Firenze) ricevette le sue STRUTTURE DELL'ESERCITO DELL'ITALIA LIBERALE 37 reclute dai distretti di Alessandria, Verona, Perugia (poi Spoleto), Avellino e Trapani, più un piccolo contributo sardo. Dal 1883 al 1894 (in cui ebbe sede a Firenze, Lecce e poi Napoli) i suoi uomini vennero dei distretti di Alessandria, Rovigo, Arezzo, Siena, Avellino, Palermo, più piccoli nuclei sardi 20. Il nostro campione per il 1883 conferma la prassi di dare ai reggimenti reclute di 5/6 distretti diversi e distanti, in qualche caso anche di 8/1 O distretti. La classe di reclute 21 veniva incorporata generalmente in gennaio, qualche volta in dicembre (senza alcun riguardo per le festività religiose). Nel decennio 1875-1884 il 2° reggimento di fanteria ricevette ogni anno da 400 a 500 uomini, più qualche diecina di rivedibili, che giungevano con la classe successiva e facevano due anni di ferma. L'addestramento base era svolto in reparti appositi per circa due mesi, dopo i quali aveva luogo l'immissione della nuova classe nei reparti regolari. Il contingente iniziale si assottigliava però prima per opera dei medici militari, che ogni anno riformavano o dichiaravano rivedibili alcune diecine di reclute (giudicate idonee dai consigli di leva con qualche leggerezza), poi, dopo la prima estate, per la destinazione di alcune altre diecine di uomini al distretto vicino. Si aggiungevano vicende individuali, come trasferimenti da e verso altri reggimenti, passaggi alla ferma volontaria di cinque anni, invio alle compagnie di disciplina ed ai reclusori militari (una voce sempre presente, anche se contenuta), cause di invalidità fisica e via dicendo. In alcuni anni si aveva poi il congedamento anticipato per sorteggio di un'aliquota della classe anziana per motivi finanziari (per il 2° reggimento, ad es., 99 uomini nell'autunno 1876, 66 nel 1882, 94 nel 1883, 77 nel 1884). Tutto ciò rende impossibile ricostruire in dettaglio le sorti delle singole classi, salvo rierche specifiche che auspichiamo. Ci limitiamo a registrare che nel 2 o reggimento di fanteria al momento del congedo (di regola in settembre, con qualche mese di anticipo sui tre anni di ferma) il contingente di ogni classe era sceso da 400/500 2o I nostri dati ci permettono di indicare, ma non di risolvere il problema del reclutamento sardo. Il contingente di reclute fornito dai diversi distretti ai singoli reggimenti oscilla tra 60 e 120 uomini; soltanto i distretti di Cagliari e Sassari mandano contingenti molto più piccoli, di dieci-quindici uomini, a un gran numero di reggimenti, tanto che nel nostro campione 1883 ben 7 reggimenti su 9 ricevono un piccolo nucleo di sardi. Sembra di essere dinanzi ad una volontà deliberata di disperdere le reclute sarde tra il maggior numero possibile di reggimenti, come non accade per gli altri contingenti regionali. Il problema, che meriterebbe un approfondimento, appare superato nel decennio 1899-1908. 21 Quando parliamo di classe di leva senza altre specificazioni ci riferiamo sempre alla 1 a categoria, che in questo periodo aveva una ferma di tre anni. Per un'informazione adeguata su categorie e ferme rinviamo a DEL NEGRO, La leva militare, cit. Non rientra nell'ambito di questo lavoro la forza in congedo delle varie classi e categorie.

38 GIORGIO ROCHAT a 300/350, anche a 250/300 quando erano intervenuti congedamenti anticipati. Dall'insieme dei nostri sondaggi risulta che la forza dei reggimenti di fanteria nel decennio considerato era di l 000/1200 uomini nei mesi in cui potevano contare su tre classi (generalmente da gennaio a settembre) e di circa 700 quando restavano su due sole classi. Poiché comando, stato maggiore e deposito del reggimento assorbivano sempre almeno un centinaio di uomini e le reclute venivano assegnate ai reparti dopo due mesi di istruzione, la forza dei battaglioni si aggirava sui 3 50 uomini in primavera ed estate e restava sotto i 200 in autunno e inverno (cfr. tabella Vl). Di più non era possibile: la forza bilanciata dell'esercito (ossia la media annua degli uomini per i quali era autorizzata la spesa) non raggiungeva i 200.000 uomini e il contingente incorporato nel 1875 era di 65.000 uomini. I congedamenti anticipati erano quindi una necessità; nel 1882 furono istituzionalizzati con la ferma di due anni (in pratica di 21 mesi) per una aliquota del contingente. Resta da stabilire quanti di questi uomini fossero assorbiti dai distretti, dai comandi e dagli altri compiti interni, dai servizi fissi di guardia interni ed esterni (e quanti fossero gli attendenti) e quanti rimanessero disponibili per l'addestramento 22 • Un grosso ruolo nella vita dei reggimenti avevano le istruzioni esterne, di vario tipo e denominazione: tiri collettivi, campi di brigata e di divisione, manovre e grandi manovre, che impegnavano ogni anno i reggimenti (i quali per l'occasione recuperavano tutti i loro reparti distaccati, salvo quelli a grandissima distanza) per un numero di giorni variabile, da un minimo di 15 a un massimo di 45, nei mesi estivi. L'effettiva rispondenza di questi addestramenti alle esigenze della preparazione bellica è un altro tema da verificare; campi e manovre erano comunque un momento

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a 300/350, anche a 250/300 quando erano intervenuti congedamenti anticipati.<br />

Dall'insieme dei nostri sondaggi risulta che la forza dei reggimenti di<br />

fanteria nel decennio considerato era di l 000/1200 uomini nei mesi in cui<br />

potevano contare su tre classi (generalmente da gennaio a settembre) e di<br />

circa 700 quando restavano su due sole classi. Poiché comando, stato maggiore<br />

e deposito del reggimento assorbivano sempre almeno un centinaio<br />

di uomini e le reclute venivano assegnate ai reparti dopo due mesi di istruzione,<br />

la forza dei batt<strong>agli</strong>oni si aggirava sui 3 50 uomini in primavera ed estate<br />

e restava sotto i 200 in autunno e inverno (cfr. tabella Vl). Di più non era<br />

possibile: la forza bilanciata dell'<strong>esercito</strong> (ossia la media annua degli uomini<br />

per i quali era autorizzata la spesa) non raggiungeva i 200.000 uomini e il<br />

contingente incorporato nel 1875 era di 65.000 uomini. I congedamenti anticipati<br />

erano quindi una necessità; nel 1882 furono istituzionalizzati con la<br />

ferma di due <strong>anni</strong> (in pratica di 21 mesi) per una aliquota del contingente.<br />

Resta da stabilire quanti di questi uomini fossero assorbiti dai distretti, dai<br />

comandi e d<strong>agli</strong> altri compiti interni, dai servizi fissi di guardia interni ed<br />

esterni (e quanti fossero gli attendenti) e quanti rimanessero disponibili per<br />

l'addestramento 22 •<br />

Un grosso ruolo nella vita dei reggimenti avevano le istruzioni esterne,<br />

di vario tipo e denominazione: tiri collettivi, campi di brigata e di divisione,<br />

manovre e grandi manovre, che impegnavano ogni anno i reggimenti (i quali<br />

per l'occasione recuperavano tutti i loro reparti distaccati, salvo quelli a grandissima<br />

distanza) per un numero di giorni variabile, da un minimo di 15 a<br />

un massimo di 45, nei mesi estivi. L'effettiva rispondenza di questi addestramenti<br />

alle esigenze della preparazione bellica è un altro tema da verificare;<br />

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