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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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652 LA DISCUSSIONE<br />

engagement nationaliste et l'exaltation de l'armée. Ainsi, dans les villes, les<br />

manifestations militaristes alternent avec les manifestations antimilitaristes.<br />

Le fait est qu'en 1914, l'Union Sacrée s'établit autour de L'Armée, qui<br />

après deux décennies de contestation (env. 1890-1910) retrouve sa fonction<br />

d'Arche Sainte (1870-1890) car elle redevient l'instrument de la Défense du<br />

« sol sacré de la Patrie » par la « natio n en armes ».<br />

ALBERTO RovrGHI: Sono il generale Rovighi, già insegnante per 14 <strong>anni</strong><br />

di storia militare alla Scuola di Guerra dell'Esercito a Civitavecchia.<br />

Vorrei, affiancandomi al colonnello Botti ed al generale Marcheggiano,<br />

rappresentare qui la voce dei militari. In particolare, intendo illuminare un<br />

problema che ho già sottolineato nel convegno di Lucca di alcuni <strong>anni</strong><br />

orsono.<br />

Premetto che sono molto lieto che l'Università italiana torni oggi ad interessarsi<br />

della storia militare e dei problemi militari. Peraltro, noto una certa<br />

tendenza - forse per forza di cose - alle cure eccessive del particolare,<br />

alla specializzazione, senza che sia dato il peso dovuto al necessario inquadramento<br />

in quella che era la situazione generale.<br />

Ora, quando si esaminano i problemi di bilancio, se in eccesso o in difetto,<br />

oppure quelli delle caserme o dei reclutamenti e dei rapporti fra militari<br />

e civili occorre sempre (e debbo dire che alcuni studiosi - faccio i nomi,<br />

ad esempio, di Minniti e Del Negro - lo hanno saputo fare bene in numerose<br />

loro pubblicazioni); dico, occorre sempre inquadrare l'esame dell'aspetto<br />

particolare in quelli che erano: la situazione finanziaria del paese,<br />

gli intendimenti politici, le relazioni internazionali, il confronto con i paesi<br />

vicini, le pianificazioni operative vigenti in quel momento.<br />

Probabilmente si potrebbe vedere - lo sottolineava il colonnello Botti<br />

- come, sotto molti aspetti, i militari del tempo siano stati costretti a mettere<br />

i soldati in ex-conventi; oppure la giustificazione di come sia stato necessario<br />

gravitare con le nostre unità nelle zone, per esempio, di Casale, Alessandria,<br />

Torino, Genova e nella Sicilia; mentre successivamente si gravitava<br />

nella zona di Verona e dell'ex Quadrilatero sfruttando caserme già austriache;<br />

oppure considerare i motivi per la costituzione di Scuole militari a Modena,<br />

Parma, Spoleto, Foligno.<br />

Al fondo di tutte queste situazioni esiste sempre il problema di definire<br />

che cosa si voleva prioritariamente: ora, in realtà, durante tutto questo periodo<br />

i governi italiani hanno voluto portare gradatamente l'Italia ad essere,<br />

nel quadro europeo, una grande potenza mentre essa non ne aveva le possibilità<br />

economiche; la classe dirigente ha quindi sacrificato spesso le assegnazioni<br />

di bilancio per la soddisfazione di esigenze che possiamo definire « interne<br />

», pur volendo essere vieppiù presente sul piano internazionale.<br />

LA DISCUSSIONE 653<br />

Se noi, quindi, andiamo a vedere la situazione politica generale, interna<br />

ed internazionale, le assegnazioni di bilancio, e-soprattutto - la pianificazione<br />

operativa di certi periodi, abbiamo molte risposte che giustificano<br />

determinate deficenze o certe situazioni, aventi la loro base in quelle<br />

premesse.<br />

A conclusione del mio intervento, intendo aggiungere che, quando sì<br />

va oggi a scavare, in ambito universitario, su questi aspetti ed argomenti della<br />

vita politica, economica e sociale occorre arrivare al « Dipartimento di studio<br />

» secondo un concetto che credo ormai acquisito dalla Università.<br />

Occorre, cioè, arrivare ad una collaborazione di studiosi; ed a questa<br />

collaborazione devono essere chiamati anche i militari perché non si fa una<br />

storia " militare » - mi sia consentito - « senza i militari ».<br />

Giovani studiosi civili possono ricostruire fatti e provvedimenti ma non<br />

li possono valutare a fondo dal punto di vista militare.<br />

Vorrei, quindi, invitare l'Università a chiamare a sé anche dei militari<br />

per una feconda collaborazione e per il conseguimento di risultati di qualche<br />

significato. Grazie.<br />

ROBERTO MOROZZO DELLA ROCCA: Vorrei dire qualcosa sul problema dell'anticlericalismo<br />

nell'<strong>esercito</strong> di cui ha parlato Rochat. Credo che Rochat<br />

abbia ragione quando rileva che all'interno dell'<strong>esercito</strong> probabilmente non<br />

vi erano polemiche, contrasti, scontri tra ufficiali anticlericali ed ufficiali che<br />

erano invece cattolici o più favorevoli alla Chiesa cattolica. Tuttavia esisteva<br />

anche, nell'<strong>esercito</strong>, una complessiva nota anticlericale, nel senso che l'<strong>esercito</strong><br />

veniva concepito - a mio avviso - come un'istituzione compiuta,<br />

cui essere devoti, in definitiva come una « religione » a sé stante. Di fronte<br />

alla religione della Chiesa cattolica, l'<strong>esercito</strong> rappresentava un'altra religione.<br />

Nel mio contributo a questo convegno cito una frase significativa pronunciata<br />

da un ministro della Guerra in Parlamento (e certo si potrebbero<br />

trovare tante altre citazioni analoghe) secondo cui l'<strong>esercito</strong> era

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