esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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648 LA DISCUSSIONE<br />
ta un proemio del Sovrano, che è forse il dettato più civile che si conosca<br />
al mondo in tale materia, e che sancisce il rispetto totale del nemico vinto<br />
e delle popolazioni nemiche in territorio occupato.<br />
Nella prima e nella seconda guerra mondiale l'Italia è entrata in guerra<br />
con la regolamentazione in assoluto più progredita nel campo della difesa<br />
dei diritti dell'uomo, sia esso pure un nemico.<br />
Ancora oggi siamo in assoluto in questo settore i più avanti nel mondo.<br />
Ad esempio il regolamento di disciplina del 1986 impone al militare il dovere<br />
di non eseguire l'ordine che sia manifestamente reato. In Italia la responsabilità<br />
del crimine di guerra è dal 1869 responsabilità individuale, che coinvolge<br />
in modo diretto e personale sia colui che impartisce un ordine criminale<br />
sia colui che lo esegue. Questi primati mondiali nel campo dell'umanità<br />
di condotta del soldato italiano in guerra, mi sembra che debbano, a giusto<br />
titolo, essere riscoperti, essere amati ed essere tramandati ai nostri giovani,<br />
specie dal meraviglioso mondo culturale dell'Università. Grazie.<br />
GIUSEPPE CAFORIO: Continuando la serie dei difensori di ufficio, iniziata<br />
da Botti, nei riguardi della condizione militare nell'epoca esaminata, debbo<br />
rilevare un aspetto che non è stato, a mio avviso, tenuto sufficientemente<br />
presente dai relatori che si sono succeduti. Esso tuttavia era stato richiamato<br />
dal prof. Franzina all'inizio della sua presentazione, quando egli aveva<br />
rilevato che si parla molto di caserma e assai poco di <strong>città</strong>, cioè che manca<br />
il confronto fra le condizioni di vita del soldato e quelle del cittadino medio,<br />
specialmente di quei ceti sociali, di quelle categorie nelle quali maggiormente<br />
pescava il reclutamento militare e cioè campagna e montagna, agricoltori<br />
e montanari.<br />
Su questa tematica io posso dare solo qualche scampolo ricavato dai<br />
documenti che ho potuto vedere nella mia ricerca su Lucca, ma penso possa<br />
essere un contributo per ricondurre l'analisi ed il raffronto alle condizioni<br />
reali dell'epoca.<br />
Dall'esame di questi documenti infatti appare chiaro come, raffrontando<br />
le condizioni di vita (almeno quelle materiali) del soldato con quelle del<br />
cittadino di allora, alcuni dei giudizi espresssi sinora debbano essere rivisti.<br />
Prendo ad esempio la risposta al questionario sulle condizioni igieniche<br />
del comune che i sindaci erano annualmente tenuti ad inoltrare; parlando<br />
della alimentazione, in detta risposta (riferita a Lucca, naturalmente) si<br />
legge che nella campagna l'alimentazione è costituita prevalentemente da<br />
granturco, segale, scandella e pochissima carne. I montanari si cibano quasi<br />
esclusivamente di farina di castagne con un po' di vino. Ebbene, se si fa un<br />
raffronto tra quella che era la razione del soldato nel 1882, e questo tipo<br />
LA DISCUSSIONE 649<br />
di alimentazione in una delle regioni che non era tra le più povere d'Italia,<br />
,già alcune valutazioni espresse si possono un po' ridimensionare.<br />
Ancora, mi è capitato sottomano un documento con l'elenco dei capi<br />
di vestiario che venivano dati in dotazione al soldato quando veniva reclutato.<br />
È un elenco che, indubbiamente, confrontato con l'elenco dei capi di<br />
vestiario che vengono dati al soldato oggi è estremamente povero; io non<br />
ho un dato, riferito ai capi di vestiario di cui poteva disporre il contadino<br />
o il montanaro dell'epoca, ma potendone disporre non so quale sarebbe il<br />
giudizio.<br />
Ancora negli <strong>anni</strong> '80, per esempio, rilevo in una caserma di Lucca, la<br />
caserma di " S. Romano ", vengono costruiti bagni a doccia con acqua tiepida<br />
per l'igiene del soldato; ecco non so quanti cittadini italiani negli <strong>anni</strong><br />
'80;potessero disporre di bagni a doccia con acqua tiepida; così pure negli<br />
stessi <strong>anni</strong> viene effettuata la costruzione di fornelli per la distribuzione del<br />
caffè caldo al mattino ai soldati. Non ho dati per sapere quanti italiani potessero<br />
disporre di questa comodità, del caffè caldo al mattino, all'epoca, ma<br />
veramente non credo potessero essere molti.<br />
Ancora, sotto un aspetto organizzativo generale della istituzione militare,<br />
sempre in quegli <strong>anni</strong>, ho trovato piuttosto interessante una indagine sugli<br />
immobili della amministrazione dello Stato, compiuta negli <strong>anni</strong> '81-'82<br />
da parte di una commissione centrale. La commissione centrale, era stata<br />
voluta dal Governo perché vi era una netta sensazione - poi confermata<br />
dai dati - che vi fosse una esuberanza di beni immobili impiegati per l'amministrazione<br />
dello Stato in generale, rispetto alle effettive esigenze, con connesse<br />
spese di manutenzione e mancanza del reddito che si sarebbe avuto<br />
immettendo questi immobili sul mercato degli affitti. Questa commissione,<br />
che si suddivide poi a sua volta in commissioni provinciali, presiedute in<br />
ciascuna provincia dal prefetto, trova delle grossissime difficoltà, perché quasi<br />
nessuna tra le amministrazioni dello Stato è in grado di conoscere e di elencare<br />
all'epoca quali sono i propri beni; talché, dopo un primo giro di orizzonte,<br />
la commissione centrale decide di far fare questa indagine soltanto<br />
alla amministrazione militare, perché è l'unica in grado di poter rispondere<br />
dei propri beni. Anche questo mi sembra un dato significativo sul fattore<br />
organizzativo in quel dato momento storico delle varie amministrazioni dello<br />
Stato; che poi naturalmente da questa indagine vengano fuori anche nell'amministrazione<br />
militare, anzi soltanto in essa, perché ad essa l'indagine è rimasta<br />
limitata, degli usi impropri di una parte degli immobili, questo fa parte<br />
delle pecche che in ogni famiglia esistono e degli errori che in ogni famiglia<br />
si commettono; però, ripeto, mi sembra significativo che l'unica amministrazione<br />
in grado di compiere questa indagine sia stata quella militare.