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31.05.2013 Views

620 GIOVANNI BATTISTA VARNIER deva dalla rivoluzione la distruzione dell'unità nazionale (come non leggere in questo senso il famoso articolo « Il cammino a ritroso », comparso su La Civiltà cattolica nel 1894, in cui si nega la possibilità dì sostenere lo Stato contro i disordini sociali) 7• Ma l'esercito italiano fu, ben presto, impostato anche per una politica dì grande potenza, politica che presupponeva, all'interno, un clima di esaltazione patriottica e la costituzione di un governo forte e autoritario e, all'esterno, proclamava la necessità di una espansione italiana nel mondo. Dì fronte allo sbandamento delle coscienze, alla decadenza dei valori morali, alle polemiche anti-socialìste trovava così spazio la diffusione dì quelle dottrine nazionalistiche, in cui vennero a convergere ristretti, ma agguerriti settori del cattolicesimo italiano, che cercavano di fondere sotto un' unica bandiera: esercito, interessi economici e bancari, legati al mondo dell'industria e degli armamenti, ed espansione coloniale. All'accusa rivolta ai cattolici di essersi opposti allo Stato unitario, si risponde con la diffusione del patriottismo, inteso inizialmente in chiave conservatrice contro l'ordine liberaiborghese e in nome di una costituzione interna e internazionale degli Stati basata sulla dottrina sociale cristiana, per poi passare, in età coloniale, all'esaltazione del ruolo dei missionari nella diffusione della civiltà cristiana e italiana e, infine, con il tentativo di far assumere al patriottismo il ruolo di elemento di coagulo di diverse componenti del cattolicesimo italiano 8, così da poter rovesciare l'accusa iniziale contro altre forze politiche o minoranze religiose. Sarà ancora La Civiltà Cattolica - questa volta ormai in piena età giolittiana (1910) - a rendersi interprete del diverso momento, osservando che: « Due istituzioni resistono ancora salde alla tempesta scatenatasi, sotto nome di idee nuove, di spirito democratico, di giustizia sociale, contro ogni più sacra cosa del passato. Queste due istituzioni sono gli ordini religiosi e gli eserciti. Esse, ciascuna a suo modo, costituiscono il più valido ostacolo all'avanzare del pericolo sovversivo " 9. Dal piano locale si dovrà, dunque, prendere in esame questa problematica, al fine di verificare situazioni notè nelle grandi linee ed individuare le differenti particolarità. Da una dimensione più ristretta si affronterà così il 7 R. BALLERINI, Il cammino a ritroso, in " La Civiltà cattolica », 1894, serie XV, vol. X, pp. 17 e ss. 8 Per più ampie considerazioni, si veda: L. GANAPINI, Il nazionalìsmo cattolìco. I cattolici e la politica estera in Italia dal 1871 al 1914, Bari 1970 e il più recente contributo di D. VENERUSO, Il seme della pace. Il dibattito sul nazional imperialismo tra le due guerre, Roma 1987. 9 Lo spirito religioso nell'esercito, in " La Civiltà cattolica », 1910, vol. III, p. 19. CHIESA E ESERCITO A GENOVA: PROPOSTE PER UNA RICERCA 62 1 tema relativo ai rapporti tra Chiesa e esercito, che neppure in generale - a parte alcuni noti lavori relativi ai periodici bellici -, sono stati adeguatamente considerati. Alla luce delle considerazioni fino ad ora espresse, si capisce, pertanto, che in quest'ambito, per l'immediato non si possa andare oltre l'indicazione - senza la pretesa di essere esaustivi - di alcuni piani di indagine, di alcune linee di ricerca ancora disomogenee, ma-Utili per affrontare una problematica che concerne il rapporto tra mondi lontani e tanto differenti, ma con non poche analogie di carattere strutturale; riservando alla eventuale prosecuzione degli approfondimenti di settore la verifica degli enunciati. In tale contesto il richiamo viene fatto con prevalenza alla Chiesa cattolica, senza escludere riferimenti ad altre confessioni, che nei risvolti di carattere locale non sarebbero certo privi di interesse 10 . Lo spazio cronologico che formerà oggetto di approfondimento sarà tutto quello consentito da questo convegno di studi, cioè dall'Unità d'Italia agli anni trenta del nostro secolo, con il solo rammarico che non si possano considerare più in esteso situazioni o momenti pre-unitari. In questo caso il legame parrebbe giustificato soltanto con il Piemonte sabaudo, che - con la progressiva estensione della propria legislazione a tutta la Penisola - ha finito con l'improntare l'intera realtà italiana. Dovendo però trattare di una città, già capitale di una antica Repubblica, ci sia consentito ricordarne gli ordinamenti 11 e, in modo specifico, una serie di documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Genova, che non mancheranno di interessare i cultori della storia militare degli antichi Stati italiani. In particolare, segnaleremo soltanto una interessante " Instruzione » del 1768, relativa alla provvista di cappellani per i reggimenti delle truppe della Repubblica, contenente una serie di articolate disposizioni alle quali detti cappellani avrebbero dovuto attenersi nell'espletamento della loro missione 12. Non minore interes- lo In proposito ci riferiamo agli esiti di una nostra ricerca, finanziata dal C.N.R., sulla condizione giuridica delle minoranze religiose in Italia durante il fascismo, nella quale si è rivolta particolare attenzione anche agli aspetti di rilievo locale di tale problematica. II Segnaliamo: Instituti, et ordini militari da osservarsi dalle truppe della Ser.ma Repubblica di Genova stabiliti, e deliberati dall 'illustriss. et eccellentiss. Magistrato di Guerra, et ancora approvati da Sereniss. Collegi, in Genova, Stampati l'anno 1710, e di nuovo ristampati l'anno 1722. 12 Archivio di Stato di Genova. Sala Foglietta, filza 495. Pratiche diverse. In considerazione dell'importanza del documento, ne diamo di seguito una trascrizione. Instruzione (1r] Avendo il serenissimo governo pensato a provedere di capellani i reggimenti della sua truppa, che non ne avevano, ed avendo l'eccellentissimo magistrato di guerra elletti i medesimi dell'ordine de' Capuccini, la di cui opera fruttuosamente s'impiega e si espe-

622 GIOVANNI BATTISTA VARNIER se potrebbe poi riservare la massa documentale conservata presso l'Istituto mazziniano di Genova, specialmente per gli anni in cui l'influenza francese divenne dominio diretto e l'ordinamento napoleonico fu esteso al settore amministrativo, giudiziario ed economico. rimenta d'altri magistrati della Repubblica in altri semiglianti uffizi di religione e di cristiana carità, quanto è superfluo di eccitare il loro zelo ad assumere il ministero che loro si affida e di ricordarne le disposizioni, l'importanza e l'utilità, tanto può essere opportuno di accennarne i principali doveri. In questa vista il predetto eccellentissimo magistrato ha giudicato di far estendere la presente memoria, da consegnarsi a ciascun di loro, che, occorrendo, verrà supplita se aliuna cosa si fosse ommessa e si trovasse doversi aggiongere per bisogno o convenienza del fine a cui è diretta. Dovendo essere principalissima cura del loro uffizio d'instruire nella dottrina e di coltivare nella prattica della cristiana religgione le anime a loro commesse, dovrà ogni capellano di reggimenti, in tutte le feste di precetto, prima di celebrare la santa messa, a cui è ordinato, che dalli quartieri sia condotta la truppa che non è di guardia, impiegare una mezora nella spiegazione delle cose necessarie a sa persi, da pratticarsi da ogni cristiano; e siccome non è opportuno di praticare questo essercizio nelle chiese dove ora provisionalmente si porta la detta truppa per la messa ne' giorni festivi, così verrà in appresso stabilito il luogo dove, con tutto il comodo e senza disturbo, si possa stabilmente praticare. Dovrà provedersi di un manuale per registrarvi, secondo l'ordine delle compagnie del suo reggimento, gli uffiziali e soldati, loro mogli e figlioli, con i loro nomi, cognomi et età, per conoscere li capaci e li non capaci della confessione o della communione, interessandosi nella loro educazione, allettandoli a frequentare la dottrina cristiana nelle rispettive parrocchie ed impegnandovi la cura e vigilanza de' genitori. In tempo di quaressima disporrà il suo reggimento al precetto pasquale, anche per mezzo delle consuete missioni, da farsi a giudizio dell'illustrissimo generale, e, perché gli consti dell'adempimento, farà distribuire a ciascuno il proprio nome e della compagnia scritti in una cedola, la quale dovrà il penitente dare in propria mano al sacerdote che lo avrà confessato [l v] dopo il tempo pasquale, raccogliendo il p. capellano dei confessori le cedole suddette e dalli soldati quelle che avranno ricevute alla communione, le confronterà con li bolli delle compagnie e co' i registri delle rispettive parrocchie. Per quelli poi che saranno, in detto tempo, nelle guarniggioni a posti dello Stato, dovrà esiggere un attestato di tutti e ciascuno del suo reggimento di aver compito al detto precetto, il quale attestato sia sottoscritto dal capitano o uffiziale della compagnia, dal comandante della piazza o del posto o dal parroco del luogo o capellano della guarniggione, intendendosi comprese nella stessa regola le donne e figlioli del reggimento, rispetto a cui il p. capellano prescriverà quell'altro metodo di giustificazione che fosse già a proposito, che, se troverà alcuno non avrà soddisfatto, lo segnerà nel suo manuale e legga le ordinanze pag. 17, p. l. Si darà tutta la solecitudine per li carcerati e per li malati del reggimento, tanto nello spedale quanto nelle loro case, per quella spirituale assistenza di cui abbisognassero nel loro stato ed aggravandosi questi ultimi, si accerterà dei loro debiti e crediti, acciocché, trovandoli in avanzo, ne possa convenire col capitano e col maggiore e possano disporne chiamando a ciò, quando sia bisogno, due testimoni e, dopo la loro morte, in vigilerà 'all'cssecuzione della loro volontà e li certificati delle messe o di qualonque altra disposizione del detto avvanzo dovranno custodirsi dal maggiore o, in sua assenza, dal rispettivo capitano o altro uffiziale ben visto dal reggimento, per essere presentati e riconosciuti nella prima assemblea del reggimento. CHIESA E ESERCITO A GENOVA: PROPOSTE PER UNA RICERCA 623 Il prevalente indirizzo di questo convegno volto a limitare le indagini al solo esercito e, soprattutto, la necessità di non sconfinare in un settore Se per le missioni o per altri oggetti del suo ministero o per alcuna infermità si trovasse di abbisognare dell'altrui aiuto o supplemento, ovvero viceversa ne fosse ricercato dagli altri rr. capellani, dovrà con essi osservare e mantenere una reciproca intelligenza per essere coadiuvato e per coadiuvarli, valendosi ancora dell'opera di quelli altri del suo ordine di cui giudicasse e si promettesse di potersi valere., fattane previamente parte a' suoi superiori del convento, al comandante del reggimento e all'illustrissimo generale. Occorrendo che sia a sua notizia che qualche soldato o altro del suo reggimento venghi in qual che siasi maniera aggravato o pregiudicato in ciò che gli è dovuto, userà di prudenza e di carità per farne cessare il torto o il pregiudizio o con le amministrazioni o con li ricorsi al comandante del reggimento altrimenti sospetto e all'illustrissimo generale secondo i casi e le circostanze. Dovrà tenersi più che potrà informato e consapevole de' costumi e delle ..... [2r] di tutti gli individui del reggimento, trattando sovvente co' i soldati, passando talora dai posti e visitando specialmente li quartieri per informarsi e vedere dove stiano le donne e figlie del reggimento e se vi si osservi la debita separazione di maritati dalli immaritati, o vi prattichino donne estere, sconosciute o sospette, o vi sia altro qualonque inconveniente e abuso, sì di giorno che di notte, con dare le dovute avertenze alli uffiziali o bassi uffiziali e farne parte all'illustrissimo generale per li più pronti rimedi ed opportune providenze. Lo stesso praticherà per tutti quelli disordini che venisse a conoscere nel reggimento, procurando, secondo che gli detterà la prudenza e il bisogno, o di correggerli e riparadi con segrettezza nelle loro cause e nel loro soggetto, o avertendone i superiori a tempo, luogo e modo. Generalmente poi userà carità con li soldati, politezza con gli uffiziali e rispetto con gli comandanti, siccome da tutti dovrà essere verso di lui osservata quella decenza, considerazione ed ossequio che ben si deve al carattere e al ministero della sua persona. Dovrà ordinariamente dimorare ove si trova il reggimento o la maggior parte di esso, seguitando però nella marcia e destinazione anche la parte minore se si trattasse di qualche circostanza che esigga più particolarmente gli uffizi del suo ministero. Per li distaccamenti poi che fossero in più luoghi, se non avrà mezzi confidenti e sicuri in quelle parti onde supplire, anderà a visitarli in qualche tempo dell'anno, scegliendo quello in cui crederà di potersi alontanare dal resto del reggimento. Essendo frequenti o almeno non rari gli scandali e gli intrichi che rissultano dalli matrimoni che si vogliono contrarre da soldati, particolarmente forestieri, o contratti altrove dalli disertori che vengono a questo servizio, perciò non sarà mai soverchia, intorno a quest'oggetto, la più esatta circospezione e diligenza e quindi dovrà essaminare tutte le fedi o attestati di matrimoni e, dubitando della validità di qualcuno, cercherà le debite informazioni dalle curie o dalle parrocchie dove sono stati contratti e, rispetto alli disertori che vengono con donne o senza donne, riconoscerà di questi secondi se siano maritati, facendo nota di quanto averà ricavato e, rispetto alli primi, riconoscerà diligentemente i loro ricapiti e, trovando luogo a dubio o a sospetto, ne farà parte immediatamente all'illustrissimo generale perché possano prendersi senza ritardo quelle divise che saranno necessarie o convenienti al caso. [2v] Ma, per li matrimoni che verranno farsi in avvenire, osservate le ordinanze pag. 73, p. l, dovrà esserne preventivamente avertito, stando in attenzione che, particolarmente dalli sargenti in giù, nessuno contragga matrimonio sino a che essi abbia potuto accertarsi se non vi sia alcun impedimento, intendendosi lo stesso singolarmente di coloro che sono lontani da lui in altre guarniggioni o posti dello Stato. E poiché è troppo necessario che li maritati non lascino altrove le loro famiglie, così,

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deva dalla rivoluzione la distruzione dell'unità nazionale (come non leggere<br />

in questo senso il famoso articolo « Il cammino a ritroso », comparso su<br />

La Civiltà cattolica nel 1894, in cui si nega la possibilità dì sostenere lo Stato<br />

contro i disordini sociali) 7•<br />

Ma l'<strong>esercito</strong> italiano fu, ben presto, impostato anche per una politica<br />

dì grande potenza, politica che presupponeva, all'interno, un clima di esaltazione<br />

patriottica e la costituzione di un governo forte e autoritario e, all'esterno,<br />

proclamava la necessità di una espansione italiana nel mondo. Dì fronte<br />

allo sbandamento delle coscienze, alla decadenza dei valori morali, alle<br />

polemiche anti-socialìste trovava così spazio la diffusione dì quelle dottrine<br />

nazionalistiche, in cui vennero a convergere ristretti, ma agguerriti settori<br />

del cattolicesimo italiano, che cercavano di fondere sotto un' unica bandiera:<br />

<strong>esercito</strong>, interessi economici e bancari, legati al mondo dell'industria e<br />

degli armamenti, ed espansione coloniale. All'accusa rivolta ai cattolici di<br />

essersi opposti allo Stato unitario, si risponde con la diffusione del patriottismo,<br />

inteso inizialmente in chiave conservatrice contro l'ordine liberaiborghese<br />

e in nome di una costituzione interna e internazionale degli Stati<br />

basata sulla dottrina sociale cristiana, per poi passare, in età coloniale, all'esaltazione<br />

del ruolo dei missionari nella diffusione della civiltà cristiana e<br />

italiana e, infine, con il tentativo di far assumere al patriottismo il ruolo di<br />

elemento di coagulo di diverse componenti del cattolicesimo italiano 8, così<br />

da poter rovesciare l'accusa iniziale contro altre forze politiche o minoranze<br />

religiose.<br />

Sarà ancora La Civiltà Cattolica - questa volta ormai in piena età giolittiana<br />

(1910) - a rendersi interprete del diverso momento, osservando che:<br />

« Due istituzioni resistono ancora salde alla tempesta scatenatasi, sotto nome<br />

di idee nuove, di spirito democratico, di giustizia sociale, contro ogni<br />

più sacra cosa del passato. Queste due istituzioni sono gli ordini religiosi e<br />

gli eserciti. Esse, ciascuna a suo modo, costituiscono il più valido ostacolo<br />

all'avanzare del pericolo sovversivo " 9.<br />

Dal piano locale si dovrà, dunque, prendere in esame questa problematica,<br />

al fine di verificare situazioni notè nelle grandi linee ed individuare le<br />

differenti particolarità. Da una dimensione più ristretta si affronterà così il<br />

7 R. BALLERINI, Il cammino a ritroso, in " La Civiltà cattolica », 1894, serie XV, vol.<br />

X, pp. 17 e ss.<br />

8 Per più ampie considerazioni, si veda: L. GANAPINI, Il nazionalìsmo cattolìco. I cattolici<br />

e la politica estera in Italia dal 1871 al 1914, Bari 1970 e il più recente contributo<br />

di D. VENERUSO, Il seme della pace. Il dibattito sul nazional imperialismo tra le due guerre,<br />

Roma 1987.<br />

9 Lo spirito religioso nell'<strong>esercito</strong>, in " La Civiltà cattolica », 1910, vol. III, p. 19.<br />

CHIESA E ESERCITO A GENOVA: PROPOSTE PER UNA RICERCA 62 1<br />

tema relativo ai rapporti tra Chiesa e <strong>esercito</strong>, che neppure in generale -<br />

a parte alcuni noti lavori relativi ai periodici bellici -, sono stati adeguatamente<br />

considerati.<br />

Alla luce delle considerazioni fino ad ora espresse, si capisce, pertanto,<br />

che in quest'ambito, per l'immediato non si possa andare oltre l'indicazione<br />

- senza la pretesa di essere esaustivi - di alcuni piani di indagine, di<br />

alcune linee di ricerca ancora disomogenee, ma-Utili per affrontare una problematica<br />

che concerne il rapporto tra mondi lontani e tanto differenti, ma<br />

con non poche analogie di carattere strutturale; riservando alla eventuale<br />

prosecuzione degli approfondimenti di settore la verifica degli enunciati.<br />

In tale contesto il richiamo viene fatto con prevalenza alla Chiesa cattolica,<br />

senza escludere riferimenti ad altre confessioni, che nei risvolti di carattere<br />

locale non sarebbero certo privi di interesse 10 .<br />

Lo spazio cronologico che formerà oggetto di approfondimento sarà<br />

tutto quello consentito da questo convegno di studi, cioè dall'Unità d'Italia<br />

<strong>agli</strong> <strong>anni</strong> <strong>trenta</strong> del nostro secolo, con il solo rammarico che non si possano<br />

considerare più in esteso situazioni o momenti pre-unitari. In questo caso<br />

il legame parrebbe giustificato soltanto con il Piemonte sabaudo, che - con<br />

la progressiva estensione della propria legislazione a tutta la Penisola - ha<br />

finito con l'improntare l'intera realtà italiana. Dovendo però trattare di una<br />

<strong>città</strong>, già capitale di una antica Repubblica, ci sia consentito ricordarne gli<br />

ordinamenti 11 e, in modo specifico, una serie di documenti conservati presso<br />

l'Archivio di Stato di Genova, che non mancheranno di interessare i cultori<br />

della storia militare degli antichi Stati italiani. In particolare, segnaleremo<br />

soltanto una interessante " Instruzione » del 1768, relativa alla provvista<br />

di cappellani per i reggimenti delle truppe della Repubblica, contenente<br />

una serie di articolate disposizioni alle quali detti cappellani avrebbero dovuto<br />

attenersi nell'espletamento della loro missione 12. Non minore interes-<br />

lo In proposito ci riferiamo <strong>agli</strong> esiti di una nostra ricerca, finanziata dal C.N.R., sulla<br />

condizione giuridica delle minoranze religiose in Italia durante il fascismo, nella quale<br />

si è rivolta particolare attenzione anche <strong>agli</strong> aspetti di rilievo locale di tale problematica.<br />

II Segnaliamo: Instituti, et ordini militari da osservarsi dalle truppe della Ser.ma<br />

Repubblica di Genova stabiliti, e deliberati dall 'illustriss. et eccellentiss. Magistrato di<br />

Guerra, et ancora approvati da Sereniss. Collegi, in Genova, Stampati l'anno 1710, e<br />

di nuovo ristampati l'anno 1722.<br />

12 Archivio di Stato di Genova. Sala Foglietta, filza 495. Pratiche diverse. In considerazione<br />

dell'importanza del documento, ne diamo di seguito una trascrizione.<br />

Instruzione<br />

(1r] Avendo il serenissimo governo pensato a provedere di capellani i reggimenti della<br />

sua truppa, che non ne avevano, ed avendo l'eccellentissimo magistrato di guerra elletti<br />

i medesimi dell'ordine de' Capuccini, la di cui opera fruttuosamente s'impiega e si espe-

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