esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...
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576 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA ceva riflettere Garofalo (in un libro salutato da Lombroso come uno dei pochi « libri maschi, coraggiosi, che ci riconciliano con la scienza giuridica italiana ») sull'inutilità del carcere quale deterrente al reato e sull'impossibilità di una riabilitazione di questi criminali, totalmente privi di senso morale e così « mal dotati dalla natura , da non poter « più essere considerati come nostri simili ,, né come membri di una società di cui non condividevano i sentimenti caratterizzanti lo stadio di evoluzione raggiunto, e per la quale altro non erano che « una pianta cattiva che importa sradicare ». La non applicazione della pena di morte ai casi più gravi avrebbe inoltre comportato, in base ai principi di gradualità della pena vigenti nella scuola giuridica classica, la liberazione di tutta una serie di delinquenti minori ma egualmente nocivi alla società quali pazzi, epilettici, malfattori vari e vagabondi 39. Fra questi, col sopraggiungere del nuovo secolo, andavano acquisendo una fisionomia sempre più definita i renitenti di leva e i disertori, considerati « individui anormali, cioè dei veri ammalati ,,, oltre che per lo scarso amor di patria, per la loro incapacità di impegnarsi in un'attività lavorativa stabile, prediligendo la vita nomade e girovaga e comunque cambiamenti frequenti di mestiere. Ereditarietà e tratti somatici confermavano anche in questo caso la devianza di caratteri psichi ci quali il « portamento vanitoso o depresso '', il temperamento « squilibrato e suggestionabile '', la predilezione - nei pochi alfabetizzati - di « letture oscene, romanzi fantastici e qualche giornale sovversivo "· Grande rilievo aveva poi il contegno, analizzato, in uno studio del 1908, nelle sue quattro varianti fondamentali:
578 BARBARA MAFFIODO - PAOLA NICOLA spettorato di sanità militare; centri neurologici militari vennero creati, nel 1916, a cura dell'Ufficio sanitario del Ministero della Guerra a Roma, Ancona, Napoli, Catania, Bologna, Pavia e Milano in zona territoriale, affiancandosi ai numerosi reparti neuropsichiatrici nati in zona di guerra. La complessa organizzazione, che nelle intenzioni dei sanitari, avrebbe dovuto sostenere il soldato dal momento in cui manifestava fenomeni psicotici, si rivelava però nei fatti un tragico percorso che dall'ospedale di campo portava all'ospedale militare e da questo, nei casi frequenti in cui il suo stato di salute era ormai disperato, al manicomio civile. A Collegno, che aveva visto negli anni precedenti alla guerra entrare un numero decisamente esiguo di militari, nel 1916 e nel l917 si verificò una forte impennata nei rico veri 42. Le diagnosi e le osservazioni relative alle condizioni fisiche e mentali all'atto del ricovero presentavano una uniformità estremamente significativa dei drammi vissuti al fronte. Deperiti, quando non presentavano evidenti segni di denutrizione, depressi, disorientati, attoniti, muti o in un grave stato di confusione mentale e affetti da delirio di persecuzione: così si presentavano i soldati all'esame degli psichiatri che li ricevevano e che, il più delle volte, non potevano far altro che annotare la diagnosi di
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ceva riflettere Garofalo (in un libro salutato da Lombroso come uno dei pochi<br />
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Ereditarietà e tratti somatici confermavano anche in questo caso la devianza<br />
di caratteri psichi ci quali il « portamento vanitoso o depresso '', il temperamento<br />
« squilibrato e suggestionabile '', la predilezione - nei pochi alfabetizzati<br />
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1908, nelle sue quattro varianti fondamentali: